ANACLETO NOVARESE, M.B.V.M. E C.G.V.M. DELL’AVIAZIONE LEGIONARIA  

  

L’arruolamento nella Regia Aeronautica e il successivo addestramento

 di Marco Montagnani

Anacleto Novarese, figlio di Angelo e Maria Gabbiano, nasce il 26 luglio 1911 in quello che oggi è il Comune di Dusino San Michele, appartenente alla Provincia di Asti. Terminati gli studi con la quinta classe elementare, il suo futuro in un primo tempo sembrò indirizzarsi verso il lavoro di falegname, ma la partecipazione, fra il 1930 e l’anno successivo, al “Corso di Specializzazione pre-Aeronautica”, specialità Motoristi, rende manifesta l’ambizione del ragazzo di vivere esperienze dal respiro ben più ampio.

Infatti, i giovani che, dopo un consistente numero di lezioni, ne avessero superato le prove finali avevano diritto all’arruolamento nell’”Arma Azzurra”. Anacleto fu tra questi e così, il 15 maggio 1932, prestò giuramento presso il Distaccamento di Napoli (Capodichino) della “Scuola Specialisti Arma Aeronautica”.

Il suo battesimo dell’aria avvenne, dopo un lungo periodo di addestramento a terra, il 5 aprile 1934, su un biplano da ricognizione e bombardamento IMAM Ro.1bis della 40a Squadriglia Aeroplani. Seguirono molti altri decolli, quasi sempre su tale velivolo come pure, sporadicamente, su uno dei pochissimi biplani da ricognizione Ansaldo A.300/6 in dotazione alla Regia Aeronautica. Nel tempo, Anacleto prese dimestichezza con tutte le operazioni di bordo, compreso addirittura il “lancio di manifestini” e alla fine dell’anno il tempo di volo che poté vantare assommò a quasi 39 ore.

Tale quotidianità andò avanti fino all’agosto del 1935, sempre nei cieli piemontesi sopra e vicino all’Aeroporto di Venaria Reale, situato a circa 5 km dalla città di Torino e base della 40a Squadriglia.

Il mese successivo Anacleto passò al XIII Stormo Aeroplani da Bombardamento – XLIII Gruppo – 5a Squadriglia, di stanza all’Aeroporto di Lonate Pozzolo, nel varesino, iniziando a volare sull’imponente bombardiere, trimotore e monoplano, Savoia-Marchetti S.81 Pipistrello, acquisendo su di esso particolare esperienza con il puntamento ed i “tiri di caduta” [1].

Salì poi, per la prima volta, il 16 aprile 1937, sul bombardiere medio bimotore FIAT B.R.20 Cicogna, entrato in servizio l’anno precedente, i cui primi esemplari usciti dalla fabbrica erano stati distribuiti proprio alla 5a Squadriglia, che per questo assunse il nome di “5a Squadriglia BR.20” (sempre di base nello stesso Aeroporto e sempre facente parte degli stessi Stormo e Gruppo).

Ciò che cambiò la tranquilla quotidianità di Anacleto, proiettandolo in un crudele conflitto internazionale, nel quale si guadagnò la M.B.V.M. ed anche la C.G.V.M., aveva avuto la sua genesi poco più di un anno prima del suo primo volo sul B.R.20, in una Nazione molto lontana dall’Italia.

Parliamo della Spagna ove, nel febbraio del 1936, un gruppo di partiti di sinistra, riuniti nel cosiddetto “Fronte Popolare”, grazie anche all’appoggio degli anarchici, aveva vinto le elezioni proclamando la Repubblica. Ciò aveva determinato la reazione delle forze di destra, che iniziarono a cospirare per rovesciare tale governo. Regista delle trame fu il Generale Emilio Mola, Comandante della guarnigione di Pamplona [2], capitale della Navarra. Egli, infatti, riuscì ad unificare tutte le componenti golpiste le quali, il successivo 17 luglio, si sollevarono in armi (Alzamiento). Epicentri della rivolta furono: al nord la Navarra; al sud Cadiz, Granada e Sevilla; i territori del Marocco spagnolo. Era scoppiata la “Guerra civil española” che ebbe, quali maggiori protagonisti:

–     per le forze reazionarie (Nazionalisti); Francisco Franco, Gonzalo Queipo de Llano, José Enrique Varela e il già citato Emilio Mola;

–     per le forze governative (Repubblicani); Julio Álvarez del Vayo, Francisco Largo Caballero, Vicente Rojo Lluch, Enrique Líster Forján, Manuel Azaña Díaz, José Giral Pereira.

