LE VICENDE DEI MILITARI ITALIANI IN RUSSIA. Documentazione storica della 56a Sezione Motorizzata Carabinieri Mobilitata

  

LEGIONE TERRITORIALE DEI CARABINIERI DI LIVORNO

– Ufficio Mobilitazione –

 

  1. 30/55-1946 di prot. – Div. Segreto Livorno, lì 12 marzo 1958

OGGETTO: Documentazione storica della 56^ Sezione Motorizzata Carabinieri Mobilitata

 

ALLA DIREZIONE DEL MUSEO STORICO DELL’ARMA DEI CC.                 R O M A

e, per conoscenza:

AL COMANDO GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI                       R O M A

– Ufficio Mobilitazione –

 

 

 

Con riferimento alle disposizioni contenute nella circolare n. 363/1 Segreto in data 25 novembre 1953 dal Comando Generale dell’Arma – Ufficio Mobilitazione – diretta per conoscenza anche a codesta Direzione del Museo Storico, si trasmette la dichiarazione del Tenente Colonnello Giuseppe CANCILLA, il quale col grado di Tenente comandò la 56^ Sezione Motorizzata CC. Mobilitata, costituita da questa legione in data 1° giugno 1940 e sciolta il 29 agosto stesso anno.

La sezione, che aveva un organico di 68 uomini, il 7 giugno 1940 da Livorno si trasferì  a Battaglia Terme (Padova) ed il giorno 20 successivo a Diano Marina (Imperia) siccome addetta alla Divisione di Fanteria Autotrasportata “Torino”, schierata sulla frontiera alpina occidentale.

Il 17 luglio si spostò a Montagnana (Padova) ove rimase fino al 25 agosto, giorno in cui fece rientro a Livorno per essere sciolta il 29 successivo.

Durante questo periodo la sezione non subì perdite, né prese parte ai fatti d’arme; svolse sempre servizio di polizia militare controllando i reparti della  Divisione “Torino”.

La 56^ sezione fu ricostituita in Livorno in data 26 giugno 1941, con uguale organico, per essere destinata al fronte russo al comando del Tenente Mario de Porcellinis, del quale si unisce la prescritta relazione.

Il 17 luglio 1941 unitamente alla 66^ sezione motorizzata, pure costituita in questa legione, al seguito della Divisione “Torino” che era incorporata nel 35° Corpo d’Armata “C.S.I.R.” (Corpo di Spedizione Italiano in Russia), lasciò la capitale dove si era portato dal centro di costituzione per raggiungere la zona radunata in Romania.

Le due sezioni gemelle dipendevano da un comando carabinieri divisionale retto dal capitano MERELLO Eusilde di cui si allega la relativa relazione.

Dopo 6 giorni circa tutti i reparti divisionali arrivarono alla stazione “Maramaros” Szighet (Ungheria) da dove  con i propri mezzi, attraversati i Carpazzi, raggiunsero, dopo una notte ed un giorno di marcia, Felticeni (Romania)

Il comando del 35° Corpo d’Armata, da cui dipendeva la 56^ sezione, si sistemò in località Botosani.

Nel mese di agosto 1941 dal luogo di radunata fu iniziata attraverso l’Ucraina la marcia di avvicinamento al nemico che in breve si trasformò in inseguimento, in quanto i russi battevano in ritirata, limitandosi ad ostacolare, il più possibile, con campi minati, l’avanzata delle truppe italiane.

Nell’inseguimento del nemico i collegamenti fra il Comando di Corpo d’Armata e la Divisione “Torino” furono mantenuti solo dai carabinieri motociclisti delle due sezioni.

La Divisione “Torino” in quella operazione appoggiava le truppe che attaccavano il nemico, essendo stata di “primo scaglione” nella campagna in Jugoslavia.

Il 28 – 29 settembre il Corpo d’Armata si attestò per la battaglia sulla riva destra del Nipro nelle vicinanze di Dnjepropetrowski, essendosi i russi fortificati sulla riva opposta.

Ivi con i carabinieri delle due sezioni furono costituiti quattro nuclei reggimentali composti di un sottufficiale e quattro carabinieri di cui uno motociclista porta-ordini dislocati presso l’81° e l’82° Regg, Fanteria; il 52^  Regg. Artiglieria da  campagna e il comando della Fanteria Divisionale.

