Patrizia Zafettieri. Il MIlite Ignoto Analisi considerazione e retaggio un secolo dopo

  

PROGETTO SCUOLA IN LABORATORIO ANNO 2021.

Liceo Scientifico Statale “Paolo Ruffini”     Viterbo.

Referente: Prof.ssa Zafettieri Patrizia  – Partecipanti: Classi…………….

 

La traslazione della Salma del Milite Ignoto 1921-2021

 

Analisi, considerazione e retaggio un secolo dopo

 

 

Emanuela Carissimi

Elena Curti

Marta Fanti

Elisa Pallucca

Paola Sassara

Giulia Trocchia

 

 

 

La Grande Guerra ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva degli italiani. La manifestazione più evidente di questo sentimento è il monumento al Milite Ignoto, dedicato ai caduti italiani e a tutti coloro che hanno sofferto a causa delle guerre.

L’Altare della Patria, al cui interno si trova la tomba del milite, nasceva come monumento funebre di Vittorio Emanuele II e come celebrazione dell’unità italiana. Dopo gli eventi della prima Guerra Mondiale, però, si decise di celebrare invece il sacrificio dei giovani che avevano permesso di costruire e difendere l’Italia ricordandoli simbolicamente attraverso uno di loro.

Per scegliere la salma da tumulare nell’Altare della Patria vennero formate due commissioni: una avrebbe individuato undici salme di soldati non identificati, mentre l’altra avrebbe scelto undici madri i cui figli erano dispersi. Tra le undici madri venne scelta Maria Bergamas, madre di Antonio. Il ragazzo, nato a Trieste e di nazionalità austriaca, aveva scelto di disertare per difendere la causa italiana e arruolarsi tra le fila della fanteria sotto falso nome. Lì aveva dato prova di grande coraggio, arrivando a sacrificarsi per aprire un varco e permettere ai compagni di passare oltre le linee nemiche.

Maria, guidata dallo spirito del figlio, avrebbe dovuto scegliere una salma tra le undici, che sarebbe poi stata trasportata da Aquileia a  Roma.

L’evento vero e proprio fu il viaggio della salma: dopo essere stata posizionata su un convoglio apposito, essa passò attraverso centoventi tra i luoghi salienti del conflitto. Il feretro non viaggiò mai solo: per cinque giorni dovette attraversare due ali di folla ininterrotte che lo accompagnarono fino a Roma. La partecipazione fu così alta da bloccare il treno in alcuni punti; il trasporto del Milite Ignoto è stato uno dei primi eventi ad essere ripreso dai cinegiornali, entrando così nella memoria e nella documentazione storica italiana.

“Ignoto il nome

folgora il suo spirito

dovunque è l’Italia

con voce di pianto e d’orgoglio

dicono

innumeri madri:

è mio figlio”

Questa epigrafe, scolpita e posizionata nella chiesa di S. Maria degli Angeli, esprime appieno il sentimento dell’epoca nei confronti del Milite. Esso rappresentava per tutta Italia una chiusura: la fine della guerra, e insieme il riconoscimento del sacrificio dei soldati e il loro ricordo. Ogni madre che non aveva potuto ritrovare il figlio avrebbe potuto avere una tomba da onorare, un luogo in cui riflettere tutto il dolore che gli era stato inflitto.

Al tempo in cui la salma sconosciuta è stata trasportata il popolo italiano era appena uscito dal conflitto mondiale e necessitava di un simbolo che potesse unirli: l’evento aveva assunto per tutta la nazione un significato catartico. È interessante osservare come questo sentimento patriottico sia nel tempo notevolmente cambiato.

Quella sensazione di unità nazionale è stata gradualmente sostituita da un disinteresse generale: con l’avvento del mondo virtuale la società è cambiata, influenzata dal fenomeno della globalizzazione. Infatti, quando parliamo della prima guerra mondiale le parole “Milite Ignoto” non sono le prime che ci vengono in mente: ci riferiamo alle guerra senza realmente riferirci a tutto il dolore che ha provocato. La guerra è diventata qualcosa di lontano da noi: gli aneddoti e i racconti hanno ormai un sapore anacronistico. I più giovani non hanno una reale esperienza del conflitto, e quindi lo percepiscono come parte della Storia, evento lontano e irraggiungibile.

