CIVITELLA VAL DI CHIANA (AREZZO) – CELEBRAZIONE DELLA FESTA DELLA LIBERAZIONE

  

ll Presidente Nazionale ha partecipato alla celebrazione ufficiale del 25 aprile a Civitella in Val di Chiana (AR) presieduta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L’invito  al Presidente Nazionale Gen.D. Carlo Maria Magnani è stato rivolto da Andrea Tavarnesi  Sindaco del Comune di Civitella in Val di Chiana, Amministrazione decorata di MOVC e nostro Socio Benemerito e dal Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

Il Presidente della Repubblica al suo arrivo è stato accolto dal Prefetto di Arezzo Maddalena De Luca, dal Presidente della Provincia Alessandro Polcri, dal Presidente della Regione Eugenio Giani, dal Sindaco Andrea Tavarnesi e dal Vescovo Mons. Andrea Migliavacca.

Alla cerimonia erano presenti il Ministro della Difesa On. Guido Crosetto, la Vice Presidente del Senato Maria Domenica Castellone, il Capo di Stato Maggiore della Difesa Amm. Giuseppe Cavo Dragone, il  Comandante dell’Istituto Geografico Militare Firenze Gen. C.A. Massimo Panizzi,  il Gen. C.A Domenico Rossi,  il Presidente Consiglio Regionale Toscano, la Sen. Simona Petrucci, l’On. Simona Bonafè, l’On. Tiziana Nisini, l’On. Laura Boldrini, l’On. Maria Elena Boschi e numerose Autorità Civili Militari e Religiose.

Nell’occasione il Presidente Nazionale ha incontrato il Figlio della MOVM Modesta Rossi ed i familiari della MBVM Dante Lammioni fondatore della Federazione del NA di Arezzo entrambi uccisi nella strage del 29 giugno 1944 con 244 vittime civili donne, uomini e bambini.

 

Durante la celebrazione  insieme al Presidente della Repubblica i fatti di Civitella sono stati ricordati dall’attrice Ottavia Piccolo, che ha letto la testimonianza del vescovo Luciano Giovannetti, testimone diretto dell’eccidio quando era un bambino, e quella della vedova Corneli Bozzi, testimone dell’omicidio a sangue freddo del marito e di tre dei suoi cinque figli.

MOVM MODESTA ROSSI – «Seguiva il marito nelle impervie montagne dell’Appennino Tosco-emiliano e con lui divideva i rischi, i pericoli e i disagi della vita partigiana, animata e sorretta dalla fede e dall’amore per la Patria. Incaricata di umili mansioni assistenziali, chiedeva ed otteneva di prendere parte attiva alla lotta rifulgendo con le armi in pugno per coraggio e sprezzo del pericolo. Arrestata dai tedeschi resisteva eroicamente a torture e lusinghe e, senza proferire parola che potesse essere rivelazione, affrontava il plotone di esecuzione che spietatamente stroncò, insieme alla sua, l’esistenza di un figlioletto di appena un anno che, quale giovane virgulto, era avvinto al seno materno.»
— Zona di Solaia (Arezzo), 11 settembre 1943 -29 giugno 1944