47° REGGIMENTO FANTERIA “FERRARA”

  

SOCIO D’ONORE DELL’ISTITUTO DAL 1996 – TESSERA N° 691

Motto:    “Fede e Valore”.

Festa:   15 giugno – anniversario-della battaglia del Piave (1918).

Sede:      Capua – Caserma “Oreste Salomone”

Mostrina: rettangolare di colore celeste con righe longitudinali scarlatte ai lati.

 

STEMMA ARALDICO

Lo smalto di rosso (simbolo di valore, ardire e sacrificio) e l’elmo di Scanderbeg simboleggiano la gloria militare acquisita dal Reggimento sul fronte greco-albanese nel corso del secondo conflitto mondiale. Lo smalto d’azzurro (simbolo di amor di patria e fedeltà) ed il monte richiamano il legame spirituale del 47° con le terre venete, bagnate dal sangue dei fanti nella guerra 1915-18.

Il rosso e l’azzurro sono un riferimento ai colori tradizionali del Corpo. Completa lo stemma l’arme di Lecce, per il legame territoriale del 47° con il Salento, zona della quale l’unità ha portato il nome dal 1977. Il capo d’oro è simbolo delle due massime ricompense al V.M. che fregiano la Bandiera del Corpo.

ORIGINI E VICENDE ORGANICHE

Il 2 gennaio 1859 si forma in Bologna, con elementi volontari, una Colonna Mobile delle Romagne, la quale si divide a sua volta in due frazioni che dal 1° ottobre sono organizzate in due reggimenti. La 1ª colonna mobile prende il nome di 25° Reggimento Fanteria ed accoppiata al 26° (già 2ª colonna mobile) costituisce la nuova Brigata “Ferrara” nell’Esercito della Lega dell’Italia Centrale. Il 1° gennaio del 1860 diviene 47° Reggimento Fanteria (Brigata Ferrara) e prende posto nell’ordine numerico progressivo dei reggimenti dell’Esercito Sardo nel quale viene incorporato il successivo 25 marzo. A causa del fermento prodotto dalla notizia relativa alla Spedizione dei Mille la Brigata, composta interamente da volontari, viene sciolta con decreto 20 maggio ed immediatamente ricostituita con elementi tratti dagli altri Corpi dell’Esercito; in particolare sono i reggimenti di numero dispari, dal 3° al 27°, che cedono la loro 4ª compagnia per la formazione della nuova unità; il 47° viene ricostituito in Novara anziché a Ferrara. Sciolte le brigate permanenti nel 1871, cambia nome in 47° Reggimento Fanteria “Ferrara” e tale rimane sino al 2 gennaio 1881 allorché viene ricostituita con il 48° la Brigata e riprende il nome di 47° Reggimento Fanteria (Brigata Ferrara).

Per la guerra 1915-18 il reggimento è ordinato su tre battaglioni, ognuno dei quali con quattro compagnie fucilieri ed una sezione mitragliatrici. Con l’attuazione della legge 11 marzo 1926 sull’ordinamento assume la denominazione di 47° Reggimento Fanteria “Ferrara”, rimane articolato su due soli battaglioni, ed a seguito della costituzione delle brigate su tre reggimenti viene assegnato alla XXIII Brigata di Fanteria unitamente al 9° e al 10° “Regina”, questi ultimi due reggimenti vengono sostituiti nel 1938 dal ricostituito 48° “Ferrara”. Con la formazione delle divisioni binarie, il 28 marzo 1939 entra nella Divisione di Fanteria delle “Murge” con la quale il 15 aprile successivo viene inviato in Albania per prendere parte alla occupazione del territorio. La grande unità, che inquadra anche i Reggimenti 48° Fanteria e 14° Artiglieria per D.f., dal 24 maggio 1939 cambia il proprio nominativo in quello di Divisione di Fanteria “Ferrara” (23ª) e come tale partecipa al secondo conflitto mondiale. Il reggimento ha in organico: comando e compagnia comando; I, II e III battaglione fucilieri; compagnia mortai da 81; batteria armi di accompagnamento da 65/17. Il 47° viene sciolto in Montenegro l’8 settembre 1943, a seguito degli eventi determinati dall’ armistizio.

Il 1° febbraio 1977 si forma in Barletta, per trasformazione del distaccamento del 48° Battaglione Fanteria “Ferrara”, il 47° Battaglione Fanteria “Salento” al quale vengono affidate le tradizioni del 47° Reggimento e con decreto 14 marzo 1977 ne riceve anche la Bandiera. Assume compiti addestrativi ed è formato da comando, plotone comando (dal 1988 compagnia comando e servizi), due compagnie reclute. Con il riordinamento della Forza Armata, dal 14 novembre 1992 prende denominazione di 47° Battaglione “Salento” e dal 10 giugno 1997 costituisce la base per ricostituire il 47º Reggimento “Ferrara”‘ che ha il compito di formare i volontari dell’Esercito in ferma prefissata di un anno (VFP1). Inquadrato nel Raggruppamento unità addestrative, è dislocato a Capua.

