6° REGGIMENTO ALPINI

  

Socio d’Onore dell’Istituto dal 1950 – Tessera n° 16

Motto:          “Più salgo più valgo”

Festa:          10 giugno – anniversario del combattimento a Monte Ortigara (1917)

Sede:            Sede: Brunico (BZ) – Caserma “Lugramani”

Mostrina:       Fiamma a due punte di colore verde.       

 

Stemma araldico

Lo scudo con lo smalto d’argento fa risaltare il senso di appartenenza e di vittoria su ogni avversità proprio del 6° Alpini.

Lo scaglione d’azzurro rappresenta la somma di virtù militari, impeto ascensionale e dominio della montagna riconosciuti al reparto.

I monti collocati sotto allo scaglione hanno lo scopo di rafforzare la virtù del dominio della montagna caratteristica della specialità e le armi di Conegliano e Brunico sono il simbolo del legame territoriale che intercorre tra il reggimento e le città stesse sedi, rispettivamente, alla costituzione ed alla data di concessione dello stemma.

Il Capo d’oro simboleggia la massima ricompensa al V.M. concessa al reggimento per le imprese compiute in Russia, come evidenziato dal tridente di Ucraina riportato nel quartier franco.

Origini e vicende organiche

Il 1° novembre 1882 si forma, in Conegliano, il 6° Reggimento Alpini che inquadra i battaglioni “Val d’Orco”, “Val d’Aosta” e “Val Tagliamento”, assumendo la denominazione delle rispettive zone di reclutamento. Il 1° aprile 1885 il 6° reggimento cede al 4° i battaglioni “Val d’Orco” e “Val d’Aosta” e riceve dal 2° il battaglione “Val Schio”, dal 3° il “Monte Lessini” e dal 4° il “Val Brenta”. Con il riordinamento del Corpo, che ha inizio il 1°0 novembre 1886 i battaglioni prendono il nome della città sede del rispettivo magazzino; quelli del 6° reggimento divengono “Verona”, “Vicenza”, “Bassano”, “Pieve d1 Cadore” e “Gemona”. Sempre nel 1886 viene formato il battaglione “Feltre” ed il reggimento divenuto troppo complesso, deve essere scisso: il 1 O agosto 1887 il comando di reggimento ed i battaglioni “Feltre”, “Pieve di Cadore” e “Gemona” danno vita in Conegliano al 7° Reggimento Alpini; sotto la stessa data, ricostituito il coman­do di reggimento, si riforma in Verona il 6° con i battaglioni “Verona”, “Vicenza” e “Bassano”. Nel 1901, all’atto della costituzione dei Gruppi Alpini a livello brigata, 6° e 7° Reggimento entrano a far parte del III Gruppo, unità che dal 9 agosto 1910 diviene III Brigata Alpina (soppressa poi nell’aprile 1916). Per la guerra 1915-1918 il reggimento costituisce i battaglioni “Monte Baldo”, “Berico”, ”Sette Comuni” e “Val d’Adige”, “Leogra”, “Brenta”; nel maggio 1917 si forma in Val Lagarina con personale di compagnie sciatori, il battaglione “Monte Pasubio”. A fine 1917 risulta disciolto il battaglione “Val Leogra” quindi terminato il conflitto, alla fine del 1919, sono in vita solamente i battaglioni “Verona”, “Vicenza” e “Bassano”. Il battaglione “Monte Baldo” viene ricostituito nel 1919 e l’anno successivo è inviato in Alta Slesia, per servizio d’ordine durante il plebiscito, ma è nuo­vamente sciolto nel 1921. Il ricostituito battaglione “Sette Comuni” dal 1° settembre 1920 prende la denominazione di “Val d’Adige”.

Con l’ordinamento del 1921, il 6° Alpini cede il battaglione “Verona” all’8° ed i battaglioni “Vicenza” e “Bassano” al 9° (di nuova formazione) riceve i battaglioni “Trento”, “Edolo” e “Vestone” dal. 5°: é inquadrato nella 2ª Divisione Alpina della quale fanno parte anche il 4° e 5° Alpini e il 3° Artiglieria da montagna. Il 1° luglio 1921 il battaglione “Val d’Adige”, conservando le stesse compagnie, diviene battaglione “Trento” mentre il battaglione “Trento”, già del 5°, assume il nominativo “Morbegno”. Nel 1923 la divisione viene sostituita da un Comando di Raggruppamento Alpini il quale nel 1926, cambia denominazione in Comando di Brigata Alpina. Il 6° Reggimento Alpini, restituito il battaglione “Morbegno” al 5°, con i battaglioni “Edolo”, “Vestone”, “Verona e ‘Trento appartiene alla II Brigata Alpina assieme al 5° e 7° Alpini ed al 2° Artiglieria da montagna. Un nuovo ordinamento nel 1934 apporta ulteriori modifiche al Corpo degli Alpini ed il 6° Regimento (che dal 1° ottobre ha trasferito al 5° il battaglione “Edolo”) assieme al 5° ed al 2° Artiglieria Alpina forma la II Brigata Alpina che solo un anno dopo è trasformata in Comando Divisione Alpina “Tridentina”. Il 1° febbraio 1936 viene costituito il bat­taglione “Trento II” per sostituire l’omonimo battaglione mobilitato e ceduto all’ 11°° Reggimento Alpini per l’esigenza Africa Orientale. Dal 17 aprile 1937 il battaglione “Trento” diviene effettivo nell’11° Alpini, ed assorbe anche il personale del battaglione “Trento Il” che viene soppresso. Sono costituiti e mobilitati dal 2 settembre 1939 i battaglioni “Val Chiese” e “Val d’Adige” i quali operano rispettivamente con 1I 5° e 6° Gruppo Alpini al fronte occidentale e sono poi sciolti il 31 ottobre 1940.

