CLORINDA MENGUZZATO E DON GIOVANNI FORNASINI – M.O.V.M. DI OTTOBRE

  

MENGUZZATO CLORINDA

Castel Tesino (Trento). Partigiana combattente

Appartenente a modesta famiglia di contadini, esercitava il mestiere di venditrice ambulante. Dopo l’armistizio dell’8 sett. 1943, fu testimone un giorno, nella stazione di Trento, della triste scena presentata da un convoglio ferroviario carico di soldati italiani diretti ai campi di concentramento in Germania. Impressionata dalle umiliazioni inflitte ai nostri soldati, non esitò a scegliere quella strada che doveva poi costarle la vita a soli 19 anni. Raggiunte in montagna le prime formazioni partigiane, cui si aggregò in seguito anche il fratello, fu coraggiosa staffetta nel battaglione «Gherlenda» della Divisione «Gramsci», nota come la «Garibaldina Veglia».

“Valorosa donna trentina, fu audace staffetta, preziosa informatrice, eroica combattente, infermiera amorosa. Catturata dai tedeschi oppressori, sottoposta ad atroci sevizie, violentata dalla soldataglia, lacerate le carni da cani inferociti, con sublime fierezza opponeva il silenzio alle torture più strazianti, e nell’ultimo anelito gridava agli aguzzini: «Quando non potrò più sopportare le vostre torture mi mozzerò la lingua con i denti Per non parlare» La brutalità teutone poté violarne il corpo, ma non piegarne l’anima ardente e l’invitto coraggio. La leonessa dei partigiani rimane fulgido esempio delle più nobili tradizioni dì eroismo e di fede delle donne italiane.” Castel Tesino, 10 ottobre 1944.

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FORNASINI DON GIOVANNI

Cappellano, partigiano combattente

Studente in teologia nel Seminario pontificio di Bologna, fu ordinato sacerdote nel giugno 1942. Nominato prima vicario, fu poi parroco di Sperticano, un minuscolo paese a pochi metri da Marzabotto, nell’Appennino bolognese, nell’agosto dello stesso anno. Fu ucciso dai tedeschi nel cimitero di San Martino di Caprara, dove si era recato per dare cristiana sepoltura a civili, vittime di rappresaglie. Gli venne riconosciuta la qualifica di partigiano combattente nella Brigata «Stella Rossa» con il grado parificato a sottotenente. Il 26 settembre 2021 è stato proclamato Beato nella Basilica di San Petronio a Bologna.

“Nella sua parrocchia di Sperticano, dove gli uomini validi tutti combattevano sui monti per la libertà della Patria, fu luminoso esempio di cristiana carità. Pastore di vecchi, di madri, di spose, di bambini innocenti, più volte fece loro scudo della propria persona contro efferati massacri condotti dalle «SS» germaniche, molte vite sottraendo all’eccidio e tutti incoraggiando, combattenti e famiglie, ad eroica resistenza. Arrestato e miracolosamente sfuggito a morte, subito riprese arditamente il suo posto di pastore e di soldato, prima tra le rovine e le stragi della sua Sperticano distrutta, poi a San Martino di Caprara dove, pure, si era abbattuta la furia del nemico. Voce della Fede e della Patria, osava rinfacciare fieramente al tedesco l’inumana strage di tanti deboli ed innocenti richiamando anche su di sé le barbarie dell’invasore e venendo a sua volta abbattuto, lui Pastore, sopra il gregge che, con estremo coraggio, sempre aveva protetto e guidato con la pietà e con l’esempio.! San Martino di Caprara (Bologna), 13 ottobre 1944.