UNA TESTIMONIANZA SIGNIFICATIVA

  

In occasione dell’avvicendamento nella carica di Capo di Stato Maggiore della Marina Militare il Labaro Nazionale, causa l’indisponibilità di alfieri dell’Istituto, ha partecipato alla cerimonia portato dal Capo di 2^ classe Vincenzo Coppola. Il Sottufficiale ha voluto esternare i propri sentimenti e le proprie emozioni.

“Cerimonia di avvicendamento nella carica di Capo di Stato Maggiore della Marina Militare fra l’ammiraglio di squadra Walter GIRARDELLI e l’ammiraglio di squadra Giuseppe CAVO DRAGONE. Roma, Palazzo Marina 20 giugno 2019.” 

Quando, qualche giorno antecedente la cerimonia di avvicendamento nella carica di CaSMM, dal mio Comandante mi è stato chiesto di fare l’Alfiere del Labaro del Nastro Azzurro ho accettato volentieri e con immenso entusiasmo tale compito, in primis per l’immaginabile spirito di servizio e secondariamente per vivere una nuova esperienza di crescita personale. Mi sono quindi recato presso la Presidenza Nazionale per  ritirare il labaro e mi sono reso subito conto, appena sono entrato nella sede, del valore storico simbolico  di  ciò  che  rappresentava  siffatta  esperienza,  arricchita  dalla  preliminare conversazione intercorsa tra me e il Segretario Generale. Ho sentito quindi la responsabilità del  compito  assegnatomi,  ho  preso  piena  coscienza  di  ciò  che  sarei  andato  a rappresentare il giorno dall’avvicendamento nella carica del Capo della mia Forza Armata che è la Marina Militare Italiana.

Nel corso dell’evento ho pensato che nell’attuale momento storico ciascuno di noi dovrebbe avere piena coscienza dei valori racchiusi in quel Labaro, dato che rappresenta le persone che si sono trovate prigioniere, magari pure ferite, durante i due grandi conflitti mondiali e che noi invece godiamo di 70 anni di pace, il periodo più lungo della storia. Ho pensato quindi ai miei 2 nonni che durante la Seconda guerra mondiale sono stati prigionieri di guerra per mano tedesca in Germania, che nel periodo della loro giovinezza, appena ventenni, avevano sofferto sia la fame e soprattutto erano stati sfruttati e umiliati sia dal punto di vista lavorativo che dal punto di vista umano. Mia nonna mi raccontò che uno dei due nonni, aveva ricevuto un colpo di catena che gli aveva lasciato un segno indelebile sia esteticamente ma soprattutto moralmente. L’altro nonno ricordo che mi raccontava paradossalmente, sicuramente per la sua giovane età, dei fatti con una certa allegria e di tutti i termini che aveva acquisito durante la prigionia e della gioia provata quando riusciva a mangiare “bucce di patate” giacché pativano la fame. Finita la guerra erano tornati a piedi dalla Germania impiegandovi giorni se, non mesi, per ritornare nella loro casa. Ho immaginato la sofferenza patita dei loro genitori e dei loro cari, senza la possibilità che abbiamo oggi di comunicare da qualsiasi posto in qualsiasi momento grazie ad un cellulare, allora del tutto sconosciuto.

Ringrazio il Nastro Azzurro per l’esperienza che mi ha permesso di vivere e per la reminiscenza storica rievocata. Sono orgoglioso di diffondere nel mio ambito lavorativo le riflessioni relative al valore della pace che questa esperienza ha saputo risuscitare in me!

Capo 2^ Cl. COPPOLA Vincenzo