PAOLO CACCIA DOMINIONI – EDUARDO ARDITO – GIACOMO PATTI – GIACOMO MASSAROTTI: MEDAGLIA D’ORO AL VALORE DELL’ESERCITO

  

 PAOLO CACCIA DOMINIONI

Già comandante del 31° battaglione guastatori del genio nelle battaglie di El Alamein, dopo la fine della seconda guerra mondiale svolgeva volontariamente, per oltre 12 anni, l’alta ed ardua missione di ricerca delle salme dei caduti di ogni nazione, disperse tra le sabbie del deserto egiziano, incurante dei disagi, dei sacrifici e dei rischi che essa continuamente comportava. Con cosciente ed elevata preparazione tecnico-militare, coraggio e sprezzo del pericolo, conduceva personalmente le ricerche tra i campi minati ancora attivi, nel corso delle quali veniva coinvolto per ben due volte nell’esplosione delle mine a seguito delle quali un suo gregario veniva seriamente ferito e ben sei suoi collaboratori beduini perdevano la vita. Grazie alla sua opera, oltre 1500 salme italiane disperse nel deserto, unitamente a più di 300 di altra nazionalità, venivano ritrovate e altre 1000, rimaste senza nome, venivano identificate e restituite, con le prime, al ricordo, alla pietà ed all’affetto dei loro cari. Inoltre, 4814 caduti riposano oggi nel sacrario militare italiano di El Alamein, da lui progettato e costruito, a tramandarne le gesta ed il ricordo alle generazioni che seguiranno. Comandante, ingegnere, architetto, scrittore ed artista, più volte decorato al valore militare, ha lasciato mirabile traccia di sè in ogni sua opera, dalle quali è derivato grande onore all’Esercito italiano, sommo prestigio al nome della patria e profondo conforto al dolore della comunità nazionale, duramente provata dai lutti della guerra”. El Alamein (Sahara occidentale egiziano), 1942-1962.

 EDUARDO ARDITO “alla memoria”

“Sottrattosi alla cattura con il suo reparto da parte del nemico a seguito degli eventi tumultuosi verificatisi dopo l’8 settembre 1943, continuava, con sereno coraggio, costante abnegazione, perizia e valore, a prestare la sua opera, pur in condizioni di estrema difficoltà, a favore dei commilitoni e della popolazione civile. Il 21 maggio 1944, dopo essersi prodigato oltre ogni limite di umana resistenza, soccombeva in Grecia, nella città di Mesolourion, ad una violenta epidemia di tifo esantematico che contraeva curando – senza distinzione di nazionalità e incurante del grave pericolo a cui esponeva la propria vita – gli infermi che a lui si affidavano. Il ricordo della sua encomiabile opera e’ ancora vivo fra la popolazione di quel paese che ne perpetua tuttora la memoria. Fulgida figura di soldato, di medico e di eroe, che spinto da altissimi sentimenti di fedeltà al giuramento prestato all’esercito e da un altissimo senso del dovere si e’ sempre impegnato con generosità, altruismo e determinazione fino all’estremo sacrificio della vita, elevando l’immagine dell’Esercito italiano e dell’intera nazione”. Mesolourion (Grecia), 8 settembre 1943-21 maggio 1944.

 GIACOMO PATTI

“Comandante di squadra fucilieri, inquadrata nella Task Force “Antica Babilonia” in Iraq, attraversava di slancio il ponte sul fiume Eufrate che costituiva l’obiettivo della sua compagnia, rispondendo con l’armamento di bordo del proprio veicolo cingolato al violento fuoco delle milizie avversarie. Assicurata sulla sponda del fiume una posizione che agevolasse l’immissione di un altro plotone, operava con coraggio e tenacia, esponendosi con il proprio veicolo per consentire al resto della propria unità di sistemarsi a difesa. Benchè più volte in palese difficoltà a causa dei ripetuti inceppamenti dell’armamento di bordo causati dall’intenso fuoco erogato, si prodigava per riportare in efficienza l’arma che manovrava personalmente. Rincuorava inoltre i sottoposti, incitandoli con l’esempio e con la parola a mantenere le posizioni. Riusciva così a resistere per circa 14 ore, fino al termine dei combattimenti, contribuendo in maniera determinante al pieno successo dell’azione senza subire alcuna perdita. Magnifico graduato, esempio di altissima professionalità, indomito coraggio e profondo attaccamento ai propri uomini”. An Nasiriyah (Iraq), 6 aprile 2004.

 GIACOMO MASSAROTTO

 

“Comandante della 3ª compagnia nell’ambito dell’operazione “Antica Babilonia” in Iraq, ricevuto il compito di acquisire il ponte “Charlie” nella città di An Nasiriyah, nel corso del movimento veniva attaccato da forze ostili. In tale circostanza, con mirabile reattività e tempestività, provvedeva inizialmente ad annullare ogni capacità di minaccia del nemico a tergo del suo dispositivo, attestandosi, successivamente, sulla sponda sud del fiume Eufrate. Mentre predisponeva a difesa i propri uomini, veniva nuovamente attaccato da violento fuoco di armi controcarro, mortai e mitragliatrici pesanti, proveniente da elementi arroccati sulla sponda nord dell’Eufrate. In particolare, nel momento critico in cui il dispositivo della compagnia stava per cedere sotto l’enorme pressione avversaria, incitava i suoi lagunari a non desistere e si lanciava in avanti ingaggiando gli avversari con violente e micidiali raffiche della sua arma di bordo. In tal modo, prontamente e fedelmente seguito dai suoi uomini al fine di proteggere il fianco destro dello schieramento, assicurava, con impetuoso slancio e ferma volontà, il pieno controllo del ponte “Charlie” impedendo pericolosi travasi di forze contrapposte che avrebbero potuto indebolire il dispositivo messo in atto dal reggimento. Nonostante l’intenso fuoco avversario, per oltre 20 ore, rimaneva alla testa dei propri lagunari dimostrando uno straordinario acume tattico per salvaguardare il dispositivo e per incrementare la protezione dei propri uomini, ottimizzando l’efficacia dei sistemi d’arma a sua disposizione. Ammirevole figura di comandante che, con coraggioso ed esemplare comportamento, contribuiva in maniera determinante a conferire prestigio alla propria unità e all’Esercito Italiano”. An Nasiriyah (Iraq), 5 -6 agosto 2004.