Giovanni Riccardo Baldelli Regio Esercito Italiano. Ordinamenti I Carri Armati italiani Caratteristiche

  

TRatto dal Volume “Un ventennio di preparazione ed una conclusione amara. La Prova dei Fatto. Gli Organici del Regio Esercito dal 10 giugno 1940 al 2 giugno 1946, Viterbo, Edizioni ARcheares, 2024, Volume 2° Tomo III

Si riportano i Documenti da 8 a 12 in chi sono descritte le caratteristiche dei  carri armati impiegati nel corso del secondo conflitto mondiale. Le schede sono utili per una comparazione tra gli stessi mezzi ed eventualmente con i mezzi avversari

 

Documento 8

 Caratteristiche carro armato L3/ 33 -35

 Nel 1928 venne messo allo studio l’opportunità di dotare il Regio Esercito di un carro armato leggero che potesse essere utilizzato in compiti di esplorazione e di appoggio alla fanteria. I progettisti dell’Ansaldo, che iniziarono i primi studi nel 1930, si ispirarono al carro inglese Carden-Lloyd Mark VI, sul cui scafo realizzarono alcuni prototipi. Una prima serie di carri armati fu classificata come CV 21. Nel 1933, da qui l’appellativo di Carro Veloce 33 (C.V. 33), si arrivò a realizzare una prima versione definitiva, che nell’anno successivo, in seguito ad alcune modifiche apportate all’armamento (installazione di due mitragliatrici FIAT mod 35) e ad altre componenti, portò alla definizione di una seconda serie di 500 Carri Veloci che vennero definiti come Ansaldo tipo Carro Veloce 35 (C.V. 35). Nel 1938 i carri di nuova produzione installarono due mitragliatrici BREDA in luogo delle FIAT.

Alcuni carri sopravvissero alla Seconda Guerra Mondiale e furono utilizzati nell’immediato dopoguerra dai reparti del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza (attuale Polizia di Stato).

Equipaggio:                        2 uomini (capocarro mitragliere e pilota);

Peso:                                     3.100 kg (L3-33); 3.456 kg (L3-35); 3.200 kg (L3-33);

Lunghezza:                        3,167 m (L3-33); 3,150 m (L3-35); 3,200 m (L3-33);

Larghezza:                          1,400 m (L3-33); 1,400 kg (L3-35); 1,460 kg (L3-33);

Altezza:                               1,287 m (L3-33); 1,28 m (L3-35); 1,300 m (L3-33);

Armamento:                       una mitragliatrice FIAT AV (L 3-33), due mitragliatrici FIAT mod. 14/35 (L 3-35); due mitragliatrici Breda 38 (L 3-38);

Motore:                                 da 2.745 cm3 benzina a 4 cilindri;

Potenza:                               43 CV;

Rapporto p/HP                 13,87 (L3-33); 12,44 (L3-35); 13,43 (L3-33);

Velocità max:                     38/42 km/h su strada; 14,4/15 km/h su terreno vario;

Autonomia:                        130/140 km su strada; 5/6 ore su terreno vario;

Protezione max:               14 mm (fronte); 8 mm (fianchi); 7 mm (cielo).

Fonte Nicola PIGNATO e Filippo CAPPELLANO, Gli autoveicoli da combattimento dell’Esercito Italiano. Volume primo (dalle origini fino al 1939), USSME, Roma 2002, pp. 529-531 e pp. 558-559

Documento 9

Caratteristiche del carro armato M 11-39

Il 16 maggio del 1938 fu presentato al Capo del governo protempore il nuovo carro di rottura. In seguito ad alcune modifiche apportate al prototipo iniziale, il primo carro di preserie uscì dagli stabilimenti a luglio 1939. L’agosto seguente, una compagnia dei carri M 11 di preserie partecipò alle manovre estive del 1939, per essere presentato a Mussolini, con alcune lievi modifiche rispetto ai primi esemplari prodotti, il 26 ottobre successivo. Al momento dell’ingresso in servizio dell’M 11 era stata definita un’esigenza di equipaggiare tre divisioni corazzate ciascuna dotata di un massimo di tre battaglioni da 184 carri ciascuno, con un fabbisogno totale di 584 unità. Le formazioni di guerra approvate sempre nel 1939, prevedevano un Battaglione articolato in:

