VINCENZO FUSCO E VINCENZO MARTELLOTTA – M.O.V.M. DI DICEMBRE

  

FUSCO VINCENZO

Maggiore cpl. bersaglieri – VIII battaglione lavoratori

Arruolatosi volontario a poco più di 18 anni nel 2° reggimento bersaglieri quale allievo ufficiale di complemento, era promosso sottotenente nel novembre 1914 e, col 4° bersaglieri, entrava in guerra il 24 maggio 1915. Nominato effettivo alla fine dell’anno e promosso tenente nell’agosto 1916, passava al 12° bersaglieri. A guerra ultimata, collocato in aspettativa a domanda, chiedeva nel 1923 la dispensa dal servizio attivo per dedicarsi alla professione di geometra e più tardi ad attività politica rivestendo anche la carica di podestà del comune di Buje d’Istria. Dopo un periodo di richiamo effettuato presso il Corpo d’Armata di Trieste conseguiva nel gennaio 1937 la promozione a maggiore. Tre anni più tardi, nel maggio 1940, fu richiamato nuovamente in servizio presso il Deposito del 10° reggimento genio destinato alla unità lavoratori per la Libia. Colà giunto, gli affidavano il comando dell’VIII battaglione lavoratori alla dipendenza del genio del XX Corpo d’Armata.

Comandante di un battaglione dislocato in regione desertica, rimaneva volontariamente presso una compagnia impegnata in urgenti lavori di difesa in una zona priva di reparti e soggetta a continue offese. Nella prima fase di una violenta battaglia essendo la compagnia minacciata da forze terrestri e mitragliata dall’alto, si recava spontaneamente nei punti più battuti per condividere con i suoi soldati i rischi e soccorrere i feriti e per portare ad ogni costo a compimento i lavori, che avevano assunto carattere di arresto. Mitragliato da un apparecchio nemico, pur gravemente ferito persisteva nel generoso tentativo di raggiungere il più esposto fra i suoi reparti. Ferito una seconda volta, non desisteva dal suo proposito e, conscio della probabile fine impartiva disposizioni per la ultimazione dei lavori. Mentre incitava i suoi soldati a compiere il loro dovere, colpito a morte da una nuova scarica esalava l’ultimo respiro trovando la forza di gridare Viva l’Italia. – Capuzzo ( A.S.) (Africa Settentrionale), 9 dicembre 1940.

Altre decorazioni: capitano per meriti di guerra (1917)

