Luca, Alpino e tetraplegico sul Monte Rosa

  
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“Missione compiuta!!!”: Come quando era soldato, là in Afghanistan. Ma questa volta l’obiettivo era un altro: il Monte Rosa con una speciale carrozzina cingolata. Luca Barisonzi, alpino rimasto tetraplegico in Afghanistan per un agguato dei terroristi afghani), e Luca Colli, alpinista estremo che lo ha coinvolto in questa impresa, hanno raggiunto questa mattina la Capanna Margherita, a 4.554 metri, il rifugio più alto d’Europa sul Monte Rosa. Si è così concluso il progetto, Toccando il cielo, che era inizialmente previsto per il 5 luglio, ma è stato posticipato ad agosto per le condizioni del meteo che non permettevano prima la salita.

I “Lucas”, come si sono fatto chiamare, sono partiti alle 4 di questa mattina dal Rifugio Gnifetti dove hanno pernottato, poi con tutta la cordata, fatta di amici e alpini, hanno raggiunto il Rifugio Regina Margherita. “Ci siamo riusciti, ce l’abbiamo fatta, è stata dura… ma fino alla fine, fino alla vetta!!!!!!”: hanno commentato sulla pagina facebook di Touching the Sky, dove erano sostenuti da migliaia di persone e tenevano informati sulla loro impresa. Per compierla hanno usato una carrozzina americana, una specie di cingolato, che poi rimarrà allo Spazio Vita dell’Unità spinale di Niguarda, luogo come pochi in Italia, dove è stato, e continua a frequentare, anche Luca. Diceva così, a chi gli chiedeva il motivo: “Due motivi mi spingono a farlo. Come militare, mi sento di portare con me, quel giorno, tutti i feriti e coloro che non sono tornati. E poi, voglio mostrare le abilità della disabilità, la forza che rimane, la voglia di sognare”. Mai nessun alpinista con tetraplegia vi era riuscito.

Sono stati mesi importanti, questi, nella vita di Luca: prima la convivenza e poi il matrimonio con Sarah, ragazza americana conosciuta su facebook attraverso un marine quando era in Afghanistan ora questa impresa che lo pone come la prima persona tetraplegica a salire sulla seconda vetta delle Alpi.

 

Probabilmente ora si dedicherà all’ennesima sfida: allenarsi nel tiro a segno per raggiungere un altro sogno, quello di partecipare alla Paralimpiade di Rio 2016, grazie anche al programma congiunto fra Comitato Paralimpico e Ministero della Difesa per la pratica sportiva fra i militari rimasti con disabilità mentre erano in servizio.

Da “Il Corriere della Sera”