Daniele Vaenti. In occasione del centenario della nascita di Nello Vaienti

  

Riceviamo da Daniele Vaienti. la seguente lettera

Carissimo Massimo

auguri per il Nuovo Anno (per Natale sono in ritardo, ma ti mando una Natività del cesenate Ilario Fioravanti in povera terracotta policroma).
State bene? noi ce la caviamo, specie Livia che ha passato il tunnel della malattia con grande forza e pazienza e ora sta facendo i suoi controlli che promettono bene.
Ha ripreso anche il lavoro, che è sempre una buona medicina.
Io chiudo questo 2020 ringraziando Dio per lo scampato pericolo per Livia e anche con la pubblicazione di una breve biografia di mio padre Nello, nel suo Centenario.
Nello era cugino di Pietro. Il cognome Vaienti – Vaenti è una delle tante imprecisioni anagrafiche (il fratello di Pietro, sacerdote, era Don Augusto Vaienti!).
Sono riuscito a pubblicarla nella raccolta di quest’anno delle “Vite dei Cesenati” arrivato alla XIV edizione e sono felice per questo piccolo omaggio a Nello.
Con l’UTE… scaldiamo i motori e siamo pronti… appena si potrà.
Ti farò sapere. Fai gli auguri ai tuoi e un grande in bocca al lupo a te per la salute e per le tue iniziative.
Ciao
Daniele
Pubblichiamo la Biografia.
  1. PREMESSA

 

Cento anni dalla nascita di Nello Vaienti e quattordici dalla sua morte repentina, al tavolo di lavoro del Sindacato, la sua seconda casa.

Ne abbozzai un ritratto in un fascicoletto[1] in occasione del primo anniversario e a quello mi riallaccio nello stendere queste note di una vita laboriosa e intensa, cercando di sottrarmi a riferimenti troppo personali o, peggio, a un ‘ritrattismo’ agiografico ché, per primo, mio padre stesso se ne ritrarrebbe lontano.

La figura di Nello, con il trascorrere del tempo dalla sua scomparsa, si è come cristallizzata nel ricordo e ha lasciato decantare, dando loro forse maggior rilievo, alcuni aspetti del suo operare, del suo vivere in generosa disponibilità verso i più deboli e indifesi, quelli senza ‘voce in capitolo’, quelli che non ‘avevano le parole’, richiamando l’insegnamento e l’esempio, a lui carissimi, di Don Lorenzo Milani.

Se una cosa posso avergli invidiato è stato il suo non venire mai meno -neppure nei lunghi anni della sofferenza e della malattia e poi della morte della mamma alla ‘matrice ideale’ dei sogni, quelli che tutti abbiamo in gioventù, quelli che, troppo spesso e troppo presto, abbandoniamo un pò tutti i giorni, solo un poco alla volta e, alla fine, ci ritroviamo diversi e stentiamo a riconoscerci.

Della sua intelligente tenacia e del coraggio dell’umiltà nell’affrontare grandi problemi sociali e piccole storie di sofferenza, ho trovato traccia in questi giorni, riordinando vecchie pubblicazioni. In una[2] in particolare, ritrovo in esergo una breve citazione dal De Otio di Seneca: “… nullis annis vacationem damus… et canitiem galea premimus…”.

Ecco, in quell’eloquentissimo “non concedersi il congedo a nessuna età” e in quel “premere con l’elmo il capo anche se ormai canuto”, sta molto dell’esperienza di Nello e di tanti della sua generazione.

Mi concedo, a chiusura di questa breve e certamente non semplice nota introduttiva, un fermo-immagine che lo rappresenti come una foto ideale: mi piace pensarlo così, con il suo sorriso, abbracciato alla moglie adorata con, a pochi passi, la sua borsa, la macchina da scrivere, le carte e gli appunti di quello che avrebbe dovuto fare l’indomani, sapendo bene che il tempo, come sempre, non sarebbe bastato mai.

 

 

  1. Fino agli anni della Guerra

 

Nello nasce a Cesena il 26 febbraio 1920, da una famiglia di umili condizioni. Il nome di battesimo riprende quello del fratellino morto a cinque anni. L’infanzia e l’adolescenza sono segnate da altri lutti: nel 1924 muore il padre, Giovanni, cuoco di professione. Nel Cimitero Urbano una lapide ne riporta il nome, come appartenente al Sodalizio dei cuochi e domestici (l’elenco inizia nel 1876). Sarà, questo, uno dei pochissimi ricordi del padre e Nello provvederà, in parte a proprie spese, al restauro della lapide e della lampada votiva, nel 2002.

 

La madre, Maria Daltri, è anch’essa cuoca e domestica presso la nobile famiglia dei Conti Saladini Pilastri. L’infanzia e la prima adolescenza trascorrono nel grande palazzo di Via Albertini, nel popolare quartiere della Valdoca: per compagni di gioco il poeta Walter Galli e i figli di tanti piccoli artigiani. Conosce il notaio Cino Pedrelli, che sarà amico per tutta la vita e riferimento nella sua azione di difesa e salvaguardia di alcuni luoghi come l’area della Biblioteca Malatestiana, la Casa natale di Maurizio Bufalini e l’antico tracciato della Via Malatesta Novello che sale fino alla Rocca.

Nel 1936 muore anche la madre. Rimasto solo, senza mezzi e senza abitazione, l’unica possibilità di andare avanti e di procedere negli studi è offerta dalla frequenza al Seminario Regionale “Benedetto XV” di Bologna (iniziata nel 1935, con la malattia della madre), dopo il Ginnasio nel Seminario di Via Roverella a Cesena. Dal 1935 al 1938 frequenta il Liceo[3], fino al primo anno di Teologia, nel 1939. Il titolo di studio non sarà riconosciuto dallo Stato e Nello dovrà, in seguito, diplomarsi nuovamente come privatista.

 

Il 28 febbraio 1939 è arruolato con la classe 1920, come risulta dal foglio matricolare, e posto in congedo illimitato, come “studente religioso”, in possesso del titolo di studio di 3^ Liceo Classico, con residenza a Bologna presso il Seminario Regionale. Nel quadro “Distinzioni ed impieghi” è riportato come “scritturale”.

Il 12 marzo 1940 è chiamato alle armi ed è considerato in servizio fino al 20 ottobre 1944: è in forza alla 5a Officina Autocarreggiata, da avviare al 5° Reggimento “Banne” del Genio, nella zona di confine di Trieste–Villa Opicina. Lì si ammala gravemente, per cause di servizio, di una forma tubercolare. Il 30 maggio 1940 è soldato scelto e, all’atto della mobilitazione dopo la dichiarazione di guerra del 10 giugno, fa parte della 56a Compagnia di Artiglieria. Sempre nel giugno del 1940 sostiene con successo gli esami di ammissione al Corso Superiore del Regio Istituto Magistrale Maschile “Valfredo Carducci” di Forlimpopoli. Non potrà ultimare il percorso per i fatti di guerra e per le condizioni di salute. Inviato in territorio dichiarato in stato di guerra, di lì a breve, su proposta della Direzione dell’Ospedale Militare di Trieste, cessa di essere mobilitato e viene inviato in convalescenza per un anno.

