3° REGGIMENTO BERSAGLIERI

  

Socio d’Onore dell’Istituto dal 1953 – Tessera n. 41

Motto: “Maiora viribus audere”

Festa: 18 giugno – anniversario della costituzione della Specialità (1836).

Sede: Caserma MAVM Salvatore Pisano – Teulada (CA)

Mostrina: fiamma a due punte di colore cremisi.

Stemma araldico

Lo scudo pieno con lo smalto porpora (colore tradizionale del corpo) è espressione delle alte virtù militari del reggimento, e a dare maggiore risalto a tante virtù è stato inserito un “capriolo d’oro”, considerato in araldica pezza onorevole di primo ordine.

Inoltre, per evidenziare l’essenza bersaglieresca concentrata nel 3° rgt., sono riportati nello stemma due corni di caccia con fiocco verde, fregio peculiare della specialità.

Con il capo d’oro sono simboleggiate le tre Medaglie d’Oro al Valor Militare concesse al Reggimento.

Origini e vicende organiche

Nell’ambito del riordinamento dell’Esercito disposto con decreto del 24 gennaio 1861, il successivo 16 aprile viene formato il Comando dei Bersaglieri del 3° Corpo d’Armata, con sede in Modena, dal quale dipendono i battaglioni attivi III (1849), V (1849), XVIII (1860), XX (1860) e XXV (1860) ed un battaglione deposito. Il XVIII battaglione, incorporato con R.D. 15 aprile 1860 nell’Esercito sardo, trae origine dalle milizie del Granducato di Toscana. L’unità, dal 31 dicembre 1861, prende il nome di 3° Reggimento Bersaglieri tuttavia il comando assolve compiti esclusivamente amministrativi e disciplinari non avendo responsabilità operative. Successivamente passano alle dipendenze del 3° Reggimento anche i battaglioni XII (nel 1865, proveniente dal disciolto 4° Reggimento), XXXVII (nel 1865, di nuova costituzione) e XLVIII (nel 1866, di nuova costituzione, poi sciolto nel dicembre 1870).

A datare dal 1° gennaio 1871, assunta anche fisionomia operativa, il 3° Reggimento Bersaglieri dislocato a Parma, rimane formato dai battaglioni XVIII, XX, XXV e XXXVII che prendono rispettivamente la numerazione di I, II, III e IV. I battaglioni III, V XII e XXIII sono ceduti per la costituzione dell’8° Reggimento. Il 16 settembre 1883 viene sciolto il IV battaglione e dal 18 giugno 1886 i rimanenti tre battaglioni riprendono la numerazione originale di XVIII, XX e XXV. Il 1° ottobre 1910 viene formato il III battaglione ciclisti che sarà poi soppresso nel novembre 1919. Per la guerra 1915-18 il deposito costituisce il 13° Reggimento Bersaglieri. Nel corso del conflitto il 3° Reggimento è impiegato nell’ambito delle divisioni di fanteria, poi dal 29 agosto al 4 novembre 1918 è inquadrato nella VII Brigata Bersaglieri assieme al 2° Reggimento; il III battaglione ciclisti opera invece come unità autonoma per tutta la durata della guerra.

Nel 1920 vengono ridotti a quadro il XXV battaglione (poi ricostituito il 27 aprile 1923) ed il XX battaglione (che è poi sciolto); quindi nel luglio 1924 tutto il reggimento è trasformato in ciclisti e tale rimarrà sino al 1936; sempre nel1924 il ricostituito XXV battaglione assume la numerazione di XX. La legge sull’ordinamento dell’11 marzo 1926 ne conferma la formazione su comando, XVIII e XX battaglione e deposito. Il 23 marzo 1935 il 3° è mobilitato per partecipare alle operazioni in Africa Orientale, ricostituisce il XXV battaglione (ora mitraglieri) e forma I’LXXXIII battaglione complementi (questi due battaglioni sono poi sciolti il 16 dicembre 1936). Il 1° aprile 1935 il deposito ricostituisce il 18° Reggimento Bersaglieri, con i battaglioni LXVII e LXVIII. Dall’ottobre 1939 il 3° Bersaglieri è inquadrato nella Divisione Celere “Principe Amedeo Duca d’Aosta” (3°) unitamente ai Reggimenti “Savoia Cavalleria” e “Lancieri di Novara” ed al 3° Artiglieria Celere. Con tale grande unità opera prima in Jugoslavia poi sul fronte russo ove il valore ed il sacrificio dei bersaglieri meritano alla Bandiera due Medaglie d’Oro. Il deposito mobilita il comando del 177° rgt. bersaglieri T.M. Viene sciolto in Emilia, ancora in fase di riordinamento, il 12 settembre 1943 dopo la conclusione dell’armistizio.