Nell’Aviazione Legionaria

Prima di spiegare come Anacleto s’inserì in tale conflitto, occorre necessariamente parlare di come lo fece la Regia Aviazione. Già alla fine di luglio del 1936, erano decollati dall’Italia dodici S.81, portati da equipaggi italiani, tutti di volontari. Il Colonnello Ruggero Bonomi ne era il Comandante. I “Pipistrelli” provenivano: tre dal VII Stormo Aeroplani da Bombardamento; tre dal X Stormo Aeroplani da Bombardamento; tre dal XIII Stormo Aeroplani da Bombardamento. In quest’ultimo, come già detto, prestava servizio Anacleto, cui certamente non sfuggì la partenza dei colleghi.

La missione era quella di portare i bombardieri ai Nazionalisti che li avevano acquistati. Quattro S.81 non superarono il viaggio, pertanto ne giunsero in Spagna solo otto, fra cui quello di Bonomi. Egli, partì dall’Italia d’accordo con il Governo circa il fatto di potere: se gli fosse stato chiesto, rimanere in Spagna come consulente aeronautico del Generale Francisco Franco; dire agli altri piloti, come pure agli specialisti, della possibilità, su base volontaria, di rimanere a istruire i colleghi spagnoli. Certamente, sapeva d’avere carta bianca anche per arruolarsi nel “Tercio”, la “Legión Extranjera Española” e ancora chiedere a tutti i suoi uomini di fare altrettanto, cosa che effettivamente avvenne. Il suo racconto [3]:

Mi reco a Melilla in auto e prendo contatto con le locali autorità militari spagnole. Nessuno ha ordini per noi. Faccio chiedere istruzioni telefonicamente a Tetuan. Il Generale Franco comunica che ha assoluto e urgente bisogno degli apparecchi per iniziare le operazioni. Mi informa sulla situazione generale. I nazionali dispongono di ben pochi piloti. Quasi tutto il personale di aviazione è rimasto dalla parte dei rossi, molti volontariamente, ma molti anche costretti. Le basi principali sono a Madrid, a Barcellona, a Los Alcazares, ad Albacete. Gli aviatori di sentimenti nazionali o sono stati uccisi o devono per forza far servizio per i rossi che tengono in ostaggio le loro famiglie. Che fare? Il Generale Franco ha bisogno dei nostri apparecchi subito. E chi li impiega se non rimaniamo noi? A Melilla è di sede la quarta bandera de “El Tercio”Decido di arruolarmi nella “Legione Straniera”in questo glorioso “El Tercio“, magnifico corpo fondato dall’eroe nazionale Milan Astray. Lo Stato Maggiore di Melilla accoglie con entusiasmo la mia decisione. Ritorno a Nador e riunisco gli equipaggi. Metto il personale al corrente della situazione, comunico che mi sono arruolato nel “El Tercio” e invito a fare un passo avanti quelli che vogliono seguirmi volontariamente. Tutti indistintamente, senza la minima indecisione, aderiscono entusiasticamente al mio invito, fieri di dare la loro opera di fascisti alla causa nazionale spagnola.

Nacque così la cosiddetta “Aviacion de El Tercio”, comandata da Bonomi, che raggiunse, il 28 dicembre 1936, giorno del suo scioglimento, la forza di: un gruppo di S.81; un gruppo di Ro.37; quattro squadriglie di C.R.32; un gruppo spagnolo di Junkers; una squadriglia spagnola di Ro.37 (BASI a: Sevilla; Arenas de San Pedro; Cáceres – CAMPI a: Cordova; Granada; Navalmoral; tre a Talavera; due a Torrijos).

Dalle sue ceneri sorse l’”Aviazione Legionaria”, con a capo il Colonnello Vincenzo Velardi, che però, inizialmente incorporò solo quanto c’era di italiano, velivoli – piloti – specialisti, nell’Aviazione “tercista”, quindi: il gruppo di S.81, il gruppo di Ro.37 e le quattro squadriglie di C.R.32. Sarà in essa che qualche mese dopo Anacleto troverà posto. Vedremo come, ma prima è essenziale, scopriremo fra poche righe il perché, raccontare la battaglia di Guadalajara, cominciata l’8 marzo 1937.

