MARCO BETTI – MARCO RIGLIACO – GIUSEPPE BUTTAGLIERI – GIULIANO VELARDI M.O.V.M. DI SETTEMBRE

  

Il 3 settembre 1992 il G222 ‘Lyra 34’ della 46ª Brigata Aerea di Pisa, pilotato dal tenente colonnello Marco Betti e dal secondo pilota capitano Marco Rigliaco, e con a bordo gli addetti al carico marescialli Giuseppe Buttaglieri e Giuliano Velardi era impegnato nel portare aiuti umanitari da Zagabria a a Sarajevo sotto l’egida dell’Onu. L’aereo fu centrato da due missili di fabbricazione sovietica, mentre oltrepassava il monte Zec nei pressi di Fojnica, e per i quattro militari non ci fu scampo.

Dopo la tragedia furono decorati con la Medaglia d’oro al valor militare

TEN.COL MARCO BETTI

“Più volte impiegato, quale Capo equipaggio in missioni di trasporto a fini umanitari, condotte sotto l’egida dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, si distingueva per il coraggio, l’eccezionale impegno, l’elevata professionalità e le insigni virtù militari, volando ripetutamente sul territorio dell’ex – Jugoslavia. Pur nella consapevolezza dell’alto e costante rischio connesso con ogni missione di volo, per il pericolo incontrollato di possibili attacchi da parte di una delle fazioni in lotta nei territori martoriati della Bosnia-Erzegovina, persisteva nell’assolvimento dei compiti, privilegiando sempre l’intento umanitario. Nuovamente chiamato a soccorrere l’inerme popolazione civile di Sarajevo, benché consapevole del grave pericolo dell’impresa, non esitava ad eseguirla sorvolando ancora una volta a bassa quota, nella fase finale della missione, il territorio circostante la città altamente a rischio. Mentre si apprestava all’atterraggio il velivolo precipitava al suolo, colpito ad entrambi i motori da due missili proditoriamente lanciati da terra. Il vile agguato troncava la sua giovane vita, perché aveva anteposto il bene del prossimo alla propria sicurezza con somma generosità e oltre i limiti del dovere. Degno erede di una eroica tradizione di dedizione al servizio e di altruismo portato fino all’estremo sacrificio” – Cielo di Konjic (Bosnia- Erzegovina), 3 settembre 1992.

CAP. MARCO RIGLIACO

Più volte impiegato, quale copilota in missioni di trasporto a fini umanitari, condotte sotto l’egida dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, si distingueva per il coraggio, l’eccezionale impegno, l’elevata professionalità e le insigni virtù militari, volando ripetutamente sul territorio dell’ex Jugoslavia. Pur nella consapevolezza dell’alto e costante rischio connesso con ogni missione di volo, per il pericolo incontrollato di possibili attacchi da parte di una delle fazioni in lotta nei territori martoriati della Bosnia-Erzegovina, persisteva nell’assolvimento dei colpiti, privilegiando sempre l’intento umanitario. Nuovamente chiamato a soccorrere l’inerme popolazione civile di Sarajevo, benché consapevole del grave pericolo dell’impresa, non esitava ad eseguirla sorvolando ancora una volta a bassa quota, nella fase finale della missione, il territorio circostante la città altamente a rischio. Mentre si apprestava all’atterraggio il velivolo precipitava al suolo, colpito ad entrambi i motori da due missili proditoriamente lanciati da terra. Il vile agguato troncava la sua giovane vita, perché aveva anteposto il bene del prossimo alla propria sicurezza con somma generosità e oltre i limiti del dovere. Degno erede di una eroica tradizione di dedizione al servizio e di altruismo portato fino all’estremo sacrificio. Cielo di KONJIC (BOSNIA – ERZEGOVINA), 3 settembre 1992

MAR. GIUSEPPE BUTTAGLIERI

Validissimo, capace ed esperto tecnico di volo di G. 222, si distingueva per il coraggio e l’altissimo senso del dovere, prendendo parte a numerosi voli umanitari sul territorio della ex Jugoslavia a favore delle locali popolazioni vittime di scontri armati. Pur nella consapevolezza dell’alto e costante rischio connesso con ogni missione di volo, per il pericolo incontrollato di possibili attacchi da parte di una delle fazioni in lotta nel territorio martoriato della Bosnia-Erzegovina, continuava nell’assolvimento del proprio compito, privilegiando sempre l’intento umanitario. Nel corso dell’ultima missione perdeva la vita a seguito dell’abbattimento dell’aereo che, mentre si predisponeva all’atterraggio su SARAJEVO, era colpito da due missili proditoriamente lanciati da terra. Vittima innocente della barbarie umana e luminoso esempio di altruismo portato fino al supremo sacrificio. Cielo di KONJIC (BOSNIA-ERZEGOVINA), 3 settembre 1992

MAR. GIULIANO VELARDI  

Validissimo, capace ed esperto direttore di carico e lancio di G. 222, si distingueva per il coraggio e l’altissimo senso del dovere, prendendo parte a numerosi voli umanitari sul territorio della ex Jugoslavia a favore delle locali popolazioni vittime di scontri armati. Pur nella consapevolezza dell’alto e costante rischio connesso con ogni missione di volo, per il pericolo incontrollato di possibili attacchi da parte di una delle fazioni in lotta nel territorio martoriato della Bosnia-Erzegovina, continuava nell’assolvimento del proprio compito, privilegiando sempre l’intento umanitario. Nel corso dell’ultima missione perdeva la vita a seguito dell’abbattimento dell’aereo che, mentre si predisponeva all’atterraggio su SARAJEVO, era colpito da due missili proditoriamente lanciati da terra. Vittima innocente della barbarie umana e luminoso esempio di altruismo portato fino al supremo sacrificio. Cielo di KONJIC (BOSNIA-ERZEGOVINA), 3 settembre 1992