17° REGGIMENTO FANTERIA “ACQUI

  

SOCIO D’ONORE DELL’ISTITUTO DAL 2008 – TESSERA N° 736

Motto:      “Aquensem legionem time”

Festa:         25 settembre – anniversario della conclusione dei combattimenti di Cefalonia (1943)

Sede:        Capua (CE) – Caserma “Oreste Salomone”

Mostrina: rettangolare di colore giallo con riga longitudinale nera al centro

Stemma araldico

Nel primo quarto (di origine) vi è l’aquila di Savoia antica per ricordare l’appartenenza del Corpo al ducato di Savoia e la partecipazione a tutte le guerre combattute con il ducato, poi Regno di Sardegna. Nel secondo quarto figura l’arme del Chiablese, che già compariva nel vecchio stemma, e segna il momento del passaggio del corpo alla milizia nazionale nel 1794. Il terzo quarto è dedicato al ricordo dell’antica Bandiera concessa al Reggimento nel 1832. L’ultimo quarto è riferito al nome tradizionale di Acqui, assunto nel 1821 e vi è pertanto l’arme della città. Il capo d’oro simboleggia la M.O.V.M. concessa al Reggimento e nel quartier franco compare la croce di rosso in campo d’argento simbolo sia di Cefalonia, ove si è consumato l’olocausto dei fanti del 17°, sia di Alessandria, riferimento indiretto alla vecchia brigata da cui discende il Reggimento.

Origini e vicende organiche

Riallaccia le proprie origini al Reggimento Desportes (dal nome del primo comandante) formato il 27 ottobre 1703, su dodici compagnie fucilieri e una granatieri, con personale straniero di varia nazionalità. Nel corso degli anni cambia più volte denominazione, riferita ai nomi dei comandanti, finché nell’ottobre 1774 incorporate cinque compagnie del disciolto Reggimento Fatio è formato su tre battaglioni e diviene Reggimento del Chiablese. Nel gennaio 1794 viene considerato Reggimento di Fanteria Nazionale ed il 26 ottobre 1796 è denominato Reggimento di Alessandria. Sciolto nel 1798 dal giuramento di fedeltà al Re di Sardegna, nel luglio 1814 si forma il 1° battaglione del ricostituendo Reggimento di Alessandria che nel 1815 diviene Brigata di “Alessandria” con due battaglioni in pace e quattro in guerra; incorpora successivamente il Reggimento Provinciale di Acqui e il 2° ‘Battaglione di Casale. Il 31 maggio 1821, in seguito agli avvenimenti politici, la brigata viene sciolta e il suo personale confluisce nel III Battaglione Provvisorio di Linea. Per effetto del decreto 13 novembre 1821 viene formata il successivo 19 dicembre la Brigata di “Acqui” nella quale sono inseriti il predetto battaglione e il III della Legione Leggera. Successivamente cambia più volte denominazione come segue:

  • nel 1831, 1° Reggimento (Brigata Acqui), in occasione della formazione della brigata su due reggimenti;
  • nel 1839, 17° Reggimento Fanteria (Brigata Acqui), quando un nuovo ordinamento assegna ai reggimenti dell’Arma un numero progressivo;
  • nel 1871, 17° Reggimento Fanteria “Acqui”, a seguito dello scioglimento delle brigate permanenti;
  • nel 1881, 17° Reggimento Fanteria (Brigata Acqui), con la ricostituzione delle brigate.

Per la guerra 1915-18 il reggimento è ordinario su tre battaglioni, ognuno con quattro compagnie fucilieri ed una sezione mitragliatrici.

Con l’attuazione della legge 11 marzo 1926 sull’ordinamento riprende il nome di 17° Reggimento Fanteria “Acqui”, rimane articolato su due soli battaglioni ed a seguito della costituzione delle brigate su tre reggimenti viene assegnato alla XIV Brigata di Fanteria della quale fanno parte anche il 23° e 24° “Como”. Formate le divisioni binarie nel 1939, partecipa al secondo conflitto mondiale inquadrato nella Divisione di Fanteria “Acqui” (33ª) unitamente ai Reggimenti 18° Fanteria e 33° Artiglieria per D.f’ ai quali si unisce, nel 1941, anche il 317° Fanteria. Nel giugno 1940 il 17° ha il seguente organico: comando; compagnia comando; I, il e III battaglione fucilieri; compagnia mortai da 81; batteria armi di accompagnamento da65/17. Il reggimento viene sciolto per eventi bellici il 25 settembre 1943 dopo aver opposto strenua resistenza alle forze tedesche, nell’isola di Cefalonia, meritando la massima ricompensa al V.M. alla Bandiera.

È ricostituito in Roma il 1° gennaio 1948 con la stessa denominazione di 17° Reggimento Fanteria “Acqui”, su comando, compagnia comando e tre battaglioni ai quali si uniscono poi la compagnia mortai e la compagnia cannoni c/c; il 17° è inquadrato nella Divisione “Granatieri di Sardegna”.

