Col. Carlo Buffa di Perrero

  
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Nato a Torino il 20 dicembre 1867, dopo aver studiato nel Collegio Militare di Milano fu ammesso all’Accademia Militare di Modena dalla quale uscì nel 1887 con il grado di Sottotenente di Fanteria.

Nel 1896 passò negli Alpini e fu assegnato al Battaglione “Aosta” dove svolse un’intensa attività alpinistico-militare, addestrando plotoni scelti di guide alpine. Successivamente studiò i gruppi montani lungo il confine italo-austriaco nella zona dolomitica, compilando preziose relazioni che gli valsero la fama di esperto conoscitore della difesa strategica e tattica delle nostre vallate.

Nel 1914 partì per la guerra libica con il Battaglione “Fenestrelle” del 3° Rgt. Alpini e, nel fatto d’arme di Chaulam ebbe un encomio solenne. Rientrato in Italia e promosso maggiore nel 1915, fu mobilitato allo scoppio della guerra con l’Austria al comando del Battaglione “Cadore” che portò alla conquista di alcune difficili posizioni oltre confine. L’azione a cui il suo nome rimase indissolubilmente legato è la conquista del Monte Cristallo, ottenuta conducendo personalmente all’assalto due compagnie lungo una sottile cresta rocciosa battuta dal fuoco nemico. Il primo attacco venne respinto dagli austriaci e il Magg. Buffa di Perrero venne ferito una prima volta. L’indomani, pur debilitato dalla febbre causata dalla ferita, partecipò al secondo tentativo durante il quale venne colpito da una colpi di fucile alla spalla. Per il suo comportamento gli venne conferita la medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione:

“Avendo fatto tentare successivamente l’assalto di una trincea nemica, lungo una sottile e difficile cresta di ghiaccio, da due squadre comandate da ufficiali, delle quali tutti i componenti rimasero morti o feriti, si poneva egli stesso alla testa della terza squadra e si slanciava all’assalto riportando due ferite. Monte Cristallo, 21 ottobre 1915”

Ritornato al fronte dopo le cure in ospedale, con la promozione a Tenente Colonnello nell’agosto 1916 gli venne affidato il comando del 138° reggimento fanteria che si trovava in linea sul Carso in attesa di partecipare all’imminente battaglia dell’Isonzo. Su questo nuovo fronte, totalmente diverso da quello a cui era abituato ad operare, svolse numerose ricognizioni in prima linea per studiare i piani di battaglia, controllare i lavori ed incoraggiare i soldati stanchi e indecisi. Seppe in questo modo procacciarsi l’affetto e la stima di tutti per il suo tratto finissimo e le sue doti di mente e di cuore.

Ricevuto l’ordine di attaccare le posizioni austriache nella zona di Castagnevizza, il 1° novembre 1916, guidando personalmente i suoi battaglioni, superò di slancio la prima linea nemica e con un secondo sbalzo portò il reggimento fin sulla seconda linea, incalzando l’avversario e catturando numerosi prigionieri. Il 4 novembre si concludeva l’azione vittoriosa. Ma durante l’ultima notte, mentre ispezionava le linee avanzate, per rincuorare i soldati storditi da un forte bombardamento, cadeva colpito a morte da una scheggia di granata nemica. Venne sepolto nel cimitero militare di Vizentini, nel Vallone di Doberdò. Nel 1922 la sua salma fu traslata a Cavour, fra la sua gente, ai piedi delle montagne che tanto amava.

Alla sua memoria fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:

 “Alla testa del suo reggimento, con sereno sprezzo del pericolo, lo condusse alla conquista di una forte e contrastata posizione nemica. Superatala, con meraviglioso ardimento e mirabile slancio, sempre in prima linea, proseguì nell’azione, inseguendo il nemico, frustrandone ogni tentativo di resistenza e spingendosi fino alla linea più avanzata del campo di battaglia. Ivi, con insuperabile serenità ed incrollabile fermezza, per una intera notte e fino al mezzogiorno dell’indomani, seppe col suo valoroso reggimento resistere agli accaniti contrattacchi dell’avversario ed alle sue ripetute minacce di avvolgimento, assicurando così la completa, brillantissima vittoria conseguita dai nostri nel pomeriggio dello stesso giorno. Sulla stessa linea più avanzata, trovò morte gloriosa, mentre si studiava di affermare la vittoria col consolidamento delle posizioni conquistate. Locvizza, Kastanjevizza, 1 -4 novembre 1916.”