Altro nucleo fu costituito presso il Comando della Divisione per la scorta e guardia al Generale comandante, nonché per la vigilanza agli uffici e documenti segreti.

Il comando della Divisione era scisso in due: tattico e logistico; col primo operava la 66^ sezione e col secondo la 56^.

Durante la battaglia di Dnjepropetrowski, che durò alcuni giorno, tre motociclisti della 56^ mentre di notte si dirigevano a fari spenti, perché sotto il tiro nemico da Sololenikoje a  Dnjepropetrowski

per recapitare un ordine urgente, furono investiti da un autocarro ungherese. Di essi il carabiniere  MICHELINI riportò  la frattura di una gamba ed il carabiniere GIURONNA Ernesto la frattura della base cranica causandone la morte.

Dopo aspra lotta dalle nostre truppe fu guadagnata la riva sinistra del Nipro snidandovi i russi che fino allora avevano battuto le nostre linee col tiro dei mortai e dell’artiglieria posta in caverna.

Nel corso della suddetta battaglia dalla Divisione “Torino” furono fatti circa 8.000 prigionieri russi. Fu così costituito un campo di concentramento al cui funzionamento e vigilanza provvidero i militari delle due sezioni.

Dopo di che la Divisione mosse, sempre in secondo scaglione alla conquista di Rikowo, a circa 500 chilometri più avanti.

Intanto sulla sinistra, nella zona di Gorlowka, operava la Divisione “Pasubio” un reggimento della quale fu bloccata dal nemico. In suo aiuto accorse l’81° Reggimento Fanteria della Divisione “Torino” che ricacciò i russi liberando così le forze accerchiate. A queste operazioni parteciparono le due sezioni.

Nei primi di dicembre 1941 da Rikowo, dove i reparti della Divisione si erano appostati, iniziarono le operazioni per raggiungere l’obiettivo di Debaljezevo, ma furono frustate dalla forte  resistenza del nemico nonché dal freddo intenso e dalla neve alta.

Durante tale azione le forze italiane lamentarono la perdita di circa 1200 uomini.

I carabinieri delle due sezioni parteciparono attivamente  all’offensiva  anzidetta ed anche nelle ore di tregua rimasero esposti a gravi pericoli in quanto il campo di battaglia da perlustrare era cosparso di oggetti esplosivi di ogni sorta.

Fallito il tentativo le truppe ripiegarono nuovamente su Rikowo, ove dovevano svernare. Il freddo raggiunse punte massime di 40 sotto zero, rendendo particolarmente gravosi i servizi di polizia militare disimpegnati dalle due sezioni che si prodigarono in ogni campo basti pensare che con i quattro autocarri  a disposizione in pochi giorni trasportarono dalla linea di Rikowo a Pontelemanowka oltre 500 soldati feriti. Tale fatto destò ammirazione fra le truppe divisionali dal soldato all’ufficiale più elevato in grado.

Sulla destra di Rikowo era schierata la Divisione “Celere” che durante l’inverno subì un forte attacco dai russi e stava quasi per cedere quando un pronto intervento di carri armati tedeschi ristabilì la situazione.

La rigidezza del clima intanto peggiorava sensibilmente tanto che non permetteva di rimanere all’agghiaccio oltre un’ora circa per cui  i turni di servizio dei nostri militari furono ridotti ad una durata di mezz’ora.

Nel gennaio 1942 fu sostituito il comandante della Divisione “Torino” Generale MANZI Luigi col Generale LERICI Roberto. Anche il Capo di S.M. Tenente Colonnello SCALCINO Umberto fu sostituito provvisoriamente col Colonnello PICCININO, già comandante dell’81° Reggimento Fanteria, a cui fu destinato il Maggiore di S.M. TURRINI Umberto.

I reparti della Divisione si erano attestati ad est di Rikowo tenendo la linea Juni Komunard – Wesselj – Malo Orlowka – Schewechenko – Nowo Orlowka e, mentre i carabinieri della 56^ sezione vigilavano sulla linea del fronte, quelli della 66^ sezione vigilavano nelle retrovie fino a Korsunj e Pontelemanowka.

Verso il mese di giugno 1942 arrivarono i reparti dell’8^ Armata e all’inizio della ripresa delle operazioni di attacco (primi di luglio), per deficienza di automezzi la Divisione “Torino”, che ne aveva ceduti alla “Pasubio”, fu sostituita dalla Divisione “Sforzesca”; passò pertanto prima alle dipendenze del II° Corpo d’Armata italiano e poi, sul fronte del Don alle dipendenze del 29° Corpo d’Armata tedesco.

