CITTA’ DI ASCOLI PICENO – MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE

  

25 APRILE 2020

Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio CIAMPI giunge in Piazza del Popolo, ove è accolto dal Ministro della Difesa e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa. Ricevuti i prescritti onori militari il Presidente della Repubblica, accompagnato dal Ministro della Difesa, dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, e dal Consigliere Militare, passa in rassegna il reparto schierato con bandiera e musica. Al termine della rassegna, il Capo dello Stato raggiunge la tribuna e prende posto nella poltrona a lui riservata. Ha inizio la cerimonia di consegna della Medaglia d’Oro al Valor Militare per attività partigiana al Gonfalone del Comune di Ascoli Piceno. Interventi del: Sindaco di Ascoli Piceno, Ing. Piero Celani; Presidente della Provincia, Comm. Pietro Colonnella; Presidente della Regione Marche, Dott. Vito D’Ambrosio; Presidente dell’Istituto Superiore di Studi Medievali “Cecco d’Ascoli” di Ascoli Piceno, Prof. Giannino Gagliardi, brevissimo intervento del Ministro della Difesa, On. Prof. Antonio Martino lettura della motivazione da parte del Presidente della commissione. II Riconoscimento Qualifiche ed Esame Proposte Ricompense al Valor Militare ai Partigiani, Gen. C.A. Ilio Muraca.

Conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Militare da parte del Presidente della Repubblica con la seguente motivazione:

“La fiera e pacifica città di Ascoli Piceno, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, non esitò a sollevarsi contro il tedesco invasore. Già il 12 settembre, il coraggioso comportamento dei militari del presidio aveva costretto alla resa le forze nemiche, superiori in uomini e mezzi, mentre dal 2 al 5 ottobre, al Colle San Marco, un pugno di giovani ardimentosi, male armati ed equipaggiati, si batterono duramente, contro unità germaniche, subendo dolorose perdite. La popolazione ascolana, non desistette dal proseguire la lotta, partecipando a numerosi scontri, come quelli in località Venagrande, Castellano e Vallesenzana, che furono fra i momenti più significativi della sua irriducibile volontà di partecipare direttamente alla liberazione del territorio. Non meno agguerrita fu l’attività dei “gruppi di azione patriottica”, conclusasi con l’ardita liberazione dalle carceri cittadine di tutti i detenuti politici. Ad essa va aggiunta la pericolosa opera svolta a favore di migliaia di prigionieri alleati e di militari italiani sbandati molti dei quali furono condotti in salvo oltre le linee. Numerose furono le perdite di vite umane, le deportazioni e le distruzioni subite dalla città, che fu sempre sorretta dalla fede in una Patria migliore, risorta dalla dittatura fascista”. Ascoli Piceno 12 settembre 1943 20 giugno 1944.