Relazione presentata ala Covnegno organizzato in occasione della GIORNATA DEL DECORATO 2018 aRoma
SORELLA CRI ANNA CANTAFORA
Ringrazio il Generale Carlo Maria Magnani Presidente Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro per l’invito in occasione della Giornata del Decorato.
Non è conoscenza comune, che molte donne furono decorate con Medaglia al Valor Militare e tra queste numerose furono le Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana.
Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, questo il nostro nome ufficiale, ma affettuosamente e per tutti: “Crocerossine.”
Tre Crocerossine furono decorate con medaglia d’oro, più di 60 con medaglia d’argento, più di duecento con medaglia di bronzo. Arduo scegliere quali figure ricordare! Illustrerò brevemente i profili della Duchessa d’Aosta, nostra prima Ispettrice Generale, delle tre sorelle perite nell’affondamento della nave Po e di Sorella Maria Cristina Luinetti. Figure lontane e vicine nel tempo , ma sempre e per sempre nel cuore degli Italiani ELENA DI ORLÉANS
Elena di Orléans, nacque a Twickenham, il 13 giugno 1871 e morì a Capodimonte il 21 gennaio 1951. Il 25 giugno 1895, sposò Emanuele Filiberto di Savoia, dal matrimonio nacquero due figli: Amedeo eroe dell’Amba Alagi e Aimone.
Trasferitasi a Napoli con il marito, nominato Comandante del X Corpo d’Armata, dal 1909 al 1911, seguì il corso di formazione come allieva infermiera della CRI e sostenne l’esame nell’ottobre del 1911.
Alla vigilia della Grande Guerra ottenne la nomina a Ispettrice Generale delle Infermiere volontarie della Croce Rossa italiana, incarico che ricoprì dall’aprile 1915 al marzo 1921, mentre il marito Emanuele Filiberto era posto a capo della 3ª Armata schierata sul Carso orientale. Molto amata dalle «sue infermiere», come usava chiamarle, Elena d’Aosta, instancabile, visitò dal nord al sud gli ospedali sia nelle vicinanze della linea del fuoco, sia nelle retrovie e valutò la disciplina e la preparazione delle 10.000 volontarie addette all’assistenza. All’occorrenza, lamentava la scarsa formazione dovuta ai corsi accelerati, indetti in gran numero per far fronte alle necessità del conflitto, rimuovendo dall’incarico le infermiere il cui comportamento reputava dannoso per il buon nome dell’istituzione. Diresse il Corpo con mano ferma, dando un’impronta severa e rigorosa, che rimase a lungo come caratteristica dell’organizzazione. Decise di abolire ogni distinzione di titoli nobiliari.
Per il suo servizio di guerra, ottenne molte decorazioni, fra cui la Medaglia d’Argento al Valor Militare che le venne conferita solennemente il 15 marzo 1917 alla presenza del Duca d’Aosta, nella piazza principale di San Giorgio di Nogaro, con la seguente Motivazione:
“ Instancabile in opere di pietà, con sacrificio di se stessa, fulgido esempio di alacrità e coraggio alle infermiere della Croce Rossa, nonostante i pericoli di ogni specie, si trattenne in lazzaretti di colerosi e ospedaletti da campo dei più avanzati in località battute dall’artiglieria nemica, su tutto il fronte dal Trentino all’Isonzo, sempre serena, impavida soccorritrice, benefica, portando ovunque, anche tra gli edifici crollati sotto le bombe dei velivoli avversari, un conforto amorevole ai nostri soldati ammalati e feriti, inspirando in tutti alte virtù di fede.”
Fronte di Guerra 1915-1916
L’affondamento della Nave PO
La nave ospedale Po faceva servizio tra l’Italia e l’Albania, i marinai di lungo corso la chiamava “la spedaliera-“ Era il 14 marzo 1941 alle ore 23,00 buona parte dell’equipaggio, comprese le crocerossine, si era già ritirato nelle cabine, , “una splendida luna brillava nel cielo sereno[…]la luna era tanto limpida e la luce diffusa tanto chiara, da permetterci la lettura del giornale. La bianchissima nave “Po”che portava molto chiare le sue croci, sui fianchi e sui due grossi fumaioli, doveva essere ben visibile dal porto e a una certa distanza dal mare” Dal diario di sorella Amelia Corberi Mascoli (superstite) – alle 23,13 la ex nave passeggeri, trasformata in ospedale galleggiante, in attesa di imbarcare dal porto di Valona centinaia di feriti da riportare in patria, venne centrata da un siluro inglese sganciato da un velivolo Fairey Swordfish (pescespada) che colpì la nave ospedale. L’attacco fu compito da 5 aereosiluranti decollati da una baia segreta della RAF.La nave cominciò a sbandare e venne impartito l’ordine di abbandono. Vennero calate le scialuppe, ma una di queste si rovesciò. La “spedaliera” colò a picco in meno di dieci minuti.
I soccorsi furono subito attivati e vennero tratte in salvo 219 persone, sulle 240 in forza.
Dalle comunicazioni desecretate di Supermarina, risultò che i morti in quell’occasione furono 21, tra i quali anche tre crocerossine.
Tali comunicazioni rivelano anche che la nave ospedale aveva le luci spente e questa forse fu la motivazione per cui gli aerei inglesi aprirono il fuoco, non potendo vedere le grandi croci rosse dipinte sui fianchi e sui fumaioli.