Inizia un periodo contrassegnato da ricoveri, da convalescenze, da incarichi temporanei presso il Comune di Cesena: l’1 dicembre 1940 é assunto come applicato avventizio, ma per malattia deve lasciare il servizio, ricoverato all’Ospedale Civile “Maurizio Bufalini di Cesena nel luglio 1941. Il Comune lo riassume nel marzo 1942[4], ma a fine luglio 1942 è nuovamente ricoverato, questa volta all’Ospedale Militare di Bologna. Fra ricoveri, convalescenze e periodi lavorativi, arriva l’8 settembre del 1943. Reduce dall’ennesimo ricovero per la tubercolosi, non si presenta nuovamente all’Ospedale Militare di Bologna e viene considerato, nel foglio matricolare, “sbandato, in seguito ai noti eventi bellici”. Una nota del 20 ottobre 1944 (il giorno della Liberazione di Cesena), riporta: “Considerato in servizio dal 9.9.1943 al 20.10.1944 (circ. 318), in licenza straordinaria, senza assegni, in attesa di disposizioni”.[5]

 

Insomma sono anni tremendi per la guerra e ancora più difficili per la grave malattia e per la mancanza di sostegni famigliari, almeno fino a che Nello è accolto, in precarie condizioni di salute, nella casa di Isolina Baldazzi, un’infermiera del “Bufalini” che l’ha assistito nei vari ricoveri. Isolina è vedova con tre figli e, dopo aver perduto la casa nel corso dei bombardamenti al Ponte Vecchio, ottiene dal Comune di potersi trasferire, con alcune altre famiglie, nella Casa Bufalini. Dopo la Liberazione di Cesena la figlia minore Carmen, in collegio nell’Orfanotrofio delle Suore della Sacra Famiglia (l’odierno complesso del San Biagio), fa ritorno a casa e conosce Nello. Si sposeranno dopo alcuni anni, con Nello finalmente e fortunatamente guarito.

 

 

  1. Il primo dopoguerra

 

Confermato nel suo lavoro d’impiegato in Comune, Nello si avvicina immediatamente alle prime iniziative d’impegno sindacale ed è fra i fondatori, a Cesena, di quella CISL (che nel 1950 si originerà dalla Libera CGIL), di cui il 18 ottobre 1948 era stato eletto segretario generale Giulio Pastore, collaboratore di Achille Grandi. Nello non lascerà più l’attività sindacale fino al giorno della morte.

 

Il 28 agosto 1949 si sposa, in Cattedrale, con la diciannovenne Carmen Vecellio, che sarà compagna insostituibile di tutta la vita.

 

Il 14 luglio 1951 nasce, in vicolo Masini, in quella che fu la casa natale di Maurizio Bufalini, il figlio Daniele.

 

Nell’immediato dopoguerra, alla riapertura dell’attività dell’Ippodromo del Savio, inizia una lunga serie di ‘campagne estive’ (cosa molto frequente in quegli anni), come addetto al totalizzatore e ‘riassuntore’: non verrà meno alla sua passione di ‘fare sindacato’ e farà parte della Commissione Interna partecipando alla contrattazione annuale con la proprietà ricevendo unanime stima dai colleghi e dalla controparte stessa. La sua attività all’Ippodromo, affiancato da metà degli anni Sessanta dal figlio Daniele per dare un contributo al bilancio familiare, cesserà nel 1979, all’atto della stabilizzazione lavorativa del figlio.

 

Come si legge nel verbale del Direttivo del 23 febbraio 1950, confermato dal Comitato Esecutivo del 12 novembre 1952, Nello è eletto Segretario Amministrativo della CISL, incarico che ricoprirà a lungo. Le quote sindacali, allora, non erano trattenute alla fonte: andavano riscosse direttamente, recandosi nei luoghi di lavoro, sempre a contatto e sotto il controllo dei lavoratori stessi. Anche Nello, come gli altri, partecipa al tesseramento, alla riscossione delle quote: l’esiguità delle entrate e la forte presenza di disoccupati, spinge a risparmiare, a lesinare su tutto.

 

Nel 1952, con Beniamino Urioli contribuisce a porre le basi della Cooperativa Imballaggi e Affini di Calisese che darà lavoro a decine di famiglie della frazione fino alla fine del secolo scorso, quando sarà costretta a chiudere dall’evoluzione dei materiali per gli imballaggi (che hanno sostituito il legno), dalla crisi ripetuta della produzione ortofrutticola e dalla sede ormai inadeguata, nel centro di Calisese. Nello sarà sindaco revisore, senza compensi, fino alla fine e, nelle tristi vicende del fallimento, sarà il protagonista dell’azione che, riconvertendo in area fabbricabile il terreno al centro del paese, consentirà nel 2005-2006 di far fronte ai creditori e, ai Soci, di scongiurare la perdita delle proprie abitazioni in garanzia.

 

8 marzo 1955 – Il Segretario della Delegazione Sindacale Zonale CISL (Unione Mandamentale di Cesena) Beniamino Urioli invita un esercente di generi alimentari a consegnare merce fino a un valore di 1.500 lire a un padre di famiglia in difficoltà, con l’impegno che si provvederà al pagamento di lì a quindici giorni. La firma, come “garante”, è quella di Nello. Il Sindacato, allora, è anche questo e il ruolo pare quasi anticipare un welfare che ancora non esiste.

 

Il 27 dicembre 1955 vede riconosciuta la sua posizione di invalidità di guerra, come ex militare, per la malattia contratta in servizio. Iscritto all’ANMIG (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra) diventerà Presidente della Sezione di Cesena nei suoi ultimi anni di vita.

 

Solo nel giugno 1956 [6], dopo concorso interno, è nominato applicato di 2^ classe e nello stesso anno, svolge le funzioni di Segretario del Sindaco Samuele Andreucci, nel breve periodo di appena due mesi della sua sindacatura, nell’estate turbolenta del ’56 che segnerà il passaggio da Corradino Fabbri ad Antonio Manuzzi. Nello svolgerà questo servizio senza interrompere il suo lavoro d’ufficio e l’impegno sindacale: non chiederà mai, per decisa convinzione, fino alla fine, il distacco sindacale, nonostante la mole sempre crescente d’impegni, specie nel periodo di Segreteria Provinciale dei Dipendenti degli Enti Locali (una miriade di Comuni e altri Enti in un territorio che andava da Saludecio a Tredozio e Modigliana).

 

Fra il 1957 e il 1959 Nello regge, a più riprese, la Segreteria Territoriale della C.I.S.L., in sostituzione di Enzo Merendi e di Beniamino Urioli, gravemente infermi.

 

 

  1. Gli Anni Sessanta e Settanta: l’impegno nel lavoro, nel Sindacato, nella cooperazione e l’amore per la città

 

Nel 1959 con diversi amici e con lo spirito di chi crede nelle possibilità della cooperazione che avrà fertilissimo terreno nella Romagna di quegli anni, pone le basi per la realizzazione di una delle primissime cooperative ortofrutticole, la CAPO (Cooperativa Agricola Produttori Ortofrutticoli). Con Vittorio Farabegoli, Beniamino Urioli, Lazzaro Casalboni, il primo Presidente Mario Pieri riesce ad avviare le pratiche per accedere ai primi finanziamenti che, nel giro di pochi anni porteranno, con enormi sacrifici, alla realizzazione e al decollo della Cooperativa che passerà in appena due anni dai 14 Soci fondatori a 250 Soci. In quest’opera ha l’appoggio decisivo dell’on. forlivese Gino Mattarelli e di Benigno Zaccagnini. Nello manterrà il suo impegno di sindaco revisore fino al momento della fusione in AGRIFRUT, per oltre trent’anni. Proprio nel 2020 i capannoni e l’area dell’ex-CAPO, in completo abbandono da anni, sono stati acquistati da La Cesenate di Via Cervese e torneranno alla loro vocazione agro-alimentare per la quale si erano battuti i pionieri delle cooperative ortofrutticole.

