III Congresso 1928 Atti Relazione Morale. Presidente Amilcare Rossi

  

RELAZIONE MORALE

 

Il Presidente dell’Istituto del Nastro Azzurro Medaglia d’Oro Amilcare Rossi

Nella invitta Torino, baluardo insuperabile del conteso ed atteso confine occidentale, che oggi celebra il IV° Centenario del «Savoia» Testa di Ferro, di San Quintino, ed il X° annuale di Vittorio Veneto ove, con la caduta dell’Impero Austroungarico si decisero le sorti della guerra mondiale, l’adunata degli Azzurri d’Italia non è soltanto il convegno di vecchi commilitoni che hanno qualche cosa da ricordare, ma di provati soldati che hanno, forse, ancora qualche cosa da fare.

Apolitici all’interno, abbiamo però l’imprescindibile dovere di sorvegliare con occhio vigile e cuore saldo alle nostre frontiere. Ove sono i nostri amici? Non li abbiamo noi conosciuti a Versailles? Han forse gli italiani di Sebenico e di Spalato qualche cosa da invidiare ai fratelli di Tunisi e di Malta? Non vediamo tutti i giorni serrarsi sempre più intorno a noi questa ferrea catena di patti e di intese, rivolte ad accerchiare ed umiliare il più glorioso popolo del mondo? Non facciamoci vane illusioni sulle intenzioni di chi, predicando la pace, si arma fino ai denti. Domani il nostro popolo potrebbe essere chiamato ad una più dura prova. E noi Azzurri abbiamo il dovere di essere pronti non solo, ma di preparare i nostri figli, le nuove generazioni al cimento e all’ardimento.

E’ questo il vero compito che l’Istituto del Nastro Azzurro deve assolvere con le sue organizzazioni in Italia e all’Estero onde, dovunque sia un Azzurro, sia un centro di italianità e di amor di Patria che plasmi, illumini e trascini i nuovi soldati d’Italia alle maggiori glorie della Stirpe.

Bisogna dunque organizzare, rinsaldare le nostre file, aumentarne il numero, attirare nella nostra orbita e riaccendere con la nostra fede tutti i dispersi, gli isolati, i dimentichi; onorare gli umili, additarli ad esempio ai loro figli, suscitare in essi la fierezza dell’opera compiuta e nei giovani l’ammirazione, l’invidia e il fermo proposito di fare altrettanto e di superarli. Solo così si formeranno le salde falangi che la grande anima del Duce prepara alla Patria nei quotidiani cimenti dell’aria, della terra, dei mari e sotto i mari. Per ogni caduto cento si offrono e negli agoni del mondo intero Italia splende nelle vittorie dei suoi figli invidiati. Son essi gli Azzurri della pace che domani, al battesimo del fuoco, diverranno gli Azzurri dal blasone stellato guadagnato col cuore e col sangue sui campi dell’onore.

 

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Il nostro Istituto, che al I° Congresso di Roma, nell’aprile del 1924, si presentò con 45 fra Sezioni e Gruppi e 1.200 iscritti, ed al 2° Congresso di Sassari con 71 fra Sezioni e Gruppi e 7.000 soci, conta oggi 160 organizzazioni e oltre 13.000 soci. Cifra ragguardevole questa, se si pensa che il nostro Sodalizio non si preoccupa del numero ma della qualità dei suoi associati.

Occorre tuttavia che le nostre organizzazioni aumentino specialmente con la creazione di nuovi Gruppi e il costituirsi delle Federazioni provinciali che ancora scarseggiano.

Per il raggiungimento dei fini educativi testè esposti esortiamo tutte le nostre Sezioni ad intensificare il loro lavoro di penetrazione ed affermazione del nostro Istituto nelle provincie, prestando la più efficace collaborazione agli Enti Centrali che in tale senso dirigono i loro sforzi.

Dal Congresso di Sassari a questo di Torino il nostro Istituto vanta al suo attivo due grandi successi: la concessione dell’Emblema Araldico esclusivamente ai suoi soci e l’erezione in Ente Morale. Non furono poche le difficoltà superate, in tre anni di tenace lavoro, per il raggiungimento di tali fini; ma non vogliamo descriverle per non tediarvi, tanto più che «Finis coronat opus» ed amiamo meglio richiamare la vostra attenzione sull’importanza delle concessioni ottenute. Il fatto che, su proposta del Capo del Governo, nostro primo socio e nostro Presidente Onorario, il Sovrano abbia voluto benignamente concedere al Nastro Azzurro il diritto e la esclusività di rilasciare soltanto ai decorati al valor militare suoi soci, un Emblema Araldico coi simboli delle decorazioni acquisite, è cosa così onorifica che non ha precedenti nella storia delle Associazioni e trova solo riscontro in quella degli ordini cavallereschi veri e propri. Grande deve essere la nostra riconoscenza per il Re Soldato che volle aggiungere al segno azzurro del valore. istituito dal suo grande Avo, il segno di nobiltà che lo esalta nell’estimazione di tutti gli Italiani.