  • un Comando di Battaglione, su: 7 Ufficiali, 10 Sottufficiali 42 Graduati e militari di truppa, 5 carri M 11, autovettura, 3 autocarri SPA “Dovunque”, 7 autocarri pesanti trattori, 1 trattore pesante campale, 2 rimorchi Mangiapan o Pavesi Tolotti, 2 autobotti, 1 autofficina e 4 motociclette biposto;
  • due compagnie carri, per un complessivo: di 10 Ufficiali, 24 Sottufficiali 152 Graduati e militari di truppa, 26 carri M 11, 2 autovetturette, 2 autocarri SPA “Dovunque”, 30 autocarri pesanti trattori, 26 carrelli, un adeguato numero di trattori pesanti campali, di rimorchi Mangiapan o Pavesi Tolotti e autofficine e 4 motociclette biposto.

Equipaggio:                        3 uomini (pilota, cannoniere e mitragliere);

Peso:                                     11.000 kg circa;

Lunghezza:                        4,730 m;

Larghezza:                          2,180 m;

Altezza:                               2,300 m;

Armamento:                       un cannone da 37/40 in casamatta a destra dello scafo;

due mitragliatrici Breda 38 calibro 8 mm in torretta girevole;

Motore:                                 da 11.140 cm3 a ciclo diesel a 8 cilindri;

Potenza:                               105 HP a 1.800 giri;

Rapporto p/HP:                9,54;

Velocità max:                     33,900 km/h su strada; 14,000 km/h su terreno vario;

Autonomia:                        200 km su strada; 10 ore su terreno vario;

Protezione max:               30 mm sulla fronte (scafo e torretta); fianchi 15 mm (scafo); 8 mm (cielo); 6 mm (copertura motore); 10 mm (fondo).

Fonte Nicola PIGNATO e Filippo CAPPELLANO, Gli autoveicoli da combattimento dell’Esercito Italiano. Volume primo (dalle origini fino al 1939), USSME, Roma 2002, pp. 591-605

 

Documento 10

Caratteristiche carro armato L6/40 e derivati

 

Della genesi e degli organici delle unità che furono equipaggiate con il carro L6/40 e derivati si è già parlato nel testo. Pertanto, di seguito, sono indicate solamente le caratteristiche principali.

Equipaggio:                        3 uomini (pilota, cannoniere e mitragliere);

Peso con equipaggio:      6.840 kg (L6/40); 6.825 kg (L6/40 semovente);

Lunghezza:                        3,820 m (L6/40 e semovente 47/32);

Larghezza:                          1,800 m;

Altezza:                               2,300 m;

Armamento:                       un cannone mitragliera Breda contraerei da 20/65 mod. 35 in torretta girevole (carro L6/40) e mitragliatrice Breda 37  in calibro 8;

un cannone Bohler da 47/32 in casamatta (semovente su scafo L6/40);

Motore:                                 SPA da 4.053 cm3 a benzina a 4 cilindri in linea;

Potenza:                               70 HP;

Rapporto p/HP:                10,29;

Velocità max:                     33,900 km/h su strada; 14,000 km/h su terreno vario;

Autonomia:                        200 km su strada; 10 ore su terreno vario;

Protezione max:               30 mm sulla fronte (scafo e torretta); fianchi 15 mm (scafo); 8 mm (cielo); 6 mm (copertura motore); 10 mm (fondo).

Fonte: Nicola PIGNATO e Filippo CAPPELLANO, Gli autoveicoli da combattimento dell’Esercito Italiano – Volume Secondo (1940-1945), USSME, Roma 2002, pp. 193-205

 

Documento 11

Caratteristiche carro P/40

 Il carro “P” venne trattato per la prima volta nella pubblicazione Impiego delle unità carriste del 1° dicembre 1938. L’impiego dei carri “P” prevedeva che fossero utilizzati per integrare l’azione dei carri “M” in azioni manovrate (in modalità decentrata o a massa), o in azioni di rottura (una compagnia carri “P” per ogni Battaglione carri “M”). Nel corso dello sviluppo del progetto vi furono delle incertezze sulla tipologia di armamento da installare, che comportarono nel 1942 la riprogettazione della torretta e dello scafo. Vi furono anche alcune incertezze riguardanti la tipologia di motore da installare, diesel o benzina, che prolungarono oltremodo lo sviluppo del progetto. Alla fine, il carro venne adottato il 25 novembre 1942, anche se nessun esemplare entrò mai in servizio con il Regio Esercito. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 alcuni esemplari, infatti, furono utilizzati dai tedeschi che dopo aver ordinato all’Ansaldo di riprendere la costruzione del carro li utilizzeranno interrandoli, senza motore, in postazioni fisse.

