CITTA’ DI MONTEFIORINO – M.O.V.M.

  

SOCIO D’ONORE DELL’ISTITUTO DAL 1970 – TESSERA N° 129

La Repubblica partigiana di Montefiorino (conosciuta più semplicemente anche come Repubblica di Montefiorino) è un territorio che durante la resistenza si autoproclamò indipendente dal 17 giugno al 1º agosto 1944. Alla data dell’8 settembre 1943 si trovavano nella zona i reparti di allievi ufficiali dell’Accademia Militare di Modena per il campo estivo. I militari, ufficiali, allievi e soldati, in mancanza di ordini, si dispersero, lasciando in qualche caso alcune armi e munizioni di cui si servirono poi gli antifascisti locali per compiere azioni di guerriglia nei confronti dei presidi fascisti assieme ad un gruppo di partigiani salito dalla vicina città di Sassuolo già nel novembre del 1943. La nascita delle prime formazioni partigiane della montagna dedicate ad attività di disturbo dei movimenti di reparti fascisti e tedeschi ne provocò una reazione durissima: il 18 marzo 1944 di primo mattino raggiunsero Montefiorino iniziando un intenso cannoneggiamento delle frazioni del comune poste sull’altro fianco della valle del Dragone mentre le truppe salivano dal torrente verso questi piccoli centri incendiando le case ed uccidendo le persone che incontravano senza eccezione di donne e bambini, mentre gli uomini che si salvavano erano catturati e costretti a portare pesanti casse di munizioni e trucidati poi finito il trasporto.

Questa azione condotta in forze dai tedeschi è detta Strage di Monchio, Susano e Costrignano dal nome dei paesi maggiormente colpiti e comportò l’uccisione di 136 persone, uomini, donne e bambini di pochi mesi, la distruzione di 150 case prevalentemente a Monchio. Dopo il rastrellamento in Val Dragone i tedeschi si spostarono nel Reggiano nella zona di Villa Minozzo dove nei giorni precedenti c’erano stati alcuni scontri con i partigiani. Il comando tedesco ordinava l’attacco al piccolo paese di Civago dove i militari distrussero o danneggiarono cinquanta case e uccisero tre persone che non erano riuscite a fuggire in tempo, contemporaneamente venne attaccato un altro piccolo paese, Cervarolo, e qui dopo aver saccheggiato e appiccato il fuoco radunarono ventiquattro persone fermate compreso il parroco e le fucilarono. Il giorno dopo saccheggiarono e incendiarono il borgo di Ripatondain Val d’Asta.

Ad infoltire le schiere dei primi partigiani fu soprattutto la fuga in montagna di giovani che si sottrassero al bando di leva decretato dalla Repubblica Sociale Italiana. A Montefiorino e nei comuni che faranno poi parte della repubblica partigiana si calcola che si concentrarono circa 5000 partigiani. La data d’inizio della Repubblica partigiana può farsi risalire al 17 giugno 1944, quando fu occupata, da partigiani di matrice laica e cattolica, la Rocca di Montefiorino. A Montefiorino, in seguito si installò anche il comando della Divisione Modena Armando, espressione del partito comunista e composta da diverse brigate, a capo della quale era Mario Ricci noto appunto col nome di battaglia di Armando a cui era affiancato un “commissario politico” secondo il modello dei reparti militari sovietici. Un altro reparto, ma di matrice cattolica, aveva sede a Fontanaluccia, località del comune di Frassinoro, a sud di Montefiorino verso il crinale di confine con la Garfagnana. Era comandata da Ermanno Gorrieri. Tale reparto divenne in seguito nucleo su cui crebbe la Brigata Italia. Altre divisioni e reparti si trovavano negli altri comuni e si pose il compito di unificare i vari reparti partigiani della zona liberata. Venne deciso di costituire il Corpo d’Armata Centro Emilia con sede del comando a Montefiorino.

Nel periodo di durata della repubblica partigiana non si ebbero importanti scontri militari, ma soprattutto azioni dei partigiani volte ad impedire il transito dei reparti tedeschi lungo le vie verso la Toscana e attacchi dei tedeschi per tenere libere queste strade di comunicazione o per saggiare le possibilità di difesa dei partigiani. Il comando tedesco propose un “patto di non aggressione” che prevedeva da parte dei partigiani l’impegno di non ostacolare il passaggio dei reparti tedeschi e da parte dei tedeschi l’impegno di non effettuare azioni di rastrellamento nel territorio della repubblica partigiana. Questo patto fu rifiutato dal comando partigiano, ma, con l’avvicinarsi degli Alleati al crinale appenninico, si rese necessario per i tedeschi rendere sicura la strada delle Radici che consentiva collegamenti diretti fra la Pianura Padana e la Garfagnana. La strada che attraversava i comuni di Montefiorino e Frassinoro era in mano ai partigiani e il comando tedesco decise il 30 giugno 1944 di iniziare un duro rastrellamento con largo impiego di mezzi e uomini. I partigiani inizialmente si opposero ma, constatato che non avrebbero potuto far fronte ad un’offensiva così massiccia abbandonarono le posizioni occupate. Dopo quarantacinque giorni dalla sua nascita si concludeva il periodo della Repubblica di Montefiorino. I tedeschi occuparono subito Montefiorino e diedero alle fiamme il paese, che nel frattempo era stato precipitosamente abbandonato dagli abitanti corsi a rifugiarsi nelle frazioni del comune o in pianura da parenti.

Al comune di Montefiorino è stata conferita la Medaglia d’Oro al Valore Militare.

«Vessilifero della Resistenza fra numerosi Comuni appenninici, anticipava le libertà democratiche conquistando per primo a “Repubblica” partigiana una vasta zona montana, sul tergo e ad insidia d’importante settore difensivo della linea Gotica. Retto da valoroso alto Comando partigiano e polo d’attrazione di perseguitati e insofferenti di giogo straniero, in alterne vicende il territorio libero di Montefiorino costituiva base offensiva e difensiva d’agguerrite formazioni, ad interdizione d’importanti comunicazioni dello schieramento tedesco; più volte attaccato si difendeva con bravura e, in durissima impari lotta di sopravvivenza, opponeva alla morsa inesorabile di due imponenti rastrellamenti nazifascisti il valore e il sanguinoso sacrificio di migliaia di combattenti e di stremate popolazioni. Dai reparti veterani della sua montagna sottrattisi all’annientamento, logori ma non domi e sempre risorgenti la Repubblica di Montefiorino rigenerava, infine, le formazioni partigiane della riscossa, che, ai passi appenninici e in nobile gara con le forze di pianura e con le martiri popolazioni, davano, per la redenzione della Patria, largo concorso di combattimento e di sacrificio agli eserciti di liberazione, generoso tributo di valore, di sangue e di sofferenza alla causa della libertà.»
— Appennino Modenese, giugno 1944 – aprile 1945