Tale città era il punto di convergenza di importanti strade che dal nord e dal Mediterraneo si dirigevano verso Madrid, distante solamente 58 chilometri. Quindi, i Nazionalisti intendevano conquistarla per aprirsi la via proprio verso la capitale spagnola. Il peso principale dell’offensiva fu sopportato dal “Corpo Truppe Volontarie” (C.T.V.) italiano che, tuttavia, non riuscì a svellere le difese Repubblicane. Questa volta l’Aviazione Legionaria non influì positivamente, come in altre precedenti occasioni, sull’andamento della lotta. Le ragioni furono varie, ma una delle più importanti è che il numero dei suoi aerei era di molto inferiore a quello cui disponevano i Repubblicani che per giunta continuavano a riceverne dall’Unione Sovietica.

In seguito a tale insuccesso, il Generale Mario Roatta, Comandante del C.T.V., cominciò pressantemente a chiedere al Governo italiano “quanti più possibile apparecchi S.79 o B(R).20 e Ba.65” [4]. Tale richiesta venne esaudita. A condurli, sempre piloti e specialisti della Regia Aeronautica volontari.

Stavolta partì anche Anacleto, inquadrato nella 230a Squadriglia Bombardamento Terrestre (XXI Stormo – XXIV Gruppo) dell’Aviazione Legionaria [5]. L’8 giugno 1937 raggiunse Palma de Mallorca, quindi le piste di Sevilla-Tablada ed infine, il successivo giorno 18, quelle del campo di aviazione di Soria, cittadina a metà strada tra Valladolid e Zaragoza. Campo così disastrato che, complici le pessime condizioni atmosferiche, sia il decollo sia l’atterraggio degli aerei Nazionalisti ivi radunati per partecipare alla battaglia di Guadalajara, erano stati problematici. Ecco un altro motivo che influì sul negativo andamento di detto scontro.

Le missioni del 1937

Anacleto ebbe il suo battesimo del fuoco poco tempo dopo, il 1° luglio, quando partecipò al bombardamento di Cifuentes, cittadina a pochi chilometri da Guadalajara. Nei mesi a seguire decollò con il suo B.R.20, per missioni di guerra, praticamente ogni giorno. Poi, il 16 novembre, la sua Squadriglia si trasferì dal malridotto campo di Soria a quello, vicino ed assai migliore, di Tudela.

Le missioni di guerra compiute da Anacleto in Spagna durante il 1937, iscritte sul suo libretto di volo, furono tutte compiute sul B.R.20 e per comodità del lettore sono state elencate nella seguente tabella:

08.06 Guidonia (Montecelio) Palma de Mallorca Trasferimento
11.06 Palma de Mallorca Sevilla Trasferimento
18.06 Sevilla Soria Trasferimento
01.07 Soria Soria Bomb.to di Cifuentes
11.07 Soria Soria Bomb.to Valdemorillo
13.07 Soria Soria Bomb.to Galapagar
18.07 Soria Soria Bomb.to Villanueva de la Cañada
23.07 Soria Soria Bomb.to Villanueva de la Cañada
24.07 Soria Soria Bomb.to Villanueva de la Cañada
24.07 Soria Soria Bomb.to Valdemorillo
26.07 Soria Soria Bomb.to Villanueva de la Cañada
05.08 Soria Soria Bomb.to Stazione Gibaja (Santander)
15.08 Soria Soria Bomb.to Puerto del Escudo (Santander)
17.08 Soria Soria Bomb.to Stazione Ferr.ia Saron (Santander)
01.09 Soria Soria Bomb.to Truppe a Belchite (Aragón )
13.09 Soria Soria Bomb.to Truppe a est Canredondo
27.09 Soria Soria Bomb.to Truppe a Argente
28.09 Soria Soria Bomb.to Campo Aviazione Sariñena
18.10 Soria Soria Bomb.to Campo Aviazione Bujaraloz (Aragón )
18.10 Soria Soria Bomb.to Caspe (Aragón )
02.11 Soria Soria Bomb.to Bujaraloz (Aragón)
11.11 Soria Soria Bomb.to Caspe (Aragón )
16.11 Soria Tudela Trasferimento
05.12 Tudela Tudela Bomb.to Muniesa (Aragón)
10.12 Tudela Tudela Bomb.to Barbastro (Aragón)
13.12 Tudela Tudela Bomb.to Bujaraloz (Aragón)
19.12 Tudela Tudela Bomb.to Perales del Alfambra (Teruel)
26.12 Tudela Tudela Bomb.to Peralejos (Teruel). Violenta reazione antiaerea
27.12 Tudela Tudela Bomb.to Rubiales (Teruel). Reazione antiaerea
28.12 Tudela Tudela Bomb.to Villalba Baja (Teruel). Violenta reazione antiaerea
29.12 Tudela Tudela Bomb.to trincer.ti e batterie Celadas (Teruel). Violenta reazione antiaerea
30.12 Tudela Tudela Bomb.to El Muletón (Teruel). Violenta reazione antiaerea

