Biella: 8^ Festa Comitato Associazioni d’Arma

  

8a FESTA COMITATO ASSOCIAZIONI D’ARMA BIELLA 65° ANNIVERSARIO COSTITUZIONE SEZIONE DI BIELLA ASS. NAZ. PARACADUTISTI D’ITALIA

Oggi Biella si arricchisce di un nuovo pezzo di storia: il monumento alla memoria dei paracadutisti d’Italia. Ma un monumento, perché abbia senso, deve essere guardato e capito, non è un semplice pezzo di pietra piantato in un prato. È certamente fatto di pietra, ma dentro è fatto con il sangue di quelli che sono morti per permetterci di essere qui, oggi, liberi, ma con un concetto strano di libertà: liberi di non guardarlo, di passargli davanti con un cellulare in mano scrivendo e dicendo fesserie. Il monumento non è mai una presenza silente, è imbarazzante per chi vuole mentire alla Storia. Non vederlo è diventato il nostro modo di essere liberi. Non vogliamo più sapere cosa significa un pezzo di ferro con un mulo e un alpino, un’elica, un bersagliere, un’ancora, il largo Decorati al Valor Militare d’Italia. Più nessuno insegna il senso di due parole semplici: PATRIA e TRADIZIONE. Non si insegnano più nelle scuole, nelle famiglie e dai pulpiti delle chiese, dimenticando che perdere il loro significato vuol dire cancellare il concetto di Stato sovrano e di popolo sovrano, proprio nel momento in cui davanti e intorno a noi si consolidano altre culture con un senso ben preciso di PATRIA e TRADIZIONE. E la libertà di non ricordare di essere stati uno Stato sovrano e un popolo sovrano dove ci ha portato? Bastano il caso dei Marò o più recentemente il caso Regeni, dove la nostra libertà è quella di parlarne al bar, tra una Juventus e un Valentino Rossi. Questa è la conseguenza di avere cancellato dalla nostra memoria i concetti semplici di PATRIA e TRADIZIONE dietro cui si continuano a intravedere ombre destabilizzanti nei due sensi, destra e sinistra, perché il monumento prende col tempo un colore politico differente, secondo chi disegna la Storia spicciola e tangentista del momento. Sinistra e destra, tutto si riconduce in schemi collettivi in cui lui, il monumento, non rientra perché è rimasto pericolosamente non addomesticabile dalla subdola volontà opportunista di silenzio, un fastidio per la gente che sopporta male la presenza di una memoria che implica ragionamenti differenti. E poi il monumento ha la pericolosa tendenza di continuare a difendere ideali che rovinano i sonni pacifisti di sinistre e destre in agonia. Il politico cambia e un modo di pensare lo segue e con lui cambia il concetto di libertà. Il monumento, invece, rimane una presenza immobile che costringe ad ascoltarlo, a ragionare in confronto. E la cosa, per una società di teste poco pensanti, è imbarazzante e pericolosa. E se provassimo a invertire questo malsano concetto di libertà? Se, passando davanti a un monumento che ricorda chi è morto per permettere a noi che siamo venuti dopo di scrivere fesserie su un cellulare, ci fermassimo un momento, spegnessimo il cellulare e leggessimo in silenzio quello che è scritto sulla pietra, invece di fare finta di cantare l’Inno di Mameli e sventolare ogni tanto il Tricolore? Forse, potremmo incominciare a pagare il nostro debito con la Storia e ricordare di essere debitori in un mondo che ha scelto liberamente di non ricordare di essere debitori, perché essere debitori è seccante, è anacronistico ed è antipolitico. Forse potremmo essere realmente liberi, nel senso più alto di questa parola, che per realizzarsi ha avuto bisogno di sangue e morti. Questo dovrebbe essere il valore aggiunto del pezzo di pietra che Gulmini e i suoi paracadutisti hanno piantato in un prato: perché la sua presenza ci ricordi quella funzione di difesa dei valori che la società civile gli ha dato, e ci permetta di ritornare liberi di ricordare e ritrovare nella memoria della nostra storia la forza di essere ancora un POPOLO SOVRANO in uno STATO SOVRANO. Grazie.

 

Biella, 22 Maggio 2016

DOTTOR TOMASO VIALARDI SANDIGLIANO

Membro Rappresentante del Comitato d’Arma Biella

Presidente dell’Istituto del Nastro Azzurro, Federazione di Biella e Vercelli

Coordinatore per il Piemonte dell’Ass. Naz. Voloire (Reggimento Artiglieria a cavallo – Milano)