183° REGGIMENTO PARACADUTISTI “NEMBO”

  

SOCIO D’ONORE DELL’ISTITUTO DAL 2001 – TESSERA N° 707

Motto:      “... e per rincalzo il cuore”

Festa:       19 aprile – anniversario del fatto d’arme di Grizzano (1945).

Sede:       Pistoia – Caserma “Marini”

Stemma di Reparto: “Distintivo metallico a forma ovale raffigurante in primo piano un’aquila rostrata in picchiata da destra verso sinistra che stringe nei suoi artigli una folgore. In secondo piano è attraversato da sinistra verso destra da una nebulosa simbolo del Nembo oltre che di onesta fermezza e costanza. Al centro il paracadute come simbolo della specialità. Sul lato destro il ramo di quercia che simboleggia il coraggio la potenza e la forza d’animo. Sul lato sinistro il ramo di alloro simbolo di nobiltà e auspicio di vittoria. Nella parte bassa del distintivo al centro, in rilievo e scritto a numeri ordinali, il numero identificativo dell’unità (183°) e un nastro bifido concavo con incisi su tre file: in alto in maiuscolo a caratteri di media grandezza in stampatello il rango e la specialità; al centro a stampatello maiuscolo a carattere grande il nome del reggimento; in basso con caratteri piccoli e in corsivo il  motto dell’unità “..e per rincalzo il cuore !”.

STEMMA ARALDICO

Nella parte superiore della troncatura la banda nebulosa in campo nero ricorda la diretta provenienza del Reggimento dalla Divisione Paracadutisti “Nemnbo”, grande unità della quale custodisce le tradizioni, La folgore d’oro riallaccia il 183° all’altra Divisione paracadutisti, la “Folgore” cui la “Nembo” è stata affiancata.

Nella parte inferiore su smalto d’azzurro (simbolo di amor di patria) la croce d’oro e i draghi di rosso dell’arme di Belluno, città alla quale il 183° è legato territorialmente per avervi preso sede nell’immediato dopoguerra.

La fascia d’azzurro esalta la gloria militare conseguita dal corpo nel corso della Guerra di Liberazione, durante la quale ha meritato una M.A.V.M., e le “burelle di rosso” ripetute sono state poste a significare  partecipazione a quella particolare campagna in due distinti periodi.

ORIGINI E VICENDE ORGANICHE

L’11 gennaio 1943 lo Stato Maggiore del Regio Esercito impose la trasformazione della Divisione Nembo da struttura “binaria” a “terziaria”, inserendovi un altro Reggimento d’arma base. Pertanto, il 1° febbraio 1943 fu disposta la costituzione del 183° Reggimento di fanteria paracadutista “Nembo”, organicamente costituito da paracadutisti provenienti dalla Scuola di paracadutismo di Viterbo. Esso venne inquadrato, quindi in pari data, sotto l’omonima Divisione. Il 183° Reggimento si riunì in armi per la prima volta in armi il 12 aprile 1943 nella nuova caserma dell’Ardenza in Livorno, sua prima sede stanziale. Il 24 maggio 1943, con solenne cerimonia che ebbe luogo a Firenze nella caserma Rovezzano, i Reggimenti della Divisione ricevettero in consegna le rispettive bandiere. Viene inserito nella Divisione di Fanteria omoni­ma, in vita già dal 1° novembre 1942 formata dai Reggimenti 184° e 185° Fanteria nonchè dal 184° Artiglieria per D.f. L’8 settembre 1943, all’atto dell’armistizio, il reggimento è dislocato in Sardegna ove rimane ancora fino al maggio 1944. Trasferito sulla penisola, nel Sannio, opera con il Corpo Italiano Liberazione (C.I.L.) ed il 24 settembre 1944 a seguito della trasformazione della Divisione “Nembo” in Gruppo di Combattimento “Folgore” il 183° viene sciolto e i suoi reparti (XV e XVI battaglione) conflui­scono nel Reggimento Paracadutisti “Nembo” assieme a reparti del 184° (XIII e XIV battaglione). La nuova unità che partecipa alla Guerra di Liberazione tramanda le tradizioni legate al nome “Nembo” che il 1 ° dicembre 1948 riprende la vecchia denominazione di 183° Reggimento Fanteria ”Nembo” rima­nendo assegnato alla Divisione di Fanteria “Folgore” nella quale è entrato fin dal 1 ° ottobre 1945.