Il 1° luglio 1946 è ricostituito in Milano il 3° Reggimento Bersaglieri, per trasformazione del preesistente 3° Reggimento Fanteria, su tre battaglioni (il primo dei quali è il battaglione “Goito” che ha partecipato alla Guerra di Liberazione). Trasformato nell’agosto del 1948 il III battaglione in battaglione bersaglieri per brigata Corazzata, dal 2 settembre il 3° Bersaglieri diviene reggimento motorizzato su due battaglioni (I e II), mentre il III battaglione rimane in forza in attesa di trasferimento. Il 15 settembre 1949 il III battaglione passa all’8° Reggimento Bersaglieri in corso di ricostituzione, e dal 1° ottobre dello stesso anno la numerazione dei battaglioni del 3° Reggimento viene modificata in XVIII (quella del I) e in XX (quella del II). Dal 10 maggio 1951 il 3° è inquadrato nella Brigata Corazzata “Centauro”, che diviene Divisione il 1° novembre 1952. Il reggimento forma nel settembre 1953 un battaglione reclute il quale dal 1° novembre successivo diviene XXV battaglione bersaglieri. Il 1° novembre 1963 il XX battaglione è trasferito al 31° Reggimento Carri, ove prende il numerico di XXVIII, e nel 3° Reggimento viene inquadrato il IV battaglione carri ceduto dallo stesso 31° Reggimento.

Con la ristrutturazione dell’Esercito il 20 ottobre 1975 il 3° Reggimento viene sciolto. La Bandiera e le gloriose tradizioni sono affidate al XVII battaglione che dal 21 ottobre 1975 in Milano prende il nome di 18° Battaglione Bersaglieri “Poggio Scanno” ed è inquadrato nella 3° Brigata Meccanizzata “Goito”. Dall’agosto 1982 al marzo 1984 il battaglione partecipa con uomini, materiali e mezzi riuniti in una compagnia di formazione alle operazioni affidate alla Forza Multinazionale di Pace in Libano, prima con il 2° Battaglione “Governolo”, poi con il 10° Battaglione “Bezzecca”. Con il riordinamento della Forza Armata il battaglione perde la propria autonomia il 28 agosto 1991 ed il giorno successivo dà vita (in fase sperimentale) al 3° Reggimento Bersaglieri “Goito” la cui ricostituzione viene sancita in data 1° agosto 1992 con la denominazione di 3° Reggimento Bersaglieri. Dal 30 settembre 1993 al 30 gennaio 1994 il reggimento è in Somalia e concorre alla missione umanitaria IBIS 2, inquadrato nel contingente UNOSOM, meritando una Medaglia d’Argento al Valore dell’Esercito. Il 30 novembre 2009di V.le Suzzani 125, il reggimento, passato alle dipendenze della Brigata Meccanizzata “Sassari”, viene trasferito a “Sa Portedda” (Teulada), nella provincia del Sud Sardegna già sede del 1º reggimento corazzato.

Campagne di guerra e fatti d’arme

Unità preesistenti:

Con l’Armata Sarda

Seconda di Indipendenza (1859) – XVIII battaglione

3° Reggimento

Con l’Esercito Italiano:

Centro Meridione (1860-61): XXV battaglione – Ancona

Terza di Indipendenza (1866): Ponte di Versa, Borgo e Levico

Roma (1870): XII e XX battaglione

Eritrea (1895-96): il reggimento concorre alla formazione del I, III, e IV battaglione con 11 ufficiali e 256 soltati. I battaglione: Adua

Libia (1911-12): fornisce a corpi e servizi mobilitati 26 Ufficiali e 1279 soldati

Prima Mondiale (1915-18):

– 1915: Col di Lana – Carso: Vermegliano, M. Sei Busi

– 1916: Selz: q. 70 (apr.) – M. Sief (mag.) – Piccolo Colbricon – Val Cismon – Carso: Monfalcone, q. 85, Jamiano, q. 144 (ago.- set.)

– 1917 Carso: Flondar, Hermada (mag.) – Monfenera – Piave: Zenson, Ponte di Pinzano (ott.-nov.)

– 1918: Costalunga – Piave: Fosso Gorgazzo, Fossalta, Meolo (giu.) – Vittorio Veneto: Serravalle, Passo di Fadalto, Pieve di Cadore (ott.-nov.)

Africa Orientale (1935-36): Adigrat – Macallè – Endertà – Lago Ascianghi – Gondar

Albania (1939): XX battaglione

Seconda Mondiale (1940-43):

–   1940: fronte alpino occidentale

–   1941: Jugoslavia (apr.) – Russia (lug.-dic.)