 

Il 30 aprile 1960 si dimette dall’incarico di Segretario Comunale per le Campagne Antitubercolari, che ricopriva da una decina d’anni: un impegno che mantiene vivo il ricordo degli anni della malattia e della guerra. Si sta preparando, da privatista (all’inizio lo affianca, per gli stessi motivi, l’amico di una vita Renato Turci), per sostenere l’esame di diploma all’Istituto Magistrale di Forlimpopoli, non essendo riconosciuto il titolo di maturità classica conseguito in Seminario a Bologna. Nel luglio 1960, dopo un anno di grandissimi sacrifici e di studio nelle ore serali e notturne, senza mai limitare la sua presenza in ufficio e il suo impegno nel Sindacato, consegue il Diploma Magistrale. Sarà, a quarant’anni di età, uno sforzo grandissimo e il titolo di “Maestro” sarà motivo di grande orgoglio.

Il titolo costituisce uno ‘sbarramento’ ed é divenuto necessario per poter partecipare al concorso per il posto di Capo Ufficio della Divisione Zoojatrica, le cui mansioni svolge da anni. Con intento che non può non apparire punitivo per la sua attività sindacale, anche dopo il diploma, il livello economico gli sarà riconosciuto con grande ritardo, alla fine del 1965.[7]

 

14 settembre 1968: è la data della lettera alla Sovrintendenza ai Monumenti di Ravenna che segna l’inizio deciso di una battaglia (Nello usava sovente questo termine) per l’area Malatestiana, la vecchia Casa Bufalini e, in particolare, per quanto rimane dell’abside dell’antica chiesa di San Francesco. Articoli, interventi, lettere, richiami, foto, (spesso affiancato dagli amici Cino Pedrelli, Renato Turci e dal prof. Michele Massarelli) … un impegno che si esaurirà solo con la sua morte. Gli viene risparmiato il dolore di un intervento –in questi ultimi anni- che non ha saputo fare di meglio che prevedere una caffetteria nel corpo dell’antica abside di fine Duecento.

Ma sono numerosissimi gli interventi per Cesena e diversi avranno esito positivo come, ad esempio, il ripristino delle coperture in pietra d’Istria sulle spallette del Ponte Vecchio. Di quest’ultimo lavoro non potrà vedere la realizzazione, avvenuta pochi anni dopo la sua morte, grazie al finanziamento da parte della Fondazione della Cassa di Risparmio di Cesena e all’impegno decisivo e appassionato dell’architetto Tommaso Cantori. Lo stesso Cantori pubblicherà anche un interessante volume (dedicato “Alla cara memoria di Nello Vaienti”) che illustra la storia del restauro.[8] L’impegno di Nello riguardò anche elementi di arredo (i portoni di numerosi palazzi, fra cui quello dell’O.I.R.), le fontane, i tratti di antico selciato, l’uso di colori, il danneggiamento, se non la distruzione, di tanti piccoli aspetti che appartenevano alla memoria storica della città: decine, centinaia di articoli che furono pubblicati nella stampa locale grazie alla sensibilità di numerosi giornalisti, fra i quali gli amici Giuseppe Sirotti e Paolo Bonfé. Le sue carte custodiscono decine e decine di lettere e solleciti e fotografie in merito, anche per monumenti posti fuori del Comune: un esempio per tutti, la necessità di salvare dalla distruzione la Chiesina della Beata Vergine della Vena, a Cesenatico che, ancor oggi, rischia il crollo, a testimoniare un disinteresse e un’indifferenza per la memoria storica e di culto della popolazione che non si riesce evidentemente a scalfire.

Nel 1969, grazie alla sua azione decisa e tenace, trova soluzione un problema rilevante nella zona dell’Osservanza. Anni prima, infatti, realizzata la Via San Francesco d’Assisi, era stato costruito un ponte sul torrente Cesuola, che tuttavia… non era collegato alla strada per poche decine di metri ed obbligava i residenti ad un lungo giro vizioso per raggiungere la Chiesa dell’Osservanza. Il ponte, con gli anni, non era più adeguato e fu, quindi, abbattuto e ricostruito, connettendolo alla viabilità. Lo chiamavano il “ponte dei sospiri”. Contestualmente interviene anche per l’illuminazione del piazzale e del viottolo Osservanza, percorso pedonale per il Cimitero Urbano, che è recuperato dall’abbandono in cui versava.

 

Nell’ottobre 1970 partecipa, come Segretario Provinciale degli Enti Locali CISL a un convegno ‘quadri’ a Forlì. Nel suo intervento sono poste questioni e indicati obiettivi che manterranno la loro validità per molti anni. La fotocopia dell’intervento –come monito e richiamo- sarà inviata a sindacalisti e politici una prima volta nel 1980 e una seconda nel 1990:

“… Non vogliamo un Sindacato–Ministero…il Sindacato non deve essere un movimento “burocratico”…non si può continuare a fare anticamera, a chiedere per favore, ad intervenire quando tutto è già predisposto… chi [del Sindacato] accetta incarichi a livello di organi tecnici, economici, mutualistici, ecc. incida veramente sulle decisioni, porti tutto il peso che il sindacato deve avere, in maniera attiva… Il Sindacato, vinta la battaglia sulle incompatibilità politiche, deve più che mai affrontare di petto i problemi politici che sono strettamente collegati agli interessi reali dei lavoratori… Ora che i sindacalisti sono liberi dalle pastoie dei partiti politici devono affrontare in maniera quanto mai decisa i problemi di fondo. Il Sindacato non ha saputo trarre troppi vantaggi dal boom economico, ha dimenticato che nel nostro sistema capitalistico il Sindacato deve contare di più: troppo scarsi sono stati gli investimenti per spese sociali, troppo poco sono stati intaccati gli alti redditi, troppo scadente è stata la programmazione. Il Sindacato deve marciare verso l’unità, ma ciò non vuol dire “abbracciamoci tutti”: le esperienze di questi vent’anni devono pur aver insegnato qualcosa. La marcia verso l’unità è in atto. Credo che la misura della vera volontà di attuarla debba essere data dalla serietà, dalla democraticità e dalla preparazione dei sindacalisti. Il rispetto reciproco, la rinuncia al dogmatismo, il clima di tolleranza e di fiducia –a tutti i livelli- saranno il banco di prova e la pista di lancio dell’unità sindacale. Mi auguro che i lavoratori non possano ripetere in futuro, al Sindacato, queste severe critiche di verticismo, burocratismo, scarsa democrazia interna e autoritarismo che, oggi, non appaiono del tutto ingiustificate…”[9]

Il tema dell’autonomia è sempre stato presente in Nello ed è esplicito in una lettera del 26 giugno 2000 agli amici del Direttivo FISASCAT: “…Sono sempre stato geloso dell’autonomia della CISL, come ci aveva insegnato Giulio Pastore, troppo spesso dimenticato, anche se esistono una Fondazione e un Auditorium a Roma, a Lui dedicati…”[10]

 

Benché più volte sollecitato, Nello non ha mai accettato candidature politiche, né incarichi di amministratore pubblico o di responsabilità all’interno dell’area politica cattolica. Senza rinnegare mai le sue origini, che avevano la loro matrice nel Partito Popolare di Sturzo e De Gasperi, vicino in particolare alle prospettive che indicherà l’ex-sindacalista Carlo Donat-Cattin con l’area di “Forze Nuove” e al gruppo che si coagulò a lungo attorno alla figura di Ercole Acerbi (fondatore più tardi dell’Associazione Benigno Zaccagnini, cui Nello aderì nel dicembre 2003), il principio dell’autonomia sindacale ha sempre prevalso. Ciò non ha significato per lui sottrarsi alla collaborazione, spesso oscura, come quella, ad esempio, che porterà negli anni Sessanta all’acquisizione della nuova sede della Democrazia Cristiana di Corso Sozzi.

