LE VICENDE DEI MILITARI ITALIANI IN RUSSIA. L’8a Sezione Motorizzata Carabinieri al fronte russo (S.Ten. RR.CC. Guido Passero)

  

L’8^ sezione carabinieri ebbe per centro di mobilitazione la Legione di Alessandria. Partecipò, nella formazione di sezione mista addetta alla divisione Ftr. “RAVENNA”, alle operazioni di guerra sul fronte jugoslavo.

Nel febbraio – marzo 1942 si trasformò in sezione motorizzata, siccome divenuta autotrasportata la suddetta Grande Unità. L’organico venne portato a 56 militari, con Ufficiale comandante e sottufficiale vicecomandante, divisi in due squadre autotrasportate (3 autocarri Spa 38/R) ed  una motociclisti; l’armamento di reparto era costituito da fucili mitragliatori e bombe a mano.

Il 10 giugno 1942, dopo un periodo di addestramento svoltosi ad Alessandria, la sezione partì alla volta dello scacchiere d’operazioni russo; giunse il 17 successivo nella zona Karkov, mentre non era del tutto spenta la grande battaglia di annientamento quivi vinta dalle forze germaniche. Avvenuta la radunata, la Divisione “Ravenna” iniziò in seconda schiera la lunga marcia al fiume Don, dal quale si era distanti oltre 1200 chilometri. La sezione eseguì, in questo periodo, continui servizi di guida, scorta, protezione antipartigiana e antiparacadutista sul fianco e a tergo delle colonne del comando di Divisione, di vigilanza e difesa dello stesso nelle soste, di polizia militare nei territori attraversati; collaborò inoltre alla trattazione degli affari civili da parte dei competenti uffici.

La battaglia del Medio Don, dell’agosto – settembre e dicembre di quell’anno, impegnarono la sezione oltre che nei servizi di cui sopra, nei punti di blocco a ridosso della prima linea, traduzione di prigionieri, intensa vigilanza nelle immediate retrovie. Al termine delle anzidette battaglie, la sezione aveva subìto lievi perdite dovute a malattie ed in seguito a cui taluni militari erano stati ricoverati in ospedale o rimpatriati.

La battaglia del dicembre 1942, nell’ansa di Werch Mahmon, e il successivo ripiegamento trovarono la sezione frazionata in distaccamenti reggimentali e di presidio; parte dei militari si ricongiunse al grosso della sezione, mentre altri seguirono la sorte dei comandi presso cui vennero a trovarsi in quelle drammatiche circostanze. Fin dal primo giorno la sezione fu chiamata al difficile compito di collaborazione per il recupero e riordinamento dei reparti; effettuò a tal uopo posti di blocco e scortò alcune colonne appiedate che si dirigevano alle retrostanti posizioni.

Fu questo un periodo particolarmente difficile, ma dove l’Arma disimpegnò con quella fermezza e senso di umanità che le vicende richiedevano. Ciascun carabiniere fu instancabile, sospinto dall’ansia di vedere riaffermarsi le armi italiane in quel teatro d’operazioni così lontano dalla Patria.

Dopo una sosta di circa un mese al fiume Don, ove la Divisione entrò a far parte di un copro d’Armata tedesco ivi schierato ebbe luogo il definitivo ripiegamento per la riorganizzazione nella zona di Gomel e dove giunse il 3 marzo successivo, sistemandosi nel vicino centro di Dobrusky.

Per l’attività sopraindicata devono essere menzionati il brigadiere Fortino, il vicebrigadiere Samuni ed i carabinieri Marchisio e Lambert deceduti in terra di Russia per malattie contratte in seguito alle gravi fatiche e disagi a cui furono sottoposti. Gli ultimi tre, in qualità di motociclisti, contribuirono in massima parte a mantenere i collegamenti tra i comandi in momenti particolarmente difficili.

Nella zona di riorganizzazione la sezione completò il proprio organico con elementi tratti dai reparti dell’Arma che rimpatriavano e venne reintegrata di parte del materiale perduto.

Il 1° maggio successivo, giungeva inaspettato l’ordine di rimpatrio, avvenuto al Brennero la notte del 7 detto, dopo un viaggio attraverso la Polonia e l’Austria. Dopo 15 giorni di permanenza al campo contumaciale di Colle Isarco, si proseguiva alla volta di Alessandria.

Nel giugno la Divisione si spostava in Toscana, prima nella zona di Grosseto e poi in quella di Siena, per la difesa delle probabili direttrici di sbarco nemico. Il 25 agosto 1943, la sezione si trasferiva al completo alla Divisione di ftr. “Piacenza” il cui comando era dislocato a Genzano di Roma. L’armistizio la colse frazionata tre Genzano, Albano e Velletri. Parte dei militari rientrò isolatamente al centro di mobilitazione mentre altri si sbandarono senza dar più notizie di sé.

La Spezia, lì, 10 dicembre 1950

IL CAPITANO

GIA’ S. TENENTE COMANDANTE L’8^ SEZIONE

MOTORIZZATA CARABINIERI

Guido Passero