66° REGGIMENTO FANTERIA AEROMOBILE “TRIESTE”

  

SOCIO D’ONORE DELL’ISTITUTO DAL 2018 – TESSERA N° 765

Motto:   “Osando vinco”.

Festa:    22 aprile – anniversario del combattimento di Takrouna (1943).

Sede:     Forlì – Caserma “De Gennaro”

Mostrina: rettangolare con ala e daga su campo azzurro, sotto rettangolo di colore nero con riga longitudinale bianca al centro e filetti longitudinali bianchi ai lati.

Stemma araldico

1° quarto: vi è la rappresentazione emblematica della battaglia di Custoza, primo fatto d’arme al quale il Corpo ha partecipato.

2° quarto: arme di Sondrio capoluogo della Valtellina, a ricordo del legame tradizionale con la zona geografica della quale il 66° ha portato il nome fin dal 1862.

3° quarto: arme di Forlì, città dove l’unità è stata ricostituita nel 1975 prendendovi sede.

4° quarto: gloria militare acquisita in Africa Settentrionale nel corso della seconda guerra mondiale, rappresentata dal silfio di Cirenaica.

Il capo d’oro è il simbolo della massima ricompensa al V.M. concessa al Reggimento.

Origini e vicende organiche

Il 1° agosto vengono formati, sulle Lande di S. Maurizio (Torino), il 65° e 66° Reggimento che danno vita alla Brigata “Valtellina”. Il 66° Reggimento Fanteria (Brigata Valtellina) prende sede in Torino. Allo scioglimento delle brigate permanenti, nel 1871, cambia nome in 66° Reggimento Fanteria “Valtellina” ma il 2 gennaio 1881 concorre a ricostituire la brigata assieme al 65° e riprende quello di 66° Reggimento Fanteria (Brigata Valtellina).

Per la guerra 1915-18 il reggimento è ordinato su tre battaglioni, ognuno con quattro compagnie fucilieri ed una sezione mitragliatrici. In virtù della legge 11 marzo 1926 sull’ordinamento cambia ancora denominazione in 66° Reggimento Fanteria “Valtellina”, rimane articolato su due soli battaglioni ed a seguito della formazione delle brigate su tre reggimenti viene assegnato alla XVI Brigata di Fanteria alla quale appartengono anche il 35° e 36° “Pistoia”. Il 6 maggio 1937 è inquadrato nella Divisione Motorizzata “Po”, unitamente ai Reggimenti 65° Fanteria e 21° Artiglieria per D. mot. (cui si unisce, nel 1938, anche il 9° Bersaglieri) e prende il nome 66° Reggimento Fanteria Motorizzato “Valtellina” che mantiene sino al 4 aprile 1939 per mutarlo in 66° Reggimento Fanteria “Trieste” allorché la grande unità di appartenenza cambia denominazione in Divisione Motorizzata “Trieste” (101ª). Il 10 giugno 1940 il reggimento ha in organico: comando e compagnia comando; I, II e III battaglione fucilieri; compagnia mortai da 81; batteria armi di accompagnamento da 65/17.

Nel corso del secondo conflitto mondiale, il 26 novembre 1942, a causa delle sensibili perdite riportate in combattimento, il reggimento resta formato dal I e II battaglione, su due compagnie ciascuno, e dal III battaglione “Granatieri di Sardegna” (nel quale confluiscono reparti del IV battaglione c/c “Granatieri di Sardegna”) su tre compagnie. Successivamente, nel febbraio 1943, il 66° dispone del I battaglione “Trieste”, del II battaglione “Granatieri” e del III battaglione “Folgore” (costituito con reparti superstiti di tale grande unità). Infine il 13 maggio 1943, in Tunisia, il reggimento viene sciolto, per eventi bellici, dopo aver meritato la massima ricompensa al V.M. alla Bandiera.

