GIOVANNI D’AVOSSA E GUGLIELMO TARALLI – M.O.V.M. DI GENNAIO

  

D’AVOSSA GIOVANNI

Capitano s.p.e., 45° reggimento artiglieria divisionale

Allievo del Collegio Militare di Napoli dal 1917, frequentò il corso per uff. di cpl. e da sottotenente venne destinato al 5° rgt. art. pes. camp. Riapertesi le Accademie Militari fu ammesso al 105° corso presso l’Accademia Militare e Scuola di applicazione artiglieria e genio, conseguendo nel 1926 la promozione a ten. di art. in s.p.e. Destinato al 28° rgt. art. da camp. Venne assegnato nel 1930 al reparto specialisti della Scuola di art. Promosso capitano nel 1934 fu destinato al 2° rgt. art. e nei 1938 fu trasferito alla Scuola di Applicazione art. e genio quale comandante di una sezione Ufficiali. Frequentò con successo numerosi corsi di addestramento e compì varie missioni all’estero meritando encomi dal Ministero delia Guerra per i risultati ottenuti. All’inizio della 2ª guerra mondiale assunse, con l’incarico del grado superiore il comando del gr. da 100/17 del 45° rgt. art. della D. “Cirene” in A.S. meritando la promozione a maggiore per m.g., la M.A. e la M.O. al V.M. su segnalazione dello stesso nemico. Restituito in Patria nel 1945, fu Promosso ten.col. ed assegnato allo S.M.E. ove pubblicò vari scritti. Nel 1949 con la costituzione della Difesa antiaerea fu il primo comandante del gruppo tipo presso la Scuola art. contraerei. Promosso colonnello nel 1951 ebbe il raro merito di comandare quattro rgt. di art. Chiamato a Roma ricoprì la carica di capo ufficio del Comando artiglieria della Regione Militare Centrale. Raggiunto dai limiti di età fu promosso generale in ausiliaria.

Comandante di un gruppo di artiglieri in caposaldo di importante piazzaforte, stretta da un duro assedio, dava ripetuta prova di capacità ed impareggiabile ardimento nella resistenza ad oltranza. In delicata situazione, con tempestivo intervento dei suoi pezzi, evitava, seria minaccia di accerchiamento di un battaglione con la retroguardia del quale ripiegava egli stesso per ultimo. Successivamente, investita la piazzaforte da ingenti forze aeree e corazzate, reagiva con estrema efficacia ed organizzava essenzialmente con mezzi di artiglieria, un poderoso caposaldo contro la cui accanita resistenza si infrangeva in più riprese l’impeto del nemico. ln questa fase salvava anche un’opera avanzata che la situazione fluttuante aveva fatto ritenere come occupata dall’avversario e, corpo a corpo, ne eliminava alcune infiltrazioni. Ridotte le opere circostanti ad un cumulo di macerie, decimati i suoi indomiti artiglieri, per altri due giorni comandante dell’unico caposaldo rimasto attivo in tutta la piazzaforte, rifiutava – pur essendo ormai privo di munizioni – l’offerta di onorevole condizione di resa e, allo scopo di protrarre ulteriormente la resistenza, si portava invece audacemente con pochi uomini ad un deposito di munizioni presidiato dal nemico riuscendo dopo cruenta lotta a ricuperare un considerevole numero di proiettili. Sottoposto infine ad ulteriore micidiale fuoco di numerose batterie, teneva testa all’avversario che ripiegava, sorpreso e disorientato da così violenta reazione. Ultimate le munizioni, mantenendo integro l’onore militare, dopo aver fatto saltare i pezzi, veniva sopraffatto nell’estremo tentativo di sfuggire all’accerchiamento, destando l’ammirazione dell’avversario che ancora oggi cavallerescamente ne testimonia l’eroismo, la perizia ed il singolare sprezzo della vita, tutta protesa ai supremi ideali della Patria.” Bardia (Africa Settentrionale), 27 dicembre 1940 – 5 gennaio 1941.

Altre decorazioni: promosso magg. per m.g. (A.S. 1940); M.A. (A.S. 1940).

 

TARALLI GUGLIELMO

Tenente cpl. 3° rgt. bersaglieri

Conseguito nel 1931 il diploma in ragioneria, due anni dopo fu ammesso al corso all. uff. di cpl. a Milano e nel giugno 1934 fu nominato sottotenente dei bersaglieri. Destinato al 7° rgt. bers., fu congedato nel genn. 1935. Richiamato una prima volta nel 1939 ed inviato in licenza straordinaria, rientrava al rgt. mobilitato nel febbr. 1941. Assegnato al XVIII btg., prese parte nell’aprile successivo alle operazioni di guerra svoltesi contro la Jugoslavia e nei Balcani. Rientrato in Patria, nel luglio dello stesso anno partì col reparto per la Russia rimanendo due volte ferito nei combattimenti del 6 e del 25 dic. 1941.

Combattente di provato valore, nel corso di un colpo di mano contro munitissima posizione avversaria, palesava doti di temerarietà, anche quando, venuta a mancare la sorpresa, era costretto a fronteggiare la t’violentissima reazione del nemico soverchiante per numero e per armi. Lanciatosi primo fra tutti all’assalto, debellava in dure mischie i difensori, aprendosi un varco fino alle linee retrostanti. Contrattaccato, pur con i ranghi assottigliati dalle perdite, contendeva all’avversario, in furiosi corpo a corpo il terreno ed il successo. Ferito e minacciato di avvolgimento, anziché arretrare, guidava all’attacco alla baionetta i superstiti e sgominava i contendenti. Giunto a pochi metri dalle mitragliatrici, colpito a morte, si abbatteva al grido di “Savoia”, incitamento supremo per i suoi bersaglieri, ultima sfida per il nemico. – Woroschilowa (Fronte russo), 25 gennaio 1942.

Altre decorazioni: M.A. (Ivanowskji, 6 dic. 1941); M.A. sul campo (Ivanowskji, 25 dic. 1941).