Il 10 giugno 1940 il 6° reggimento alpini con i battaglioni “Verona” e “Vestone” è ancora inquadra nella Divisione Alpina “Tridentina” (2ª) e con tale grande unità partecipa al secondo conflitto mondiale; dal 2 gennaio 1941 assume alle dipendenze quale terzo battaglione anche il ricostituito battaglione “Val Chiese”. Nel dicembre 1941 viene mobilitato il XVIII battaglione complementi per il 7° Gruppo Alpini, dislocato in Dalmazia e Croazia, ma è poi sciolto nel maggio 1942. Alla fine del 1942 viene mobilitato il VI battaglione di marcia per il 102° reggimento alp. di marcia dislocato nella valle dell’Isonzo; e sciolto nell’agosto del 1943. Nella primavera del 1943 risulta mobilitato anche il battaglione “Monte Baldo” che viene assegnato al 175° Reggimento Alpino Costiero in Corsica: trasferito in Sardegna nel mese di settembre sarà poi sciolto il 31 agosto 1944. Il 6° Alpini, rimpatriato nella primavera del 1943 dopo aver subito gravissime perdite sul fronte russo, è ancora in fase di riorganizzazione allorché sopraggiunge l’armistizio ed è sciolto il 10 settembre 1943 in Alto Adige, nella zona di Vipiteno.

Il 20 novembre 1945 viene formato un reggimento alpini (per trasformazione della 4• Brigata di Fanteria che ha operato nella Guerra di Liberazione con la 210ª Divisione) con i battaglioni alpini I (già 505° battaglione guardie), II (già 508° battaglione guardie), III (già 514 ° battaglione guardie). Tali battaglioni dal successivo 15 dicembre prendono, rispettivamente, nome di “Bolzano”, “Trento” ed “Edolo”. La nuova unità, inizialmente contraddistinta dal numerico 4° in quanto costituita in ambito del IV C.M.T., il 16 aprile 1946 prende la denominazione di 6° Reggimento Alpini con sede a Merano. Il 1° maggio 1951 il VI battaglione del disciolto C.A.R. Alpino viene   incorporato nel 6° con funzioni di Battaglione Addestramento Reclute ed un mese dopo, il 1° giugno, si forma anche il battaglione “Bassano”. Nel 1953: il 15 marzo il battaglione “Edolo” viene ceduto al 5° reggimento alp. in ricostituzione; il 1° settembre anche il B.A.R. passa alle dipendenze del 5°.

Con la ristrutturazione dell’Esercito nel 1975, il 1° settembre il battaglione “Bolzano” é contratto a quadro ed il 30 settembre il 6° Reggimento Alpini viene sciolto ed i suoi battaglioni divengono autono­mi. La Bandiera e le tradizioni reggimentali sono affidate al Battaglione Alpini “Bassano” che ha sede in San Candido ed appartiene alla Brigata alp. “Tridentina”. Dal 14 ottobre al 15 novembre 1992 il “Bassano” è impiegato nell’operazione “Vespri Siciliani” in concorso al mantenimento dell’ordine pub­blico in Sicilia, nella zona di Pergusa (EN). Nell’ambito del riordinamento della Forza Armata il batta­glione perde la propria autonomia il 14 gennaio 1993 ed il giorno successivo è inquadrato nel Reggimento Alpini che si ricostituisce in San Candido. Il “Bassano” torna in Sicilia, in rinforzo al 4° reggimento genio, dall’8 marzo al 13 maggio 1993 e per la medesima esigenza nel corso dello stesso anno sono inviati nell’isola la 74ª compagnia (da novembre 1993 a gennaio 1994) e la 62ª compagnia. Nel 1994 la 74ª compagnia viene ceduta in rinforzo al 5° reggimento alpini per partecipare all’operazio­ne “Riace”, in Calabria, quindi in occasione dell’alluvione che colpisce il Piemonte, dal 9 novembre al 5 dicembre il reggimento (con il concorso di altri reparti della Brigata) opera a favore della popolazio­ne nel settore “Ceva”.

