AUGUSTO DE COBELLI E SERGIO OLIARO- M.O.V.M. DI MARZO

  

DE COBELLI AUGUSTO

Maggiore s.p.e. fanteria – battaglione alpini «L’Aquila».

Uscito sottotenente dalla Scuola Militare di Modena nel settembre 1932 e frequentata l’applicazione d’arma, fu destinato al 6° rgt. alp. dove conseguì due anni dopo la promozione a tenente. Frequentò nel settembre 1936 il 15° corso di osservazione aerea a Cerveteri ed ottenuto il brevetto di osservatore, prestò servizio presso la 35ª squadriglia O.T. a Bolzano dal marzo all’ottobre 1937. Partì volontario per l’A.O.I. e dopo aver partecipato ai cicli operativi di grande polizia coloniale nel Goggiam e nell’Amhara rimpatriò alla fine del 1939. Destinato al btg. «Valtellina» del 5° alpini, entrò in guerra sul fronte occidentale nel giugno 1940. Passato al btg. «Tirano» partecipò alla campagna contro la Grecia al comando della 48ª compagnia. Promosso capitano nel 1941, con anzianità gennaio 1940, fu ammesso al 71° corso della Scuola di guerra, ultimato il quale, fu assegnato in servizio di S.M. al comando della 6ª Divisione alpina «Alpi Graie». Il 29 settembre 1943, passate le linee, fu incaricato di costituire il btg. «L’Aquila» di cui assunse il comando con la promozione a maggiore. Entrato a far parte del Gruppo di combattimento «Legnano» partecipò alla guerra di liberazione dal 15 gennaio 1944. Ferito gravemente nel fatto d’arme del 23 marzo 1945 in val d’Idice nei pressi di Bologna, si spense lo stesso giorno nella 51ª sezione di sanità.

“Ufficiale di leggendario valore, già ripetutamente distintosi in precedenti campagne, sapeva creare in pochi mesi dal nulla un battaglione alpino di saldissime qualità spirituali e operative che portava al fuoco suscitando l’ammirazione dei vecchi e già provati battaglioni del reggimento e delle truppe alleate. In una ricognizione da lui diretta oltre le linee, effettuata per valutare la consistenza dell’occupazione nemica, su di una posizione la cui conquista avrebbe meglio salvaguardato l’integrità della difesa e creata la necessaria premessa per la prossima azione offensiva, cadeva eroicamente. Col suo sacrificio egli volle infondere in ciascuno dei suoi alpini la sicurezza ed il mordente che nutriva nel proprio cuore. Ci è riuscito quando il suo esempio è diventato comandamento e la leggenda a tutti gli alpini ragionanti tra loro e di continuo del loro giovane maggiore che era andato più avanti di tutti e, che era caduto prima tra tutti, insegnando con così semplice naturalezza quale fosse la via dell’onore e della gloria.” – Valle Idice, 23 marzo 1945.

 

OLIARO SERGIO

Partigiano combattente

Operaio piombista presso gli stabilimenti della «Snia viscosa» di Casale Monferrato, si diede alla lotta di liberazione fin dai primi mesi del 1944 raggiungendo le formazioni partigiane della Divisione «Monferrato». Inquadrato nella III Brigata «Lazzarini», partecipò sempre volontariamente, benché fosse il più giovane, a tutte le azioni della Brigata attenendo per meriti speciali il grado di sergente maggiore.

“Giovane combattente della lotta di liberazione, all’inizio di un duro scontro sostenuto dalla sua formazione contro forze tedesche, veniva ferito da un colpo che gli asportava un dito. Senza farsi medicare combatteva ancora bravamente per alcune ore sino a che veniva nuovamente colpito da una raffica che gli spezzava il braccio sinistro. Dando nobile esempio di tenacia, di decisione e di valore, continuava a battersi impugnando il mitragliatore col solo braccio destro, sino a che, colpito una terza volta, cadeva da prode sul campo, fronte al nemico.” – Moncalvo (Asti), 29 marzo 1945