Maria Federici, Vanda Sechi ed Ennia Tramontani furono le infermiere volontarie che perirono nell’affondamento della nave Po.
Maria Federici di Brescia classe 1908, nipote di Pietro Beretta, si diplomò infermiera Volontaria nel 1939. Partì da Gardone Valtrompia ai primi di febbraio del 1941 e venne assegnata alla nave ospedale che faceva servizio tra l’Italia e l’Albania. Fu scelta come capogruppo.
Maria Federici verrà insignita di ben 3 onorificenze: Medaglia d’argento al Valor Militare, Medaglia d’oro della Croce Rossa Italiana, Medaglia di bronzo al Valor Civile.
Vanda Sechi di 27 anni nativa di Roma, si era poi trasferita a Brescia e aveva ottenuto di essere tra le 11 infermiere bresciane chiamate negli ospedali da campo, negli ospedali territoriali e sulle navi ospedale.
Si era diplomata infermiera volontaria insieme a Maria Federici nel 1939.
Ennia Tramontani classe 1910, milanese, frequentava il quinto anno di medicina; doveva raggiungere l’Ospedale da campo al quale era stata assegnata sul fronte greco.
Furono decorate tutte e tre con la medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione:
“Infermiera volontaria della C.R.I. imbarcata in missioni di guerra sulla nave ospedale PO, colpita durante un attacco aereo notturno, teneva contegno fermo e sereno, incoraggiando e sostenendo i naufraghi con ammirevole altruismo e spirito di sacrificio. Perdeva la vita inabissandosi con la nave, sulla quale con dedizione assoluta al dovere, compiva la sua alta missione di bontà verso i soldati in armi, dei quali era sorella silenziosa e serena.”
Baia di Valona 14 marzo 1941
Concluderò con la più giovane :
Sorella Maria Cristina Luinetti
Maria Cristina Luinetti nacque a Milano il 22 marzo 1969, conseguì la Maturità Classica a Saronno, si iscrisse quindi al corso per Infermiera Volontaria della Croce Rossa presso il Sottocomitato di Saronno e si diplomò il 16 novembre 1991. Venne immatricolata il 27 giungo 1992 con il numero 35318. Appena acquisito il ruolo di I.V. della CRI, si impegnò in attività e servizi, il suo sogno era di partecipare ad una missione di emergenza importante e cercò di
prepararsi al meglio frequentando corsi di specializzazione; prestò servizio per tutta l’estate del ’93 presso vari reparti dell’Ospedale “S. Anna” di Como. Nel breve periodo intercorso tra il Diploma di I.V. e la sua tragica fine, visse intensamente le attività di Croce Rossa: servizio infermieristico con i profughi della Ex Jugoslavia, addestramento per operazione IBIS con la Brigata Legnano. Il 20 novembre 1993 il sogno di Cristina si realizzò, partì per la Somalia per la missione UNOSOM II. Il 9 dicembre dello stesso anno morì a Mogadiscio. L’epilogo tragico di un’esistenza, breve, dedicata alla cura dei vulnerabili. Un epilogo forse immaginato e temuto: Cristina, prima di partire, lascia una letteratestamento alla zia; in questa lettera la Crocerossina espone le sue ultime volontà nel caso di “un mio ritorno in bara”. Un presentimento, oppure, più verosimile un forte principio di realtà. Le furono conferite numerose onorificenze tra le quali: Medaglia d’oro al merito della Croce Rossa Italiana- Roma Medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica- Roma Medaglia “Florence Nightingale” (alla memoria) Conferita dal CICR, Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia ” alla memoria”- 2 novembre 2000 Con la seguente Motivazione: Sottotenente delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, impiegata in Somalia nell’ambito dell’operazione IBIS 2, nonostante oggettive difficoltà ambientali caratterizzate da condizioni di pericolo, offriva con generosità e abnegazione la propria opera dimostrando grande perizia, elevata capacità organizzativa ed alta dedizione per portare sollievo morale e fisico ai militari italiani e alla martoriata popolazione somala. Durante il diuturno impegno altamente umanitario, per evitare che un cittadino somalo, penetrato armato nel poliambulatorio, potesse colpire vittime innocenti, conscia del pericolo cui andava incontro e cercando di distrarne l’attenzione, volontariamente si offriva quale ostaggio, ma veniva freddamente uccisa dalla furia omicida del somalo. Altissimo esempio di dedizione e professionalità per un ideale di pace e di solidarietà umana. La sua opera e il suo sacrificio hanno riscosso il più profondo apprezzamento da parte dei contingenti alleati e della popolazione somala e hanno contribuito in maniera determinante a elevare il prestigio delle Forze Armate italiane e della Croce Rossa. Mogadiscio, 20 novembre 1993 – 9 dicembre 1993 Permettetemi quindi di terminare il mio intervento con questa considerazione: Scarse sono le notizie che riguardano le Crocerossine, noi non amiamo rendere pubblico il nostro servizio, preferiamo svolgerlo in silenzio lontano dai clamori e dai riflettori, ma siamo presenti da 110 anni ovunque e in ogni circostanza sia
necessaria la nostra opera a favore di tutti, in pace e in guerra, seguendo i sette Principi Fondamentali della Croce Rossa e il nostro motto: Ama Conforta, Lavora, Salva.
(CONTATI QUADERNI.CESVAM@ISTITUTONASTROAZZURRO.ORG)