III Congresso 1928 Atti Risposta della Sezione di Torino

  

Da Torino, 16 Settembre 1928 – VI.

Azzurri,

Ai camerati di Roma gli Azzurri di Torino ricambiano, in occasione del 3° Congresso Nazionale, il loro alto vibrante saluto.

Torino, romana e Sabauda, che fu nei tempi la assertrice fatidica dei destini della Patria, oggi, nel decennale della Vittoria e nel IV Centenario del Principe saggio e guerriero che, col valore delle armi, colle militari imprese e coi civili ordinamenti intuì e preparò l’unità della Patria, è fiera di accogliere i forti che, nel segno del valore, per la Patria combatterono e vinsero.

Roma, nel solco quadrato della città di cui i segni sopravviventi parlano ancora a noi con divina eloquenza, affermò in questa italica terra la sua mente e la sua forza.

Di qui le aquile quiriti impennarono le ali per le ampie conquiste verso l’occidente.

Con la grande guerra l’anima romana, che non fu mai spenta nei cuori degli Italiani, risorge vittoriosa per cui, come il Duce vuole, il grande arco fra Roma e la Terza Italia è saldato.

Ma, dal 1000 in poi, la storia del popolo italiano si fonde con quella di Casa Savoia che, attraverso i secoli, fece «delle armi piemontesi la salvaguardia delle italiche contrade».

Per cui ben gli Azzurri potrebbero adottare per sè e per l’Italia, rinnovata nel segno del Littorio, le parole di Pietro Il che al Protonotario imperiale, che gli domandava i suoi titoli, rispose: «I miei titoli sono la mia spada».

Così per il futuro.

Azzurri di Roma, nel saluto che ricambiamo a voi con tutta la forza del nostro animo è il giuramento di devozione che tutti gli Azzurri d’Italia lanciano nel nome di Torino e di Roma per le fortune imperiali della Patria per la gloria del Re e del Duce.

Il Consiglio Direttivo della Sez. di Torino.

 

( A cura di Chiara Mastroantonio)