GIUSEPPE ANGELILLO E GASTONE PICCHINI – M.O.V.M. DI MAGGIO

  

ANGELILLO GIUSEPPE

1° Caposquadra M.V.S.N., CCIX battaglione CC. NN.

Chiamato alle armi nel 76° fanteria. nel luglio 1917, nel novembre successivo, raggiungeva in zona di guerra il 253° passando, poi, nel febbraio dell’anno dopo, alla sezione mitr. del 2° reparto d’assalto. In seguito a ferita lasciava la zona di operazione nel novembre 1918 e guarito delle ferite, passava poi al 16° dove otteneva i galloni di caporale nel sett. 1919, caporal maggiore nell’ottobre seguente e sergente nell’agosto 1920. Congedato nel 1923 col grado di sergente maggiore, l‘anno dopo entrava nella M.V.S.N. e nel 1935, a domanda, partiva per l’A.O. Dopo aver partecipato alle operazioni di guerra, chiedeva di essere assegnato al CCIX battaglione CC.NN.

«Combattente ferito della grande guerra, volontario in Africa Orientale, dopo aver partecipato a tutta la campagna etiopica con un reparto di camicie nere, domandava di partecipare alle operazioni di polizia e di rastrellamento con una banda irregolare. Comandante di un distaccamento di ascari in un presidio, venuto a conoscenza della presenza di formazioni nemiche in una zona vicina, sebbene disponesse di un solo buluc, usciva dal fortino ed affrontava il nemico con la solita decisione. Ferito al braccio sinistro, occultava la ferita per non distrarre i suoi dal combattimento e continuava con sovrano stoicismo la sua azione di comando e di incitamento. Circondato dal nemico soverchiante, non ripiegava e continuava la lotta con le bombe a mano. Colpito mortalmente al cuore, ordinava al suo muntaz di non occuparsi di lui e di continuare la lotta fino alla vittoria. Le sue ultime parole furono: «Andate avanti, Viva l’Italia». Luminosa figura di soldato e di eroe.» Monte Zuqualà (Gaddilé – Gidda), 5 maggio 1939.

Altre decorazioni: Medaglia di Bronzo al Valor Militare

«Con ammirevole calma si esponeva al tiro avversario, prodigandosi a rettificare e concentrare il fuoco delle nostre armi nei punti più opportuni e contribuendo decisamente a fiaccare l’aggressività dei nemici. Già distintosi in precedenti fatti d’arme. Nec Dingai-Giogol, 26 aprile 1939

PICCHINI GASTONE

Sergente A.A. pilota

Compiuti a Padova gli studi medi nell’Istituto tecnico «Selvatico», si era dato all’arte dell’incisione pur continuando a studiare per proprio conto. Nel luglio 1935 si arruolò volontario nell’Aeronautica quale allievo sergente del corso speciale di pilotaggio a seguito di concorso e assegnato alla Sezione T.A., dell’Aeroporto di Elmas, passò in settembre alla Scuola di pilotaggio di Aviano. In ottobre fu nominato pilota d’aeroplano su «Ca. 100» e promosso primo aviere pilota. Trasferito a Padova, al 21° stormo O.A., nel febbraio 1936, vi ottenne il brevetto di pilota militare su apparecchio «B.R. 2» e la promozione a sergente. Nel maggio dello stesso anno, infine, veniva destinato al 53° stormo C.T. a Mirafiori da dove partì per la Spagna il 12 luglio 1937.

«Sergente pilota da caccia, volontario in missione di guerra per l’affermazione degli ideali fascisti, in dieci mesi di lotta, si distingueva, per grande valore ed audacia, in moltissime azioni e combattimenti aerei sui fronti di Madrid, Beichite, Huesca e Teruel, rientrando più volte con l’apparecchio colpito. Chiesto ed ottenuto di far parte di una speciale squadriglia di mitragliamento, riconfermava, in travolgenti e temerarie azioni a volo rasente, le sue mirabili doti di combattente e di aviatore. il 31 maggio 1938, mentre a volo rasente, sfidando la furia della reazione antiaerea, mitragliava insistentemente alcune batterie avversarie presso Linares de Mora, immolava gloriosamente la vita colpito dal fuoco nemico, contro il quale aveva portato per 141 volte la sua implacabile azione. Cielo di Spagna, luglio 1937-maggio 1938