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MARTELLOTTA VINCENZO

Capitano s.p.e. armi navali

Nel 1927 conseguiva la licenza ginnasiale nel Ginnasio Archita di Taranto e nel 1930 la maturità classica nel Liceo di Conversano (Bari). Appassionato cultore di molti sport, si distingueva particolarmente nel nuoto, canottaggio, vela e calcio. Dopo aver frequentato il 1° anno d’ingegneria nella Università di Napoli, attratto sempre più dalla vita sul mare, nell’ottobre 1931 era ammesso all’Accademia Navale di Livorno per i corsi allievi ufficiali delle Armi navali in s.p.e. Destinato nel 1934 all’Istituto Superiore di Guerra a Torino conseguiva nel 1936 in quel Politecnico la laurea in ingegneria industriale. Promosso sottotenente A.N. nei 1935 e tenente nei 1936, dopo il corso integrativo nell’Accademia Navale, veniva nell’ottobre 1937 destinato in Eritrea al Comando Marina di Massaua quale ufficiale dirigente delle Officine artiglieria, siluri e autoreparto. Nel settembre 1939 veniva destinato alla Direzione Armi subacquee di La Spezia e successivamente alla base di Taranto ai Reparti siluri, lanciasiluri, torpedini e collaudo sommergibili. Dopo la dichiarazione di guerra otteneva, a domanda, nell’ottobre 1940, di essere destinato ai mezzi d’assalto subacquei della Marina presso la la flottiglia M.A.S. (Motoscafo Armato Silurante) di La Spezia e compiva diverse missioni di guerra alternandole agli allenamenti. Avendo come secondo operatore del siluro a lenta corsa 222 il capo palombaro Marino Mario, partecipava all’audace impresa del forzamento del porto di Alessandria d’Egitto. Partito dal sommergibile Sciré la sera del 18 dicembre 1941, dopo aver superato le notevoli difficoltà degli sbarramenti del porto e constatata l’assenza di una portaerei, raggiungeva il secondo obiettivo assegnatogli affondando la grossa petroliera Sagona, danneggiando gravemente il cacciatorpediniere Jewis e disponendo in punti opportuni quattro cariche incendiarie a tempo. Distrutto l’apparecchio raggiungeva quindi a nuoto la banchina, ma veniva fermato all’uscita del porto e fatto prigioniero dalle autorità militari inglesi. Restituito in Patria nel febbraio 1944, veniva promosso maggiore con decorrenza dal fatto d’armi (1941). Rientrato al Centro subacqueo della Marina a Taranto, volontario nei Nuclei sminamento porti, dal settembre 1945 al febbraio 1949 diresse ed anche eseguì personalmente lo sminamento e la bonifica, da mine magnetiche e da ordigni esplosivi, dei porti di Genova, S. Remo, Oneglia e Porto Maurizio, e, unitamente al fratello dottor Diego, maggiore dei bersaglieri esperto in chimica di guerra, la bonifica da ordigni ed aggressivi chimici dei porti di Brindisi, Bari, Barletta, Molfetta e Manfredonia. Nel 1947 in Bari alla testa dei suoi uomini, cui era d’esempio, domava un incendio sviluppatosi in un deposito di esplosivi e neutralizzava un potente aggressivo chimico fuoruscito da una bomba, scongiurando cosi il pericolo di gravi danni alla cittadinanza. Per tale azione, in cui riportava ustioni da yprite tali da rendere necessario il suo ricovero in ospedale, veniva decorato di M.A. al V.C. (Medaglia d’Argento al Valore Civile).  Promosso tenente colonnello nel gennaio 1953 e colonnello in ausiliaria nel 1960. E’ morto a Castelfranco Emilia (Modena) il 27 agosto 1973

“Ufficiale di altissimo valore, dopo aver dedicato tutte le sue forze ad un pericoloso e logorante periodo di addestramento, prendeva parte ad una spedizione di mezzi d’assalto subacquei che forzava una delle più potenti e difese basi navali avversarie, con una azione in cui concezione operativa ed esecuzione pratica si armonizzavano splendidamente col freddo coraggio e con l’abnegazione degli uomini. Dopo aver avanzato per più miglia sotto acqua e superando difficoltà ed ostacoli di ogni genere disponeva la carica sotto una nave da battaglia avversaria e dopo aver distrutto l’apparecchio prendeva terra sul suolo nemico dove veniva fatto prigioniero, non prima però, di aver visto il pieno successo della sua azione. Luminoso esempio di cosciente eroismo e di alto spirito di sacrificio, si palesava degno in tutto delle gloriose tradizioni della Marina italiana. Non pago di ciò, una volta restituito alla Marina dopo l’armistizio, offriva nuovamente se stesso per la preparazione e l’esecuzione di altre operazioni.” Alessandria, 18 – 19 dicembre 1941

Altre decorazioni al Valor Militare:

«Assegnato alla flottiglia di mezzi speciali d’assalto dava ogni energia spirituale e materiale alla preparazione delle armi e degli uomini, che alla prova dimostravano la loro piena efficienza. Imbarcato su una unità d’appoggio ai mezzi d’attacco, prendeva parte ad una rischiosa e riuscita impresa contro una munitissima piazzaforte nemica che subiva gravi danni dall’azione organizzata con perizia, preparata con fiducia nel successo ed attuata con incomparabile audacia» — Acque di Malta, 26 luglio 1941

  Maggiore A.N. (Armi Navali) per meriti di guerra