 

Come dimostrato dalle località bombardate, la Squadriglia di Anacleto partecipò a quattro importanti battaglie che influirono profondamente sulla prima fase della guerra spagnola, ovvero:

  • la battaglia di Brunete (6 luglio÷24 luglio), scatenata dai Repubblicani al fine di interrompere, o almeno disturbare, l’azione Nazionalista sia su Santander sia verso il Nord della Spagna. I risultati non furono quelli voluti, in quanto Brunete venne sì espugnata ma fu presto riconquistata dai Nazionalisti;
  • la battaglia di Belchite (24 agosto÷7 settembre), sempre su iniziativa dei Repubblicani, con l’obiettivo: in primis di continuare a distogliere i Nazionalisti dall’avanzare verso il Nord della Spagna; in secundis d’aprirsi la strada verso Zaragoza, situata a pochi chilometri dietro le linee nemiche, che era il centro strategico per le comunicazioni di tutta la regione dell’Aragón di cui era il capoluogo. Seppur la vittoria arrise agli attaccanti, anche stavolta le conseguenze non furono appieno quelle sperate, poiché l’obiettivo di rompere definitivamente le linee nemiche circondanti Zaragoza non venne raggiunto.
  • la battaglia di Santander (14 agosto÷1° settembre), una delle più sanguinose di tutta la guerra civile, stavolta provocata dai Nazionalisti che, alla fine, riuscirono a sfondare al Nord, conquistando l’importante territorio della Ciò fu possibile anche grazie al sostanziale apporto dell’Aviazione Legionaria;
  • la battaglia di Teruel (15 dicembre 1937÷22 febbraio 1938), voluta dai Repubblicani allo scopo di impedire che i Nazionalisti avanzassero sull’importante regione della Catalogna, densa di industrie pesanti, nonché di distrarli dal solito obiettivo di prendersi Madrid. Alla fine, il successo arrise ai Nazionalisti, che così poterono avanzare proprio verso la Catalogna. Per tale motivo, oltre a quello delle ingenti perdite di uomini, mezzi e materiali subite dai Repubblicani, fu una delle battaglie fondamentali di tutto il conflitto. Anche stavolta il contributo dato dall’Aviazione Legionaria fu fondamentale.

In riconoscimento di tale incessante ed importante servizio, ad Anacleto fu concessa la prima decorazione al Valor Militare, la Croce di Guerra, con la seguente motivazione: “Volontario in missione di guerra per l’affermazione degli ideali fascisti, già distintosi in precedenza partecipava ad altre azioni belliche, riconfermando le sue qualità di combattente calmo e sprezzante del pericolo – Cielo di Spagna, giugno – dicembre 1937”.