 

Nel 1974 si costituisce il primo Coordinamento Regionale della Federazione Nazionale Pensionati dell’Emilia-Romagna, con responsabile Giuseppe Graziosi di Modena: a lui subentra Nello nel 1977. Nel 1976, in occasione del pensionamento, cessa dalle funzioni di Segretario Provinciale della Categoria degli Enti Locali (FIDEL CISL), che ricopriva da molti anni.

 

In pensione dall’1 gennaio 1976, continuerà a prestare la sua opera volontariamente presso l’ufficio veterinario dei Servizi Zoojatrici del Comune, per quasi due anni, non essendo stato ricoperto il suo posto e non volendo che gli amici-collaboratori si trovassero in difficoltà. Da decenni lo legava un sentimento, ricambiato, di grande stima e affetto per il Veterinario Capo Alfonso Lotti ed anche per questo non fece mai mancare il suo contributo. Le sue Note di qualifica, conservate a partire dal 1951 nell’archivio del Settore Personale del Comune, sono una sequenza ininterrotta di giudizi positivi (“Ottimo”). Ciò, a testimoniare come l’impegno sindacale non ha mai pregiudicato l’amore e l’attaccamento al lavoro. Le condizioni non erano sempre facili, specie negli anni ‘50 e ’60, caratterizzati da una serie di epidemie bovine e suine che portavano a impegni straordinari per i controlli, le vaccinazioni, gli abbattimenti. Di questo e delle capacità di Nello, le sue note di qualifica sono una documentazione oggettiva: quella del 1956, ad esempio, riporta “…ha svolto l’incarico di speciale importanza e di fiducia, molto lodevolmente, come segretario particolare del Sig. Sindaco [il ricordato breve periodo dell’avv. On.le Samuele Andreucci]. Ha contribuito molto lodevolmente alla campagna antitubercolare [bovina] del 1956. Merita una lode speciale per la sua volontà, capacità e serietà”.

 

Il 23 ottobre 1976, è nominato Segretario organizzativo della Federazione Provinciale Pensionati CISL di Forlì. A Cesena la Federazione Pensionati contava poco oltre 1.000 iscritti nel 1974, saliti a 2.500 a fine 1976: saranno circa 12.000 quando Nello lascerà l’incarico di Segretario Territoriale nel 1997. Dal 1977 al 1989, per tredici anni riveste l’incarico di Segretario Regionale della Federazione Pensionati FNP CISL. Per tutto questo periodo farà il pendolare, quasi quotidianamente, con Bologna.

Il 14 aprile 1977 si svolge il primo Congresso provinciale (Forlì-Cesena-Rimini), alla presenza del Segretario Nazionale Baldassarre Costantini, grande amico e maestro: Nello viene eletto Segretario Provinciale della FNP e manterrà l’incarico fino al 1981. Quando, alla morte di Costantini, si costituirà a Roma la Fondazione a lui dedicata, farà parte del Consiglio di Amministrazione.

Fra il luglio e il novembre del 1982 partecipa a due visite ufficiali della FNP a Vienna e a Bruxelles.

 

Dal 15 febbraio 1978 al 30 giugno 1983 è membro della Giunta della Camera di Commercio I.A.A. di Forlì, Presidente della Commissione R.E.C. (Registro Esercenti il Commercio) e delegato per i problemi con il personale. Al momento di lasciare l’incarico, il mensile dell’UST-CISL forlivese “Nuove frontiere”, pubblica una lettera inviata dal Presidente della CCIAA Avv. Roberto Pinza (di lì a poco, onorevole e, poi, titolare d’incarichi di governo): “Nel momento in cui si conclude il mandato di Nello Vaienti quale membro di Giunta della Camera di Commercio I.A.A. di Forlì, desidero esprimere a codesta Segreteria il più vivo e sentito elogio per l’opera dallo stesso svolta con grande capacità e assiduità, con assoluta lealtà istituzionale e con forte capacità di rappresentanza dei lavoratori”. Nello conserverà sempre un bellissimo ricordo del quinquennio in Camera di Commercio e numerosissimi saranno gli attestati di stima dei lavoratori camerali.

 

Durante gli anni ’70 sarà sindaco revisore della Cooperativa Edilizia Comunale e parteciperà attivamente al lavoro dei Consigli Tributari nella loro lotta capillare contro l’evasione fiscale: questo punto rappresenterà sempre uno dei cardini della sua lotta per l’equità e la giustizia sociale.

 

Sul finire degli anni ’70 inizia la sua collaborazione con il settimanale diocesano “Il Corriere Cesenate”, per il quale cura, con puntualità, una pagina con le notizie di interesse sindacale e socio-sanitario per gli anziani. Sarà fedele a questo compito fino al suo ultimo giorno: il 7 ottobre 2006 l’attacco di cuore lo colpirà nella sede della CISL, proprio dopo avere ultimato il notiziario di quell’ultima settimana.

 

Il 21 aprile 1981, in qualità di componente del Comitato Provinciale INPS, oltre che come Segretario Regionale della Federazione Pensionati, partecipa a un incontro con il Presidente Nazionale dell’INPS Ruggero Ravenna: il suo intervento affronta temi e fattibilità di soluzioni che hanno mantenuto per decenni (fino ad oggi?) una grande attualità. Lo fa nel consueto modo, diretto e semplice, rispettoso, ma senza timori reverenziali di sorta. Parlò del “riordino previdenziale”, delle condizioni critiche dell’Istituto, degli organici non adeguati e, tema a lui particolarmente caro, dei “privilegi”: “…Oltre a ciò, bisogna smettere con i privilegi, perché non è vero che i cittadini siano trattati tutti alla stessa maniera, nel momento del pagamento dei contributi: c’è chi guadagna milioni e milioni e non paga una lira, anche se, a detta di qualcuno, non froda nessuno perché ormai è tutto legittimato in questo strano mondo…”. Del tema della lotta agli ingiusti privilegi dei politici, dedicherà molte energie, dalla fine degli anni ’80 fino agli ultimi giorni.

Nello ricoprirà il suo incarico di componente del Comitato Provinciale INPS per dodici anni, fino al 1994.

