ANTONIO BONSIGNORE E TOMMASO LAMBERTI – M.O.V.M. DI APRILE

  

BONSIGNORE ANTONIO

Capitano in s.p.e. CC. RR. – 1ª banda autocarrata CC. RR.

Partecipò alla prima guerra mondiale col 10° reggimento bersaglieri in Albania dal nov. 1916 al nov. 1918 raggiungendo il grado di tenente di cpl. Nel 1920 passava nell’Arma dei Carabinieri col proprio grado e in Sicilia nel 1927 si meritava due encomi dal Comando Generale. Promosso capitano nel 1931, gli veniva affidato il comando della compagnia di Ozieri e nel dic. 1935 quello della compagnia di Camerino. Il 25 febbraio 1936 partiva volontario per la Somalia con le bande autocarrate mobilitate dei Carabinieri.

“Per due volte, con la pistola in pugno, al grido di «Savoia», si slanciava, primo fra tutti, all’assalto di fortissimi trinceramenti, infliggendo notevoli perdite al nemico e costringendolo a ripiegare. Ferito gravemente ad un fianco, raccoglieva tutte le sue forze per sostenersi, trascinarsi e non cadere e, rifiutando ogni soccorso, continuava a guidare e ad incitare i suoi carabinieri finché, colpito in fronte, rimaneva fulminato mentre la sua centuria invadeva le posizioni nemiche. Primo nell’assalto e primo nella morte, esponendosi volontariamente all’estremo sacrificio, dette col suo mirabile esempio, eroico impulso a tutti i carabinieri della banda, determinando in essi una gara di eroismi individuali. Raro e mirabile esempio di alte virtù militari.” – Gunu Gadu, 24 aprile 1936.

Altre decorazioni: M.B. (Bresciona-Albania 1918); Cr.g. V.M. (Ponte di Kuci – Albania 1918).

 

LAMBERTI TOMMASO

Secondo capo segnalatore torpediniera «Airone»

Arruolatosi volontario nel marzo 1927 nel C.R.E.M. di Napoli, veniva nominato nel dicembre successivo comune di 1ª cl. e nel dic. 1928 sottocapo timoniere e imbarcato sull’esploratore «Ancona». Congedato nel 1931, quattro anni dopo e precisamente il 14 luglio 1935, veniva richiamato per mobilitazione e trasferito nella categoria segnalatori. Promosso 2° capo segnalatore dal 1° giugno 1936 e trattenuto in servizio, imbarcava sulla torpediniera «Airone», con la quale partecipava il 7 aprile 1939 alle operazioni militari in Albania. Ferito gravemente in combattimento decedeva undici giorni dopo nell’Ospedale dipartimentale di Taranto.

“Durante l’operazione di sbarco a Santi Quaranta rimaneva con sereno coraggio e sprezzo del pericolo, al posto di combattimento sulla plancia della torpediniera «Airone», battuto da violento fuoco avversario, per individuare la postazione delle mitragliatrici nemiche. Caduto senza un lamento gravemente ferito, tentava di allontanarsi da solo dalla plancia per non distogliere i compagni dal proprio compito. In seguito, durante il dolorosissimo decorso del male, manteneva grande serenità e forza d’animo ammirevoli, alternando di essere contento di avere compiuto il suo dovere anche a costo di tanti patimenti. Poche ore prima della morte perfettamente conscio della sua fine, affermava a voce, e per iscritto, di essere fiero di dare la sua vita per la Patria e per la Marina.” – Santi Quaranta, 7 aprile 1939.