 Le missioni del 1938

Anche nel 1938, le missioni di guerra compiute da Anacleto in Spagna, sempre riportate sul suo libretto di volo, avvennero tutte sul bombardiere B.R.20. Pure stavolta, per comodità del lettore sono state elencate in una tabella analoga a quella precedente:

 

02.01 Tudela Tudela Bomb.to Tortajada (Teruel)
06.01 Tudela Tudela Bomb.to Strada fra Villalba Baja e Tortajada (Teruel)
11.01 Tudela Tudela Bomb.to Villastar (Teruel). Violenta reazione antiaerea
13.01 Tudela Tudela Bomb.to Fañanás (Huesca)
15.01 Tudela Tudela Bomb.to (località illeggibile). Violenta reazione antiaerea
17.01 Tudela Tudela Bomb.to Villalba Baja e Dintorni (Teruel). Violenta reazione antiaerea
17.01 Tudela Tudela Bomb.to El Muletón (Teruel). Violenta reazione antiaerea
21.01 Tudela Tudela Bomb.to Velillas (Huesca). Violenta reazione antiaerea
25.01 Tudela Tudela Bomb.to Sierra Palomera (Teruel)
21.02 Tudela Tudela Bomb.to Quota 1041 Est (località illeggibile) (Teruel). Violenta reazione antiaerea
09.03 Tudela Tudela Bomb.to Strada fra (località illeggibili)
11.03 Tudela Tudela Bomb.to Strada fra Muniesa e Alacón (Aragón)
13.03 Tudela Tudela Bomb.to Andorra (Aragón)
17.03 Tudela Tudela Bomb.to Torrecilla (Alcañiz). Avvistata caccia nemica
17.03 Tudela Tudela Bomb.to Fórnoles (Alcañiz)
18.03 Tudela Tudela Bomb.to Quota 595 Santa Barbara (Alcañiz)
19.03 Tudela Tudela Bomb.to Quota 595 Santa Barbara (Alcañiz)
20.03 Tudela Tudela Bomb.to Quota 595 Santa Barbara (Alcañiz)
20.03 Tudela Tudela Bomb.to (località illeggibile)
26.03 Tudela Tudela Bomb.to Torre del Compte (Alcañiz). Attacco da 4 caccia nemici del tipo “Rata”
27.03 Tudela Tudela Bomb.to Mas de Labrador (Alcañiz). Reazione antiaerea
29.03 Tudela Tudela Bomb.to Cañada del Verich (Aragón)
29.03 Tudela Tudela Bomb.to Maella (Caspe)
30.03 Tudela Tudela Bomb.to (località illeggibile)
30.03 Tudela Tudela Bomb.to e lancio manifestini Strada Gandesa (Cataluña)
31.03 Tudela Tudela Bomb.to Strada Caseres – Gandesa (Cataluña). Reazione antiaerea vivace e precisa
02.04 Tudela Tudela Bomb.to Trivio est Prat de Comte (Cataluña)
03.04 Tudela Tudela Bomb.to Strada fra Gandesa e El Pinell de Brai (Cataluña)
05.04 Tudela Tudela Bomb.to Xerta (Cataluña)
06.04 Tudela Tudela Bomb.to Alfara de Carles (Cataluña)
08.04 Tudela Tudela

Bomb.to Strada fra Paüls e Xerta (Cataluña)

08.04 Tudela Tudela Bomb.to Zona Cimitero di Xerta (Cataluña). Reazione anitaerea
11.04 Tudela Tudela Bomb.to Strada fra Prat de Comte e Xerta (Cataluña). Violenta e precisa reazione antiaerea
12.04 Tudela Tudela Bomb.to Regués (Cataluña). Reazione antiaerea
15.04 Tudela Tudela Bomb.to Ponti Stradali di Tortosa (Cataluña). Individuata batteria antiaerea. Violenta reazione antiaerea
15.04 Tudela Tudela Bomb.to Ponti di Tortosa (Cataluña)
16.04 Tudela Tudela Bomb.to (località illeggibile)
19.04 Tudela Tudela Bomb.to di Tortosa e Dintorni (Cataluña)
01.05 Tudela Tudela Bomb.to mancato Accampamento (località illeggibile) (Teruel)

 

Le azioni aeree che impegnarono la Squadriglia di Anacleto, oltre a quelle relative alla già descritta battaglia di Teruel che proseguì fino al 22 febbraio 1938, riguardarono l’offensiva Nazionalista di Aragón (7 marzo÷19 aprile), la cui meta fu, dopo aver aperto un corridoio a sud dell’Ebro, quella di raggiungere il Mediterraneo. In tal modo la Catalogna sarebbe rimasta isolata dal resto della Repubblica, di conseguenza sarebbe diventata una facile preda. Regione che, è il caso di ripetere, faceva gola a Franco ed ai suoi per le industrie pesanti che la costellavano. L’attacco si sviluppò: prima con la conquista di Alcañiz; dopo di Caspe e Alcorisa; poi di Zaragoza e di Gandesa; infine di Tortosa. Pertanto, i Nazionalisti raggiunsero l’obiettivo voluto, ponendo al tempo stesso una forte ipoteca sulla vittoria finale.

