Massimo Coltrinari. La Costituzione dei Gruppi di combattimento. La riunione del 23 luglio 1944

  

di Massimo Coltrinari

Nel momento in cui era stato deciso di sbarcare nel sud della Francia, a sostegno dell’avanzata delle truppe alleate sbarcate in Normandia il 6 giugno 1944 ed avanzanti nella Francia nord occidentale, e molte unità, a partire dal Corpo di Spedizione francese, sarebbero state sottratte al fronte italiano, occorreva trovare altre truppe per tenere il predetto fronte. In merito Il 23 luglio 1944 fu indettafu una riunione, presso la Commissione alleata di controllo (A.C.C.), tra il nostro Capo di S. M. dell’Esercito, gen. Berardi, assistito da vari ufficiali generali e superiori dello Stato Maggiore del Regio Esercito, e il capo della missione alleata di controllo, gen. Browning, assistito da vari ufficiali superiori, alcuni dei quali provenienti da Caserta, Quartier Generale del XV Gruppo di Armate. In questa riunione l’argomento fu l’approntamento di due Gruppi di combattimento italiani con armamento inglese. Era una riunione fondamentale per la costituzione e l’ulteriore sviluppo dei Gruppi di combattimento, che avrebbe significato un ulteriore ampliamento dell’apporto italiano alla campagna alleata e quindi della possibilità dell’Italia di arrivare al tavolo del Trattato di pace attraverso una cobelligeranza consistente.

“Il gen. Browning tenne a sottolineare per prima, che, quanto costituiva oggetto della conferenza, doveva intendersi unicamente quale pensiero del comandante in capo alleato in Italia, gen. Alexander, e del suo capo. di S. M., giacché l’approvazione delle richieste non era ancora pervenuta dai Governi alleati. Quindi comunicò che il gen. Alexander aveva richiesto armi e materiali inglesi per costituire due Gruppi di combattimento, simili alla divisione di fanteria italiana, onde farli partecipare alle operazioni.”[1] Era una novità assoluta, in quanto fino a quel momento le truppe combattenti italiane erano equipaggiate con materiale, armamento ed equipaggiamento italiano, con tutte le limitazioni e le difficoltà dovute alla situazione logistica italiana post armistiziale.  Browning chiese al Capo di S. M. italiano quali unità italiane sarebbero stati utili alla realizzazione di questo proponimento, Berardi indicò quali divisioni avrebbero potuto servire a tale scopo, indicò nell’ordine seguente: “Cremona “, “Friuli”, “Piceno”, “Mantova”, “Bari”, “Granatieri”, questa per ultima avendo quattro soli battaglioni e personale di classi anziane. Dovendosi formare due soli Gruppi di combattimento, la scelta quindi sarebbe caduta sulle divisioni “Cremona” e “Friuli”. Queste erano le migliori in quanto al momento della crisi armistiziale erano stanziate in Corsica, ove parteciparono ai combattimenti contro i tedeschi, conquistarono Ajaccio e l’intera isola, avendo oltre 700 morti ed un migliaio di feriti.[2] Una volta trasportate in continente erano le unità più complete e dotate, con ottimo livello morale e di disciplina al momento disponibile.

“Per l’organizzazione delle nuove unità si cercò di tener conto degli studi e delle proposte del nostro Stato Maggiore dell’Esercito relativamente alla divisione “tipo”[3], e delle possibilità offerte dall’armamento e dall’equipaggiamento completo di una divisione britannica[4]. Si era così preparato lo schema di una organizzazione adatta per un Gruppo di combattimento “tipo” (standard), che fosse l’equivalente di una divisione italiana, con un organico aggirantesi sui 9.500 uomini, tutti compresi.

Per l’attuazione di quanto sopra dovevano essere per prima considerati tre fattori:

  • costituzione organica del Gruppo di combattimento;
  • tattica conseguente alla costituzione organica
  1. a) Costituzione organica del Gruppo di combattimento – Secondo lo schema proposto, il Gruppo di combattimento sarebbe stato costituito come appresso:
  • comando del Gruppo di combattimento (200 uomini);
  • 2 reggimenti di fanteria (con un totale di 6.300 uomini), ciascuno su 3 battaglioni, 1 compagnia mortai e 1 compagnia cannoni da 6 libbre – calibro 57/ 50 – (18 pezzi per reggimento);
  • 1 reggimento di artiglieria (1.400 uomini) su 4 gruppi cannoni da 25 libbre –  calibro 87 mm. – (32 pezzi), 1 gruppo cannoni controcarro da 17 libbre – calibro 76 mm. – (8 pezzi) e 1 gruppo cannoni contraerei da 40 mm. (12 pezzi);
  • 1 battaglione del genio con 1 compagnia collegamenti (300 uomini) e 2 compagnie artieri (400 uomini);
  • 1 sezione di sanità e 2 ospedali da campo (300 uomini);
  • 1 autoreparto per carburanti, sussistenza e artiglieria (400 uomini);
  • officine meccaniche ed elementi vari (200 uomini).

Complessivamente   nel   Gruppo di combattimento   si sarebbero avuti 9.500 uomini con le seguenti dotazioni di armamento: 4.500 fucili; 2.500 moschetti automatici; 500 mitragliatrici; mortai: 220 Piat, 30 da 76 mm. e 140 da 50 mm.; 32 pezzi da 25 libbre (calibro 87 mm.), 8 pezzi controcarro da 17 libbre (cal.  76 mm.), 36 pezzi controcarro da 6 libbre (cal. 57 mm.) e 12 pezzi contraerei da 40 mm.[5].

