ROMOLO BRIGLIA E ANNA MARIA ENRIQUES – M.O.V.M. DI GIUGNO

  

BRIGLIA ROMOLO

Sottotenente cpl. bersaglieri, XXVII battaglione coloniale

Diplomatosi presso l’Istituto d’arte di Massa, era ammesso alla Scuola allievi uff. di cpl. di Milano nel nov. 1933 e ne usciva sottotenente. nel giugno 1934, assegnato al 3° reggimento bersaglieri. Presentatosi al rgt. nel febbraio dell’anno successivo, pochi mesi dopo, nel giugno, partiva col rgt. mobilitato per l’A.O. sbarcando a Massaua il 26 dello stesso mese. Dopo avere partecipato al conflitto etiopico fin dall’inizio delle ostilità, chiedeva di rimanere in A.O. e nell’agosto 1936 era trasferito nel R.C.T.C. dell’Eritrea. Destinato al XXVII battaglione coloniale gli veniva affidato il comando di una compagnia, con la quale per circa due anni prendeva parte a numerose azioni di polizia. Ferito gravemente nel ciclo operativo del 23-28 giugno, decedeva dieci giorni dopo nell’Ospedale militare territoriale di Gondar.

“Comandante di compagnia col compito di tenere ad ogni costo una posizione dominata e battuta dal fuoco nemico, resisteva animosamente, incitando gli uomini con la voce e con l’esempio. Gravemente ferito al torace, rifiutava ogni cura e continuava nell’azione finché l’avversario non era definitivamente respinto. Cinque giorni dopo, delineatosi un attacco di nemici in forze, nonostante la grave ferita, accorreva generosamente sulla linea del fuoco, pregiudicando così il decorso già grave della ferita. Moriva poi serenamente, immolando la sua giovane vita alla grandezza della Patria“  (Passo Cianch-Bosà, 23 -28 giugno 1938).

 

ENRIQUES ANNA MARIA

Partigiana combattente

Laureata in lettere nel 1930, ed assunta come archivista negli Archivi di Stato fu a Firenze dal 1932 al 1939. Allontanata dall’ufficio per ragioni razziali, trovò rifugio in Vaticano dove venne impiegata nell’archivio di quella Biblioteca. Propagandista animosa, organizzò i primi gruppi di resistenza politica del Partito Democratico cristiano, a Roma e poi a Firenze, quando nel 1943 raggiunse la famiglia colà residente. A lei fecero capo, dopo l’armistizio, le organizzazioni partigiane del livornese, della Lucchesia, delia Val d’Orcia e della Val di Chiana e servì di tramite per la trasmissione di notizie politiche e militari ai comandi alleati. si prodigò, inoltre, a favore di ebrei e ricercati politici. Pubblicò vari saggi sulla paleografia e su argomenti di storia medioevale.

“Immemore dei propri dolori, ricordò solo quelli della Patria e nei pericoli e nelle ansie della lotta clandestina ricercò senza tregua i fratelli da confortare con la tenerezza degli affetti e da fortificare con la fermezza di un eroico apostolato. Imprigionata dagli sgherri tedeschi per lunghi giorni, superò con la intuita forza dell’animo la furia nei suoi torturatori che non ottennero da quel giovane corpo straziato una sola parola rivelatrice. Tratta dopo un mese dal carcere delle Murate, il giorno l2 giugno 1944, sul greto del Mugnone, in mezzo ad un gruppo di patrioti, cadeva uccisa da una raffica di mitragliatrice indimenticabile esempio di valore e di sacrificio.”  Firenze, 15 maggio – 12 giugno 1944.