Il Ducato di Parma

  

Le due prime decorazioni del Ducato di Parma, che per decreto 18 marzo 1860 fu unito agli stati del Re Vittorio Emanuele di Sardegna provocando la protesta da S. Gallo della duchessa reggente Maria Luisa, principessa di Borbone Artois, sono forse la parte più interessante della scarsa produzione dei segni d’onore di questo Ducato. Esse ci richiamano al regno di Ferdinando I di Borbone (1765-1802), nipote del Re Filippo IV di Spagna. Si tratta dello scudo per veterani, per 12 e 18 anni di servizio militare. E’ uno scudo di bronzo, esagonale e unilaterale, attaccato per tre buchi a una base di drappo rosso, che a sua volta ne permetteva la cucitura sul lato sinistro del petto. Forse nessun’altra decorazione dei cessati stati italiani ci richiama più direttamente alla organizzazione dell’esercito romano, non solo per la lorica, sormontata da elmo piumato, che domina il campo su un trofeo di due bandiere, due fucili, una sciabola e un cannone, e non solo per lo scudo prettamente romano che si vede a sinistra, ma anche per la leggenda che dice nel primo esemplare: Volon. tario., e nel secondo: Volontario distinto. Il concetto del veterano che diventa volontario è prettamente romano, dei buoni tempi repubblicani, allorché dopo 20 anni di servizio, i milites erano evocati, e si consideravano come richiamati a stipendi  facendi, cioè a prestar servizio, ma a condizioni più vantaggiose dei militi ordinari . Siamo qui di fronte evidentemente a una preziosità numismatica di primo ordine. C’è un elemento, a documentazione dell’autenticità dei due esemplari conservati nella raccolta milanese più volte ricordata, che dalla riproduzione non appare, ma che conviene mettere in rilievo, ed è che sul panno rosso che fa da base al distintivo si vedono sette macchiette nere, delle quali una centrale e le altre sei in corrispondenza dei sei angoli dell’esagono. Tali macchie scure sono prodotte da altrettante gocce di una sostanza gommosa, che doveva produrre l’aderenza perfetta del bronzo al panno, affinché il peso del metallo non ne provocasse il distacco con la cucitura sulla divisa (vedi tavola XXXVI).

La duchessa Maria Luisa non lasciò altra traccia nelle decorazioni militari all’infuori della piccola medaglia d’oro e d’argento istituita nel 1836 per premiare i meriti distinti verso il principe e verso lo stato. Il nastro indicato dal von Heyden sarebbe azzurro con liste gialle ai lati, ma l’esemplare della raccolta milanese ne porta uno dai colori bianco e rosso, colverde ripiegato a tergo. L’autore tedesco è però generalmente poco attendibile quando si tratta dei nastri. Si può qui avanzare l’ipotesi assai verosimile che la medaglia sia stata portata da qualche combattente parmense, nella guerra del 1848, col nastro tricolore spiegato, e che sia stato poi nascosto il verde dopo la disgraziata fine della guerra. La tendenza di queste distinzioni di Parma a rimpicciolirsi è visibile maggiormente nella medaglia coniata nel 1848 per i combattenti della guerra di indipendenza, medaglietta che non si può vedere senza uno stringimento di cuore, perché doveva essere ben tiepido l’entusiasmo italico che ne consigliava la coniazione. La coniazione però non fu iniziata dal duca Carlo II (successo nel 1847 a Maria Luisa), ma spontaneamente eseguita dai patrioti, ai quali però il duca concesse l’autorizzazione di portare la medaglia, avendo egli il 20 marzo dichiarata la sua adesione al motto generale a favore dell’Indipendenza d’Italia. Nell’agosto di quell’anno – “passata la festa, gabbato lo santo” – il duca fu pronto a vietare la medaglia dopo l’ingresso nel ducato delle truppe austriache comandate dal conte Thun. Ma non ebbe fine la vita della modesta medaglia, perché nel marzo 1860, dopo la riunione del Ducato di Parma al Regno di Sardegna, essa fu restituita ai militari che se ne erano fregiati nel 1848 e continuò ad essere portata sino alla istituzione della medaglia per le guerre dell’indipendenza ed unità d’Italia.

Si potrebbe a questo punto fare cenno all’Ordine di San Ludovico, che istituito nel 1836 dal Duca di Lucca, fu accettato nel 1847 dal Ducato di Parma; ma essendo un Ordine prevalentemente di Lucca, non sembra opportuno trattarne qui.

L’ultima decorazione militare del Ducato è la medaglia di bronzo dorato concessa da Carlo III il 30 ottobre 1849 per fedele servizio di lunghi anni da parte degli ufficiali. Sì osservi come le leggende del retto e del verso siano ni caratteri tedeschi (Carlo III Duca di Parma, Piacenza, ecc. 1849 –  Ai fedeli veterani), e si tenga presente che in caratteri tedeschi è pure una iscrizione sul bordo (Si deus pro nobis qui contra nos?), dimostrazione più che evidente dell’ ormai cessata simpatia ed adesione alla causa italiana (vedi tav. XXXVI).