– 1942-43: Russia: Nipro, Uljanowka, Maximiljanowka, Stalino, Panteleimonowka, Rassypnaja, Michailowka, Iwanowka, Stoshkwo

Liberazione (1943-45): battaglione “Goito”

– 1943-45: territorio metropolitano: Monte Lungo (LI battaglione AUC)      – M. Marrone, Mainarde, Jesi, Urbino, Poggio Scanno, Valle Idice, Bologna (battaglione.”Goito”)

Ricompense alla Bandiera

Al Valor Militare

Ordine Militare d’Italia -Decreto 5 giugno 1920

“Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell’aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento, audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d’Italia (1915-1918)” (All’Arma di Fanteria)

Ordine Militare d’Italia – Decreto 27 gennaio 1937.

“Pari alla sua fama millenaria, espressione purissima di alte virtù guerriere della stirpe, si prodigava eroicamente, generosa, tenace in tutte le battaglie, dando prezioso contributo di valore e di sangue alla vittoria” (guerra italo-etiopica: 3 ottobre 1935 – 5 maggio 1936).

Medaglia d’Oro – Decreto 31 ottobre 1920.

“Con audacia indomabile si affermava su posizioni asprissime, a prezzo di un immane sacrificio di sangue. Con la sua virtù e la sua fede rinnovellò nel durissimo travaglio le sue forze, si che nell’ora dell’assalto schiantò e travolse d’un solo impeto le formidabili difese nemiche (Vermegliano, 19 – 21 luglio 19l5; Monte Sei Busi, 28-29luglio 1915. Quota 85 ad est di Monfalcone, 6 agosto 1916). Si oppose con audaci azioni di retroguardia all’avanzata nemica dell’ottobre 1917 e diede largo tributo di sangue sul Piave durante la prima resistenza su quel fronte e nella difesa de1 giugno 1918. Si distinse per slancio ed ardimento nella battaglia di Vittorio Veneto (ottobre – novembre 1918).” (Al III battaglione ciclisti).

Medaglia d’Oro – Decreto 3l dicembre 1947.

“Compatta e gagliarda unità di guerra, salda amalgama di energie, di volontà manovriera, in dieci mesi di ardua campagna ha dato vivido risalto alle superbe tradizioni onde sono onusti il suo ceppo ed il suo nome. Chiamato alla battaglia del Nipro dopo mille chilometri di rudi marce, imponeva all’avversario la invitta superiorità delle sue baionette, che con travolgente irruenza e lena inesausta, sgominando ripetutamente dense e rabbiose retroguardie nemiche, faceva balenare prime e vittoriose nel cuore del Donez. Riaffermata in rischiose azioni esplorative la bella audacia dei suoi battaglioni e distintosi nel contributo di valore nel soccorso a nostra colonna avviluppata, teneva ovunque in scacco l’avversario strappandogli capisaldi muniti e preziosi punti di appoggio. Incaricato infine della tutela di un delicato settore difensivo ancorché ridotto di numero ed esposto ai rigori di un inverno eccezionalmente ostile, reagiva con indomito coraggio e fede suprema all’urlo di forze nemiche dieci volte superiori, arginando con incrollabile diga dei petti e degli animi, la furia che minacciava di stremarlo e portando i suoi piumetti ad affermarsi in una scia di sangue oltre le posizioni riconquistate” (fronte russo: Nipro, Uljanova, Michailowka, Iwanowka, Stoshkwo, agosto 1941 – maggio 1942.

Medaglia d’Oro – Decreto 30 gennaio 1948.

Superba unità di guerra non paga del grande sangue e delle eroiche imprese compiute nel precedente ciclo operativo, si prodigava ancora con suprema dedizione per il buon esito in numerosi combattimenti. Balzato per primo dalle posizioni tenacemente difese durante tutto l’inverno, prendeva d’assalto un importante centro ferroviario e creava la premessa per afferrare alla gola il nemico ripiegante, distruggerlo e conquistare una ricca zona mineraria. Lontana avanguardia delle truppe italiane in Russia con la 3^ Divisione Celere, slanciatosi con fulminea marcia dal Donez al Don, attaccava e conquistava con dura e sanguinosa lotta una munitissima testa di ponte. Travolto l’avversario in rovinosa fuga, ne frustrava i successivi suoi ritorni offensivi compiuti con forze rinnovantesi. Chiamato all’arresto di masse nemiche transitate sulla destra del Don le ricacciava con impetuoso attacco; quindi inchiodato al terreno, costituiva insormontabile barriera ai reiterati, sanguinosi ma vani assalti nemici, spezzandone l’impeto e facendo brillare di piena, fulgida luce, di fronte agli alleati ed allo stesso nemico, le virtù guerriere della stirpe italica” (Fronte russo: Rassypnaja, Stazione Fatschewka, Iwanowka, Sserafimontsch, Brobowski, quota244,4, Jagodnii, 11 luglio – l° settembre 1942).

