Capitano Franco BALBIS – Medaglia d’Oro al Valor Militare

  

Franco Balbis nacque a Torino il 16 ottobre 1911. Conseguita la licenza liceale ed ammesso nell’ottobre 1930 all’Accademia Militare di Artiglieria e Genio, fu nominato sottotenente di artiglieria in s.p.e. nell’ottobre 1932. Dopo aver frequentato la Scuola di Applicazione, promosso tenente, fu destinato all’8° rgt.a in Verona. Nel novembre 1935 fu ammesso all’Istituto superiore di guerra e ne frequentò i corsi, ma nel febbraio 1841 ottenne a domanda di essere inviato ai reparti combattenti in Africa Settentrionale. Raggiunse così l’Africa e venne destinato al Comando della Divisione “Pavia”. Promosso capitano e trasferito al Comando della Divisione “Trieste”, nel 1942 combattè a Ai nel Gazala e a El Alamein. Rimpatriato nel marzo del 1943, fu inviato in Croazia quale addetto al Comando del V Corpo d’Armata. Dopo gli avvenimenti dell’8 settenbre 1943 rientrò a Torino ed entrò nelle organizzazioni militari clandestine. Arrestato la mattina del 31 marzo 1944 e tradotto al Comando tedesco, dopo un sommario processo fu condannato a morte e fucilato nel Poligono del Martinetto all’alba del 5 aprile. Nel testamento spirituale inviato ai genitori scrisse:

“La Divina Provvidenza non ha concesso che io offrissi all’Italia sui campi d’Africa quella vita che ho dedicato alla Patria il giorno che io vestii per la prima volta il grigioverde. Iddio mi permette oggi di dare l’olocausto supremo di tutto me stesso all’Italia nostra ed io ne sono lieto, orgoglioso e felice. Possa il mio sangue servire per ricostruire l’unità italiana e per riportare la nostra terra ad essere onorata e stimata nel mondo intero”

Al Capitano Balbis, già decorato di due Medaglie d’Argento al Valor Militare e di una Croce di Ferro di 1^ classe fu conferita la Medaglia d’Oro alla memoria

“Magnifica figura di soldato e di partigiano, subito dopo l’armistizio assumeva la consulenza tecnica del primo Comitato militare piemontese e la direzione di attività di combattimento, prodigandosi con completa dedizione, con illuminata perizia e con supremo sprezzo del pericolo. Catturato, sottoposto a giudizio e condannato a morte, manteneva durante gli strazianti interrogatori e durante tutto il processo il contegno dei forti, ed affrontava con fierezza il plotone di esecuzione cadendo al grido di “Viva l’Italia”. Fulgida figura di patriota assunto, con l’offerta della propria vita, al cielo degli eroi d’Italia – Torino, 5 aprile 1944”