MOVM ECCELLENTI: IL GENERALE GIOVANNI MARZANO

  

Da “IL NASTRO AZZURRO” n° 6-2012

Il 26 aprile 2010, si è spento il gen. C.A. (t.o.) Giovanni Marzano, Medaglia d’Oro al Valor Militare, nato a Napoli il 1° giugno 1918. Se ne è andato discretamente, confortato dagli affetti familiari e, come da suo desiderio, senza ricevere gli Onori Militari che ad un Eroe come lui sarebbero spettati. Chi lo conosceva, sapeva ed apprezzava il suo temperamento riservato, cortese ma fermo e deciso. Lo dimostrò sin dal suo ingresso alla Scuola Ufficiali della Regia Guardia di Finanza il l4 ottobre 1937, dalla quale uscì il 15 settembre 1939 con il grado di sottotenente destinato al comando della Tenenza di Castellammare di Stabia (NA). Imbarcatosi a Bari il l2 luglio 1940, sbarcò a Durazzo il giorno successivo per raggiungere il comando della Tenenza di Librasht ove fu altresì nominato responsabile della Sezione di vigilanza della frontiera della cittadina albanese. Dopo aver assunto il comando di un plotone mitraglieri del 3° Battaglione Mobile, il 25 agosto dello stesso anno fu mobilitato per ordine del Comando Superiore delle FF.AA. di Albania giungendo in territorio dichiarato in stato di guerra.

A Qafa Kalibarit, durante i combattimenti che durarono dall’1 al 4 dicembre 1940, il sottotenente Giovanni Marzano si copri di gloria. 77 uomini, ufficiali compresi, del III Battaglione avevano, infatti, ricevuto l’ordine di fermare l’avanzata nemica e dar modo alla Divisione “Pusteria” di schierarsi a sud di Cerovode. La zona da presidiare e da difendere era vastissima ed i greci, in forze rilevanti, ben armati e muniti anche di artiglieria di piccolo calibro, avevano già raggiunto ed occupato le località di Qafa, Bazcs, Mali Sunis e Cras. La difesa dell’ampio territorio venne affidata al Plotone di finanzieri mitraglieri del sottotenente Giovanni Marzano che, con il volume di fuoco delle poche armi di cui disponeva, ostacolò decisamente il baldanzoso nemico ingaggiando una lotta eroica, cruenta, con assalti e contrassalti che durarono ininterrottamente per circa 100 ore. Nella giornata del 4 dicembre, i greci decisero di porre fine ai combattimenti ed attaccarono con ingenti ed ancor più armate forze la posizione raggiunta dai finanzieri al comando del giovane ufficiale. Molti finanzieri persero la vita; il Sottotenente Marzano, anche se ferito ad un piede, non abbandonò il suo posto di combattimento da cui protesse con altri tre eroici militari, il villaggio di Costanza. Il fuoco nemico si fece allora più nutrito e la reazione delle Fiamme Gialle sempre più decisa. I tre finanzieri Luigi Alfieri, Domenico Messina e Giuseppe Spina furono colpiti mortalmente.

Il Sottotenente Marzano, nuovamente ferito alle gambe, non si arrese e, pur versando sangue da tutto il corpo, continuò a sparare con l’unica mitragliatrice ancora efficiente, infliggendo forti perdite all’avversario. Dopo tanta eroica resistenza, anche il giovane Ufficiale venne travolto dal fuoco nemico, abbattendosi sulla sua stessa arma. Lo stesso giorno che compì il glorioso fatto d’armi, fu dichiarato prigioniero di guerra, rimpatriando solo il 3 gennaio 1946.

Presentatosi al Comando Presidio di Bari, fu richiamato in sevizio permanente effettivo e promosso al grado di Tenente con effetti retroattivi dal 20 marzo 1941. Trasferito al Nucleo di Polizia Tributaria Investigativa di Napoli con funzioni di “Ufficiale Addetto”, il 1° agosto del 1947 assunse il comando della Tenenza di Mergellina (NA). Promosso al grado di Capitano dal 1956 al 1959, assunse l’incarico di Comandante della Compagnia di Massa Carrara. Con l’avanzamento a scelta al grado di Maggiore, nell’ottobre del 1959 venne trasferita al Gruppo di Firenze ove permase fino al 1969. Promosso Colonnello venne trasferito al comando dell’Accademia del Corpo quale Vice Comandante per assumere, il 1° agosto 1970, il comando dell’8^ Legione di Firenze che tenne per due anni prima di divenire Comandante del Nucleo Regionale di Polizia Tributaria di Trieste. Con la promozione a Generale di Brigata venne trasferito al Comando della Zona di Venezia che resse fino al novembre 1976 per poi assumere il Comando della Zona di Bologna.

Nel 1978 cessò dal servizio permanente effettivo e venne collocato in ausiliaria. Il 2 giugno 1991, posto in congedo assoluto gli venne conferita la promozione, a titolo onorifico, al grado di Generale di Corpo d’Armata.

La salma dell’Eroe del fronte greco-albanese è stata tumulata presso il cimitero monumentale della Misericordia di Antella, una frazione di Bagno a Ripoli in provincia di Firenze, città ove risiedeva. Riposa in quel luogo sacro unitamente ad altri “ospiti illustri” quali esponenti della nobiltà fiorentina, della scienza e delle arti, scrittori, storici ed alti prelati.

Le Fiamme Gialle d’Italia ed in particolare i Suoi Finanzieri della Toscana che tanto amava, e che ha seguito con passione fino all’ultimo giorno della sua gloriosa esistenza, lo ricorderanno sempre per il “… magnifico esempio di eccelse virtù militari …” e per “… lo spirito di sacrificio dimostrato, spinto all’estremo limite delle possibilità umane …”.

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, appresa con profonda commozione la notizia della scomparsa del Gen. Giovanni Marzano, ha espresso il suo cordoglio alla moglie, Signora Dora, ricordando “… la figura di insigne finanziere che seppe essere limpido esempio di incomparabile abnegazione, eccelse virtù militari e impareggiabile spirito di sacrificio …”.

 Medaglia d’Oro al Valor Militare

“Ferito durante la difesa di importante caposaldo, volontariamente rimaneva sul posto con tre dipendenti pure feriti, dopo l’ordine di ripiegamento dato alla compagnia, per proteggere la difficile operazione di sganciamento, mentre incalzava baldanzoso il nemico. Nuovamente colpito e gravemente, dopo che la compagnia aveva già raggiunto le nuove posizioni e dopo che erano caduti i tre compagni, anziché arrendersi continuava imperterrito nell’azionare l’ultima mitragliatrice rimasta efficiente e che sbarrava il passo al nemico, finché, dopo lunghe ore di leonina resistenza che meravigliava e disorientava l’avversario, si abbatteva anch’ esso sulla sua arma. Magnifico esempio di eccelse virtù militari. Fronte greco – albanese, 4 dicembre 1940.”

gen. D. Giorgio 27Toschi