Con la ristrutturazione dell’Esercito, il reggimento viene soppresso il 20 ottobre 1975 e ne tramanda tradizioni il 183° Battaglione Fanteria Meccanizzato ”Nembo” inquadrato nella Brigata mec. “Gorizia”. Sciolta il 1° maggio 1991, l’unità viene ricostituita in Pistoia il 31 dello stesso mese, ritorna alla Specialità di origine di origine prendendo il nome di 183° Battaglione Paracadutisti ”Nembo” e come tale è assegnato Brigata par. “Folgore”. Dal 25 luglio al 17 dicembre 1992 le compagnie del battaglione si alternano a Palermo per prendere parte alla operazione “Vespri Siciliani”, in concorso al controllo del territorio. Nell’ambito del riordinamento della Forza Armata il battaglione perde la propria autonomia il 22 aprile 1993 ed il giorno successivo è inquadrato quale I battaglione par. “Grizzano” nel 183° Reggimento Paracadutisti ”Nembo” che si forma in Pistoia. Al reggimento è concessa la “cittadinanza onoraria” parte dei Comuni di Borgo Tossignano e di Filottrano rispettivamente per i fatti d’arme del marzo-aprile 1945 e dell’8-9 luglio 1944. Dal 28 dicembre 1992 al 30 marzo 1994 il comando del 183° e le compagnie dipendenti, alternandosi, partecipano alla missione di pace in Somalia, inseriti nel contingente “Italforce Ibis”, meritando la Medaglia d’Argento al Valore dell’Esercito; per il comportamento tenuto nel corso della missione, al Sottotenente Gianfranco Paglia viene concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

CAMPAGNE DIGUERRA E FATTI D’ARME

Seconda Mondiale (1940-43):

  • 1943: territorio metropolitano: Toscana – Sardegna
  • 1943: Sardegna

Liberazione (1943-45):

  • 1944: Filottrano (lug.)
  • 1945: Tossignano (mar.-apr.) – Case Grizzano, Poggio Rusco (apr.)

RICOMPENSE ALLA BANDIERA

Al Valor  Militare

Medaglia d’Argento – Decreto 24 luglio 1947

“In dura campagna teneva testa ad un nemico cui ataviche qualità guerriere e senso di disperazione per l’inevitabile fine conferivano particolare accanimento e tenacia. Molteplici azioni di pattuglia e colpi di mano condotti con audacia senza pari nel vivo di munitissime posizioni traevano l’impronta dal generoso travolgente slancio dei suoi uomini. In durissima azione offensiva contro le truppe paracadutiste nemiche conquistava, in violento combattimento all’arma bianca ed a bombe a mano. un abitato fortemente organizzato a difesa, fino all’ultimo conteso da un avversario deciso, che soltanto il valore irresistibile dei suoi soldati riusciva a piegare. In brillante quanto rischiosa azione condotta da un reparto di prodi paracadutisti, lanciati dagli aerei sulle retrovie nemiche, seminava panico e terrore catturando oltre 1.300 prigionieri ed ingente materiale bellico. Sintesi delle più belle virtù dei Paracadutisti d’Italia, legava il suo nome alle più fulgide glorie della Specialità.” — (Tossignano, marzo-aprile 1945; Case Grizzano. 19 aprile 1945: zona di Poggio Rusco, 23 aprile 1945). (Al Reggimento Paracadutisti “Nembo”).

Medaglia di Bronzo – Decreto 9 novembre 1945

“Partecipava con valore e spiccata aggressività ad un ciclo operativo con truppe alleate contro il nemico tedesco. Con slancio travolgente strappava al tenace avversario un lungo costone organizzato in profondità nel senso dell’asse e battuto dall’intenso fuoco concentrico di artiglieria e di mortai. Metteva poi piede e guadagnava terreno a prezzo di dure perdite nell’interno di un robusto abitato difeso casa per casa. Contrattaccato da fanterie e da carri, li conteneva validamente asserragliandosi negli edifici marginali; poi ripreso nuovo slancio, riusciva a penetrare una seconda volta nell’interno del paese ed a disimpegnare le proprie frazioni accerchiate. Mantenendo infine a serrate distanze la pressione sull’avversario, lo induceva a rompere il contatto durante la notte per sottrarsi ad una lotta ormai senza speranza e così consacrava con brillante successo tangibile una gloriosa giornata per le Armi e per i Paracadutisti italiani.”  (Filottrano, 9 luglio 1944 – Al 183º Reggimento Paracadutisti “Nembo”).