 

Il tempo era maturo perché ad Anacleto fosse concessa una seconda decorazione al Valor Militare, stavolta di Bronzo. La motivazione fu: “Volontario in missione di guerra per l’affermazione degli ideali fascisti partecipava quale armiere mitragliere, a numerose azioni belliche, a bordo di apparecchio da bombardamento, dimostrando sprezzo del pericolo e valore – Cielo di Spagna, dicembre 1937- maggio 1938”.

Anche la neonata Spagna Franchista insignì Anacleto di prestigiose onorificenze: la “Medalla Militar”; la “Medalla de la Campaña”; la “Cruz Roja”.

La sua ultima missione spagnola avvenne il 1° maggio 1938, con il mancato bombardamento di un accampamento nella zona di Teruel. Le ore di volo di guerra che compì inquadrato nell’Aviazione Legionaria furono più di 133.

Dal cielo di Spagna a quello della Libia

Anacleto tornò in Italia, ma non per starci, infatti, fu trasferito all’Aeronautica della Libia. Dopo essersi imbarcato a Napoli il 25 luglio 1939, sbarcò tre giorni dopo a Bengasi per raggiungere, il Ferragosto successivo, l’Aeroporto di Castel Benito, situato ad una trentina di chilometri a sud di Tripoli, inquadrato nel 2° Stormo Caccia Terrestre (C.T.) – XIII Gruppo – 78a Squadriglia.

Proprio a Castel Benito, il 28 marzo 1940, in occasione del 28° Anniversario della Fondazione dell’Aeronautica, gli fu consegnata la M.B.V.M. meritata in Spagna. Ad appuntargliela sul petto, Italo Balbo, Quadrunviro del Fascismo diventato Governatore Generale della Libia, con in testa il caratteristico berretto dalla doppia greca da Maresciallo dell’Aria. Tale momento è immortalato in una delle fotografie che corredano questo articolo. Non possiamo non emozionarci vedendo, vicino a quello degli “Arditi d’Italia – Reparto di Tripoli”, il Labaro del “Nastro Azzurro – Sezione di Tripoli”. Il Generale che appare all’estrema sinistra della fotografia sembra proprio essere Alberto Briganti, Comandante dell’Aeronautica della Libia e amico di Balbo.

Il libretto di volo di Anacleto, relativamente al periodo libico annota pochissimi voli, per giunta su aerei destinati prevalentemente al trasporto (Savoia-Marchetti S.75; S.82; S.75). Il Foglio Matricolare, invece, fornisce maggiori informazioni. Le più salienti riguardano: il suo rientro in Patria, ove restò dall’aprile al novembre del 1941 (Aeroporti di Milano; Venegono (VA); Ciampino Nord); il ritorno, il 24 febbraio 1942, all’Aeroporto di Castel Benito.

Quando i britannici vinsero la seconda battaglia di El Alamein, combattuta fra la fine di ottobre ed i primi di novembre del 1942, i resti delle forze italo-tedesche furono costretti ad abbandonare, definitivamente, la Libia, sconfinando in Tunisia per salvarsi. Anacleto, in una testimonianza registrata, racconta di come avvenne il suo ripiegamento dall’Aeroporto di Tobruk, ove si trovava, alla città di Sfax. Non in volo, poiché “i nostri aerei Savoia Marchetti erano stati tutti distrutti dalle incursioni nemiche”. Bensì, insieme a una trentina di uomini affidatigli dal Comando: in una prima fase su un autobus; poi su un camion. Il viaggio, incredibilmente complicato nonché drammatico ed esilarante al tempo stesso, meriterebbe un racconto a parte. Basti sapere che alla fine tutti raggiunsero Sfax. Dal vicino Aeroporto di Gabès, Anacleto e pochi altri decollarono, l’ultimo giorno di gennaio 1943, su “un aereo con le ruote bucate e sistemato alla bell’e meglio” per atterrare, poche ore dopo, all’Aeroporto di Castelvetrano, rischiando fino all’ultimo in quanto, “in avvicinamento […] i nostri ci sparano addosso perché dovevamo segnalare l’arrivo del nostro aereo. Alla fine ci hanno riconosciuti permettendoci l’atterraggio. Cosa volevi segnalare se tutte le strumentazioni di bordo e anche la radio erano in disuso?”.