Nel marzo del 2002, con lo scioglimento della Brigata alpina “Tridentina”, viene posto alle dirette dipendenze del Comando Truppe Alpine di Bolzano e, unitamente al personale proveniente dal disciolto 11º Reggimento Alpini, viene trasferito nella sede di Brunico dove assume l’ordinamento attuale. Dal 1º dicembre 2008 è posto alle dipendenze del Centro Addestramento Alpino di Aosta.

A partire dal 2015 al 6º Alpini si è progressivamente formato, sia come personale che come infrastrutture, il centro addestramento terrestre (CAT) di 2º livello, cioè il sistema integrato di addestramento terrestre (SIAT) al di livello plotone per l’addestramento al combattimento delle unità in ambiente alpino, allestito presso l’area addestrativa di San Giorgio di Brunico.[1] Sofisticati sistemi elettronici e digitali, sia applicati agli equipaggiamenti del soldato combattente che allestiti presso la sala operativa del SIAT, consentono di evidenziare le procedure di impiego del singolo, della squadra, fino al plotone, attraverso l’addestramento in scenari specifici secondo le esigenze di approntamento delle unità. La tecnologa consente un immediato ritorno addestrativo valutando le riprese delle azioni sia con telecamere ambientali che con combat camera portate dai combattenti durante l’azione. Un plotone della 62ª compagnia di stanza a Brunico, effettivo al dipendente Battaglione Bassano, svolge la funzione OPFOR (opposing force) in queste attività addestrative. Personale preparato appositamente ad attivare le unità addestrate secondo procedure adottate da forze convenzionali e non relative ai diversi scenari che possono essere predisposti. Questo plotone ha svolto esercitazioni di simulazione SIAT multinazionali in Germania presso la base NATO di Hohenfels nel settembre 2016 e maggio 2017 con risultati notevoli e riconosciuti per l’efficacia e la preparazione tecnico tattica dimostrata.

Campagne di guerra e fatti d’arme

Eritrea (1887-88): vi prende parte la 56ª compagnia

(189S-96): concorre alla formazione dei battaglioni alp. I e V con 19 ufficiali e 523 soldati. Adua (I battaglione)          

Libia (1911-12): il reggimento fornisce a Corpi e Servizi mobilitati 1 ufficiale e 125 soldati – 19 I 1-13: battaglione “Verona”: Braksada (giu. 1913)

Prima Mondiale (1915-18):

  • 1915: Zugna – Cima Vezzena – Busa Verde – Zures .
  • 1916: M. Kukla (mag.) – Val Lagarina – M. Pasubio – Cimone d’ Arsiero (lug.) -. M. Cauriol
  • 1917: M. Ortigara (giu.) – Bainsizza (ago.) – Melette (nov.) – Tonderecar-Col Caprile (dic.)
  • 1918: Cornone – Col d’Echele (gen.) – Vittorio Veneto: Piave, M. Cesen, Ponte di Busche (ott.-nov.)

Africa Orientale (1935-36): il reggimento concorre con la 635ª Compagnia alla formazione del XI battaglione complementare per I’ A.O.

battaglione “Trento (con I’11 ° reggimento alp.).

Seconda Mondiale (1940-43):

  • 1940: fronte alpino occidentale
  • 1940-41: Albania .        .
  • 1942-43: fronte russo: Postojalyi – Malakejewa – Amautowo – Nicolajewka

Ricompense alla Bandiera

Ordine Militare d’Italia Decreto 5 giugno 1920.

“Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell’aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d’Italia “(1915-18). (All’Arma di Fanteria).

Medaglia d’Oro al Valor Militare Decreto 9 giugno 1948.