Durante l’avanzata fu seguito il seguente itinerario: Debalizewo – Woroscillowgrad – Lugansakaja – Mankowo – Kalitweskaja – Radschenkoje.

Il 28 luglio 1942 in località Woloski il carabiniere MASSEI Michelangelo appartenente alla 56^ sezione, cadde ad opera dei partigiani mentre scortava verso le retrovie, su una autocarretta del Quartiere Generale, due donne fermate. Nel conflitto anch’esse rimasero ferite al pari del soldato autista. Anche l’altro carabiniere di scorta, CARRARA Franco della stessa sezione rimase ferito ad un braccio e per il valoroso comportamento dimostrato nella circostanza al rientro in patria, e precisamente in data 22/6/1948 dal Ministero Difesa-Esercito venne decorato della croce al valor militare con la seguente motivazione:

“”Durante un’imboscata di partigiani, benché ferito gravemente alla mano destra ed al braccio sinistro, in critica situazione soccorreva un camerata ferito. Indi, non curante delle proprie ferite, fasciava quelle del compagno ed al sopraggiungere dei soccorsi insisteva perché le cure fossero volte ala camerata”” Woloski (fronte russo 28 luglio 1942).

Raggiunti Bogukiara e Radsdenkoje sembrava che le truppe operanti dovessero svernare in quest’ultima cittadina, ma le rettifiche successive portarono il comando tattico a stabilirsi a Mallewanni e poi a Makarow unitamente alla 66^ sezione  ed al comando carabinieri e della G.U.. La 56^ sezione rimase nella sede del comando logistico.

Compito dei militari dell’Arma oltre il disimpegno dei servizi di guerra, era quello di garantire il raccolto dei cereali e conservazione dei prodotti del luogo. Il grano fu falciato e ammassato in covoni dalle truppe reggimentali. Non fu prelevato bestiame  perché avrebbe potuto servire in pieno inverno, qualora i viveri non potessero giungere dalle retrovie.

Durante il bombardamento aereo in Radschenkoje rimase ucciso l’appuntato CASULLA Salvatore e ferito il carabiniere BALDINI Marco entrambi della 56^ sezione.

Nella stessa azione il carabiniere MAJ Isidoro, appartenente allo stesso reparto fu promosso appuntato per merito di guerra  con la seguente motivazione:

“”Durante intenso e violento bombardamento e mitragliamento  aereo nemico, sprezzante del pericolo e spinto da alto spirito di sacrificio, si prodiga ad indirizzare con disciplina, calma e fermezza, i militari in vicini ricoveri. Indi, per individuare elementi spionistici che effettuavano segnalazioni luminose agli aerei nemici, e per eseguire numerose fermi di persone  sospette, percorreva per tutta la durata dell’attacco zone ripetutamente battute dal fuoco nemico, dando prova  di coraggio, volontà e grande attaccamento al dovere””.

Radschenkje (Russia) 11 ottobre 1942.

A Modowa trovavasi il campo di prigionieri russi alla cui sorveglianza fu proposto anche un nucleo carabinieri della 56^ sezione.

Tra la fine di novembre ed il 4 dicembre 1942 furono avvicendati quasi tutti i militari delle due sezioni ed il Ten. de PORCELLINIS  cedette il comando della 56^  al S. Ten. MANTINEO Francesco del quale si allega la prescritta relazione.

Anche il capitano MERULLO Eusilde, addetto al Comando Carabinieri Divisionale fu avvicendato col Capitano FAZZI Enrico.

Il 16 dicembre detto, i russi riuscirono a sfondare il fronte ed i reparti italiani avanzati cominciarono a ripiegare su Modowa, Per i carabinieri della sezione ebbe inizio un duro lavoro sia per disciplinare il traffico stradale che si faceva sempre più congestionato sia per riunire i soldati fuggiaschi. Il 19 successivo giunse l’ordine di  ripiegamento su Karassiew. La 56^ sezione lo effettuò nel pomeriggio dello stesso giorno a mezzo degli autocarri in dotazione.

Dei militari dell’Arma addetti ai posti fissi alcuni furono ricuperati; di altri invece, non si ebbero più notizie.