 

 

4 – Gli Anni Ottanta e un impegno civile crescente

 

Il decennio si apre con il Primo Congresso Regionale della Federazione Nazionale dei Pensionati CISL a Covignano di Rimini, nel 1981. Il tema del Congresso é: “Gli Anziani, una presenza nuova nella società”. Qualcosa di nuovo sta avvenendo e il Congresso segna visibilmente l’esigenza degli anziani di essere protagonisti e attori consapevoli del loro ruolo nella nuova società italiana. Il Sindacato non può sottrarsi a questa esigenza e, anzi, se ne fa promotore. Gli anziani chiedono di avere voce in materie nuove che li vedano attori e non solo oggetto d’interventi: il welfare, la sanità, la giustizia sociale, la cultura, sono tappe di un cammino in salita ma al quale non si può rinunciare. E la sfida è raccolta, aprendo il Sindacato pensionati a tutti gli aspetti della società e del territorio, uscendo dalla solita e tradizionale pratica assistenziale e di sostegno per affrontare i tanti adempimenti burocratici.

 

E il metro di questa sensibilità troverà presto una sua occasione anche nella realtà cesenate.

Dopo lo scoppio che il 2 maggio 1982 devasta l’Istituto delle Sorelle dei Poveri di Santa Caterina da Siena, in Corso Comandini a Cesena, Nello e il Sindacato Pensionati sono anima e promotori del Comitato per la Ricostruzione (con il Marchese avv. Curzio Maria Ghini che ne assume la Presidenza e altri) che si scioglierà solo nel giugno 1989.[11] Lo scoppio ha reso inagibile il ricovero ed ha creato enormi difficoltà alle oltre quaranta ospiti anziane e, in alcuni casi, non autosufficienti. La devastazione è tale che le suore stanno per abbandonare Cesena e chiudere definitivamente la Casa di Riposo. Nello riesce a riunire le forze necessarie per l’impresa di ricostruzione che durerà molti anni.[12] e, alla fine, nel 1989, l’Istituto può riaprire, interamente rinnovato e offrire una soluzione dignitosa a decine di donne anziane e malate. I lavori continueranno poi, per la parte di competenza del Comune e per il ripristino del tratto di mura cittadine, per diversi anni ancora. Nel 1991 l’intervento di Nello è indirizzato al “recupero di un’area verde-giardino, per dare respiro e riposo alle anziane nei mesi primaverili ed estivi” e a questo scopo non manca di sollecitare sia l’istituzione religiosa che il Comune per le “Sorelle dei Poveri” (e per altre 12 fra Case di Riposo, RSA e Case protette del Comprensorio Cesenate), Nello si adopererà fino all’ultimo, fino all’estate del 2006, quando riuscirà ad ottenere un contributo della sempre presente Fondazione della Cassa di Risparmio per un impianto di condizionamento che allevierà le condizioni delle anziane ricoverate nei mesi estivi.

 

 

Fra il 1982 e il 1983 inizia per Nello una delle azioni più impegnative che sfocerà, dopo tredici anni di lotte, nella realizzazione del Reparto di Geriatria all’Ospedale “Maurizio Bufalini”, diretto dal prof. Pierpaolo Sartoni. I locali erano occupati dallo spaccio dei dipendenti e Nello dovette arrivare a minacciare denunce per riuscire a liberarli… poi ci furono grandi problemi per la progettazione… quindi per i finanziamenti e i lavori…poi per l’arredo necessario e, infine, per il personale infermieristico e ausiliario. Ma, alla fine, la cosa si realizzò, con enorme soddisfazione. Di questa vicende esemplare e di una collaborazione sostenuta da una fortissima tensione ideale, è conservata una copiosissima documentazione nei carteggi conservati da Nello. La sintesi necessaria per queste righe non può descrivere la complessità dell’operazione.

 

Nell’ottobre del 1988 è fra i fondatori -e componente del primo Consiglio Direttivo- dell’Università della Terza Età di Cesena, nata in ‘ambiente’ CISL, ma aperta a tutti: la seguirà con impegno crescente negli anni, specie dopo la scomparsa dell’amico e Presidente Lorenzo Bertozzi, coinvolgendo numerosi e qualificati docenti. Nella sua opera sarà affiancato per lunghi anni dal compianto prof. Giovanni Maroni che, con Nello e gli altri, condividerà le finalità dell’U.T.E. Dallo Statuto del 1988 a oggi tali linee-guida sono rimaste (anche letteralmente) intatte nell’importanza: “… recuperare e mantenere il gusto e la soddisfazione del sapere e la stimolante curiosità di imparare cose nuove; … favorire la socializzazione e combattere la solitudine, l’isolamento e la depressione, aprendo a nuovi rapporti di vera amicizia; … contrastare l’involuzione del corpo e della mente e mantenere la creatività dello spirito giovanile; … promuovere la conoscenza, la scoperta e il recupero delle proprie radici storiche; … segnalare opere d’arte che necessitano di restauro o recupero per una loro buona conservazione; … offrire un aiuto fisico all’anziano, con nozioni di carattere sanitario e alimentare”. Unitamente alla CISL, va ricordato il contributo all’UTE della Fondazione CARISP di Cesena e della Fondazione Maria Fantini onlus, che concederà una generosa ospitalità all’UTE, grazie all’indimenticato Presidente prof. Giobbe Gentili, fraterno e stimatissimo amico di Nello.

 

Sempre nel 1988, sulla scorta dell’esperienza maturata in occasione dei frequenti ricoveri ospedalieri della suocera novantenne, affronta il problema delle cosiddette “badanti ospedaliere”: sono, allora, esclusivamente italiane e il loro lavoro avviene al di fuori di ogni regolamentazione e garanzia e, naturalmente, del tutto ‘in nero‘. Nello, con la FNP promuove una serie d’indagini conoscitive da parte della Regione ed ha numerosissimi contatti con la Direzione dell’A.S.L. di Cesena. Si giungerà, anni dopo, alla formazione di elenchi, a un qualche controllo su orari, prestazioni e tariffe. Poi il fenomeno esploderà (più nelle abitazioni private) con il ‘boom’ dell’immigrazione dai paesi dell’est europeo, fino ai livelli odierni.

 

Il 9 maggio 1989 gli viene conferita la Croce di Ufficiale dell’Ordine al Merito Melitense, da parte del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta, per le benemerenze acquisite in campo sociale e assistenziale e, in particolare, per il ricordato impegno profuso per la ricostruzione della Casa di Riposo delle Sorelle dei Poveri di Santa Caterina da Siena e per il contributo e l’impegno tenace che portò, dopo tredici anni di lavoro, alla realizzazione del Reparto di Geriatria al Bufalini.

 

Nella primavera del 1989, lascia l’incarico di Segretario Regionale dei Pensionati CISL dell’Emilia-Romagna, dando inizio a un percorso a ferro di cavallo -per lui doveroso- che lo porterà via via ad abbandonare gli incarichi di maggior rilievo per continuare l’impegno del semplice militante, come aveva fatto ai suoi inizi, negli anni ’50.