Soppresso il 30 settembre 1975, ne raccoglie l’eredità il I battaglione che, rimasto in vita, dal 1° dicembre 1975 con sede in Sulmona diviene 17° Battaglione Fanteria “San Martino”. L’unità cui vengono affidate Bandiera e glorie reggimentali è assegnata alla Brigata Motorizzata “Acqui”. Posto in posizione “quadro” il 1° dicembre 1990 è nuovamente in vita il 1° marzo 1991 in Sora quale 17° Battaglione Fanteria Motorizzato “San Martino” ed a partire dal successivo 1° ottobre diviene 17° Battaglione Fanteria Meccanizzato “San Martino”. Con il riordinamento della Forza Armata il battaglione perde la propria autonomia il 24 settembre 1992 ed il giorno successivo è inquadrato quale I Battaglione Meccanizzato nel 17° Reggimento Fanteria “Acqui” che si ricostituisce in Sora (FR).  Nei periodi ottobre-novembre 1992 e aprile-giugno 1993 partecipa all’operazione “Vespri Siciliani” nei settori, rispettivamente, di Caltanissetta e di Gela. Torna in Sicilia per la medesima esigenza dal 12 marzo al 26 maggio 1994 nella zona di Gela – Niscemi – Butera.

Sciolta la Brigata meccanizzata “Acqui” il 17º riceve il compito di formare i volontari dell’Esercito Italiano, dapprima in ferma breve (VFB) e poi in ferma prefissata di un anno (VFP1) e viene posto alle dipendenze della Scuola Sottufficiali dell’Esercito Italiano, con conseguente nuovo cambio degli ordinamenti. Inquadrato infine nel Raggruppamento Unità Addestrative, dal 2004 il Reggimento è dislocato presso Capua (CE). Nel 2005 la città di Caserta ha conferito al 17º la cittadinanza onoraria per i servigi resi alla collettività.

Campagne di guerra e fatti d’arme

Con l’Armata Sarda

Successione di Spagna (1701-14): difesa di Chivasso e difesa di Torino

Successione di Polonia (1133-35): Parma, Guastalla

Successione d’Austria (1142-48): Casteldelfino, Pietralunga, Madonna dell’Olmo, Assietta

Franco-Piemontese (11 92-9 6)

Prima d’Indipendenza (1848-49):

  • 1848: Mantova, S. Lucia, Goito, Volta, Godesco, Milano
  • 1849: Sforzesca, Novara.

Crimea (1855-56): vi prendono parte le compagnie 1ª,5ª,9ª e 13ª riunite in un battaglione incorporato nel 5° Reggimento provvisorio: Cernaia

Seconda d’Indipendenza (1859): Frassineto, dimostrazione sulla Sesia, S. Martino.

Con l’Esercito Italiano

Brigantaggio (1861-70): Calabria, Salernitano

Terza d’Indipendenza (1866)

Eritrea (1895-96): concorre alla formazione di vari battaglioni con 7 ufficiali e 234 soldati. I battaglioni IV e XI prendono parte alla battaglia di Adua.

Libia (1911-12): concorre alla mobilitazione di vari reggimenti con 20 ufficiali e 1.203 soldati

Prima Mondiale (1915-18):

  • 1915: S. Elia, Vermegliano, Selz, M. Sei Busi (lug.-ott.)
  • 1916: Selz (apr.) – Gallio (lug.)
  • 1917: Carso: Hudi Log (mag.), Pod Koriti (ago.), Castagnevizza (ott.)
  • 1918: Vittorio Veneto: Trento (ott.-nov.)

Africa Orientale (1935-36): fornisce ai reparti mobilitati 8 ufficiali, 11 sottufficiali e 179 soldati

Seconda Mondiale (1940-43):

  • 1940: fronte alpino occidentale: Argenteria
  • 1941: fronte greco-albanese: Himara, Vunci, Val Shushizza
  • 1942-43: Cefalonia

Liberazione (1943 – 45):

-1943: Cefalonia (8-25 settembre)

Ricompense alla Bandiera

Ordine Militare d’Italia – Decreto  5 giugno 1920

“Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell’aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d’Italia (1915-18). “(All’Arma di Fanteria).

Medaglia d’Oro al Valor Militare – Decreto 16 febbraio 1948.

“Nella gloriosa e tragica vicenda di Cefalonia, con il valore ed il sangue dei suoi fanti, per il prestigio del1’Esercito italiano e per tener fede alle leggi dell’onore militare, disprezzò la resa offerta dal nemico, preferendo affrontare, in condizioni disperate, una impari lotta immolandosi in olocausto alla Patria lontana.” Cefalonia, 8-25 settembre 1943.

Medaglia d’Argento al Valor Militare – Decreto 13 luglio 1849.

“Per l’ottima condotta tenuta nei fatti d’arme della Sforzesca e di Novara.” (21-23 marzo 1849)

Medaglia d’Argento al Valor Militare – Decreto 12 luglio 1859.

“Per la bella condotta tenuta nella giornata di S. Martino” (24 giugno 1859).

Medaglia d’Argento al Valor Militare – Decreto 3l dicembre 1947.

“In tre mesi di aspri combattimenti con tenacia e valore precludeva al nemico ogni possibilità di successo temprando nella lotta e nel sacrificio spiriti ed armi per la vittoria futura. Alla ripresa offensiva delle nostre armi, con generoso slancio attaccava le posizioni avversarie impegnando il nemico in dura lotta. pari alle sue glorie secolari, segnava la via della vittoria con il sangue profuso dagli eroici fanti.” (Himara, Vwnoi, Val Shushizza, dicembre 1940-aprile 1941)

Medaglia di Bronzo al Valor Militare – Decreto 5 giugno 1920.

“Per lo slancio, la tenacia e il valore spiegati dal primo battaglione del reggimento in aspre e sanguinose giornate di battaglia” (M. Sei Busi, 29 agosto – 30 ottobre 1915; Valloncello di Selz, 22-23 aprile 1916; Gallio,25 luglio 1916).