In sette mesi di durissima campagna sul fronte russo si dimostrava granitica e potente unità di guer­ra, saldissimo fascio di indomite energie, di ferree volontà e di leggendario ardimento. Durante una diffi­cilissima manovra di ripiegamento dal fronte del Don, sempre vittoriosamente tenuto, i suoi battaglioni “Vestone”, “Verona” e “Val Chiese”, malgrado le eccezionali avverse condizioni di clima e di ele­menti, le asperrime estenuanti marce lungo sterminate distese di neve, la mancanza assoluta di ogni riferimento, davano continue fulgidissime prove delle loro fiere qualità guerriere. Operando con rara abilità in territorio insidiosissimo, pur spossati dalle aspre fatiche e privazioni, superando ogni umana possibilità di resistenza fisica e morale, a Postojalyi, a Scheljakino, a Malakejewa, a Arnautowo, a Nicolajewka ed in altri numerosi durissimi combattimenti, stroncavano sempre nuove soverchianti forze nemiche appoggiate da potenti mezzi corazzati e con furore leonino rompevano il cerchio di ferro e di fuoco in cui l’avversario, rabbiosamente deciso di annientarli, si illudeva di averli ormai chiusi. Col loro intrepido valore e con la loro travolgente irruenza, in nobile gara di abnegazione, di arditezza e di irresistibile slancio con i battaglioni del reggimento gemello, travolgevano il nemico, ne contenevano e ne arginavano l’irruenta avanzata, creando la indispensabile premessa alla ripresa ed aprivano la via della salvezza a numerose unità. Primi nell’offerta, nella sofferenza e nel sacrifi­cio, i tre ferrei battaglioni, sempre fedeli alla loro antica tradizione, hanno superato con più che leg­gendario valore, il loro eroico passato di guerra.” Fronte russo: Postojalyi Scheljakino Malakejewa Amautowo, Nicolajewka, agosto 1942 febbraio 1943.

Medaglia d’Argento al Valor Militare Decreto 4 giugno 1914.

“Per le splendide prove di valore date dal battaglione “Verona” nella giornata di Braksada (Ettangi) il 18 giugno 1913. “(Al battaglione “Verona”).

Medaglia d’Argento al Valor Militare Decreto 3 agosto 1916.

“Il battaglione “Bassano”, con eroico ardire, concorse alla conquista di forti trinceramenti sul M. Kukla, di cui rafforzò subito intensamente il possesso, noncurante del violento fuoco di artiglieria nemi­ca e delle perdite subite “(1O maggio 1916). (Al battaglione Bassano).

Medaglia d’Argento Decreto 5 giugno /920.

Il battaglione “Val Leogra” vincendo difficoltà di terreno ritenute insormontabili e la tenace resi­stenza del nemico, m unione ad altri reparti, conquistava con audacia e tenacia sovrumana l’impervio Cimone di Arserie, mantenendolo saldamente a prezzo di un largo e generoso tributo di sangue.” (M. Cimone di Arsiero, 23 luglio 1916). (Al battaglione “Val Leogra”).

Medaglia d’Argento al Valor Militare Decreto 5 giugno 1920.

“Per le prove innumerevoli di fulgido valore e di incrollabile tenacia date dai battaglioni “Verona”, “Monte Baldo”, “Sette Comuni” ed in special modo dal battaglione “Bassano” nella conquista di posizioni formidabili per la natura del terreno e la potente organizzazione difensiva dell’accanito avversario” (M. Ortigura, 10-20 giugno 1917).

Medaglia d’Argento al Valor MilitareDecreto 9 giugno 1948.

“Contro nemico preponderante di forze e di mezzi, imbaldanzito da iniziali successi i battaglioni alpini “Vestone” e “Verona” in magnifica gara di ardimento, di valore e di sacrificio, respingono e rintuzzano in più di un mese di lotta ogni tentativo avversano. Non li disanimano l’infuriare della tempesta né il gelo che, nemico ancora più spietato, h mette a dura prova con numerosi congelamenti ed assideramenti. Attaccati il 21 dicembre da forze di gran lunga superiori in tre giornate di epica lotta resistono contrattac­cando continuamente con irrefrenabile slancio e costringendo il nemico alla fine a ripiegare lasciando sul terreno centinaia di morti, catturandogli prigionieri e bottino di anni e materiali. Nella fase finale della campagna, si lanciavano con impeto contro le retroguardie avversarie ed in dieci duri giorni do marce for­zate, di lotta cruenta, travolgevano le ultime resistenze, e per primi pervenivano alla vittoriosa occupazio­ne di importante posizione, concorrendo in modo decisivo al crollo del fronte avversario.” Morava, Q.M. Lenije M. Shkalles Pupatit Komjanit Leskoviku; 18 novembre 1940 21 aprile 1941.

Medaglia di Bronzo al Valor Militare Decreto 31 dicembre 1948.06

Con la tradizionale veemenza, attaccava e travolgeva in dura lotta le prime linee russe, quindi occupava di slancio le posizioni di resistenza del nemico cadendo sulle sue artiglierie e annientandone i serventi. Contrattaccato da forze preponderanti, resisteva m posto. E quando, per necessità di situazione, ebbe ordine di arretrare, lo fece in modo mirabile tenendo in rispetto il nemico contrat­taccandolo più volte portandosi i propri feriti, un cannone ed altro numeroso materiale bellico. Esempio di ardire, tenace volontà.” Fronte russo: Quota 195,8 Quota 209,6 Quota 236,7 Fiume Don, 1° settembre 1942. (Al battaglione “Vestone”).