Con la ristrutturazione dell’Esercito, il 1° ottobre 1975 si forma a Forlì, per trasformazione del II battaglione del disciolto 40° Reggimento Fanteria, il 66° Battaglione Fanteria Meccanizzato “Valtellina” a cui vengono affidate la Bandiera e le tradizioni del 66° Reggimento. È assegnato alla Brigata Meccanizzata “Trieste”, quindi a partire dal 1°giugno l99l entra a far parte della Brigata Meccanizzata “Friuli”. Il battaglione prende parte all’operazione “Vespri Siciliani”, in concorso al controllo del territorio, dal luglio al settembre 1992 ad Agrigento e dintorni e dal febbraio al marzo 1993 nella provincia di Agrigento. Nell’ambito del riordinamento della Forza Armata il 6 settembre 1993 il battaglione perde la propria autonomia ed il giorno successivo è inquadrato quale I Battaglione Meccanizzato nel 66° Reggimento Fanteria “Trieste” che si ricostituisce in Forlì. Un reparto di formazione a livello compagnia prende parte dal novembre 1993 al26 febbraio 1994 alla missione umanitaria IBIS, in Somalia, inserito nel 6° Reggimento Bersaglieri. Il reggimento torna nuovamente in Sicilia, nella provincia di Agrigento, per l’operazione “Vespri”, dal 25 maggio al 25 luglio 1994.

Nel 2000 con la riconfigurazione della Brigata da meccanizzata a aeromobile, il reggimento venne trasformato in reggimento di fanteria aeromobile, affrontando un impegnativo ciclo addestrativo per passare alla nuova configurazione, riconfigurazione completata nel 2004. Il battaglione aeromobile è la pedina operativa dell’unità. Con il supporto dell’aviazione dell’Esercito opera per garantire la funzione di Personnel Recovery (recupero del personale isolato) nelle missioni militari italiane all’estero.

Campagne di guerra e fatti d’arme

Terza d’Indipendenza (1866): Custoza

Eritrea (1895-96): concorre alla formazione dei battaglioni V, XVII, XXIV e XXXII con 7 ufficiali e 230 soldati. Adua: V Battaglione

Libia (1911-12): concorre alla mobilitazione di vari reggimenti.

Prima Mondiale (1915-18):

  • 1915: S. Maria di Tolmino
  • 1916: Jamiano: q. 208 (nov.)
  • 1917: Carso: Selo (ago.)
  • 1918: Cima Tre Pezzi (ott.) – Vittorio Veneto: Val d’Assa, Trento (nov.)

Africa Orientale (1935-36): fornisce a reparti mobilitati 4 ufficiali e 1079 soldati

Seconda Mondiale (1940-43):

  • 194O: fronte alpino occidentale
  • 1941-42: Africa Settentrionale
  • 1943: Tunisia: Mareth, Akarit, Enfidaville, Takrouna.

Ricompense alla Bandiera

Al Valor Militare

Ordine Militare d’Italia – Decreto 5 giugno 1920

“Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell’aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d’Italia (1915-18).” (All’Arma di Fanteria).

Medaglia d’Oro – Decreto 7 dicembre 1951

“Reggimento fortemente provato nella campagna in A.S., deciso a difendere fino all’estremo l’onore della Bandiera, opponeva all’avversario indomita resistenza, scrivendo nuove pagine di gloria nelle battaglie di Tunisia. Il primo battaglione, ridotto nei suoi effettivi, incaricato di tenere ad oltranza un caposaldo che rappresentava il cardine e il posto d’onore di tutta la posizione difensiva, attaccato da schiaccianti e sempre rinnovantesi forze, isolato e privo di rifornimenti, sosteneva per tre giorni l’impari lotta con accaniti corpo a corpo, tenendo in scacco il soverchiante avversario e destandone l’ammirazione. Caduto il caposaldo, pochi superstiti, con le ultime bombe a mano, continuavano la disperata resistenza, fedeli all’impegno di non cedere le armi.” Mareth, Akarit, Enfidaville, Takrouna (Africa Settentrionale), marzo – 12 maggio 1943.

Al Valore dell’Esercito

Medaglia d’Oro – Decreto 30 aprile 201

Nel teatro operativo afgano, particolarmente complesso e fortemente condizionato da situazioni ambientali e di sicurezza estremamente difficili, il personale dell’unità ha dimostrato di possedere elevata preparazione professionale, grandissima fiducia nei propri mezzi, forte determinazione e chiarissima visione e condivisione degli obiettivi da conseguire. L’unità ha così portato a termine missioni complesse, condotte in aree remote dello scenario fortemente caratterizzate dalla presenza di insorti; proprio in occasione di tali missioni e dei numerosi scontri a fuoco, il reggimento dava testimonianza di essere formato da soldati animati da elevato spirito di corpo, eccelse virtù militari ed indomito coraggio, capaci di conseguire sempre gli obiettivi assegnati. Splendido reparto che, con il suo operato, ha garantito la sicurezza nell’intera area e consolidato l’immagine dell’Esercito Italiano in un contesto spiccatamente interforze ed internazionale. Herat (Afghanistan), 24 aprile – 14 ottobre 2008.