L’8 aprile del 1989, viene eletto Segretario Generale Territoriale della FNP-CISL di Cesena. La sua attività è continua e ben presto i frutti si vedono, con un notevolissimo incremento di iscritti. Nello continua anche nella sua opera di apertura a tutte le realtà sociali del territorio: le sue comunicazioni, le sue lettere, le fotocopie di documenti diventano un mezzo di contatto e d’informazione, ma anche una chiave che apre, prima o poi, molte porte e riscuote stima e rispetto in ogni ambiente. “L’animatore della comunicazione e della cultura è fondamentale, direi indispensabile. Partecipa, s’interessa, si appassiona, contagia, organizza, ricerca, ritaglia, distribuisce… Fornire alle persone giuste, a chi opera nel vastissimo campo del sociale, notizie utili e interessanti, in modo continuativo e tempestivamente, è un grosso investimento, non è uno spreco… seminare molto e bene, per poter raccogliere i frutti della fatica e dell’impegno…”[13]

 

 

5 – Gli anni Novanta. Ancora impegno e battaglie civili

 

Nel maggio 1990 muore, ultranovantenne, Isolina Baldazzi, infermiera storica del “Bufalini” negli anni della Guerra e seconda madre per Nello. Impegnandosi nel seguirne i lunghi anni di malattia Nello aveva conosciuto direttamente le esigenze e i bisogni degli anziani e si era prodigato, con il Prof. Sartoni, per la realizzazione del Reparto di Geriatria a Cesena.

 

L’8 aprile 1991 la CISL di Cesena (Segretario Generale Territoriale è Gino Della Vittoria) partecipa alle celebrazioni del 40° Anniversario della fondazione della CISL (30 aprile 1950, preceduta dalla Libera CGIL). Ciò che avvenne a Roma avvenne anche a Cesena: Ugo Mondazzi uscì dalla CGIL e fondò il Sindacato Libero Democratico, assieme a Guerrino Tappi, Beniamino Urioli, Enzo Merendi, Astorre Visani, Nello Vaienti e altri. Con pochi mezzi, uno spirito battagliero e una grande capacità di servizio, costruirono il primo nucleo della CISL cesenate. La storia, sulla base anche di documenti originali forniti da Nello, è stata curata da Maria Antonietta Aloisi nel bel libretto edito per l’occasione[14]. Sul Corriere Cesenate del 15 giugno 1991, Nello pubblicò un lungo articolo nel quale raccolse alcune memorie e flash significativi: “… dalle prime riunioni in vicolo Almerici (non esiste più) della Libera CGIL in tre “buchi di stanze”, un’ex legnaia che grondava umidità e un’insegna con una lamiera dell’Officina Placucci, che divenne presto bersaglio nelle ore notturne … e, ancora, il 14 luglio del 1948 (attentato a Togliatti), quando Nello, che abitava in vicolo Masini si portò a casa, per prudenza, i libri del sindacato, dopo l’assalto alla sede della Democrazia Cristiana in Via Chiaramonti e le minacce alla Casa dell’Edera (quella che sarà la storica sede del Partito Repubblicano), alla quale si oppose senza tentennamenti, schierando una mitragliatrice, il futuro Sen. Libero Gualtieri[15]. Tempi difficili, conclude l’articolo di Nello, ma “…valeva la pena subire minacce, pur di organizzare un sindacato libero…”.

E, ancora, le buste rivoltate e consegnate a mano per risparmiare e le interminabili riunioni, spesso in campagna, fino a tarda notte e il lavoro, il giorno seguente. Poi la sede di Via Chiaramonti, con locali finalmente più ampi e luminosi e poi Via Uberti e Via Aldini fino all’attuale Via Renato Serra. Non solo memoria di luoghi, ma anche di lotte e “vertenze” memorabili, in un clima di grande disoccupazione e miseria: nelle fornaci (Maria Senni), nei tabacchifici (Luigia Domeniconi) e nei primi magazzini ortofrutticoli privati (le cooperative sarebbero venute solo una decina di anni dopo) le segherie, lo Zuccherificio, gli ultimi anni di attività delle miniere di zolfo, i coloni e braccianti. Erano i tempi dell’indennità di caro-pane…erano i tempi in cui, in un tabacchificio, Nello e Urioli scoprirono che, anziché essere un contributo, i padroni l’avevano trasformata in una trattenuta

 

Poche settimane dopo, a metà maggio, arriva la notizia dell’improvvisa e prematura scomparsa di Dario Sacchetti, uno degli amici più cari di Nello: diverse fasi della loro vita e del loro impegno si sono indirizzate verso obiettivi comuni. Una reciproca e totale stima li aveva visti spesso vicini, pur nella diversità dell’impegno: tecnico, politico-amministrativo, sorretto da grandissima preparazione culturale e specifica quello di Dario, più giocato sul versante ‘sociale e sindacale’ quello di Nello. Ma la coincidenza su valori fondamentali era perfetta e la perdita di Dario Sacchetti, assai più giovane di lui, sarà fortemente sentita da Nello, che lo ricorderà fino alla fine.

 

Il 4 luglio 1992 è nominato socio della Fondazione della Cassa di Risparmio di Cesena, incarico che ricoprirà, riconfermato, fino alla morte: sarà l’occasione preziosa per portare all’attenzione dell’Assemblea e del Consiglio numerose iniziative a favore di categorie particolarmente ‘deboli’ e, anche, per suggerire interventi di recupero su alcune aree della città per le quali, da anni, sta conducendo una campagna ostinata e, spesso, quasi solitaria (l’abside della Chiesa demolita di San Francesco, la Piazza Bufalini, il ripristino delle coperture in pietra d’Istria del Ponte Vecchio, Piazza Aguselli e la sua fontana in cotto, e molti altri luoghi e monumenti).

 

Nel 1993 è confermato come Segretario Generale del Territorio di Cesena della FNP-CISL e manterrà l’incarico fino al 1997.

L’esplodere del fenomeno della corruzione politica e dei privilegi dei potenti, inclusi i parlamentari, lo porta, dopo “Mani Pulite” a immergersi in una lotta per l’etica in politica e la giustizia che lo accompagnerà fino alla fine. Raccoglie un dossier imponente sui cosiddetti “privilegi dei parlamentari”, con approfondimenti a livello di trattamento contributivo, previdenziale e pensionistico e dà corpo a iniziative e a contatti ai massimi livelli politici nazionali. Utilizza spessissimo, in nome della ‘trasparenza’ le norme della legge n. 241/1990 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi), la cita quasi sempre a chiusura delle sue numerose lettere a responsabili di Enti e Istituzioni dello Stato e, non di rado –minacciando in caso di mancate risposte il ricorso alla Magistratura- riesce ad ottenere l’accesso ai dati che lo interessano. In particolare, partendo proprio dai “privilegi” della classe politica (e non solo), inizia un percorso che lo porterà in contatto epistolare con personalità politiche dell’epoca, giornalisti e pubblicisti, anticipando di diversi anni i contenuti del famoso libro di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo[16] sulla “casta”, che prese origine da una lunga serie di articoli apparsi su Il Corriere della Sera. Le sempre più gravi condizioni di salute della moglie impediranno a Nello di pubblicare estratti del materiale raccolto fino ai primissimi anni Duemila.

 

Nell’agosto 1994 la moglie Carmen è colpita da una violentissima forma di meningite e mielite. Nello è solo, essendo il figlio in Colombia con la moglie per l’adozione di Pietro (potrà rientrare solo a fine di settembre). Carmen rimasta a lungo fra la vita e la morte, inizia una degenza ospedaliera di oltre otto mesi. Non recupererà completamente l’uso degli arti inferiori e avrà sempre dolori lancinanti per le lesioni midollari.

