GIUSEPPE CIMICCHI E ALBERTO LITTA MODIGLIANI – M.O.V.M. DI AGOSTO

  

CIMICCHI GIUSEPPE

Capitano s.p.e. A.A.r.n., pilota

Compì gli studi medi presso l’Istituto agrario di Todi, poi, frequentato il biennio di educazione fisica a Roma negli anni 1932 -1934, fu insegnante presso le Scuole all’Aquila e alla Spezia. Nel maggio 1935 si arruolò volontario nella Aeronautica in qualità di all. uff. pilota, conseguendo nel settembre dello stesso anno il brevetto dli pilota militare e la nomina a sottotenente pilota di cpl.; indi fu assegnato alla 184ª: squadriglia R.M.L. ad Augusta. Volontario in A.O.I. partecipò alle operazioni di polizia coloniale. Ammesso, in seguito a concorso, a frequentare il 1° corso presso la Scuola di applicazione dell’Aeronautica Militare in Firenze, nel dic. 1938, fu nominato ten. pilota in s.p.e. Alla dichiarazione della 2ª guerra mondiale prestava servizio all’aeroporto di Decimomannu (Sardegna) da dove iniziò quell’attività bellica che per 40 mesi non doveva mai interrompere. Dopo aver partecipato in qualità di bombardiere ad un ciclo operativo nel Mediterraneo occidentale, chiese di far parte della nuova specialità aerosiluranti e dopo un breve corso svolto presso l’aeroporto di Capodichino, il 1° marzo 1941 venne destinato alla 281ª squadriglia autonoma A.S. Inviato a Rodi, nell’aviazione dello Egeo, iniziava un intenso ciclo operativo nel Mediterraneo Orientale, partecipando all’occupazione di Creta e all’affondamento di numeroso naviglio nei porti e davanti alle coste nemiche dell’Egitto e delia Siria. Trasferito nel maggio 1942 all’aeroporto di Pisa in qualità di istruttore presso il 3° nucleo addestramento A.S., non interruppe la sua attività bellica e partecipò alle battaglie aeronavali di «mezzo agosto» di quell’anno. Dal settembre 1942 passò al 130° gruppo autonomo A.S. dell’aeroporto di Elmas (Sardegna), dove nel marzo 1943 ebbe la promozione a capitano. Undici volte citato sui bollettini di guerra, per aver compiuti 29 siluramenti e affondato più di 120.000 tonnellate di naviglio nemico. Dopo l’armistizio, fece parte del btg. «Arditi R.A.» col quale partecipò alla guerra di liberazione. Nel nov. 1944 fu assegnato al Comando della 3ª Z.A.T.; indi prestò servizio presso il Ministero Assistenza post – bellica e successivamente al 36° stormo a Guidonia. Dal 1950 al 1951 frequentò la Scuola di guerra aerea di Firenze e fu promosso maggiore con anzianità dal 30 dic. 1950. Nel dic. 1955 ottenne la promozione a ten. col. e assunse il Comando del 302° gr. A.V. Negli anni 1957 e 1958 frequentò il corso superiore di guerra aerea e al termine di esso venne destinato allo s.M. della 3ª” Z.A.T. quale Capo ufficio Addestramento e Operazioni, quindi fu assegnato al Comando dell’aeroporto dell’Urbe e promosso colonnello nel 1962. È decorato anche della Croce di ferro di 2ª classe Germanica. Risiede a Roma. E’ deceduto ad Orvieto nel 1992.

“Eccellente aero siluratore, magnifico comandante di squadriglia, nel corso di otto mesi di guerra nel Mediterraneo, prendeva parte singolarmente e alla testa dei suoi gregari che trascinava in superbe gare di ardimento a sedici durissime e rischiosissime azioni di siluramento e di ricognizioni offensive violando munitissime basi nemiche come Algeri, Bougie e Gibilterra. Col preciso lancio dei suoi siluri colpiva ed affondava o danneggiava gravemente ventuno fra piroscafi e navi da guerra nemici. Esempio luminoso di cosciente temerarietà e di assoluta intera dedizione alla Patria ed all’Arma.” – Cielo del Mediterraneo,21 settembre -28 novembre 1942 e 29 gennaio – 17 agosto 1943.

Altre decorazioni al Valor Militare

Medaglia d’Argento sul campo 

«Capo equipaggio di velivolo aerosilurante, già distintosi in precedenti azioni, partecipava a due arditi attacchi contro convogli fortemente scortati e protetti da aeroplani da caccia. Affondava un grosso piroscafo ed una petroliera. In ogni occasione dava prova di possedere alle doti di calma e sereno sprezzo del pericolo. Cielo del Mediterraneo Orientale, 2-18 aprile 1941.»

Medaglia d’Argento sul campo 

«Capo equipaggio di aerosiluranti partecipava ad arditi attacchi contro unità di guerra nemiche affondando un incrociatore ausiliario e silurando un incrociatore. Con slancio e audacia partecipava ad una azione contro una squadra navale nemica durante la quale, nonostante la violentissima contraerea, venivano colpite in prossimità della loro munita base, una nave da battaglia tipo “Queen Elisabeth” e una nave da battaglia tipo “Barham”. Riconfermava così le sue belle virtù di combattere audace e valoroso. Cielo del Mediterraneo Orientale, 28 maggio-13 ottobre 1941.»