Dopo una così grande concessione, l’erezione in Ente Morale, pur non raggiunta in un primo periodo, doveva esserne il logico coronamento. Come negare il riconoscimento giuridico ad un Ente cui si è concesso di rilasciare documenti araldici aventi, per volontà Reale, un vero e proprio valore giuridico? Occorreva soltanto una formalità, un fondo in beni patrimoniali che garantisse la capacità finanziaria dell’Istituto alla realizzazione dei suoi scopi. Fu allora che noi chiedemmo a voi tutti un sacrificio, forse per molti non lieve, ma che, oltre al riconoscimento giuridico ci ha già costituito un fondo che, detratte tutte le spese inerenti all’ Emblema Araldico, ascende ad una somma di L. 250.000 depositate presso la Banca di Credito ed il Banco di Napoli.

Oggi i soci forniti dell’Emblema ammontano a 6.170 ma, essendo i termini per la relativa domanda prorogati al 31 dicembre, contiamo che questa cifra debba molto aumentare col relativo aumento del capitale depositato. Possiamo dunque senza false modestie affermare che il nostro Istituto, oltre al grande prestigio ed autorità raggiunti per le due importanti concessioni ottenute, ha anche acquistato una solida base finanziaria per la realizzazione dei fini sociali.

 

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Il Consiglio Nazionale, nell’adunanza del 18 dicembre 1927, approvò il nuovo Statuto. Radicali modificazioni vennero portate, non agli scopi nè al carattere del nostro Sodalizio, ma al sistema gerarchico che ne assicura il perfetto funzionamento. Purtroppo nel nostro paese la degenerazione parlamentaristica ed elettoralistica si era rifugiata, dai grandi Istituti statali e provinciali, nei piccoli Sodalizi ove gli avanzi dello sconfitto esercito demagogico facevano le ultime resistenze nei parlamentini privati delle varie Associazioni. Credemmo anche noi, a simiglianza di altre grandi Associazioni combattentistiche, dare un assetto gerarchico più unitario e meno caotico al nostro Istituto, sottoponendo la creazione delle cariche sociali non all’arbitrio di assemblee spesso fuorviate da incontinenze oratorie e da pastette elettorali, ma alla scelta oculata e cosciente di uomini superiori ad ogni sospetto. In relazione al nuovo Statuto è stato compilato dalla Segreteria Generale, ed approvato dal Direttorio Nazionale, il nuovo Regolamento Generale testè rimesso a tutte le nostre organizzazioni.

Non appena insediato, il Direttorio Nazionale ha proceduto alla nomina delle cariche sociali e già, nello spazio di pochi giorni, quasi tutte le nostre Federazioni, Sezioni e rispettivi Gruppi, hanno i loro Consigli Direttivi ufficialmente costituiti.

Il Consiglio Nazionale risultò composto come segue:

On. Giacomo ACERBO – Avv. Giorgio BARDANZELLU – Colonnello Anacleto COPELLI – Rag. Domenico DE TULLIO – Onorevole AMEDEO FANI – Cav. Giulio GIUSSANI – Gen. Napoleone GRILLI – Avv. Giovanni Maria LAY – Avv. Ugo Alfonso MAZZONI – Comm. Antonio MARESCALCHI – Ing. Raffaele PERGOLESI – Gen. Gherardo PANTANO – Gen. Eraldo RHO – Col. Pietro RUGGERI – Gen. Rodolfo RAGIONI – On. Achille STARACE – Col. Augusto SIFOLA – Avv. Giuseppe TOFFANO – Medaglia d’Oro Giorgio TOGNONI.

Alla carica di Alfiere è stato riconfermato il Col. Cav. Uff. Alberto BARNI e a vice Alfiere riconfermato il Comm. Achille BENEDETTI.

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Le Corti d’Onore Azzurre vanno acquistando sempre maggior credito non solo fra i nostri soci, ma anche fra privati cittadini e molte sono le vertenze d’onore affidate e risolte dalle nostre Corti con spirito squisito di comprensione ed imparzialità. E’ questo uno dei sintomi più significativi del grande prestigio morale che il Nastro Azzurro va acquistando ogni dì più nell’opinione pubblica italiana.

Il Direttorio insiederà quanto prima in Roma la Corte d’Onore Suprema che verrà a completare col suo funzionamento l’opera delle Corti Sezionali. I suoi componenti sono stati scelti fra le personalità più alte e rappresentative del Paese ed il loro nome varrà ad accrescere il lustro di questa grande istituzione azzurra e la fiducia dei cittadini che abbiano ad affidarle la tutela del proprio onore.