CAMPAGNE DI GUERRA E FATTI D’ARME

Terza d’Indipendenza (1866)

Eritrea (1387-88): vi partecipa la 4ª compagnia

(1895-96): concorre alla formazione dei battaglioni VI, XV, XX e XXIX con 8 ufficiali e 266 soldati. Adua: V e XV Battaglione

Libia (1911-12): concorre alla mobilitazione di alcuni reggimenti fornendo 12: ufficiali e 1550 soldati.

Prima Mondiale (1915-18):

  • 1915: Carso: Bosco Cappuccio (lug.), S. Martino (nov.)
  • 1916: Carso: Monte S. Mìchele (giu.- ago.), Oppacchiasella (set.); Castagnevizza (nov.)
  • 1917: Faiti (mag.) -Bainsizza:Texten (ago.) – Monte S. Gabriele (set.)
  • 1918: Piave: Zenson (giu.) – Vittorio Veneto: Ansa di Lampol, Livenza, Ponte di Madrisio (ott. – nov.)

Africa Orientale (1935-36): fornisce a reparti mobilitati 11 ufficiali e 580 soldati.

Albania (1939): operazioni di sbarco ed occupazione del territorio.

Seconda Mondiale (1940-43) :

  • 1940-41: fronte greco-albanese: Kalibaki, Makricampos, Sella Radati, Tepeleni, Goliko
  • 1942-43: Montenegro: compiti di presidio e operazioni di controguerriglia.

Ricompense alla Bandiera

Al Valor Militare

Ordine Militare d’Italia – Decreto 5 giugno 1920

“Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell’aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d’Italia (1915-18).” (All’Atma di Fanteria).

Medaglia d’Oro – Decreto 5 giugno 1920

“In epiche lotte a San Martino del Carso e sul Monte S. Michele (novembre 1915 – giugno 1916) diede sublimi prove di ardimento, di tenacia e di spirito di sacrificio, riconfermando le stesse sue belle qualità guerriere nelle aspre mischie sull’Altopiano della Bainsizza (agosto 1917)’ Nell’offensiva austriaca del giugno 1918, sul Piave, compreso del suo dovere altissimo verso la Patria in quell’ora  suprema, scrisse col sangue dei suoi migliori fanti pagine   di gloria imperitura, sostenendo con impeto ed ardore sovrumani, in cinque giorni di lotta furibonda, il  formidabile urto delle masse avversarie a Villa Premuda, travolgendole con magnifico slancio a C. Fuma e contenendole eroicamente a C. Ninni; impareggiabile esempio del più fulgido valore e del più alto patriottismo.”

Medaglia d’Oro – Decreto 31 dicembre 1947

“Falange temprata, traeva, dalle aure insegne della passata guerra, motivo di nuova gloria. In giorni di epica lotta, i suoi fanti, degni del loro motto “Fede e Valore”, travolgevano di slancio il nemico fino ad affrontarlo in un formidabile campo trincerato (Borgo Tellini – Kalibaki) che attaccavano con tenacia e notevoli sacrifici di sangue conquistando posizioni saldamente e tenacemente contese (Lago Zerovina – quora 1201 – Burtopa – fiume Kalibaki – quota 935 – fiume Kormos – quota 889 – profeta Elia – Ripitisti – Gribiani ). Di fronte a violenti contrattacchi nemici, condotti con forze soverchianti, contendevano il terreno palmo a palmo, facendo dei loro petti valido baluardo contro cui l’avanzata nemica si infranse e si arrestò con perdite rilevanti (Doliana – Vesane – Makricampos – Cippo 21 – M. Bureto – quota 1640 – Sella Radati – Tepeleni – Lekeli). Nell’offensiva di aprile, con mirabile slancio travolgevano le resistenze accanite ed ostinate opposte dal nemico e il 17 raggiungevano Agrirocastro, catturando prigionieri ed ingente bottino” (Fronte greco, 28 ottobre 1940 – 23 aprile 1941)

Di Benemerenza

Medaglia d’Argento – Decreto 5 giugno 1910.

“Si segnalò per operosità, coraggio, filantropia e abnegazione nel portare soccorso alle popolazioni funestate dal terremoto calabro-siculo del 28 dicembre 1908.”