13° REGGIMENTO CARABINIERI “FRIULI-VENEZIAGIULIA”

  

Il 21 dicembre 1940, fu costituito con personale tratto dalla Legione territoriale carabinieri di Bologna, il XIII Battaglione Carabinieri Reali Mobilitato che, con l’ingresso dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale, fu impiegato sul fronte albanese, per essere poi sciolto l’8 settembre 1943 a seguito dell’armistizio.

Il 5 novembre 1947, fu istituito a Padova, alle dipendenze della locale Legione Territoriale Carabinieri, il Battaglione Mobile Carabinieri Gorizia, per soddisfare le esigenze della frontiera orientale, concorrere nei servizi di ordine e sicurezza pubblica e partecipare alle operazioni di soccorso alle popolazioni in caso di calamità. Il 31 gennaio dell’anno successivo, il Reparto si trasferì dal capoluogo patavino a Gorizia per poi assumere, il 1º marzo 1950, la denominazione di XIII Battaglione Mobile Carabinieri e transitare, il successivo 1º novembre, alle dipendenze della Legione Territoriale Carabinieri di Udine. Il 15 ottobre 1964, lo Stato Maggiore dell’Esercito dispose che il Battaglione dipendesse dal V Corpo d’Armata dell’Esercito per l’attività addestrativa (in tempo di pace) e per l’impiego operativo in zone di combattimento (in tempo di guerra).

Il 13 febbraio 1976, il Reparto assunse la qualifica di corazzato e la denominazione di 13º Battaglione Carabinieri M.O. Gallo ed il, il successivo 12 novembre, fu conferita all’Unità la Bandiera di Guerra. Il 1º settembre 1977, il Battaglione divenne Comando di Corpo e, il successivo 1º dicembre, transitò alle dipendenze dell’11ª Brigata Carabinieri, lasciando invariata la dipendenza dal V Corpo d’Armata limitatamente all’impiego in tempo di guerra. Il 1º febbraio 1978, il Reparto assunse la denominazione di 13º Battaglione Carabinieri “Friuli Venezia Giulia”Il 7 gennaio 1988, lo Stato Maggiore dell’Esercito, nel contesto delle modifiche al Piano Generale per l’impiego delle forze in emergenza, dispose il cambio di dipendenza del Reparto dal V Corpo d’Armata al Comando della Regione Militare Nord-Est. Dal 1991 unità del battaglione hanno cominciato a essere utilizzate nelle missioni militari all’estero.

Il 15 settembre 2001, elevato a Reggimento transitò alle dipendenze delle neo-istituita 2ª Brigata Mobile Carabinieri, per una propensione all’impiego estero. Nel 2003 il 13º Reggimento Carabinieri “Friuli Venezia Giulia” inaugura il quadro delle operazioni Task Force MSU di “Antica Babilonia” in Iraq, issando il tricolore nella base denominata “Animal House”. In quel luogo sorgerà la base “Libeccio”, primo e unico avamposto delle FF.AA. italiane in pieno centro abitato, nella città di Nassirya. Il 12 novembre 2003 nell’attentato di Nassirya, la base Libeccio viene attaccata e distrutta da un commando suicida. Il 13º Reggimento pagò il contributo di sangue più alto, lasciando sul campo il vicebrigadiere Ivan Ghitti, l’appuntato scelto Andrea Filippa ed il maresciallo ordinario Daniele Ghione.

Il 25 maggio 2012 ad Adraskan, nella provincia di Herat (Afghanistan), un razzo da 107mm colpisce la garitta posta a protezione dell’area del poligono del campo di addestramento della polizia afghana, uccidendo il carabiniere scelto Manuele Braj. Il 22 febbraio 2021 cade in un agguato in Congo il carabiniere del 13° Vittorio Iacovacci, di scorta all’ambasciatore italiano Luca Attanasio..

Il Reggimento partecipa con i propri uomini a molte missioni all’estero, concorrendo a formare buona parte dei contingenti per i Reggimenti IPU (Integrated Police Unit) in Bornia ed Erzegovina, MSU (Multinational Specialized Unit) in Bosnia, Iraq e Kosovo, impiegano nuclei di polizia militare per la missione UNIFIL in Libano, operando anche in Albania, FYROM, Haiti (in occasione del tragico sisma che ha annientato la già precaria struttura amministrativa di quel paese), Georgia, Eritrea, Palestina, Ciad, Somalia, Libia, Gibuti. Inoltre, il Reggimento fornisce aliquote di polizia militare ed anche team di vigilanza e scorta per alcune delle ambasciate italiane presenti in paesi definiti “a rischio”.

