SALVO D’ACQUISTO E ADRIANO GHIONE – M.O.V.M. DI SETTEMBRE

  

D’ACQUISTO SALVO

Vicebrigadiere dei carabinieri

Distintosi fin da ragazzo per serietà di carattere ed amore per lo studio, si arruolò volontario nel 1939 nella legione allievi carabinieri di Roma e nel gennaio 1940, nominato carabiniere, fu destinato alla legione di Roma. Mobilitato nell’ottobre successivo e destinato alla 608ª sezione per l’Aeronautica, partì per l’Africa Settentrionale. Rimpatriato nel settembre 1942, frequentò a Firenze il corso allievi sottufficiali presso la Scuola centrale dei CC. e tre mesi dopo fu promosso vicebrigadiere. Alla data dell’armistizio prestava servizio presso la stazione di Torre in Pietra, nelle vicinanze di Roma.

“Esempio luminoso d’altruismo, spinto fino alla suprema rinuncia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde naziste insieme con 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pure essi innocenti, non esitava a dichiararsi unico responsabile di un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così – da solo – impavido la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell’Arma.” – Torre di Palidoro (Roma), 23 settembre 1943

 

GHIONE ADRIANO

Partigiano combattente

Studiò per diversi anni nel collegio «Bertano» di Favria; si iscrisse poi nell’Istituto tecnico «Bertoia» di Torino dove, alla data dell’armistizio dell’8 settembre 1943 frequentava il quarto anno di ragioneria. Figlio di una insegnante, aveva assorbito dalla madre quei sentimenti di amor patrio e di libertà che lo spinsero ad unirsi alle formazioni partigiane dell’Alto canavese. Per il valore dimostrato in parecchie azioni di guerriglia ebbe il comando di reparto ed il grado equiparato a sottotenente nella «7° Divisione Garibaldi»

“Studente diciassettenne, animato da vivo amore di Patria, subito dopo l’armistizio si prodigava nella lotta di liberazione riunendo, sin dai primi giorni, altri giovani volonterosi ed arruolandosi, con loro, nelle fila partigiane. Durante tredici mesi di dura lotta forniva ripetute e belle prove di decisione e di coraggio particolarmente distinguendosi nei combattimenti di Pont, di Cuorgnè, di Ozegna e di Noasca. Sorpreso e catturato insieme ad alcuni suoi partigiani nel corso di un’azione e deciso a sacrificarsi per liberare i dipendenti, mentre veniva trasportato in autocarro ingaggiava improvvisamente lotta contro la scorta tedesca. Disarmato un militare, feriva a morte un ufficiale e dava, così, modo ai suoi uomini di fuggire. Passato per le armi sul posto cadeva da prode, nel nome d’Italia.” – Alto Canavese, settembre 1943 -25 settembre 1944.