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Ottimo organo di collegamento fra l’Ente Centrale e la periferia, è stato il nostro Bollettino Ufficiale, così egregiamente diretto dal Segretario per l’Ufficio Stampa Dott. Trombetti. Ragioni personali gli impediscono di continuare a prestarci l’opera sua così preziosa ed assidua, quanto disinteressata. Ciò rappresenta per noi una vera perdita. Vi prego di associarvi a noi per un voto di plauso all’ Azzurro Dott. Tombetti.

L’Ufficio Stampa, tenuto interinalmente dal Segretario Generale, sarà presto ricostituito e probabilmente il nostro Bollettino assumerà altro carattere.

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Parecchie Sezioni hanno pubblicato l’Albo d’Onore della provincia, ed alcune in maniera veramente encomiabile; ci piace fra queste additare l’ Albo d’Onore delle Sezioni di Vicenza, Siena, Palermo, Catania, Modena, Firenze, Milano, Bari, Fermo, Parma ed altre ancora. Tuttavia nella maggior parte delle provincie non si è ancora provveduto a tale pubblicazione, che è certamente un doveroso omaggio degli Azzurri superstiti ai compagni caduti gloriosamente per la Patria. Vogliamo sperare che i Signori Presidenti qui convenuti vogliano, tornando alle loro sedi, prendere in seria considerazione questa necessità e chiedere, se necessario, anche il contributo della provincia e dei comuni, che non potranno negarlo ad una nobilissima opera di statistica, che non è soltanto Azzurra, ma di carattere anche eminentemente locale e provinciale.

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Il problema dei locali per le nostre Sezioni e per l’Ente Centrale è stato sempre uno dei più difficili a risolvere. Se parecchie Sezioni sono riuscite ad ottenere dalle rispettive Autorità locali degne sedi e perfino vaste ed eleganti come quella di Milano testè inaugurata dall’ Augusto Sovrano e quella di Venezia nei saloni del Palazzo Reale, ed altre poche fortunate, è doveroso constatare d’altra parte, che il maggior numero di esse non sono sistemate in maniera degna e corrispondente al prestigio dell’Istituto. Occorre che i Signori Presidenti ed i Consigli Direttivi delle organizzazioni non risparmino alcuna fatica per raggiungere il precipuo scopo di una sede capace ed ospitale, ove gli Azzurri si riuniscano volentieri e almeno nelle grandi città non manchi une Sala di Lettura, una Biblioteca ed un Salone per conferenze e trattenimenti. Molte Sezioni sono oggi ospitate presso Associazioni consorelle più fortunate perchè sorte prima di noi e perchè possono disporre di mezzi forniti dal Governo. Ciò è commovente poichè dimostra l’affetto e la fraterna concordia che regna fra i soldati della grande guerra; tuttavia dobbiamo augurarci che un simile stato di cose non debba troppo prolungarsi e che presto le nostre organizzazioni possano gustare il piacere di sentirsi in casa propria. Anche l’Ente Centrale trovasi in simile stato di vassallaggio e la Segreteria Generale non ha trascurata nessuna occasione per uscirne. Alfine oggi possiamo dire di aver preliminarmente risolto il problema in maniera soddisfacente : il Direttorio Nazionale, dopo elaborate trattative, ha stipulato con la Società Italiana per l’ Arte della Medaglia (S.I.A.M.) un contratto che riassumiamo in poche parole :

«L’Istituto del Nastro Azzurro ha accettato l’offerta della Società Italiana per l’ Arte della Medaglia, la quale — avendo deciso di coniare, in occasione del decennale della Vittoria, una medaglia che ricordi ed esalti il glorioso sacrificio del popolo in guerra — ha riservato integralmente all’Istituto stesso gli utili netti della vendita di tale medaglia in Patria e all’Estero.

«L’ Istituto del Nastro Azzurro, dopo aver approvato il progetto della medaglia, che è opera dell’insigne Scultore Aurelio Mistruzzi (e reca nel recto l’immagine di «Roma communis Patria» sullo sfondo del fascio littorio e nel verso l’apoteosi glorificatrice del Milite Ignoto) ha accettato — con regolare convenzione — la proposta della S.I.A.M. avendo accertato così la seria nobiltà della proposta medesima, come la garantita correttezza della relativa gestione finanziaria affidata ad un forte Istituto bancario nazionale.

«La S. I. A. M. si ripromette di ricavare nel decorso di un anno, a vantaggio del nostro Istituto, la somma adeguata destinata all’acquisto e alla costruzione della Casa degli Azzurri in Roma.»

Anche questa opportuna e generosa iniziativa della Società Italiana per l’ Arte della Medaglia, sta a dimostrare quanto sia grande il prestigio del nostro Sodalizio.

( a cura di Chiara Mastroantonio)