Medaglia d’Argento  – Decreto 28 settembre 2007

Reggimento di Fanteria Aeromobile della Brigata “Friuli”, fiero interprete delle secolari tradizioni della fanteria, partecipava all’operazione “Antica Babilonia 5” in Iraq. Impiegato in una terra caratterizzata da persistenti conflittualità ed oggettive difficoltà ambientali, forniva un fondamentale contributo operativo e logistico all’Italian Joint Task Force per portare a compimento la missione assegnata. Con disinteressati sentimenti di dedizione ed entusiasmo, sostenuti da ideali altissimi di umana fratellanza, conduceva un complesso di attività operative e di sostegno umanitario alla popolazione, che venivano portate a termine con efficacia e determinazione nonostante i ripetuti e violenti attacchi a fuoco.
Impegnato nelle attività di formazione del 604° Battaglione dell’Iraqi National Guard, profondeva, con ineguagliabile abnegazione e determinata partecipazione, ogni risorsa alla preparazione ed all’addestramento dell’unità del nuovo Esercito Iracheno, al fine di aiutare il Paese a dotarsi di efficaci istituzioni in grado di garantire la completa sicurezza e stabilità del territorio. La preparazione professionale dei suoi uomini è altresì emersa anche nell’ambito delle numerose, continue e pericolose attività operative svolte congiuntamente all’Iraqi National Guard ed all’Iraqi Police Service, in occasione delle quali, nonostante ripetute azioni di fuoco perpetrate da bande criminali e da gruppi di miliziani ostili alla coalizione, il personale italiano contrastava con abilità, determinazione e coraggio gli attacchi, riuscendo a sequestrare ingenti quantitativi di armi, munizioni e materiali sottratti abusivamente e ad assicurare alle autorità governative numerosi pericolosi criminali e miliziani.
In particolare, tra la notte del 7 e dell’8 settembre 2004, ad An Nasiriyah, sul ponte denominato convenzionalmente “Tampa”, la pattuglia del Reggimento che assicurava il dispositivo veniva fatto oggetto di tiro mirato da parte di miliziani ostili alle forze. L’attacco a questa postazione di vitale importanza, perpetrato per molte ore da più direzioni sottoponeva l’unità a un’intensa pressione. Solo l’intervento determinato, coraggioso e spregiudicato degli assetti operativi del Reggimento, sopraggiunti in soccorso alla pattuglia, ristabiliva un clima di sicurezza e stabilità, consentendo all’unità di continuare l’attività di controllo dell’importante infrastruttura.
Reggimento di Fanteria Aeromobile coeso, motivato ed animato da indiscusso altruismo, ha confermato, nell’arco dell’intera missione, qualificata preparazione professionale, coraggio, saldezza morale e straordinarie virtù militari, elevando il prestigio della Forza Armata e del Paese in ambito internazionale. An Nasiriyah (Iraq), 7 – 8 settembre 2004.

Decreto 11 dicembre 1981

“Sostituiva altra unità estremamente provata nelle località danneggiate dal sisma del 23 novembre 1980 con un complesso di quattrocento uomini tra ufficiali, sottufficiali e truppa intervenendo nei comuni di Laviano – Santomenna – Colliano – Valva – Castelnuovo di Conza – Contursi, considerati fra i più disastrati della provincia di Salerno. Con la generosità propria dei soldati di leva, operava incessantemente dal 30 novembre al 20 dicembre 1980, rinunciando anche ai turni di riposo per provvedere al recupero e alla pietosa inumazione di oltre trecento salme, allestire tendopoli, somministrare pasti caldi giornalieri ai superstiti, contribuendo, con calore umano a dare fiducia e serenità ai terremotati. Dopo venti giorni di ininterrotta immane fatica svolta in condizioni meteorologiche particolarmente avverse, senza che alcun militare manifestasse il minimo cenno di cedimento, veniva avvicendato, lasciando negli abitanti dei Comuni ove aveva operato profondi sentimenti di riconoscenza, di stima e di affetto. Chiara espressione di virtù militari e civili, di coraggioso altruismo, di umana solidarietà.” Alta Valle del Sele, 30 novembre – 20 dicembre 1980.