MANCINELLI – RUZZI – CUOMO – CAROZZA: MEDAGLIE D’ORO AL VALORE DELL’ESERCITO

  

Paracadutista – Gionata MANCINELLI  

“Paracadutista di leva, si è offerto volontariamente ed ha ottenuto di partecipare alla operazione umanitaria Onu di “Peace Keeping”, in Somalia, con il contingente militare italiano “Ibis”. Ha operato in una situazione altamente rischiosa con subdola e continua minaccia da parte di banditi e guerriglieri somali. Spesso si offriva volontario per operazioni di rastrellamento per ricerca e confisca di armi e per scorta a convogli. Durante la sua permanenza in Somalia ha sempre assolto con zelo, professionalità e spirito di sacrificio i compiti assegnatigli meritando sempre il consenso dei propri superiori e la ammirazione dei commilitoni. Il giorno 3 agosto, si trovava di guardia presso un obiettivo altamente sensibile in località porto vecchio di Mogadiscio, sede del raggruppamento “Alfa”. In quel momento era in vigore lo stato di massima allerta a causa della forte tensione in atto come conseguenza alla minaccia di attentati. Due somali che si approssimavano al limite invalicabile della base e che costituivano un potenziale pericolo venivano invitati in lingua locale ad allontanarsi. Nonostante gli avvertimenti essi continuavano ad avvicinarsi. Nel tentativo di assumere una posizione defilata e nell’intento di esplodere un colpo in aria come avvertimento, azionava accidentalmente — prima di quanto fosse nelle sue intenzioni — la leva di sparo provocando la partenza del colpo che lo raggiungeva al collo ed al volto. Mortalmente ferito, immolava la sua giovane vita nell’adempimento del dovere e per un ideale di pace e di solidarietà fra i popoli. Chiaro esempio di soldato che ha dato lustro all’Esercito Italiano, facendogli riscuotere unanime ammirazione dalle Forze Armate Internazionali impiegate in Somalia”. Mogadiscio (Somalia), 3 agosto 1993.

Ten. Giulio RUZZI

“Ufficiale facente parte del Contingente IRALFOR “IBIS 2” impegnato nella operazione di “PEACE KEEPING” in Somalia, durante un movimento logistico tra Giohar e Balad, veniva coinvolto, con tutto il personale della colonna di cui faceva parte, in un conflitto a fuoco scaturito da un agguato teso da una banda armata nell’abitato di Balad. Sebbene ferito riusciva ad arrestare il mezzo che conduceva ed a defilarlo a ridosso di alcune case, permettendo così al rimanente personale di reagire al fuoco. Prontamente, nonostante la ferita riportata, manifestava l’intendimento di concorrere alla reazione di fuoco sviluppata dalla propria unità. Successivamente veniva di nuovo colpito mortalmente immolando così la sua giovane vita per un ideale di pace e di solidarietà tra i popoli. Chiarissimo esempio di coraggio, determinazione ed interiorizzato senso del dovere”. Balad (SOMALIA), 6 febbraio 1994.

Serg. Magg. Roberto CUOMO 

“Sottufficiale responsabile della centrale telefonica del Contingente militare italiano ITALFOR “IBIS 2” in Balad (Somalia), per circa due mesi di operazioni, trasfondeva il suo esuberante entusiasmo ed il suo elevato senso del dovere contribuendo a formare, del nucleo operatori, un solido ed efficiente strumento di comunicazione verso la madrepatria. Colpito da improvvisa e inarrestabile malattia continuava a svolgere le proprie mansioni con alto senso di responsabilità e grande spirito di sacrificio. Ricoverato presso l’ospedale da campo veniva sottoposto ad intensive cure mediche e, successivamente, veniva trasportato in Patria ove decedeva. Durante tutto il periodo della malattia mostrava un contegno sereno e profondamente motivato. Fulgido esempio di elette virtù militari ed altissimo senso del dovere, ha sacrificato la sua giovane vita per un ideale di pace e di solidarietà umana”. Balad (SOMALIA), 30 ottobre 1993.

Lanciere Tommaso CAROZZA 

“Lanciere, impegnato nell’operazione ITALFOR “IBIS 2” in Somalia, durante il rientro all’accampamento al termine di un servizio di scorta svolto quale servente di un autoblindo Centauro, veniva coinvolto in un incidente stradale. Per il pericolo continuo di attacchi da parte di bande armate, il lanciere CAROZZA, con determinazione e sprezzo del pericolo, rimaneva fermo nel posto assegnatogli, controllando con l’arma in dotazione uno specifico settore d’intervento, così da impedire ad un nemico, eventualmente appostato in un punto così cruciale dell’itinerario, di recare offesa alcuna al convoglio. Tale coraggioso comportamento gli risultava però fatale quando l’autoblindo, per un incidente, si rovesciava facendogli così sacrificare la sua giovane vita per un ideale di pace e solidarietà umana. Fulgidissimo esempio di elette virtù militari ed altissimo senso del dovere”. Balad (SOMALIA), 30 dicembre 1993.