L’Armistizio dell’8 settembre sorprese Anacleto all’Aeroporto pisano di Metato. Per lui la guerra era finita.

Congedo dall’Aeronautica Militare

Il 2 agosto 1950, il Tenente Colonnello Paolo Zanini scrisse un “rapporto informativo relativo al maresciallo armiere NOVARESE” riguardante il lasso di tempo marzo-settembre del 1942. L’alto ufficiale, in tale periodo era stato Comandante della già citata 78a Squadriglia in cui Anacleto aveva prestato servizio. Eccone il contenuto:

Quale Comandante la 78a Squadriglia C.T. (2° Stormo C.T.) ho avuto alle mie dirette dipendenze il Maresciallo Novarese […]. Di aspetto distinto, ha maniere signorili ed è assai educato; serio, riservato. Capo-Armiere della Squadriglia ha dato ogni sua energia, instancabilmente, di giorno e di notte, per la cura, l’approntamento e la riparazione delle armi, la cui efficienza era gravemente compromessa dal continuo uso di esse, dai terreni sabbiosi dei campi e dalla scarsezza di materiale di ricambio e di personale specialista. Animato da nobili ed alti sentimenti non ha conosciuto riposo e, sempre, silenziosamente, con scrupolosa serietà e con raro attaccamento al dovere, ha saputo anche egregiamente assolvere i compiti che gli venivano affidati in ufficio e quelli della cura e del controllo del personale. In considerazione delle sue doti d’animo, di specialista e di militare, posso giudicare – in sintesi – il Maresciallo NOVARESE uno dei migliori sottufficiali dell’Arma.

Nessun Bronzo, nessuna Croce, né smalti, né nastrini, ma diamantine parole in grado di incidere profondamente il nome di Anacleto nella durissima pietra dell’Onore militare.

Anacleto diventò: il 16 settembre 1937 Sergente; il 1°ottobre 1938 Sergente Maggiore; il 1° maggio 1942 Maresciallo di 3a Classe. Mentre chiuse la carriera militare il 2 marzo 1953, data del Foglio di Congedo Illimitato, con il grado di Maresciallo di 2a Classe per poi essere, il 27 luglio 1973, collocato in congedo assoluto per raggiunti limiti d’età. Compirà il suo ultimo decollo verso l’azzurro del Cielo il 25 aprile 1997.

Conclusioni

 

Nel 1940, Anacleto sposò la sua Irene. Dall’unione nacquero cinque figli: Annamaria, Maria Luisa, Pier Giorgio, Chiara e Grazia. Pier Giorgio, stimato membro della Federazione di Asti del nostro Istituto, è purtroppo deceduto. Pochissimi giorni prima dell’infausta data, mi ha affidato, fornendo la necessaria documentazione, il compito di scrivere la storia militare del Padre. Spero d’aver degnamente adempiuto al compito, in modo da onorare, meritatamente, non solo un Eroe di Guerra, ma anche Pier Giorgio, Gentiluomo del tempo di pace.

Il Presidente della Federazione di Asti dell’Istituto del Nastro Azzurro

Marco Montagnani

[1]    Ciò fu reso possibile perché nei pressi dell’Aeroporto venne requisita un’area di circa 250 ettari di brughiera che divenne poligono di tiro per l’addestramento al bombardamento.

[2]    Tutti i toponimi spagnoli sono stati, ove possibile, riportati nella lingua originale.

[3]    www.asso4stormo.it/arc_03/GCE/VivaLaMuerte.htm.

[4]    Pedriali Ferdinando, Guerra di Spagna e Aviazione Italiana, 2a ed., Roma, Ufficio Storico Aeronautica Militare Italiana, 1992, pag. 208.

[5]    Il 15 novembre 1937, tale Squadriglia cessò di far parte del XXIV Gruppo Bombardamento Terrestre e passò alle dipendenze del XXXV Gruppo Speciale, poi Gruppo autonomo dal luglio 1938.