Lo scopo del Milite sarebbe dovuto essere invece quello di ricordare la guerra, rimembrare tutte le vittime mietute e tramandare gli insegnamenti imparati dal passato. Eppure, dopo solo circa vent’anni, ci fu la seconda guerra mondiale: il messaggio di unità e fratellanza nazionale era stato strumentalizzato dal fascismo, che lo aveva trasformato in un oggetto di propaganda nazionalista. Questo ci permette di capire che la guerra è smossa da interessi economici e politici, raramente dagli ideali; non si tiene conto, anzi ci si disinteressa di ciò che essa comporta, come le morti di molte persone. Ancora oggi non riusciamo a distaccarci dal conflitto: basti pensare alla situazione di crisi che si sta creando nelle zone dell’Ucraina e della Russia.

“Addio mia mamma amata, addio mia sorella cara, addio padre mio. Se muoio, muoio coi vostri nomi amatissimi sulle labbra, davanti al nostro Carso selvaggio”

Queste furono le ultime parole scritte da Antonio Bergamas a sua madre, in una lettera che sembrò guidare la donna nella scelta di uno dei corpi simbolo del milite ignoto. Un momento straziante: la scelta della donna, che divenne poi la Madre d’Italia e che di fronte agli undici corpi continuava a sperare che suo figlio giacesse in una di quelle bare poste nella basilica patriarcale di Aquileia.

Non è possibile leggere queste parole senza pensare alla sensazione che centinaia di migliaia di altre mamme hanno provato in quell’istante e dovrebbe essere proprio quella la nostra reazione: dovremmo essere in grado di ricordare e di imparare dagli errori commessi.

Nella società odierna, questo monumento sembra quasi dimenticato…

Ma qual è la vera ragione che, negli ultimi anni, ci ha portati a un parziale distacco con il sentimento patriottico di un tempo? Potrebbe dipendere dall’avvento delle nuove tecnologie e da una società sempre più globalizzata?

Al fenomeno della globalizzazione è strettamente connessa la crescita dell’integrazione economica, sociale e culturale tra le diverse aree del mondo e l’unificazione di queste. Ed è proprio la situazione attuale che ha portato alla nascita di un parziale disinteresse nei confronti di tutto quello che concerne lo spirito patriottico e la madrepatria. Facendo sì che, gradualmente, gli individui si stiano dimenticando della storia e di ciò che ha unito il loro popolo per secoli.

Crediamo che sia possibile restaurare un rapporto con il nostro passato anche semplicemente osservando con attenzione  l’Altare della Patria…

Rimanendo di fronte al monumento ci siamo presto rese conto di come il primo sentimento che ci ha avvolte è stato lo stesso descritto da Manzoni nel 5 Maggio. Anche se il Milite Ignoto presumibilmente non era potente, non era nessuno per il mondo, è stato in grado di smuovere in tutto il popolo italiano un interesse comune che ha permesso di affrontare i problemi del tempo e ancora oggi può farlo. Questa sensazione travolgente che ci ha avvolte, molto simile a quella descritta per Napoleone, ci ha fatto capire l’importanza che il Milite potrebbe avere nella società se fossimo in grado di ricordare il passato e di riavvicinarci a quel sentimento patriottico che un tempo era molto presente.

Historia magistra vitae: imparare dal passato, e soprattutto conoscere il proprio passato, ci permetterà di costruire un mondo migliore, anche in onore di coloro che si sono sacrificati per questo, come il Milite Ignoto.