La Formazione di guerra del Battaglione carri P, prevedeva:

  • un Comando Battaglione, su: plotone comando, plotone recuperi e plotone rifornimento munizioni;
  • tre compagnie carri P, ciascuna su: plotone comando e tre plotoni carri da 4 carri ciascuno,

con una forza di: 25 Ufficiali, 65 Sottufficiali e 632 militari di truppa (di cui 101 automobilisti) e una dotazione di: due carri comando, una autoblindo comando e 40 carri P (di cui uno per la compagnia comando).

 

Equipaggio:                        4 uomini;

Peso con equipaggio:      24.000 kg circa;

Lunghezza:                        5,870 m;

Larghezza:                          2,700 m;

Altezza:                               2,450 m;

Armamento:                       un cannone da 75/18 o da 75/32 e mitragliatrice Breda in calibro 8 in torretta girevole;

due mitragliatrici Breda in calibro 8 in casamatta;

Motore:                                 diesel a 12 cilindri;

Potenza:                               330 HP;

Velocità max:                     40 km/h su strada;

Autonomia:                        250 km su strada; 10 ore su terreno vario;

Protezione max:               50/40 mm.

Fonte:Nicola PIGNATO e Filippo CAPPELLANO, Gli autoveicoli da combattimento dell’Esercito Italiano – Volume Secondo (1940-1945), op. cit., pp. 283-289

 

Documento 12

 Caratteristiche carro M 13-40

 Nel 1937 l’Ansaldo iniziò la progettazione di un carro armato che avesse un’autonomia di 12 ore su terreno vario e fosse dotato di torretta girevole su cui installare un cannone da 47/32. Il 26 dicembre del 1939 venne stabilito di interrompere la produzione degli M 11-39 e concentrarla sul nuovo carro medio denominato M 13. Il carro fu omologato nel febbraio 1940 con la richiesta di apportare diverse modifiche.

Furono poi prodotte due versioni: la M 41 con motore migliorato; la M 42 che prevedeva la sostituzione del motore diesel con un propulsore a benzina e l’installazione di un cannone da 47/40 al posto di quello da 47/32. Dalla versione M 41 fu derivata la versione semovente da 75/18.

 

Equipaggio:                              4 uomini

Peso:                                            13.000 kg (M 40); 14.000 kg (M 41); 15.000 kg (M 42);

Lunghezza:                               4,915 m (M 40 e M 41); 5,060 m (M 42);

Larghezza:                                2,280 m per tutti e tre i modelli;

Altezza:                                      2,370 m per tutti e tre i modelli;

Armamento principale:        un cannone da 47/32 in torretta girevole (M 40 e M 41); un cannone da 47/40 in torretta girevole (M 42);

Armamento secondario:      una mitragliatrice abbinata all’armamento principale, due mitragliatrici installate in casamatta e una mitragliatrice per il tiro contraerei (tutti i modelli);

Motore:                                       SPA da 11.140 cm3 diesel a 8 cilindri a V (M 40); SPA da 11.980 cm3 diesel a 8 cilindri a V (M 41); SPA da 12.000 cm3 benzina a 8 cilindri a V (M 42);

Potenza:                                     125 HP (M40); 145 HP (M41); 190 HP (M42);

Velocità max:                           M 40: 30 km/h su strada; 15 km/h su terreno vario;

M 41: 32 km/h su strada; 16 km/h su terreno vario;

M 42: 40 km/h su strada; 20 km/h su terreno vario;

Autonomia:                              M 40: 210 km su strada; 10 ore su terreno vario

M 41: 200 km su strada; 10 ore su terreno vario

M 42: 220 km su strada; 10 ore su terreno vario

Protezione max:                      42 mm sulla fronte (scafo e torretta); fianchi 25 mm (scafo); 15 mm (cielo); 25 mm (posteriore); 10 mm (fondo).

Nicola PIGNATO e Filippo CAPPELLANO, Gli autoveicoli da combattimento dell’Esercito Italiano – Volume Secondo (1940-1945), op. cit., pp. 239-253