5° REGGIMENTO GENIO GUASTATORI

  

SOCIO D’ONORE DELL’ISTITUTO DAL 2022

Motto:   “Impervia cedant”

Festa:    24 giugno – anniversario della battaglia del Piave (1918)

Sede:     Macomer – Caserma “Col. Alberto Bechi Luserna”

Mostrine: fiamma ad una punta, di colore nero con bordo cremisi su rettangolo con sfondo bianco e rosso in diagonale, sormontato da una granata nera con fiamma rossa a cinque lingue cui è sovrapposto un gladio in metallo.

 

Emblema araldico

Lo scudo, pieno, ha il colore porpora, tradizionale dell’Arma del Genio. Al centro dello stesso vi è la simbolizzazione dello scopo istituzionale del Corpo. Rappresentato dalla fortificazione e dal superamento di ostacoli. L’alabarda di San Giorgio e la croce d’oro tratte, rispettivamente, dalle armi di Trieste e di Pola richiamano il legame territoriale del Corpo con le due città ove reparti dello stesso hanno avuto sede alla ricostituzione del 1922.

Origini e vicende organiche

Costituito come Reggimento Minatori il 1º novembre 1895, nacque fornendo personale per i contingenti impegnati nella guerra Italo-Turca del 1911-12. In continua evoluzione, durante la 1^ Guerra Mondiale vennero mobilitati nove battaglioni Minatori che operarono nei diversi settori del fronte. Nel 1919 venne trasformato in Reggimento Minatori del Genio, e venne presto sciolto il 30 settembre 1922 e ricostituito come 5º Raggruppamento Genio di Corpo d’Armata e in attuazione dell’ordinamento 11 marzo 1926, dal successivo 16 ottobre diviene 5º Reggimento Genio.
Più volte riordinato nei reparti alle dipendenze, continuò a fornire personale e mezzi ai contingenti, in particolare nella Campagna d’Africa Orientale del 1935 – 1936 ed operando così come Centro di Mobilitazione durante la 2^ Guerra Mondiale con sede in Trieste, fino all’ennesimo scioglimento per effetto dell’armistizio del settembre 1943.
Il 5 gennaio 1951, venne ricostituito a Belluno come 5º Reggimento Genio Pionieri, mutando denominazione in 5º Raggruppamento Genio con sede in Vicenza, il 1º aprile 1954 , ed ancora in 5º Reggimento Genio con sede a Udine il 1º aprile 1955.
Durante il quadro di ristrutturazione della Forza Armata, il 1º gennaio 1976, venne costituito il 5º Battaglione Genio Pionieri “Bolsena“, trasferito nel 1991 da Udine a Foggia, e successivamente il 31 agosto 1995, a Legnago (VR) alle dipendenze del Comando Regione Militare Nord-Est.
Dal 1º dicembre 1997 divenne parte integrante del neocostituito Raggruppamento Genio del Comando Supporti delle Forze Terrestri, fino al 1º dicembre 2000, quando cambiò per l’ennesima volta denominazione in 5º Battaglione Genio Guastatori Paracadutisti “Bolsena” ed entrando a far parte della Brigata Paracadutisti “Folgore”. Nel quadro dei provvedimenti volti alla trasformazione dell’unità, avvenne il successivo cambio di denominazione della stessa: dal 1º giugno 2001 prese il nome di 8º Battaglione.
Il 1º gennaio 2003 infine, il reparto si ricostituisce nella sede di Macomer (NU) come Reggimento per trasformazione del preesistente 45° Reggimento Reggio e viene inquadrato nella Brigata Meccanizzata “Sassari”.

Campagne di guerra e fatti d’arme

Prima d’indipendenza (1848-49)

Seconda d’Indipendenza (1859)

Centro Meridione (1860-1861)

Terza d’Indipendenza (1866)

Roma (1870)

Libia (1911-1912): 7ª, 8ª e 9ª cp.  e reparti minori. Fornisce inoltre a corpi e servizi mobilitati 29 soldati su tutti i settori del fronte italiano;

Prima Mondiale (1915-1918): le unità mobilitate, sia a livello btg. sia a livello cp., sono impiegate su tutti i settori del fronte italiano; alcune sono inviate in Macedonia e in Albania;

Seconda Mondiale (1940-1943): le unità mobilitate prendono parte alle operazioni sui vari fronti. In particolare in Africa Settentrionale (1940-42) (IV Battaglione collegamenti – XXXII Battaglione guastatori)

 Ricompense alla Bandiera

 Al Valore dell’Esercito

Medaglia di Bronzo – Decreto 11 dicembre 1981

“Impiegato in operazioni di soccorso alle popolazioni del Friuli duramente colpita dal grande sisma del 6 maggio, si prodigava tempestivamente con elevato coraggio e non comune senso di abnegazione per più giorni, nell’opera di rimozione delle macerie, riuscendo a salvare numerose persone rimaste sepolte dai crolli. Con il rapido montaggio di ponti metallici ripristinava la viabilità per alcune località rimaste isolate; con il sistematico programma di demolizione di edifici gravemente lesionati, il puntellamento di quelli recuperabili e lo sgombero delle macerie, creava le premesse per la ricostruzione dei paesi distrutti. Avuto, successivamente, l’incarico di provvedere in tempi ristrettissimi alla costruzione di prefabbricati per il provvisorio ricovero dei senza tetto, si sottoponeva a durissime giornate di lavoro, anche in zone impervie e fortemente innevate, riuscendo a portare a termine il programma alla scadenza fissata. Friuli, 06 maggio 1976 -30 aprile 1977.” (Al 5° Battaglione Genio Pionieri “Bolsena”)

Medaglia di Bronzo – Decreto 4 gennaio 1978

“Con circa seicento uomini e novantadue mezzi speciali in dotazione raggiungeva tempestivamente i Comuni di Contursi, Laviano, Caposele, Ricigliano, distanti circa 900 Km dalla sede stanziale e considerati fra i più disastrati dal sisma del 23 novembre 1980 delle province di Salerno e Avellino. L’efficacia della sua opera, improntata a perizia tecnica, capacità organizzativa, altissimo senso del dovere e spirito di sacrificio, non disgiunti dal singolare coraggio nell’attuazione dei lavori più pericolosi, contribuiva in maniera determinante a far ritrovare alle popolazioni duramente colpite, serenità e fiducia nella ripresa. La generosa azione dei giovani di leva, svolta in situazione ambientale resa particolarmente difficile e rischiosa per l’imminente pericolo di crolli e per le proibitive condizioni atmosferiche, non conosceva alcun cenno di cedimento, sebbene si protrasse per oltre due mesi consecutivi – dal 26 novembre 1980 al 2 febbraio del 1981 – per demolire edifici pericolanti, sgomberare macerie, riattivare la viabilità, ripristinare i principali servizi di urbanizzazione, allestire aree idonee per l’edificazione dei prefabbricati, recuperare masserizie, estrarre salme rimaste sepolte dagli edifici crollati. Altissimo esempio di virtù civiche e militari di elevate capacità tecniche, di coraggioso altruismo che riscuoteva unanime ammirazione, incondizionato plauso e profonda gratitudine delle popolazioni soccorse e dalle amministrazioni locali, contribuendo così ad elevare ulteriormente il prestigio dell’Esercito.” Province di Salerno e Avellino, 26 novembre 1980 – 2 febbraio 1981 (Al 5° Battaglione Genio Pionieri “Bolsena”)