PROVINCIA DI MASSA-CARRARA

  

SOCIO D’ONORE DELL’ISTITUTO DAL 1954 – TESSERA N°53

La Provincia di Massa-Carrara fu creata nel dicembre 1859 con 40 comuni prima appartenuti alla Lunigiana estense, alla Lunigiana parmense ed alla Garfagnana. Nel dicembre 1938 cambiò il proprio nome, per decreto legge in “Provincia di Apuania”. Con la caduta del fascismo del 25 luglio 1943, emerse la tradizione antifascista, forte anche di organizzazioni clandestine sopravvissute durante il regime. I rapporti dei comandi militari tedeschi della Toscana, dall’autunno 1943 alla primavera del 1944, parlavano di una popolazione che aveva in antipatia i tedeschi ed i fascisti, e per la provincia di Apuania riferivano di una vera e propria posizione antagonista. Nella primavera del 1944 la Divisione Lunense comprendeva sotto un unico comando la 1^ Brigata Apuana, la Brigata Ugo Muccini di Sarzana, la 4^ Brigata Garfagnina, la 2^ Brigata Carrarese, la 3^ Brigata di La Spezia, la 4^ Brigata Apuana, la Formazione Valanga e i Patrioti Apuani, che da soli superavano il migliaio. Ne facevano parte uomini di tutte le fedi e di tutti i partiti politici. In quell’estate i tedeschi organizzarono nella zona le opere di difesa della linea Gotica, sulla quale il fronte di guerra si fermò dal settembre 1944 all’aprile 1945. La linea studiata sulla carta andava dal torrente Parmignola, al confine 0/con la provincia di La Spezia, al Monte Altissimo, passando per i crinali delle Alpi Apuane. Ma di fatto si attestò dal Cinquale al Monte Folgorito e all’Altissimo, e così Massa e Carrara rimasero nel territorio occupato, con tutte le conseguenze che la guerra portò. La presenza del fronte e della consistente attività partigiana ebbero come conseguenza continui rastrellamenti, rappresaglie, fucilazioni sommarie ed incendi di case. L’eccidio di Mommio (Fivizzano) del 5 maggio 1944 fu il primo di una lunga serie. Nel giugno successivo a Forno (Massa) vennero uccise 68 persone. A luglio il terrore continuò con gli eccidi di Bagnone e Ponticello di Scorcetoli. Nell’agosto nuove stragi a Valla (1 14 morti), San Terenzo (53), Vinca (174 di cui 26 bambini e 57 donne), Tenerano (16), Guadine (13), Castelpoggio (5).

Nel settembre, a Bergiola Foscalina di Carrara, il massacro di 73 persone (di cui 23 bambini) nonostante l’eroico sacrificio del Maresciallo Raffaele Giudice – Medaglia d’Oro al Valor Militare – comandante del locale distaccamento della Guardia di Finanza, che offrì la propria vita in cambio di quella degli ostaggi, tra cui vi erano la moglie ed i figli. Il Sottufficiale venne trucidato prima degli altri. Altre 45 persone vennero uccise in diverse località di Massa. Atroce fu la strage del 16 settembre sul greto del Frigido a Massa, dove furono soppressi 147 prigionieri del carcere del castello Malaspina. A novembre la strage di Avenza con 11 vittime. Sono poi da considerare innumerevoli caduti civili nei rastrellamenti, soprattutto in Lunigiana. Alla fine furono oltre 700 le vittime che fanno della zona apuana la più martoriata d’Italia.

La vita delle popolazioni Apuane fu, in quel periodo, durissima. Il territorio continuò a subire i bombardamenti alleati, tanto che alla fine della guerra le città e i paesi erano ridotti a cumuli di macerie. Ci fu poi, il 7 luglio 1944, l’emanazione di un drastico ordine di sfollamento per tutti gli abitanti di Carrara e della sua retrozona. La risposta della popolazione non si fece attendere: l’11 luglio avvenne la ribellione della città. protagoniste furono le donne, che insorsero numerose di fronte al Comando di Piazza germanico. Tale azione di resistenza non armata portò alla revoca da parte delle autorità tedesche della disposizione emanata: di fatto la prima sconfitta dei nazisti dal punto di vista strategico. Le donne furono anche artefici di una resistenza civile, fatta di approvvigionamenti e di assistenza ai partigiani. Rilevante appare anche la prima liberazione di Carrara, effettuata dai partigiani dall’8 al 12 novembre, con una organizzazione militare tanto consistente da trattare anche una tregua con il nemico. Le azioni di lotta continuarono fino a culminare nell’insurrezione. Significativo fu allora il governo del territorio da parte dei partigiani, che controllarono anche il passaggio del fronte verso l’Italia libera.

Quando il 10 aprile 1945 Massa fu liberata dai partigiani e dagli alleati, la nuova classe dirigente era già pronta a prendere in mano il governo. Il CLN, infatti, già da tempo era riuscito a predisporre una vita amministrativa clandestina e parallela, nominando tra l’altro il prefetto, il sindaco, il questore, il presidente della Giunta Provinciale. La mattina dell’11 aprile anche Carrara venne liberata; i partigiani della brigata Garibaldi Gino Menconi, in un cruento scontro a fuoco, catturarono circa 170 soldati tedeschi e li consegnarono agli alleati quando entrarono nella città. La Provincia di Apuania contò 5.000 partigiani combattenti e 629 caduti. I comuni di Aulla, Fivizzano, Casola, Fosdinovo, Villafranca, Zeri e Carrara ebbero dal 40 al 95% delle abitazioni distrutte. Con D.L. 48 dell’1-3-1945 la Provincia di Apuania riprese l’antica denominazione di Massa-Carrara ed il Comune di Massa fu confermato nella sua funzione di Capoluogo.

Per la resistenza al nazi-fascismo il gonfalone della Provincia fu decorato dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi il 21 ottobre 1954di Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:

“Ardente focolare di vivido fuoco, all’inizio dell’oppressione nazi-fascista sprigionò la scintilla che infiammò i suoi figli alla resistenza. Vinse la fame con il leggendario sacrificio delle sue donne e dei suoi ragazzi sanguinanti sugli impervi sentieri; subì dovunque stragi, devastazioni e rappresaglie atroci; si abbarbicò alle natie montagne facendo del gruppo delle Apuane la cittadella inespugnata della libertà. In epici combattimenti irrise per nove mesi al nemico e lo vinse; santificò il suo dolore ed il sangue dei suoi Caduti, offrendoli come olocausto alla difesa della propria terra ed alla redenzione della Patria. – Settembre 1943 – aprile 1945”

Il Gonfalone della Provincia di Massa-Carrara al Congresso Nazionale dell’Istituto a Brescia nel 2006