 

Riflessione Milite Ignoto

 

Il milite ignoto è un ragazzo, di cui non si conosce nè nome nè età nè provenienza, morto durante l’atroce conflitto della Prima Guerra Mondiale, e che venne scelto perché essendo appunto come suggerisce il nome ignoto,  poteva rappresentare tutti o nessuno e sarebbe diventato il simbolo di tutti i soldati Italiani, e della riconoscenza dell’ Italia verso questi ultimi. Il  monumento in cui è stato sepolto ovvero il Vittoriano, è stato fatto costruire per ospitare la salma di Vittorio Emanuele II. Ci furono numerosi progetti, altrettanti vennero esaminati. Alla fine l’allora commissione presieduta dall’on. Zanardelli attribuì il premio a Giuseppe Sacconi, istituendo poi come tetto massimo per la costruzione dell’opera 2 milioni di lire. Il Vittoriano venne costruito nell’arco di 25 anni e lo stesso Sarconi non poté vedere il suo progetto realizzato. Il materiale utilizzato per la costruzione fu il marmo botticino e, a completamento dell’opera venne inserita una statua equestre in bronzo raffigurante Vittorio Emanuele II. Questo monumento, che ancora oggi preserva la sua maestosità, venne inaugurato il 4 giugno 1911 da Vittorio Emanuele III. Al termine del primo conflitto mondiale, in Italia ci furono circa 680000 caduti e di questi molti furono ignoti. Interessante è la storia perché tra tutte le salme ne vennero scelte 11, di cui una sola venne scelta in ultima istanza da Maria Vergas, madre anch’ essa di un soldato non riconosciuto. La salma venne trasportata poi da Aquileia nel Friuli a Roma dove con apposite cerimonie di sepoltura venne inserita nel monumento. La sua tomba ha un valore fortemente simbolico, poiché rappresenta le anime di tutti i soldati italiani caduti durante la guerra e che non sono mai stati identificati. Il 4 novembre è infatti la data che è stata scelta per commemorare i sacrifici di tutti coloro che non sono riusciti a sopravvivere alla morsa della guerra, a partire dal 1921 anno in cui è stata inaugurata la traslazione della salma del soldato sconosciuto da Aquileia a Roma.

Riflettendo su questi eventi che si sono susseguiti nella storia del ventesimo secolo, ci si può soffermare sulla vicinanza che c’è tra gli studenti di una qualsiasi scuola superiore odierna e i soldati che sono andati al fronte nei primi anni del novecento. Difatti molti di loro erano ragazzi giovani, che conducevano vite del tutto normali, che sono stati costretti ad arruolarsi e a compiere e vedere cose orribili. La maggior parte di loro si sono trovati ingiustamente davanti alla scelta: uccidere o essere uccisi. Tutto ciò non dovrebbe far parte della vita di nessun uomo, a maggior ragione se quest’ultimo non è altro che un ragazzo. Altri invece, anche se non si sono dovuti personalmente macchiare di sangue le mani, hanno potuto assistere a scene che hanno condizionato negativamente le loro vite irreversibilmente. Gli orrori portati da una guerra segnano per sempre la vita di chiunque vi abbia partecipato, e non solo. L’ansia e il dolore provocati da una condizione del genere sono per l’appunto, disumani.

Questa condizione rischia di ripresentarsi al giorno d’oggi a causa di diversi conflitti; uno in particolare sta creando molta preoccupazione, infatti recentemente su tutti i giornali e sul Web si parla molto delle vicende che stanno colpendo l’Ucraina. L’egemonia su questa nazione è sempre stata contesa tra l’Unione Europea e la Russia. Proprio ieri (21/02/2022) il presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto la regione ucraina del Donbass come parte della Russia, ribadendo che l’Ucraina ha da sempre fatto parte della storia russa. La NATO è rimasta sorpresa da questa mossa e molti capi di Stato delle nazione europee, e anche il Presidente degli Stati Uniti D’America, hanno giudicato inammissibile il riconoscimento della regione filorussa del Donbass, e saranno pronti a far ricadere sulla Russia pesanti sanzioni. Era da tempo che un conflitto diventasse così reale, la vicenda del milite ignoto si potrebbe ben collegare, come peggiore delle ipotesi, con un eventuale guerra. Tutto ciò fa riflettere perché molti ragazzi della nostra età e anche più piccoli stanno evacuando le città che ogni giorno vengono colpite da proiettili d’arma da fuoco e da mortai.

