41° REGGIMENTO ARTIGLIERIA PESANTE CAMPALE

  

SOCIO D’ONORE DELL’ISTITUTO DAL 1950 – TESSERA N° 12

Motto:     “Ignis intellectus»

Festa:      15 giugno – anniversario della battaglia del Piave (1918)

Sede:       Sora 

Mostrina: fiamma ad una punta, di colore nero con bordo giallo arancio

STEMMA ARALDICO

1° quarto:   la stella a otto punte rappresenta la rosa dei venti ed indica la particolare fisionomia di reparto “Specialisti” di artiglieria che opera con l’ausilio di strumenti tecnici.

2° quarto:   i colori d’Albania e l’elmo dell’eroe nazionale di quel paese simboleggiano la partecipazione del 41° reggimento al secondo conflitto mondiale sul fronte greco-albanese prima e sulle montagne albanesi dopo l’8 settembre 1943.

3° quarto:    lo stemma di Firenze ricorda il legame territoriale del Corpo con la città ovi si è ricostituito nel 1939 e nel 1947.

4° quarto:   lo stemma di Cordenons è riferito al legame territoriale e tradizionale che intercorre fra il 41° gruppo e la città della quale porta il nome dal 1976 e dove ha anche preso sede.

ORIGINI E VICENDE ORGANICHE

Discende dal 41° Reggimento Artiglieria da Campagna costituito il 20 gennaio 1915, in attuazione della circolare 14 dicembre 1914, con elementi del 17° Reggimento Artiglieria, I Gruppo, e del 25° Artiglieria, II Gruppo. Sciolto nel febbraio 1919 viene ricostituito il 15 settembre 1939 con il nome di 41° Reggimento Artiglieria «Firenze». Al 10 giugno 1940 ha la seguente costituzione organica: comando e reparto comando, un gruppo da 100/17; due gruppi da 75/27; una batteria controaerei da 20 mm.

Il 28 settembre 1943, in seguito agli avvenimenti determinati dall’armistizio, si scioglie dopo aver duramente combattuto contro i tedeschi. Viene nuovamente ricostituito il 1° maggio 1947 con la denominazione di 41° Reggimento Artiglieria da Campagna Controcarri e, diviene quindi, dal 1° luglio del 1951, 41° Reggimento Artiglieria Controcarri e, dal 10 aprile 1952, mutati compiti e ordinamento, prende il nome di 41° Reggimento Artiglieria Pesante Campale.

Il 3 giugno 1996 il Reggimento viene sciolto e la Bandiera ceduta al 5° Gruppo Specialisti d’Artiglieria che prende il nome di 41° Gruppo Specialisti d’Artiglieri “Cordenons” (SORAO) ed eredita anche le tradizioni reggimentali. Con questa denominazione e sede in Casarsa della Delizia, entra a far parte della Brigata Missili per l’elaborazione e l’affinamento dei dati per il fuoco di batteria, compresi quelle meteorologici. Nel 1999 è trasformato in 41° Gruppo Sor.A.O. – Sorveglianza e Acquisizione Obiettivi. Il 19 settembre 2001, il Gruppo stanziato a Sora, assume la denominazione di 41° Reggimento Artiglieria Terrestre “Codenons” /SORAO).

Nel 2004 muta in 41º Reggimento “Cordenons” quando assume l’attuale configurazione, diventando un reparto dell’Arma delle Trasmissioni con l’assegnazione alle dipendenze della Brigata RISTA-EW, dal 2018 Brigata Informazioni Tattiche.

CAMPAGNE DI GUERRA E FATTI D’ARME

Prima Mondiale (1915-18)

1915: schiera 1e sue batterie In Val d’Assa e in agosto partecipa ad azioni loca1i nella Conca Vezzena.

1916: nel maggio, sempre dislocato in Val d’Assa, prende parte all’azione di resistenza durante l’offensiva austriaca nel Trentino e, nel mese successivo, fornisce il proprio contributo alla controffensiva nella zona di M. Lemerle, Magnaboschi, M. Busibollo. Dal mese di agosto si sposta sulla fronte orientale dove, da Biasol a Oppacchiasella, è impegnato nell’ottava e nona battaglia dell’Isonzo.

1917: sempre sul fronte orientale partecipa alla 10ª e 11ª battaglia dell’Isonzo. Il 28 ottobre ripiega e, subito dopo, schiera le sue batterie a Madrisio, a difesa del Tagliamento. Il 6 novembre l’intero reggimento passa il Piave e, postati i pezzi nella zona Langenico – Arcade, partecipa alla battaglia di arresto.

1918: con le batterie in posizione tra Fagarè e Rovarè, è impegnato nella battaglia del Sostizio al termine della quale si porta nei pressi di Cavazuccherina-Cortellazzo. La battaglia di Vittorio Veneto 1o vede impegnato nelle Giudicarie.

Seconda Mondiale (1940-45):

1940: è dislocato in un primo tempo in Piemonte, per le esigenze del fronte occidentale e poi nel Veneto.

1941: partecipa dal 28 marzo al 18 aprile alle operazioni sulla frontiera jugoslava meridionale (Macedonia) e in particolare ai combattimenti nella zona di Mali i Gjinovecit, di Ostreni Vagel, Gostinar e Testovo.

1942: rimane dislocato in Albania e impiegato in azioni antiguerriglia a Berat, Tepeleni, Klisura.

1943: l’8 settembre, dislocato nella zona di Dibra Mogorce (Albania), partecipa alla lotta contro i tedeschi fino al 24 settembre.

1943-45: la 6ªe la 9ª Batteria, unici reparti organici del disciolto reggimento, rimangono in territorio albanese e combattono contro i tedeschi a fianco dei partigiani fino al 1945. Dopo 17 mesi di lotta i superstiti del reggimento rientrano in Italia con lo Stendardo, il 26 maggio 1945.

RICOMPENSE ALLA BANDIERA

Medaglia d’Argento al Valor Militare – Decreto 31 gennaio 1947

«Reggimento di spirito elevatissimo, dislocato in Albania all’atto dell’armistizio si diede alla montagna con tutte le sue sei batterie someggiate, sostenendo nel settembre stesso 1943, con altre truppe della divisione, i primi aspri combattimenti contro i tedeschi, distruggendo col suo tiro mezzi blindati e dando efficacissimo contributo alla difesa. Successivamente, per circa un anno e mezzo pezzi del 41° – unica artiglieria che lottava a fianco delle schiere partigiane – con pochi quadrupedi sfiniti dalla fame e dalla fatica, furono portati attraverso le montagne di quasi tutta l‘Albania e del Montenegro meridionale, prezioso ausilio in numerose azioni di guerra partigiana contro i tedeschi, alle quali in più circostanze, ufficiali e artiglieri partecipavano come fanti. Due batterie – unici reparti di tutta la 9^ Armata – restarono nella loro costituzione organica fino al rimpatrio nel maggio 1945, scortando così fino all’Altare della Patria in Roma lo Stendardo del reggimento, che un ufficiale aveva salvato, attraverso rischi e sacrifici quale simbolo prezioso dell’onore delle armi d’Italia (montagne d’Albania, settembre 1943 – gennaio 1945)».