LORENZO BEZZI E MARINO FASAN – M.O.V.M. DI GIUGNO

  

BEZZI LORENZO

Capitano di corvetta s.p.e. M.M.

Entrato all’Accademia Navale di Livorno il 26 nov. 1921 ne usciva guardiamarina nel luglio 1926. Destinato al btg. «S. Marco» a Tientsin (Cina) l’anno dopo, vi rimaneva fino al febbraio 1928, quando promosso sottotenente di vascello, passava a Shangai sulla nave «Libia». Rimpatriato, seguiva il corso superiore presso l’Accademia Navale, dal nov. 1928 al luglio 1929 e due anni dopo, conseguiva la promozione a tenente di vascello. Frequentato il corso di specializzazione «T» all’Accademia Navale e conseguito il relativo brevetto dopo il periodo di tirocinio trascorso a La Spezia alla direzione torpedini e munizionamento, veniva destinato, dal 1934 al 1935, alla Commissione permanente come coadiutore «T». Dal 1935 al 1937 passava a disposizione del Ministero degli Esteri per un incarico speciale Presso il Governo Cinese. Rimpatriato, prendeva imbarco su siluranti fino all’aprile 1939, quando, promosso capitano di corvetta assumeva il comando dell’«Albatros» dapprima e poi del sommergibile « H 4», della torpediniera «Carini» ed infine dal 1° giugno 1940, del sommergibile «Liuzzi».

“Comandante di sommergibile in missione di gueffa in acque intensamente vigilate dall’avversario veniva avvistato e sottoposto a violenta prolungata caccia. Impossibilitato a mantenere l’immersione per gravi danni subiti dall’unità, emergeva con l’intento di impegnare l’avversario in superficie. Accerchiato a breve distanza e fatto segno al fuoco cli cinque CC.TT., visto vano ogni tentativo di difesa per il mare agitato che impediva l’uso del cannone, decideva l’auto affondamento del sommergibile. Messo in salvo l’equipaggio dopo aver ordinato il saluto alla voce, divideva volontariamente la estrema sorte dell’unità al suo comando rientrando nello scafo e chiudendo, con freddo e cosciente atto, su di sé il portello della torretta. Confermava in tale modo elevate virtù militari e di comando e faceva rifulgere con il proprio gesto la nobile tradizione di eroismo della gente di mare.” – Mediterraneo Orientale, 27 giugno 1940

 

FASAN MARINO

Capitano di corvetta s.p.e M.M.

Di famiglia dalmata di antica nobiltà, conseguì il diploma di capitano marittimo a Chioggia e fu ammesso nel 1926 all’Acc. Nav. di Livorno dalla quale uscì guardiamarina di cpl. nel sett. 1927. L’anno dopo, frequentò un corso accelerato di osservazione aerea e, conseguito il brevetto di osservatore, venne assegnato alla 188ª squadriglia idrovolanti del 26° stormo, colla quale prestò servizio prima presso il Comando aeronautico dell’Alto Adriatico e poi, dal 1930, presso quello dello Ionio e Basso Adriatico. Ne1 1931, dopo avere frequentato il corso superiore a Livorno, transitò nel ruolo degli ufficiali in s.p.e. col grado di sottotenente di vasc. Mobilitato nel 1935, partecipò alla campagna etiopica con la 146ª squadriglia idrovolanti fino al 1939 allorché, promosso tenente di vascello, venne imbarcato sul «Folgore» come ufficiale in seconda. Messo poi a disposizione dell’Aeronautica dell’Albania nel giugno 1940, prese parte, dall’ottobre successivo, alle operazioni contro la Grecia. Capitano di corvetta nel luglio 1941, comandò successivamente le flottiglie dragamine 26ª, 25ª e 41ª dislocate nelle basi dell’A.S.; fu poi imbarcato come ufficiale in seconda sul «Gioberti» ed infine, dal maggio i943, ebbe il comando della torpediniera «Castore».

Altre decorazioni: M.B. (Grecia, 1941); Cr. g. al V.M. sul campo (A.S., 1942).

“Comandante di silurante di scorta isolata a convoglio attaccato da forza navale, con ardita e decisa manovra dirigeva sulle navi avversarie contrattaccandole con tutte le armi di bordo e attirando su di sé il violento e soverchiante fuoco. Con azione ispirata ad altissimo senso del dovere e guidata da elevato spirito aggressivo, col sacrificio della sua nave che, crivellata di colpi, affondava poco dopo e della sua giovane vita stroncata dal piombo avversario, adempiva appieno il compito di proteggere le unità mercantili a lui affidate, che, nel disorientarono del nemico tanto vigorosamente impegnato, riuscivano a sfuggire a sicura distruzione.” – Mare Ionio, 2 giugno 1941.