Il milite ignoto ha soprattutto un valore tragico oltre che simbolico, dovrebbe ricordare a chiunque le atrocità della guerra; non si può nemmeno immaginare ciò che provavano i soldati a stare dentro una trincea, uno stretto fossato dove erano costretti a rimanere per giorni per proteggersi dagli attacchi nemici, con il costante timore di perdere la vita da un momento all’altro. Inoltre bisogna contare tutte le sofferenze causate alle famiglie dei soldati italiani: com’è possibile privare una madre dell’abbraccio di un figlio? O separare un marito dall’amore della moglie? Tutto ciò causato da futili motivi dovuti da esigenze meno preziose della vita di un individuo.

In conclusione si può affermare che la guerra è un mezzo utilizzato per scopi strettamente economici e politici, che sono però obiettivi superficiali rispetto al valore dell’enorme quantità di vite perse per raggiungerli. La guerra è spesso causata dalla brama di pochi individui che cercano di ottenere più denaro e potere di quello che già possiedono, o comunque che cercano di realizzare obiettivi individuali di scarsa importanza e di scarsa utilità comune. La guerra distrugge tutto ciò che ha intorno, seminando tristezza e dolore nel cuore di tutti gli individui, sia in coloro che sono coinvolti direttamente, che in coloro che non lo sono. I primi vivono, infatti, ogni giorno come se fosse l’ultimo, perché esposti costantemente alla fame, alla sete, al caldo, al freddo, ma soprattutto al fuoco nemico. Mentre i secondi sono trafitti da un senso di vuoto costante dovuto alla mancanza di coloro che sono stati costretti a partire per il fronte.

 

 

Riflessione sui 100 anni del Milite Ignoto

Il 28 ottobre scorso si sono festeggiati i 100 anni della scelta di Maria Bergamas. La signora, proveniente dalla zona di Trento, perse suo figlio nella Prima Guerra Mondiale come molte altre donne in Italia. Ilcorpo del figlio non fu mai riconosciuto con certezza come quello di altre migliaia di “militi ignoti”: corpi di soldati morti in guerra e non riconoscibili. Per questo, lo stato decise di organizzare un ricordo di queste vittime tramite il monumento del “Milite Ignoto”, che avevail compito di rappresentare tutti i soldati.La salma fu scelta da Maria Bergamas tra quelle di undici soldati irriconoscibiliprese in altrettanti luoghi: quelli dove si combatterono le battaglie più sanguinolente. Il 28 ottobre 1921, nella basilica di Aquileia, Maria Bergamas, selezionata tra un gruppo di donne che, come lei, avevano perso dei figli in guerra, scelse una tra le 11 bare: il prescelto sarebbe diventato un simbolo nazionale e sarebbe stato sepoltonel vittoriano, il monumento concepito inizialmente come tomba per il re Vittorio Emanuele.Gli altri dieci furono sepolti ad Aquileia. Insieme a loro, alla sua mortenel 1953, venne sepolta anchela “Madre d’Italia”. All’epoca, quando venne poi fatto il trasporto del milite su un vagone speciale creato apposta per l’occasione, c’era un patriottismo diverso da quello odierno. Ora ci sentiamo appartenenti ad uno stato solo quando c’è di mezzo lo sport ociò che ci interessa, che spesso non è la politica. In poche parole, secondo me, abbiamo un senso patriottico solo quando ci sentiamo rappresentati. Dopo tutto, chi andrebbe a festeggiare in piazza se l’Italia, ai mondiali di calcio, come è successo nel 2018, non riuscisse a qualificarsi?Tra l’altro, del Milite Ignoto, ormai, si è perso il significato, soprattutto tra i più giovani, visto che è un argomento che a livello scolastico non viene approfondito con la giusta importanza.Spesso, infatti, viene visto come un evento vecchio, ormai superato, e quindi fin troppo lontano da noi ragazzi per la cultura diversa a distanza, però, di appena un secolo. E quindi, perché si dovrebbe dare più importanza ad un qualsiasi evento estero, rispetto ad un fondamentale tassello della cultura italiana?