La colonna motorizzata della Divisione era affiancata da due reggimenti di fanteria l’81^ e l’82^. In testa vi era la 56^  sezione che subito fu raggiunta dalla 66^ e da quel momento marciarono unite  dividendo l’epica sorte.

Alle ore 12 le sezioni giunsero a Mikajlow dove tutto il materiale inutile – unitamente al carteggio – venne distrutto col fuoco; furono conservate solo le munizioni di scorta e i pochi viveri rimasti.

Durante tale sosta il Capitano FAZZI, comandante dei carabinieri addetti al G.U., il S. Tenente MANTINEO, comandante la 56^ sezione ed il S. Tenente BOLDONI, comandate della 66^ sezione, recuperarono alcuni carabinieri delle sezioni del 35* Corpo d’Armata che era stato parzialmente decimato.

Alla sera dello stesso giorno fu ripresa la marcia con l’obiettivo di raggiungere Popowka, ma giunta la colonna nei pressi di Arbusow fu fatto segno ad una nutrita scarica di armi automatiche e colpi di mortaio provenienti da una boscaglia costeggiante la pista.

Per far tacere il nemico fu decisa un’azione nel corso della quale si distinsero i carabinieri della 56^

sezione per coraggio, decisione e sprezzo del pericolo tanto che il comandante della sezione stessa, tenente Francesco MANTINEO venne decorato della medaglia di bronzo al valor militare sul campo.

Ripresa la marcia, dopo alcuni chilometri gli automezzi si resero inservibili per la mancanza di benzina.

I militari dell’Arma presero quindi posto sugli automezzi della Divisione ma anche questi dopo alcuni chilometri vennero abbandonati per mancanza di carburante, pertanto la marcia proseguì a piedi.

Il 22 mattina la situazione di presentò disperata: una Divisione russa aveva accerchiato tutti i reparti italiani e la sua fanteria era a circa 100 metri e minacciava di infiltrarsi in molti punti dello schieramento. Fu pertanto deciso un assalto contro il nemico mediante plotoni di formazione di 20 – 30 uomini ciascuno, due dei quali al comando del Capitano FAZZI e del sottotenente BOLDONI,

comandante della 66^ sezione. Il Tenente MARTINEO comandante della 56^ sezione al pari di tanti altri militari dell’Arma e soldati era già caduto in mano nemica.

Alle ore 10,30 circa i carabinieri superstiti unitamente ai fanti, artiglieri e bersaglieri iniziarono l’assalto riuscendo così a infrangere per un buon tratto l’accerchiamento nemico dando agio ai reparti di continuare il ripiegamento, seppure sotto i continui assalti ai carri armati e fanteria nemici.

Durante il fatto d’arme descritto, i militari dell’Arma dettero prova di valore e di sacrificio spinti  all’estremo limite.

Su altri settori i carabinieri furono impiegati come staffette e porta-ordini. Quelli addetti ai nuclei reggimentali caddero a fianco delle Bandiere di cui furono spesso  anche alfieri.

Nonostante la nevicata e la temperature scesa a 38 sotto zero, la sanguinante massa di uomini raggiunge Jederowski e Gusev., puntando poi sul Poltowa e Ghodonow. Dopo aver marciato tutto il 24 dicembre e la notte di Natale, venne raggiunta la ferrovia di Scheptukowa alle  ore 7 del 25 dicembre. Da qui i reparti proseguirono verso nord  combattendo disperatamente contro il nemico rappresentato dalle truppe  terrestri, da aerei, partigiani e dal freddo intensissimo. In questa tragica marcia altri militari rimasero indietro e compirono il fatale errore  di fermarsi un istante per riposarsi rimanendo così assiderati, da sembrare in mezzo alla steppa statue di ghiaccio. Morì  in questo tratto anche i Vicebrigadiere ANTONELLI Gino della 56^ sezione.

Da oltre quattro giorni i carabinieri non mangiavano;  sembrava che si stesse per concludere la loro esistenza. Fortunatamente alle ore 22 dello stesso giorno giunsero a Cerkowo, dove poterono rifocillarsi.

Qui il Capitano FAZZI ed il S. Tenente BOLDONI riunirono i carabinieri superstiti e ne risultarono: 13 della 56^ sezione e 12 della 66^ sezione.

Altri militari delle due sezioni erano ripieganti per altra via.