Medaglia d’Argento – Decreto 6 dicembre 1866 e l6 maggio 1909.

Il giorno 23 a Borgo, la notte a Levico, si distinse per coraggio, sangue freddo e disciplina nell’attacco di quelle difficili posizioni essendo in avanguardia al 28° Reggimento Fanteria (Borgo e Levico, 23 luglio 1866). (Al XXV battaglione).

Medaglia d’Argento – Decreto 29 ottobre 1922.

Assaltava con impeto eroico una fortissima posizione carsica, aprendosi il varco nei reticolati, a prezzo di purissimo sangue, e, in concorso con altri reparti, ne manteneva l’occupazione in tre giorni di epica lotta, malgrado i violenti bombardamenti e i ritorni offensivi del nemico (Carso q. 144 ad est di Monfalcone, 14 – 15 – l6 settembre 1916). (Al III battaglione ciclisti).

Medaglia d’Argento – Decreto 24 luglio 1947.

Raccolse gli uomini onde riassumere le gesta di tutte le fiamme cremisi nella guerra di liberazione: LI Battaglione del I Raggruppamento Motorizzato, che offerse l’eroico olocausto degli allievi ufficiali di complemento a Montelungo; XXIX e XXX Battaglione e 1^ compagnia motociclisti del C.I.L. che strenuamente guarnirono Monte Marrone e le Mainarde, che spiccarono su Monte Mare con balzo leonino, che combatterono duramente a Monte Granale di Jesi, che incalzarono saettando il nemico ad Urbino e ad Urbania; Battaglione “Goito” del gruppo “Legnano”, che immolò le avanguardie audacissime su Poggio Scanno prematuramente conquistato. Da Cassino a Bologna, sempre pari alle prestigiose tradizioni del Corpo, con impeto veemente e con generosa, alata baldanza (Campagna di liberazione, 6 dicembre 1943 – 30 aprile 1945). (Al battaglione “Goito”).

Medaglia di Bronzo – Decreto 3 ottobre 1860.

Per essersi lodevolmente diportato nella presa di Ancona (26 settembre 1860). (Al XXV battaglione).

Medaglia di Bronzo – Decreto 30 settembre 1862.

Perché diede speciali prove di valore e di sagacia militare (fani di Aspromonte, settembre 1862). (Al XXV battaglione).

Medaglia di Bronzo – Decreto 2l gennaio 1937.

Continuando in terra africana le tradizioni eroiche della grande guerra, nelle operazioni per la conquista del Tigrai, dava continua prova di alto sentimento del dovere e di dedizione alla Patria. Con azione salda e brillante, con slancio entusiastico, con unanime valore, conquistava le alture di Belesat, infrangendo l’accanita resistenza dell’agguerrito avversario e contribuendo validamente alla conclusione vittoriosa della battaglia dell’Endertà (Belesat, 15 febbraio 1936).

Al Valore dell’Esercito

Medaglia d’Argento – Decreto 17 marzo 1995.

Inquadrato nelle forze del contingente italiano impegnato in Somalia per le operazioni di soccorso e protezione alla popolazione, nonostante le oggettive difficoltà ambientali, si prodigava con totale dedizione ed elevata professionalità nella delicatissima e pericolosa missione. Operando in condizioni estreme di sicurezza, i suoi uomini hanno sempre confermato sia in attività di controllo del territorio, sia in azioni di rastrellamento per 1a ricerca d’armi, sia in operazioni antibanditismo e/o scorte a convogli umanitari, elevate capacità operative, altissimo senso del dovere e coraggio non comune. Coinvolto in conflitti a fuoco, reagiva sempre con efficacia, dimostrando in ogni circostanza la capacità di discriminare e graduare le reazioni del proprio personale evitando così inutili spargimenti di sangue. La fierezza, l’orgoglio e la certezza di portare vitale soccorso umanitario ad

una popolazione disperata e la necessità di ridare ordine ad un Paese martoriato dalla guerra civile sono state le motivazioni che ne hanno contraddistinto l’operato. Chiaro esempio di grande perizia ed estremo valore che hanno concorso ad elevare e nobilitare il prestigio dell’Esercito italiano – Somalia, 9 ottobre 1993 – 22 gennaio 1994.