 

Una ‘parentesi culturale’ arriva nel maggio 1995 quando l’Accademia Pascoliana di San Mauro Pascoli, lo nomina Accademico Pascoliano Corrispondente: seguirà con passione, spinto dall’amore per la poesia, l’attività della prestigiosa Accademia, retta per lunghi anni dal professor Mario Pazzaglia

 

Dalla metà degli Anni Novanta si impegna particolarmente per promuovere nelle strutture pubbliche la “lotta contro il dolore”, una problematica ancora non riconosciuta in molti luoghi di cura, alla quale Nello è particolarmente sensibile per le vicende della malattia della moglie. Si documenta a fondo e diventa promotore di un provvedimento della Regione Emilia-Romagna in questa materia. In stretto rapporto con un esperto, il Dr. Nicola Monachese, che ha introdotto tecniche innovative in materia antalgica, con sperimentazioni di metodiche statunitensi nelle strutture di cura di Rimini, Ravenna e San Marino, Nello partecipa con la testimonianza della malattia della moglie nel giugno 2006, a un importante convegno medico sulle terapie antalgiche, organizzato dall’ospedale della Repubblica di San Marino. La legge Regionale vedrà la luce nei giorni immediatamente seguenti la morte di Nello e il testo sarà consegnato alla famiglia dal Segretario Regionale CISL al termine del funerale, quasi a coronamento di un impegno ultra-decennale.

Dal 1996 Nello inizia a seguire la problematica dei contributi previsti per l’abbattimento delle barriere architettoniche: segue la cosa sia a livello locale, che regionale, in particolare negli ultimissimi anni di vita, quando si rende conto del fatto che il Comune continua a pubblicare i bandi per i contributi, senza avere nessun fondo da parte della Regione. La cosa trova una parziale soluzione, anche in questo caso, nel 2006, interessando l’assessore regionale e la Presidente del Consiglio Regionale, la cesenate prof.ssa Monica Donini.

 

Il 17 febbraio 1998 gli è conferito il premio di Fedeltà al Lavoro nel corso della cerimonia organizzata a Forlì dalla Camera di Commercio, con la seguente motivazione: “A Nello Vaienti, per la sua lunga, appassionata, qualificata attività nel campo della solidarietà sociale”. A consegnarlo l’allora Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, Prof. Tiziano Treu.

L’8 marzo 1997 lascia l’incarico di Segretario Territoriale (primo congresso per il territorio unificato di Cesena e Forlì) e mantiene solo quello di Segretario Comunale di Cesena, continuando a far parte del Consiglio Generale della CISL.

 

Il 28 agosto 1999, nella cripta della Cattedrale festeggia le ‘Nozze d’oro’ con Carmen, per quel giorno risparmiata dai suoi dolori lancinanti.

 

Nella prima metà degli anni ’90, quando è Vescovo di Cesena-Sarsina Lino Garavaglia, Nello offre il suo contributo alla realizzazione della Casa del Clero, in Piazza Isei, luogo nel quale possano trovare un sereno e dignitoso luogo di ritiro i sacerdoti anziani, dopo avere esaurito il periodo del loro ministero nelle parrocchie. Certamente il ricordo degli anni della difficile adolescenza e prima giovinezza avrà avuto un peso importante, rinnovando la gratitudine per il Seminario Regionale “Benedetto XV” di Bologna e per chi aveva aperto le porte al giovane orfano di entrambe i genitori.

 

Dal 2000 fino alla morte è Presidente della Sezione di Cesena dell’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi Guerra, di cui fa parte dal dopoguerra, negli anni segnati dalla malattia contratta durante il servizio militare. Fin dall’inizio del suo mandato si fa energico portavoce di un’azione per consentire agli invalidi residenti a Cesena di poter provvedere al rinnovo della patente senza doversi recare, con molti disagi, nella sede di Forlì. La cosa avrà esito positivo nel 2005-2006, con il contributo, negli ultimi tempi, del Difensore Civico Paride Bertozzi.

 

Riferiti al 2001 (probabilmente per il Congresso FNP-CISL), ho trovato appunti (sue le sottolineature) di un intervento nel quale traccia un bilancio concreto, senza arrendevolezza, senza che traspaia la sua età avanzata:“…Cari amici, per me il cammino si è fatto lunghissimo e si accorcia la prospettiva, per cui il tempo è doppiamente prezioso…” e, subito dopo, inizia con gli argomenti a lui cari: la Previdenza, la capacità vertenziale e il vecchio tema della ‘democrazia interna alla Federazione sindacale’.

“…NOI E LA CISL: urge porre fine ad una palese ingiustizia e ad un trattamento sperequato. Se siamo tutti assieme CISL, noi della FNP non possiamo essere solo una categoria e, tanto meno, una corrente d’interessi particolari, anche se legittimi. Allora dobbiamo essere parte decisionale, quando e dove si affrontano i problemi e si impostano vertenze sul LAVORO, la SANITA’, il FISCO, la CASA, la PREVIDENZA e l’ASSISTENZA. Non ci bastano la stima, le belle parole, le vacanze, le medaglie, gli attestati, la comprensione che, a volte, assomiglia a compassione. Vogliamo contare come soci alla pari ove si decide e assumere responsabilità a largo raggio… La genuina potenzialità della FNP ora è decapitata e smozzata e viene valutata maggiormente –in concreto- come fonte di finanziamento e forza di complemento e di riserva, più che come fucina di persone decise, combattive e forza di sfondamento. La FNP non può essere solo il deposito delle salmerie e la riserva per l’emergenza: può e deve partecipare, assieme ai lavoratori attivi, all’elaborazione dei piani tattici (piattaforme) e alle azioni di sfondamento (vertenze, manifestazioni)”.

 

Nell’agosto 2002 si rafforza la sua iniziativa per rendere possibili le prenotazioni specialistiche anche nelle farmacie, sull’esempio di altre realtà, fra cui Bologna. Nonostante l’impegno e i numerosi contatti con la direzione amministrativa e sanitaria dell’A.S.L. di Cesena e con l’Associazione dei Farmacisti, il progetto non si concretizzò prima della sua morte.

 

L’8 ottobre 2002, partecipando alle celebrazioni per il 50° anniversario della FNP, presenta una relazione su: “La Federazione Nazionale Pensionati da Giulio Pastore ad oggi”.  Al termine, un auspicio e un invito significativi, quasi il lascito di un anziano operatore che si è speso nel Sindacato:

“…dopo 50 anni di lotte e di conquiste, ringraziamo tutti coloro che vi hanno partecipato, soprattutto i più anziani e quelli che ci hanno lasciato, ma diamo coraggio, stima, fiducia e amicizia ai nuovi quadri, a tutti i livelli. Essi costituiscono il futuro della CISL.  Carissimi, il tempo sarà, anche in futuro, sicuramente galantuomo, premiando i veri operatori di giustizia. Vi abbraccio tutti e sinceramente vi saluto con cordialità, riconoscenza e affetto, invitandovi a continuare a “Seminare” nell’immenso campo del mondo del lavoro e, quando si tireranno i remi in barca, “a lasciare il posto pulito”.

 

 

6 – Gli ultimi anni

 

Il 15 marzo 2003, nel quadro delle celebrazioni per i 140 anni della Camera di Commercio di Forlì-Cesena, riceve dal Presidente Sergio Mazzi e dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi, una medaglia in riconoscimento del lavoro svolto nella Giunta Camerale fra il 1978 e il 1983.

 

Il 9 ottobre 2003, dopo una dolorosa agonia e oltre nove anni di sofferenze, muore la moglie Carmen.

