Alessia Biasiolo. Comandanti partigiani delle Fiamme Verdi

  

Teresio Olivelli (Bellagio 1916, Hersbruck 1945). Laureatosi in Giurisprudenza nel 1938, collaborò con le istituzioni culturali del regime fascista divenendo Segretario dell’Istituto di Cultura Fascista, per il quale effettuò due viaggi ufficiali in Germania che gli suscitarono avversione per il nazismo. Arruolatosi volontario nel 1941, fece parte della Divisione Tridentina nella Campagna di Russia. Arrestato e inviato alla deportazione in Germania, il 9 settembre 1943 riuscì ad evadere e ad arrivare a Brescia dove si arruolò nelle brigate partigiane cattoliche fondando “il Ribelle”.  Arrestato il 27 aprile 1944, venne trasferito a Fossoli, poi a Flossenbürg, quindi a Hersbruck, sempre assistendo i più deboli e mai rinnegando la fede in Dio e nella religione cattolica, malgrado le vessazioni. Costantemente sottoposto ad angherie, il 31 dicembre 1944 difese un prigioniero dai kapò e per le ferite subite durante il pestaggio che ne seguì, morì. La causa di beatificazione venne aperta a Vigevano il 29 marzo 1987, arrivando nel 2017 al riconoscimento del martirio. È stato proclamato beato il 3 febbraio 2018. Medaglia d’Oro al Valor Militare per le sue azioni, compresa quella nel campo di concentramento.

 

Romolo Ragnoli (Brescia 1913, Brescia 2004). Tenente degli Alpini durante la Campagna di Russia, promosso capitano sul campo, divenne inviato del CLN in Valcamonica e operò tra questa, Brescia e Milano. Comandante militate in capo delle Brigate e Divisioni Fiamme Verdi dal 1943, assunse il nome di battaglia di Comandante Vittorio. Alla fine del conflitto proseguì la carriera militare fino al grado di generale.

 

Peppino Pelosi (Brescia 1919, San Michele-Verona-1944). Sottotenente di Fanteria, combatté contro i partigiani croati. Trovatosi in licenza a Brescia durante l’8 settembre 1943, entrò nella Resistenza. Si distinse per azioni importanti, come presso lo stabilimento “Beretta armi” di Gardone Valtrompia. Nel novembre fu tra i fondatori delle Fiamme Verdi. Arrestato dalla polizia a Costa Volpino, fu processato a Verona dal Tribunale militare tedesco e condannato alla fucilazione. Medaglia d’Argento al Valor Militare alla memoria.

 

Gastone Franchetti (Garfagnana 1920, Bolzano 1944). Arrivato sul Garda con il padre impegnato nella costruzione della Strada Gardesana Occidentale, fu tenente degli Alpini. Dopo l’8 settembre entrò nella Resistenza, tra le Fiamme Verdi, con il nome di battaglia di Fieramosca dove si dimostrò un abile organizzatore dei reparti. Arrestato il 28 giugno 1944, venne processato dal Tribunale militare tedesco di Bolzano e condannato alla fucilazione il seguente 29 agosto.

 

Luigi Masini (Firenze 1889, Bergamo 1959). Medaglia d’Argento al Valor Militare durante la prima guerra mondiale, nel 1926 viene trasferito dalla Fanteria al 5° Reggimento Alpini per poi avere l’incarico di direttore della Scuola di Specializzazione alpina di Aosta. Tenente colonnello, non essendo allineato con il regime fascista, viene trasferito al lavoro d’ufficio. Promosso generale, già nel 1942 entra in contatto con la Resistenza nella quale si trasferisce definitivamente dopo l’8 settembre 1943. Nelle Fiamme Verdi assume il nome di battaglia di A. Fiore o Fiore, comandando circa 7mila uomini soprattutto nelle Valli bergamasche, brianzole e della Val d’Ossola.

 

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