Croce di Guerra – Decreto 9 novembre 1945.

Gareggiava in mordente e tenacia con l’altro reggimento della divisione, impegnato in duro attacco risolutivo, dandogli apporto con un battaglione di rincalzo e con altro battaglione destina­to ad agganciare di rovescio l’avversario. Partecipava col primo ad una alterna, aspra vicenda di attacchi e contrattacchi, sviluppava l’azione del secondo con slancio spregiudicato pur sapendo di non poter contare su alcuna alimentazione dello sforzo e fidando solo sul motto del paracaduti­sta italiano: “il cuore di rincalzo”. In tal modo disorientava il nemico. Le sue vigili pattuglie pian­tavano per prime il tricolore sul contrastato obiettivo, quando l’avversario per sottrarsi ad una stretta ormai senza speranza si induceva, col favore della notte, a rompere il contatto ed a rinun­ziare alla lotta. Così consacrava con un brillante successo tangibile una giornata gloriosa per le Armi e per i Paracadutisti italiani. Filottrano, 8-9 luglio 1944. (Al 184° Reggimento Paracadutisti “Nembo”).

Al Valore dell’Esercito

Medaglia d’Argento – Decreto 5 ottobre 1994

“Il 183° Reggimento Paracadutisti “Nembo”, inquadrato nelle forze italiane in Somalia, partecipava alle operazioni di soccorso alla popolazione somala prodigandosi con totale dedizione ed elevata professionalità nella pericolosa missione e confermando, in numerose azioni di rastrellamento per la ricerca d’armi ed in operazioni contro guerriglieri ed anti banditismo, l’altissimo livello di efficienza, il grande coraggio e la generosità dei suoi effettivi. Coinvolto in numerosi conflitti a fuoco reagiva sempre con efficacia e determinazione dei propri uomini. Nonostante le gravi perdite subite in combattimento, continuava ad assolvere i compiti affidati senza flessioni con la fierezza e l’orgoglio di perseverare nel tentativo di ridare sicurezza e soccorso umanitario al martoriato popolo somalo e nella determinazione di rendere onore alla Patria lontana”. Somalia 21 maggio 1993 – 7 settembre 1993”.

Medaglia di Bronzo – Decreto 4 gennaio 1978.

Al verificarsi del violento terremoto che colpiva il Friuli, accorreva prontamente sui luoghi disastrati e, prodigandosi con coraggio e slancio fraterno di solidarietà umana, dava un valido contributo al soccorso dei feriti e dei_ superstiti ed alla rimozione delle macerie, limitando i danni della grave sciagura. L’opera svolta ha riscosso l’apprezzamento delle Autorità e l’incondizionata riconoscenza delle popolazioni colpite, rafforzando il prestigio dell’Esercito (Friuli, 6 – 15 maggio 1976).

Medaglia di Bronzo – Decreto 29 settembre 2011.

“Reggimento paracadutisti impiegato in un’area caratterizzata dalla forte presenza di insorti, fronteggiava i molteplici pericoli dimostrando assoluto valore, indiscussa professionalità, altissimo senso del dovere e consapevole sprezzo del pericolo. In particolare, i paracadutisti del reggimento impegnati in operazioni congiunte con l’esercito afghano e le forze internazionali di assistenza alla sicurezza, contrastavano intensi e violenti attacchi condotti da forze ostili, neutralizzandoli con mirabile coraggio, indomito ardimento e somma perizia anche a rischio della vita, garantendo così il controllo di un’area di fondamentale importanza per la manovra. Eccezionale espressione di elette virtù militarti, contribuiva, con il suo operato, a esaltare il prestigio dell’Esercito”  Afghanistan, 3 aprile – 20 ottobre 2009

Al Valor Civile

Medaglia d’Argento – Decreto 4 gennaio 1978

“Temprato ad ogni arditezza e sacrificio, il 183° reggimento fanteria “NEMBO”, in nobile e fraterna gara con altri reggimenti dell’Esercito, ha scritto, nel soccorrere, tra insidie e disagi innumeri, le popolazioni colpite dal disastro del Vajont, fulgide pagine di generoso altruismo e di eroica abnegazione”. Vajont, ottobre 1963

Cittadinanze Onorarie

Bologna (1946), Belluno (1953), Longarone (1967), Filottrano (1981), Tossignano (1982), Castel del Rio (1986), Gradisca d’Isonzo (1987), Legnano (1988) e Chieti (2014).