 

Nell’assegnazione del personale per la costituzione delle varie unità, il capo della missione alleata di controllo raccomandava che venissero assegnati i migliori uomini, scelti fisicamente e ben preparati. In modo particolare insisteva affinché gli ufficiali destinati ai Gruppi di combattimento venissero ben selezionati per capacità professionale, spirito combattivo e, soprattutto, resistenza fisica, tenendo presente che la resistenza fisica doveva essere tale da reggere a marce di centinaia di chilometri per molti giorni, conservando sempre integra l’attitudine a combattere.

 

  1. b) Tattica conseguente alla costituzione organica. – Sulla nuova organizzazione si sarebbero basati i relativi procedimenti d’azione. Da ciò conseguiva anche l’importanza dell’addestramento tecnico sull’uso delle nuove armi e dell’equipaggiamento.

 

  1. c) Addestramento. – Per l ‘addestramento   tecnico   sul   nuovo armamento dei reparti del Gruppo di combattimento sarebbero stati svolti, presso le scuole di istruzione inglesi, dei corsi ai quali avrebbero partecipato ufficiali italiani, i quali, a loro volta, così addestrati, avrebbero provveduto a istruire gli specialisti e i minori reparti. Inoltre, si sarebbe provveduto a tradurre in italiano e a distribuire i vari regolamenti inglesi.”[6]

 

Il lato più spinoso della questione era la richiesta alleata di istituire un Nucleo di collegalemtno di ufficiali britannici in seno ai costituendi Gruppi di combattimento

Se da una parte la proposta alleata gratificava i responsabili dall’altra la presenza di ufficiali britannici con lo scopo non tanto nascosto di controllare l’operato degli comandanti italiani rappresentava sia una forma di controllo non certo desiderato e una nota di sfiducia verso gli italiani. Ufficialmente la richiesta era motivata dal superamento di eventuali difficoltà che avrebbero potuto sorgere sia sull’uso dell’equipaggiamento che nella messa in opera della nuova unità. Ogni Gruppo di combattimento ebbe quindi un nucleo di ufficiali inglesi per istruzione e collegamento.

Nella riunione si discusse a fondo anche l’ordine di precedenza nell’approntamento dei Gruppi di combattimento; il problema principale da risolvere era la possibilità di trovare i trasporti marittimi dalla Sardegna, dove ancora si trovavano i reparti interessati alla costituzione. Per facilitare il funzionamento dei vari servizi, e per vari altri motivi, i due Gruppi di combattimento, “Cremona” e “Friuli”, si pensava di concentrarli con tutta probabilità nella zona di Lucera, dove si trovavano già   reparti della “Friuli”.

(continua. seconda parte in data 12 maggio 2021)

 

[1] I Gruppi di Combattimento

[2] Barba S., La resistenza dei militari italiani all’estero. Francia e Corsica, Roma, Commissione per lo studio della resistenza dei militari italiani all’estero, COREMITE, Rivista Militare, 1995.

[3] Si tenga presente che sin dal 29 febbraio 1944 era stato già preparato un progetto di riordinamento delle divisioni “Piceno” e “Mantova” che si avvicinava molto, anche come sviluppo organico (forza all’incirca di 9.500 uomini per divisione), al Gruppo di combattimento.

[4] La divisione di fanteria britannica era così costituita (anno 1944): comando di divisione (con alle dipendenze un comando artiglieria, un comando genio, un  comando  servizi  divisionali  e una  compagnia  di  polizia  militare); reggimenti  (o  brigate, come  venivano  chiamate  dagli  Inglesi)  di  fanteria ciascuno su 3 battaglioni ed ogni battaglione su 1 compagnia comando, 4 compagnie fucilieri e 1 compagnia armi d’accompagnamento; 1 battaglione esplorante  “Recce” su 1 squadrone comando e 3 squadroni da ricognizione; 1 battaglione mitraglieri su 4 compagnie; 3 reggimenti artiglieria da campagna (assegnati normalmente l per reggimento di fanteria) di 3 gruppi ciascuno ed ogni gruppo su 2 batterie cannoni da 87,6; l reggimento artiglieria controcarro su 4 gruppi, ciascuno su 12 pezzi controcarro da 17 libbre (cal. 76 mm .); l reggimento  artiglieria leggera contraerei su 4 gruppi di 3 batterie ciascuno, ogni batteria su 6 pezzi ; l battaglione genio (dotato di officina mobile e materiali da ponte) su 4 compagnie; l gruppo collegamenti divisionali su 3 compagnie; 1 compagnia disciplina traffico; 1 battaglione R .A.S.C. su 3 compagnie (1 compagnia munizioni, 1 compagnia carburanti e l compagnia rifornimenti); l reparto ambulanza da campo con 8 autoambulanze;  12 officine mobili; l lavanderia e reparto infezione. Forza complessiva della divisione inglese: 6oo ufficiali e 16.000 sottufficiali e truppa.

[5] La proporzione tra battaglioni di fanteria e gruppi di artiglieria era di 1: 1 (6 btg.: 6 gr.).  Si tenga presente che nella nostra divisione binaria tale rapporto era di circa 2 a 1: 6 battaglioni di fanteria (più anche, a suo tempo, 2 battaglioni di milizia) e 3 gruppi di artiglieria.

[6] I Gruppi di Combattimento, cit.