FILIPPO NICOLAI E CESARE BELLA – M.O.V.M. DI APRILE

  

NICOLAI FILIPPO

Sottotenente cpl. IX btg. genio pontieri

Diplomatosi geometra, si iscrisse nella facoltà di statistica e di scienze attuariali dell’Università di Roma. Chiamato alle armi nel 1937 ed ammesso alla Scuola allievi ufficiali del genio a Pavia, venne nominato sottotenente l’anno dopo, assegnato al 1° reggimento pontieri. Trattenuto alle armi nell’ottobre 1939, rinunciava nel giugno 1940 alla licenza straordinaria quale studente universitario per partecipare alle operazioni di guerra sul fronte occidentale. Prese parte, poi, nell’aprile 1941, alla breve campagna contro la Jugoslavia e il 20 luglio dello stesso anno rimpatriato partì per la Russia. Assegnato alla 23ª compagnia leggera del IX battaglione pontieri motorizzato, prese parte nel settembre successivo al forzamento del fiume Dnieper a Petrowka. Gli fu conferita anche la Croce di Ferro germanica di seconda classe.

 “Esemplare figura di ufficiale e di combattente, che, a spiccate qualità di comandante, univa integro sentimento e marziale carattere. Decorato di medaglia d’argento per avere, quale comandante di plotone pontieri in difficili condizioni, riattivato numerose volte un ponte interrotto dalla artiglieria nemica. Destinato, durante la lotta invernale, a difendere, in una fase incerta di aspro combattimento, un abitato contro cui faceva leva la pressione schiacciante di superiori forze avversarie, reagiva con strenuo impeto ed indomita tenacia, anche quando gli assalitori lo avevano accerchiato su posizioni avanzate. Asserragliatosi, anziché arretrare, teneva testa ai rinnovati urti del nemico, sul quale, sprezzando lo strazio di mortale ferita, si avventava con un pugno di superstiti e, vietato ai suoi di soccorrerlo, cadeva, incitando alla mischia.” — Petrowka (Fronte russo), 21 febbraio 1942

Altre decorazioni: M.A. (Fronte russo, agosto-sett. 1941).

«Ufficiale ardito ed entusiasta rinunciava al congedamento per partecipare alla guerra. Nella ricognizione di un ponte danneggiato dal nemico in ritirata, incurante della reazione di fuoco di questo, che ancora occupava la sponda opposta del fiume, assolveva il compito in modo brillante. Successivamente, durante il gittamento di un ponte sotto fuoco, assolveva con calma e perizia il difficile compito di Ufficiale alla testa del ponte. In numerose occasioni si prestava volontario per riattare il ponte danneggiato dal fuoco nemico, assolvendo sempre il compito in modo brillante.» Dnjepropetrowsk 31 agosto-30 settembre 1941.»

 

BELLA CESARE

Sergente Maggiore 3° Reggimento Alpini

Modesto operaio fu arruolato il 16 maggio 1937 per il servizio di leva nel 3° reggimento alpini. Congedato il 25 agosto 1938, col grado di caporal maggiore esattamente un anno dopo, richiamato, riprendeva servizio nel btg. «Val Cenischia». Promosso sergente in maggio del 1940, partecipò un mese dopo alle operazioni di guerra sul fronte alpino occidentale con la 234ª compagnia. Destinato in seguito al battaglione «Fenestrelle» partiva per Ia Jugoslavia nel gennaio 1942. Conseguita la promozione a sergente maggiore nel maggio ebbe il comando di una squadra mitraglieri.

“Comandante di squadra mitraglieri, ricevuto l’ordine di proteggere il ripiegamento della compagnia, visti cadere il tiratore ed i porta munizioni, da posizione scoperta si lanciava sulla mitragliatrice abbandonata riuscendo a falciare in tempo il nemico ormai incalzante. Inceppatasi l’arma, per quanto ripetutamente ferito, solo, imperturbabile, si accingeva a ripararne il guasto, tenendo a bada con bombe a mano ed i pochi colpi della sua pistola l’avversario che lo investiva da ogni parte, consentendo così al proprio reparto di compiere lo sganciamento e di disporsi su posizioni più favorevoli. Esaurite le munizioni e disperando di mettere in efficienza la mitragliatrice, scaraventata in un frutto l’arma smontata e, imbracciato il treppiede, si lanciava, nel tentativo di una suprema indomabile resistenza, contro l’orda nemica. Colpito a morte, cadeva dando esempio eccelso di non comuni virtù militari e di alpina tenacia.” — Selletta Kapak (Montenegro), 9 aprile 1943.