Capitano di Corvetta MAROTTA SAVERIO M.O.V.M.

  
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Nato a Falconara Marittina (AN) nel 1011. licenziato nel 1929 dal Liceo “Rinaldini” di Ancona, venne ammesso all’Accademia Navale di Livorno e nel luglio 1933 fu nominato Guardiamarina. Promosso Sottotenente di Vascello nel 1934, dopo essere stato imbarcato per oltre un anno sull’incrociatore “Da Barbiano”, passò nel 1935 sul “Trento” con quale prendeva parte per circa due anni alle operazioni navali svoltesi nelle acque di Spagna. Dopo aver frequentato il corso superiore a Livorno ed assunta la qualifica di direttore del tiro, dal novembre 1940 all’agosto 1942, fu imbarcato sul “Cadorna” come secondo D.T., ed assumeva quindi il comando della torpediniera “Perseo”. Distintosi in numerose azioni  servizi di scorta ai convogli ebbe tre successive citazioni sui bollettini di guerra. Fu promosso capitano di corvetta dal 1° gennaio 1943.

Altre decorazioni:

Medaglia d’Argento (Mediterraneo Centrale, gennaio 1943)

Medaglia d’Argento (Africa Settentrionale, ottobre 1942)

Medaglia di Bronzo (Mediterraneo Centrale, settembre 1942-maggio 1943)

Medaglia di Bronzo (Canale di Sicilia, dicembre 1942)

Medaglia di Bronzo (Canale di Sicilia, dicembre 1942)

 

“ Comandante di torpediniera in missione di scorta a nave trasporto, avvistata di notte forza navale soverchiante che muoveva all’attacco della formazione, con fredda determinazione ed indomito ardimento impegnava la sua unità nel contrattacco pur sotto il preponderante, intenso e preciso tiro concentrato delle artiglierie nemiche, tentandone per due volte il siluramento. Lanciati tutti i siluri, nonostante la sua unità fosse stata irrimediabilmente colpita, rispondeva alla offesa avversaria col fuoco di tutte le armi di bordo fino a che la torpediniera crivellata dai colpi e ridotta ad informe relitto, veniva sopraffatta. Con un braccio asportato da un obice, quasi dissanguato, trovava — in disperato appello alle residue energie — la forza di impartire l’ordine ai pochi superstiti di abbandonare la nave, e si abbatteva svenuto. Ripresa conoscenza su di un battello, su cui era stato trasportato dai suoi uomini, si faceva riportare a bordo, fra i caduti, per dividere con essi la sorte dell’unità che, nuovamente colpita, esplodeva affondando. Luminoso esempio d’indomabile spirito combattivo e di altissime virtù militari. — Mediterraneo Centrale, 4 maggio 1943.”