Medaglia d’Argento sul campo 

«Pilota di velivolo silurante, esperto, valoroso, in diverse azioni di siluramento condotte con rara decisione, infliggeva danni sensibili al naviglio nemico, navigante sempre sotto poderosa scorta marittima e aerea. Unico superstite di un impari e cruenta lotta aerea sostenuta con fermo coraggio dalla formazione da lui condotta, contro numerosa caccia avversaria, rientrava a stento alla base dopo aver concorso all’abbattimento di due aeroplani nemici; esempio, in ogni prova, di ardimentoso combattente del cielo. Cielo del Mediterraneo, novembre-dicembre 1942.»

Medaglia d’Argento sul campo 

«Capo equipaggio di aerosilurante attaccava e silurava in successive azioni nelle rade di Algeri e Bougie complessi navali fortemente scortati infliggendo gravi perdite al nemico. Costante esempio di alto spirito combattivo e belle virtù militari. Cielo del Mediterraneo Occidentale, 23 novembre 1942.»

Medaglia di Bronzo sul campo 

«Ufficiale subalterno di provato valore si distingueva in azioni di guerra, partecipandovi come comandante di pattuglia e come capo equipaggio. In una operazione contro imponenti forze navali avversarie, assalito a più riprese nella rotta di andata e dopo il tiro, da numerosi caccia nemici, sosteneva valorosamente il combattimento contribuendo all’abbattimento di due caccia avversari. Malgrado l’apparecchio fosse stato gravemente colpito dal fuoco delle mitragliatrici, con tenacia e sprezzo del pericolo riusciva a compiere la missione. Cielo del Mediterraneo Occidentale, giugno-novembre 1940.»

Medaglia di Bronzo sul campo 

«Capo equipaggio di velivolo aerosilurante, attaccava un convoglio nemico fortemente scortato e nonostante la violentissima reazione contraerea dopo aver respinto reiterati attacchi della caccia, silurava, con audacia e sereno sprezzo del pericolo, un incrociatore nemico. Riconfermava in tale azione elette virtù militari. Cielo del Mediterraneo Orientale, 23 novembre 1941.»

Medaglia di Bronzo sul campo 

«Primo pilota di velivolo silurante, partecipava all’attacco in massa contro un convoglio nemico scortato da un numero imponente di navi da guerra in navigazione nel Mediterraneo Occidentale nei giorni 11 e 14 agosto 1942, concorrendo, attraverso la violentissima reazione contraerea, al danneggiamento di una nave da guerra. Cielo del Mediterraneo Occidentale, 12 agosto 1942.»

Croce di Guerra 

«Partecipava valorosamente in qualità di pilota a bordo di velivolo da bombardamento alle azioni aeree delle Baleari, in cui i velivoli italiani danneggiavano gravemente potenti formazioni navali inglesi, che erano così costrette a ripiegare. Cielo del Mediterraneo Occidentale, 1º agosto 1940.»

 

LITTA MODIGLIANI ALBERTO

Maggiore s.p.e. di cavalleria, reggimento «Savoia Cavalleria»

Appartenente a nobile famiglia lombarda, superati gli studi classici, si arruolava volontario quale allievo ufficiale di cpl. di cav. nel 1921, conseguendo la nomina a sottotenente nei Cavalleggeri «Vittorio Emanuele II» nel sett. 1922. Nel 1923 fu trasferito a domanda nel R.C.T.C. delia Tripolitania dove prestò servizio prima nella specialità meharisti ed in seguito, negli «spahis». Promosso tenente, rimpatriava nel settembre 1927 ed inviato alla Scuola di applicazione, dimostrava quelle attitudini all’equitazione che lo portavano più tardi ad ambite affermazioni sportive. Promosso capitano nel 1933 e destinato al «Piemonte Reale Cavalleria» fu nominato l’anno dopo ufficiale addetto al Generale comandante la 1ª Div. celere e trasferito contemporaneamente al «Savoia Cavalleria». Chiamato nuovamente alla Scuola di applicazione nel 1937 come istruttore, fu promosso maggiore tre anni dopo. Alla fine di luglio del 1941, dopo sue insistenti richieste, fu assegnato al Comando della 3ª Divisione celere destinata in Russia. Dopo aver partecipato ai combattimenti svoltisi nelle giornate del Natale di quell’anno, ottenne il comando di un gruppo di squadroni del «Savoia Cavalleria» che condusse alla carica di Isbuschenskij, il 24 agosto 1942.

“Cavaliere che aveva elevato a norma di vita ogni più puro ideale, esaudito nel suo ardente desiderio di ottenere un comando di truppa, trasfondeva nel gruppo di squadroni ai suoi ordini la incrollabile fede che lo animava. In giornata di cruenta, violentissima battaglia, nella quale l‘intero reggimento era duramente impegnato, alla testa dei suoi cavalieri, attaccava con indomito slancio il nemico in forze soverchianti. Caduti tutti i componenti, il suo seguito, avuto ucciso il proprio cavallo e gravemente ferito egli stesso, con singolare valore si faceva rimettere in sella ad altro cavallo e proseguiva nell’epica carica. Stremato di forze, si abbatteva poi al suolo, ma trovava ancora l’energia per dare ai propri cavalieri, sciabola alla mano, l’ultimo obiettivo d’attacco e dirigeva il fuoco di un gruppo di appiedati. Una raffica nemica lo colpiva al cuore nel momento in cui le ultime resistenze avversarie cadevano sotto l‘impeto degli squadroni da lui superbamente preparati e guidati. Pura ed espressiva figura di soldato italiano che indissolubilmente lega all’antico Stendardo del reggimento il proprio nobilissimo nome.” – Q. 213,5 di Isbuschenshij (Fronte russo), 24 agosto 1942.

Altre decorazioni:

  Sottotenente in s.p.e. per m.g. (Libia, ott. 1926)