Con tutti i carabinieri superstiti, appartenenti anche ad altre Divisioni fu costituita la 66^ sezione di formazione di cui prese il comando il S. Tenente BOLDONI essendo il Capitano FAZZI gravemente ammalato.

La sezione disimpegnò  i servizi di polizia e di pattuglia  sotto l’infuriare del fuoco nemico sino al 14 gennaio 1943.

La notte dal 26 al 27 dicembre  1942, alcuni militari, fra i quali l’appuntato PALMIERI Nazzareno ed il carabiniere AQUINO Arturo, entrambi della 56^ sezione  mentre si trovavano accantonati  in una casetta sita nel caposaldo di Cerkowo, furono colpiti da un proiettile da mortaio di piccolo calibro che, dopo aver sfondato il tetto della casa era esploso. Sul colpo rimase ucciso il carabiniere AQUINO Arturo mentre l’appuntato PALMIERI Nazareno rimase ferito, ma ugualmente poté rimpatriare.

Il 16 gennaio la Divisione, unitamente alle altre truppe compresa la 66^ sezione, infranto il nuovo accerchiamento riprese la marcia verso le linee italiane, sotto l’incalzante pressione nemica e con una temperatura scesa a 40 gradi sotto zero. Dopo una lunga ed estenuante marcia i reparti giunsero a Starablosk dove, il giorno 17 gennaio detto, ormai rientrati nelle nostre linee furono disciolti e così  ebbero termine le vicende dei superstiti della 56^ sezione .

Nei fatti d’arme sopra descritti svoltisi fra il 21 dicembre 1942 ed il 17 gennaio 1943 la 56^ sezione lamentò le seguenti gravissime perdite:

 

DECEDUTI

M.C.                 MASCI                          Umberto

C/re                  NEROZZI                     Angelo

“                     BELFIORE                    Luigi

“                     SCALA                          Vincenzo

“                     FISCANELLI                Teofilo

 

DISPERSI:

Brig.                 CARNEVALE                Dante                    – rimpatriato

“                     GHIO                              Mario

V.B.                   VULTAGGIO                 Rocco

“                      PALUMBI                      Mario

“                      BIAGIONI                     Iacopo                   – rimpatriato

“                      BARCHIGIANI            Menotti                 – rimpatriato

“                      PELLEGRINI                Giovacchino

App.                 DI DONATO                 Alfonso                 – rimpatriato

“                     BARGAGNI                  Ausilio

C/re                  RICCI                             Adolfo

“                     GIOVANNETTI           Sergio

“                     ANDREONI                 Renzo                     – deceduto il 15/3/1943

“                     MARCHETTI               Mario                     – deceduto il 6/6/1945

“                     CHIGIOTTI                  Aldo

“                     BIANCHI                      Luigi                      – rimpatriato

“                     BACCHIOCCHI          Quinto

“                     SCIARRETTA               Michele

“                     ROCCHETTA              Pietro

“                     BENEDETTI                Bruno

C/re                   RICCI                           Angelo                     – rimpatriato

“                     GIARRE’                      Aquilino                  – rimpatriato

“                     PENNACCHI             Giuseppe

“                     RICCO                         Michele

“                     NICOLETTI                Giuseppe                   – rimpatriato

“                     SCARCELLA              Osvaldo

“                     VENTUROLI              Fernando

“                     CALABRESE               Filippo

“                     GALLICANI               Fulvio

“                     DI PIETRO                 Giuseppe

“                     GIORGIONI                Armando

“                     TABARRANI              Renato                         – rimpatriato

“                     RICCHIUTI                Paolo

“                     CORTIESI                    Alfonso                      – rimpatriato

“                     FARNOCCHI A         Umberto                      – rimpatriato

“                     BOCCALUCCI          Amedeo                       – rimpatriato

“                     GENDUSO                 Leonardo

“                     CIULLI                        Vasco

“                     ABRAMO                    Felice

“                     DI GIUSTO                   Ildebrando

“                     PARDINI                     Giovanni                    – rimpatriato

“                     GIOVANNETTI          Osvaldo

“                     RUSSO                          Angelo                       – rimpatriato

“                     FORTUNATI               Ventoruccio

“                     CROCETTI                   Angelo

“                     BONSIGNORI             Adolfo                       – rimpatriato

 

 

 

IL COLONNELLO COMANDNTE DELLA LEGIONE

– Federico Gabriele –