OLIVIERI – VISIOLI – STRAMBELLI – RIGHETTI: MEDAGLIE D’ORO AL VALORE DELL’ESERCITO

  

Capitano Carlo OLIVIERI

(alla memoria)

“Ufficiale osservatore ONU, veniva assegnato al posto di osservazione Copper, nella zona del Sinai, presso la località EI Quantara, sulla sponda orientale del Canale di Suez. Il giorno di inizio delle ostilità tra Egitto ed Israele, si trovava in servizio in tale sito con un collega di nazionalità francese ed un ufficiale di collegamento israeliano. Nonostante il grave ed immediato pericolo rimaneva al proprio posto per continuare a trasmettere rapporti di situazione di estrema importanza per l’assolvimento del compito del Gruppo Osservatori dell’ONU, cadendo sul campo a seguito dell’attacco sferrato delle truppe egiziane al posto di osservazione. Splendido esempio di virtù militare, attaccamento al dovere ed alla causa della pace fino all’estremo sacrificio e sprezzo del pericolo che – definito eroico anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite – ha contribuito a dare grande lustro, in campo nazionale ed internazionale, all’Esercito Italiano”. El Qantara (Egitto), 6 ottobre 1973.

Caporale Rossano VISIOLI

(alla memoria)

“Caporale Paracadutista facente parte del contingente militare italiano “Ibis” impegnato nella operazione umanitaria Onu di “Peace Keeping”, in una situazione operativa altamente rischiosa spesso si offriva volontario per operazioni di rastrellamento per ricerca e confisca di anni e per scorta a convogli. Durante la sua permanenza in Somalia ha sempre assolto con zelo, professionalità e spirito di sacrificio i compiti assegnatigli meritando sempre il consenso dei propri superiori e la ammirazione dei commilitoni. Durante un momento di pausa dal servizio, mentre effettuava all’interno del porto nuovo di Mogadiscio attività ginnico sportiva, veniva fatto segno a colpi d’arma da fuoco proditoriamente sparati da cecchini somali. Mortalmente ferito, immolava la sua giovane vita per un ideale di pace e di solidarietà fra i popoli. Chiarissimo esempio di soldato che ha dato lustro all’Esercito Italiano, facendogli riscuotere unanime ammirazione dalle Forze Armate Internazionali impiegate in Somalia”. Mogadiscio (Somalia), 15 settembre 1993.

Paracadutista Giovanni STRAMBELLI

(alla memoria)

“Paracadutista di leva, si è offerto volontariamente ed ha ottenuto di partecipare alla operazione umanitaria Onu di “Peace Keeping”, in Somalia, con il contingente militare italiano “Ibis”. Ha operato in una situazione altamente rischiosa con subdola e continua minaccia da parte di banditi e guerriglieri somali. Spesso si offriva volontario per operazioni di rastrellamento per ricerca e confisca di armi e per scorta a convogli. Durante la sua permanenza in Somalia ha sempre assolto con zelo, professionalità e spirito di sacrificio i compiti assegnatigli meritando sempre il consenso dei propri superiori e la ammirazione dei commilitoni. Il giorno 27 aprile 1993, si trovava di guardia presso un obiettivo altamente sensibile — il ponte radio denominato “Topo” che assicurava i collegamenti con la madre patria — in località Balad, sede del Comando ltalpar. Un colpo fatto partire accidentalmente da un commilitone, anch’esso di guardia, lo feriva gravemente. Dopo essere stato sottoposto ad intervento chirurgico presso l’ospedale da campo, veniva sgomberato in patria ove decedeva. Mortalmente ferito, immolava la sua giovane vita nell’adempimento del dovere e per un ideale di pace e di solidarietà fra i popoli. Chiaro esempio di soldato che ha dato lustro all’Esercito italiano, facendogli riscuotere unanime ammirazione dalle Forze Armate Internazionali impiegate in Somalia”. Mogadiscio (Somalia), 27 aprile 1993.

 

Caporale Giorgio RIGHETTI

(alla memoria)

“Caporale Paracadutista facente parte del contingente militare italiano “Ibis” impegnato nella operazione umanitaria Onu di “Peace Keeping”, in una situazione operativa altamente rischiosa spesso si offriva volontario per operazioni di rastrellamento per ricerca e confisca di armi e per scorta a convogli. Durante la sua permanenza in Somalia ha sempre assolto con zelo, professionalità e spirito di sacrificio i compiti assegnatigli meritando sempre il consenso dei propri superiori e la ammirazione dei commilitoni. Durante un momento di pausa dal servizio, mentre effettuava all’interno del porto nuovo di Mogadiscio attività ginnico sportiva, veniva fatto segno a colpi d’arma da fuoco proditoriamente sparati da cecchini somali. Mortalmente ferito, immolava la sua giovane vita per un ideale di pace e di solidarietà fra i popoli. Chiarissimo esempio di soldato che ha dato lustro all’Esercito Italiano, facendogli riscuotere unanime ammirazione dalle Forze Armate Internazionali impiegate in Somalia”. Mogadiscio (Somalia), 15 settembre 1993.