Da sempre il Reggimento, e prima il battaglione, è stato impiegato anche in compiti di ordine pubblico, prestando servizio in caso di eventi di rilevanza nazionale come manifestazioni di piazza o incontri calcistici, criticità come la cosiddetta “emergenza rifiuti” a Napoli, a Lampedusa per l’emergenza profughi o ancora in Val di Susa per le manifestazioni “No TAV”. Da non dimenticare l’impiego del personale nelle operazioni di soccorso a seguito di calamità naturali:

  • Terremoto del Friuli
  • Terremoto dell’Irpinia
  • terremoto in Umbria
  • terremoto a L’Aquila
  • terremoto in Emilia
  • terremoto in Lazio e Marche

Il 13º Reggimento Carabinieri “Friuli Venezia Giulia” è composto da tre compagnie operative più una Compagnia Comando e Servizi. Il personale del Reggimento è addestrato mediante un impegnativo percorso di formazione professionale. Gli aspiranti operatori frequentano un corso della durata di circa 6 mesi (in passato durava 15 settimane) suddivisi in due fasi: di base (1ª fase) e specialistica (2ª fase), con test pratici e teorici intermedi e finali per ogni modulo, con lo studio teorico e pratico di numerose materie tra cui, addestramento individuale al combattimento, tecniche di tiro avanzato con varie armi ed in varie situazioni, NBCR, CQB, FIBUA, BRICK e RAI. Inoltre, discipline indispensabili alla formazione sono: le tecniche di Counter IED, topografia e orienteering, pronto soccorso operativo, scorte di personalità in ambiente civile o durante operazioni militari (VIP, C.ti di GU, ambasciatori), tecniche di interdizione e controinterdizione, movimento di pattuglia appiedato e utilizzando veicoli, tecniche di controllo della folla, guida fuoristrada, impiego operativo di corde (roccia ed edifici). Al termine del corso, i militari del 13º Reggimento acquisiscono la qualifica di “operatore aree di crisi” e consolidano ed accrescono le loro competenze effettuando continui cicli di mantenimento ed aggiornamento. La formazione individuale viene poi ulteriormente ampliata con la frequenza a vari corsi, quali tiratore scelto, istruttore militare di educazione fisica e di difesa personale, istruttore di tiro, istruttore di polizia militare, pattugliatore scelto, intelligence, ed un particolare corso ISAF PAT (Police Advisory Team) per la consulenza agli ufficiali delle forze di sicurezza afghane relativamente ad ogni ambito di polizia e militare.

Un numero sempre crescente di carabinieri del Reggimento è ora addestrato ed impiegato con compiti antiterrorismo, costituendo team di elevata specializzazione e dotati di equipaggiamento particolare per prevenire ed affrontare rapidamente e con incisività tale minaccia.

Ricompense alla Bandiera

Ordine Militare d’Italia – Decreto 22 ottobre 2019

Reggimento carabinieri di spiccata preparazione ed efficienza, nel solco delle gloriose tradizioni militari dell’arma, offriva reiterate prove di ammirevole valore e lodevole determinazione in molteplici missioni condotte all’estero per il mantenimento della pace e nella protezione delle sedi diplomatiche nazionali nelle aree di maggiore instabilità. Dalle martoriate terre balcaniche ai remoti territori iracheni e afgani, assolveva ai compiti assegnati con risoluta fermezza e ammirevole capacità, non disgiunte da eccezionale umanità, operando in contesti ambientali, sempre caratterizzati da elevato rischio. Ovunque necessario, agiva a salvaguardia degli interessi nazionali tutelando l’esercizio delle funzioni del corpo diplomatico. Il tenace impegno e l’appassionata dedizione del reparto, uniti agli straordinari risultati operativi conseguiti, riscuotevano il plauso degli alleati e della comunità internazionale, accrescendo il lustro delle Forze Armate italiane e della nazione.” Territorio estero, 1991 – 2018

Ordine Militare d’Italia – Decreto 24 giugno 2021

“Reggimento Carabinieri confermava la grande capacità professionale e il valore del proprio personale, assolvendo con ammirabile coraggio e perizia la missione affidata all’Arma per la tutela di numerose rappresentanze diplomatiche all’estero. Validissimo strumento militare a disposizione dei capi missione, salvaguardava lo svolgimento delle attività del corpo diplomatico anche in condizioni ambientali particolarmente critiche. In particolare in Congo, nel corso di un attacco armato, un Carabiniere del Reggimento immolava la propria vita nello strenuo tentativo di proteggere l’Ambasciatore italiano, anch’egli deceduto. L’instancabile e meritorio impegno rendeva testimonianza della tenacia e della fermezza del reparto che, assicurando l’esercizio delle relazioni diplomatiche, guadagnava il plauso internazionale, accrescendo cosi il lustro delle Forze Armate italiane e della Nazione.” Territorio estero, 2001 – 2021