 

Dopo alcuni mesi, Nello riprende la sua attività e nel 2004 inizia a interessarsi al risarcimento per il lavoro forzato in Germania dei militari italiani deportati (Internati Militari Italiani dopo l’8 settembre 1943). La cosa avrà un esito positivo nel periodo immediatamente successivo alla scomparsa di Nello, con una proposta di legge che prevede un risarcimento, anche se ‘simbolico’ agli Internati o ai loro superstiti. In questa iniziativa, che contribuisce a riaprire il dibattito storico sulle forme di Resistenza dei militari italiani sorpresi all’estero dalle vicende dell’8 settembre e internati nei lager per il lavoro forzato in favore dell’industria e dell’industria bellica tedesca, Nello è affiancato dal cugino Pietro Vaenti. Noto in Albania nei decenni seguenti la guerra come il partigiano ‘Petri’, Vaenti non aveva deposto le armi dopo l’Armistizio e si era unito prima ai partigiani greci e poi a quelli albanesi. Dopo la morte di Pietro, un libro verrà edito dall’Istituto Storico “V.E. Giuntella” di Cesena -fondato e presieduto da Pietro fino alla sua morte, nel novembre 2011-, a ricordo del coraggioso rifiuto di collaborare con i fascisti di Salò da parte della stragrande maggioranza dei militari italiani internati. Con tale scelta essi accettarono la reclusione e il lavoro forzato fino alla fine della guerra (ne morirono oltre 50.000) piuttosto che rientrare in Italia a fianco dei ‘repubblichini’.[17]

 

Il 10 febbraio 2005 Nello lascia anche l’incarico di Segretario Comunale FNP di Cesena e torna a essere un semplice iscritto-collaboratore, completando il suo percorso a ferro di cavallo. Continua tuttavia il suo impegno quotidiano, e trascorre 7-8 ore al giorno al Sindacato, anche il sabato, come aveva sempre fatto.

Proprio al Sindacato CISL, il sabato 7 ottobre 2006, lo coglie il malore che, di lì a poche ore, lo conduce alla morte, in una città che sta preparandosi alla sua “Notte Bianca”, con tanti amici che apprenderanno la notizia sui pulmann, di ritorno dal pellegrinaggio diocesano a Roma, dal Papa.

Sono trascorsi quasi tre anni esatti (9 ottobre 2003) dalla morte di Carmen e le sue ultime parole sono per lei.

Innumerevoli gli amici, conoscenti ed estimatori, di tutte le estrazioni e di tutte le aree politiche, che parteciperanno il 10 ottobre ai suoi funerali, nella Parrocchia dell’Osservanza che frequentava da oltre cinquant’anni. Di lì a qualche tempo il Sindacato CISL intitolerà a Nello la Sala per assemblee e riunioni nella sede di Via Renato Serra.

A dieci anni dalla morte il Comune di Cesena ha intitolato a Nello Vaienti un piccolo piazzale-parcheggio nella zona di San Vittore, antistante la sede dell’Azienda Amadori.[18]

 

Le parole del compianto Vescovo Antonio Lanfranchi mi paiono le più adatte, a chiusura di queste note sul percorso terreno di Nello:

“… La nostra comunità cristiana e il movimento sindacale hanno beneficiato per lunghi anni della sua operosa e coraggiosa testimonianza tesa a portare nella nostra società la rivoluzione del Vangelo, attualizzata per le sfide che dobbiamo affrontare dalla dottrina sociale della Chiesa. Una testimonianza operosa che proiettava nell’azione sociale la ricchezza di fede che connotava la sua responsabilità di credente e la sua convinta partecipazione alla vita della Chiesa: con disponibilità all’amicizia e al dialogo. … Il Signore … solleciti gli amici coi quali ha condiviso tante buone battaglie e imprese a far fruttificare l’eredità che oggi è a loro consegnata…”[19]

 

 

Daniele Vaienti

 

[1] D. Vaienti, Nello, con leggerezza… un anno dopo, Cesena, STILGRAF, 2011

[2] D. Vaienti – FNP-CISL, La popolazione anziana in 17 Comuni dell’Emilia-Romagna, Cesena, Collana Ufficio Studi, n. 35, Centro Stampa Comunale, 1984

[3] Dichiarazione del Rettore del Pontificio Seminario “Benedetto XV” di Bologna, dell’11 gennaio 1942 :“…il giovane Vaienti Nello del fu Giovanni, nato a Cesena il 26.2.1920, è stato alunno del Seminario Regionale di Bologna, ove ha compiuto tutto il corso liceale, negli anni 1935-1938”.

[4] Comune di Cesena, Delibera n. 120 del 21.2.1942

[5] Foglio Matricolare Nello Vaienti

[6] Comune di Cesena, Deliberazione di Giunta n. 883, 28.6.1956

[7] Comune di Cesena, Deliberazione di Giunta n. 46 del 29.5.1965, con decorrenza 1.1.1966

[8] T. Cantori, Alla ricerca delle pietre perdute. Il restauro delle parti lapidee del ponte Clemente di Cesena, pp. 5, 33, Cesena, SOCIETA’ EDITRICE “IL PONTE VECCHIO”, 2010

[9] N. Vaienti, Manoscritto intervento 17 ottobre 1970, Convegno Forlì Quadri U.S.P. CISL

[10] N. Vaienti, Lettera 26 giugno 2000 al Direttivo FISASCAT CISL

[11] C.M. Ghini, Relazione Comitato per la ricostruzione della Casa di Riposo Sorelle dei Poveri di Cesena, dattiloscritto, 24 luglio 1989

[12] Per una storia dettagliata e documentata della vicenda Cfr. C. Riva, Umili, nascoste, ma vive! Le Sorelle dei Poveri a Cesena (1938-2013), Cesena, STILGRAF, 2014, pp. 8, 47-99 e numerosi articoli su Corriere Cesenate e Il Resto del Carlino (cronaca di Cesena) a firma di N. Vaienti e P. Bonfé. Altri articoli compaiono sul mensile Il Savio, su L’Avvenire, mentre La Repubblica (Cronaca di Romagna) del 25 agosto 1982 riporta l’appello di cui è promotore Nello Vaienti (Appello per l’ospizio di Cesena. Anziane e anche terremotate)

[13] N. Vaienti, Lettera 21 gennaio 2003 alla Segreteria Nazionale, a quella Regionale e a quelle Territoriali FNP-CISL dell’Emilia-Romagna

[14] M.A. Aloisi, 1950-1990. 40 anni di CISL a Cesena e nel suo territorio,  p.12, Cesena, STILGRAF, 1991

[15] D. Vaienti, Cesena,: uomini ed elezioni dall’Unità d’Italia ad oggi, Collana Ufficio Studi Comune di Cesena,  n. 115, p. 188, Cesena, STILGRAF, 2009

[16] G.A. Stella – S. Rizzo, La casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili,  Milano, RIZZOLI, 2007

[17] D. Vaienti, M. Balestra, C. Riva, Istituto Storico dei Lager Nazisti ‘V.E. Giuntella’ (a cura di), Il Gran Rifiuto. Storia e storie dei militari italiani internati nei lager dopo l’8 settembre 1943. Con un ricordo di Pietro Vaenti (Petri), Cesena, STILGRAF, 2013

[18] Comune di Cesena, delibera n. 329 del 22.11.2016 (Aut. Prefettura di Forlì-Cesena dell’1.2.2017)

[19] Mons. Antonio Lanfranchi Vescovo di Cesena-Sarsina, lettera, 10 ottobre 2006